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41° Bgt. f. Mec. "Modena"

  
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41° Bgt. f. Mec. "Modena"

 

Una certa propensione all’indagine retrospettiva che spinge l’archeologo a scavare nel passato, una “forma mentis” che deve sempre andare implacabilmente in cerca del bandolo della matassa, mi sono state sollecitate da un fortuito ma quanto mai produttivo ed appagante interscambio di notizie con un nostro visitatore del Sito Internet, che ha voluto seguirmi in un salto nel passato lagunare.

Quindi, mi piace portare all’attenzione di coloro che hanno svolto il servizio di leva come me, nel “mitico” Battaglione Anfibio “Isonzo” e che non hanno mai saputo - per il caso, per disinteresse o perché in quegli anni, appena congedati, il distacco avveniva in modo drastico e completo - l’epilogo della storia del reparto e le curiosità che ne derivarono, quando al posto nostro si insediò, sostituendolo, un battaglione di fanteria classica.

Ho intrattenuto un fitto epistolario con un Signore, Roberto Gerli di Milano, che ha trascorso un bel periodo di naja nella caserma che prima della Sua “cessazione”, aveva ospitato l’ ”Isonzo”.

E’ storia abbastanza nota a tutti che nel 1975,  l’ “Isonzo” fu soppresso e divenne il “41° Reggimento Fanteria Meccanizzata – Modena”. Ne troviamo un asettico e sintetico accenno, sia sul libro “Al grido di San Marco!” a firma Assenza, Colasanti, Neri, sia su “Venezia e le Truppe Anfibie” di R. Mangione. Non molti sanno però, che il passaggio non fu indolore per cui s’immaginò che l’operazione di trapasso avvenisse in modo tale che si mandarono a casa tutti i Lagunari oggi e domani si riaprisse la nuova entità con nuovi quadri e nuovo personale di leva; La cosa invece non andò così!

Dall’oggi al domani, coloro che erano in servizio all’ “Isonzo”, dovettero cessare di fregiarsi delle insegne lagunari e obbligatoriamente iniziare a portare altre mostrine, altro fregio, altri colori ed ottemperare ad altre “liturgie” militari.

Immagino che certamente il trauma fu devastante! Lo stesso Comandante di Reggimento di allora, raccontò qualche anno fa durante un’allocuzione tenutasi a beneficio dell’A.L.T.A., che il Comandante del nuovo reparto ovviamente ex-Lagunare, gli telefonò da Villa Vicentina preoccupato che, sia i quadri che il personale di leva, non volavano levarsi il Mao dalla divisa e assolutamente non si voleva sentir parlare e manco nominare, questo 41° Fanteria Meccanizzata “Modena”.

In ambiente lagunare, mi si dice in proposito, che un certo clima di fatalismo e di “adattabilità” di alcuni e poi il tempo, che come tutti sanno è il miglior medico dell’anima, fecero il resto. Il reparto che sostituì l’ “Isonzo”, (che per la verità, ha ottocentesche radici storiche di una certa “nobiltà” e discende dai “Cacciatori della Magra”), ebbe come primo Comandante, un nostro Ufficiale: il Col. Gaetano Canfora, che nel 1975, da Lagunare, si ritrovò “canoa”.

Per altro, nelle mie ricerche inerenti il caso, trovo Comandate del 41°attorno agli anni 1986/87, un Col. Mario Di Benedetto che ha il cognome simile se non addirittura uguale al Tenete Di Benedetto che ai nostri tempi di servizio nell’ “Isonzo”, avevamo amorevolmente soprannominato “Kriminal”. Sarà un caso d’omonimia…..

L’Amico Gerli, nel suo periodo di servizio di leva, nel 1981 al 41° Battaglione Fanteria Meccanizzata “ Modena”, preventivamente fece il CAR a Pesaro come molti di noi Lagunari e quindi s’intravede subito una certa “coassialità” nell’intersecarsi delle comunanze tra i due reparti; Egli mi scrive inoltre, che i “novellini” venivano chiamati “baffi” ancora all’uso lagunare e che diversi appartenenti al “Modena” continuavano a portare il Mao, non avendo ben chiaro a cosa fosse propriamente relativo questo simbolo.

Inoltre il nostro “cugino” Gerli, mi corregge e lo ringrazio di questo, su quanto avevo esposto in qualche mio scritto e cioè mi assicura che contrariamente a quanto da me immaginato, pure nel 1981, certe trasformazioni della A. Bafile  come il rialzamento del terreno ed interramento dei binari, la chiusura del porticato anteriore che correva lungo le compagnie, l’installazione dei serramenti in alluminio anodizzato che vediamo ora, non erano ancora state fatte.

Da questo desumiamo (e ringrazio l’Amico Gerli per l’aggiornamento), che le modifiche che ci lasciano interdetti quando ogni anno andiamo a far visita alla Bafile di Villa Triste, nel 1981 erano ancora a venire.

Certa curiosità sorge anche sul fatto che nel 1981, la Caserma si chiamasse “Bafile-Rossani”: doppia denominazione con la quale suppongo non si volle (decisione quanto mai pietistica ma perlomeno “umana” nei confronti dei Lagunari), definitivamente cancellare il glorioso nome della Medaglia d’Oro tanto cara ai Lagunari, ma con un “escamotage” diplomatico, si accomunò al nome del ”Rossani”.

Per la verità, visto che il cognome “Rossani” non mi suggeriva niente, sono andato a farmi una ricerca storica su questo Signore ed ho scoperto che trattasi di Eroe di guerra; personaggio di una certa caratura , il Maggiore Mario Rossani, originario di Cassano delle Murge dove nacque nel 1890; durante la 1° Guerra Mondiale lo vediamo in forza al 2° Reggimento Zappatori del Genio; tragicamente perisce in combattimento nel 1918, guadagnandosi una serie d’encomi e ricompense di grande importanza, tant’è che gli verranno assegnate alla memoria, Medaglia d’Oro, d’Argento e di Bronzo al Valor Militare, ed il Cavalierato della Corona d’Italia conferitogli da Vittorio Emanuele III°.

Il mio buon Amico di penna Gerli, tra le Sue righe, mi fa anche intravedere che il 41° “Modena” acquista nel tempo, una sua qual certa “aura” lagunare, impegnandosi in manovre ed esercitazioni sul Meduna – Cellina, terreni d’addestramento usuali dei Lagunari “isontini”; coopera in addestramento con i Leopard del (Egli lo chiama ancora così), XXII° Battaglione Carri di San Vito al T., reparto anche questo che fa parte della nutrita schiera degli “EX”; inoltre si evidenzia la comunanza di usi e costumi, affibbiando nella vita usuale d’ogni giorno, nomi tipo “Kaimani” ai gruppi o ai plotoni, nomi chiaramente, di lagunare origine.

Quindi ritengo che questo reparto, a parte certe sfumature logistico – tattiche, abbia null’altro che continuato nel tempo, quello che era il compito dell’ “Isonzo”.

E qui la domanda sorge spontanea, direbbe il noto giornalista televisivo: perché mai si volle sopprimere l’ “Isonzo”  per poi far continuare la stessa attività per i successivi diciassette anni, riesumando un reparto sciolto nel settembre del 1943 in Epiro (Albania)?

Alla fine, di differente, detto reparto aveva probabilmente solo il nome. Non certamente la destinazione strategica.

Per quale motivo con la scusa del riordino dell’Esercito, si tolse con una mano, una competenza ai Lagunari e la si diede con l’altra, alla neo costituita Brigata Meccanizzata “Gorizia”, dove tra l’altro fini il XXII° Carri divenuto “Peccenini”, lo stesso 41° “Modena” ed altri reparti inquadrati assieme nella Divisione Meccanizzata “Folgore”, come la “Nembo” o altri, visto che fu sempre dato e si da ancora per scontato, che per quanto riguarda l’attività con caratteristiche specifiche “anfibie”, nell’Esercito inteso come Fanteria, i soggetti designati ufficialmente sono i Lagunari?

Questa è una storia, secondo il mio modestissimo bagaglio di conoscenze storiche di “appassionato”, che ha molte analogie con un’altra mirabolante storia: il trasferimento del Comando Lagunari, dalla Pepe alla Matter.

“Ma questa è un’altra storia”, si direbbe alla fine di un film.

Si accettano interventi, spiegazioni, chiarimenti che per noi, allora umili soldatini sempre sull’attenti e sempre ultimi ad essere informati, ora nostalgici Lagunari di sessant’anni che hanno pronto “l’occhio umido” quando si parla del loro “Isonzo”, sapere come e perché sono andate realmente le cose, finalmente ci metterebbero l’animo in pace.

Il buon Amico Gerli del 41° Fanteria Meccanizzata “Modena”, al quale va un sentito ringraziamento per la preziosa collaborazione, mio e di molti “Leoni dell’Isonzo” appassionati della storia della Specialità,  invia per corredare lo specifico di questo “laboratorio”, la riproduzione dei distintivi e dei fregi del reparto, delle foto che lo ritraggono durante il servizio nell’81 (e da dove si rileverà che il foulard del suo 41° era bianco con due strisce verticali cremisi).

San Marco!

Lagunare Dino Doveri.  

 

        

 

Marzo81 - Villa Triste - Foto presa dall'ingresso della 1ª compagnia.
Sullo sfondo (da sinistra): armerie, Spaccio e piazzale alzabandiera, comando di btg, cinema

 

Esercitazione di "Contrasto dinamico" a livello di Comapgnia - Carri M113

 

feb81 - Cellina-Meduna - Squadra fucilieri su M113

 

feb81 - Cellina-Meduna - Fucilieri su Leopard

 

feb81 - Cellina-Meduna - Carro Leopard

 

feb81 - Cellina-Meduna - Carri Leopard e M113

 

feb81 - Cellina-Meduna - Carri e fanteria

 

feb81 - Cellina-Meduna - Carri Leopard

 

Fiat AR59 con cannone da 106mm SR in dotazione ai plotoni controcarri di ogni compagnia

 

Si Ringrazia il Sig. Roberto Gerli per la gentile concessione delle Immagini.

  
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