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rassegna stampa  
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Commando in Laguna

di Alberto Scarpitta


Nel mese di giugno circa 70 Royal Marines britannici appartenenti al 43 Commando Fleet Protection Group hanno trascorso due settimane presso il Reggimento Lagunari Serenissima, ospiti della Compagnia Supporti Tattici Anfibi nella Base di Sant’Andrea, nell’isola delle Vignole, nella Laguna di Venezia. La loro visita ha fornito l’occasione per un’intensa attività addestrativa congiunta e per un fruttuoso scambio di esperienze, con il confronto fra i rispettivi procedimenti tecnico-tattici, le procedure operative standard, gli equipaggiamenti e gli armamenti in dotazione. Il 43 Cdo FP Gr RM, questa la denominazione contratta ufficiale dell’unità, è stato ricostituito ufficialmente solo nell’aprile di quest’anno, riportando in vita le tradizioni di un Commando impiegato estesamente nella Seconda Guerra Mondiale nell’ambito della 2° Special Service Brigade, successivamente disciolto e quindi ricostituito per un breve periodo tra il 1961 ed il 1968. Dal punto di vista delle finalità di impiego la nuova unità si riallaccia però all’esperienza della Comacchio Company (il nome fa riferimento ad un’aspra battaglia combattuta dai Royal Marines nella laguna di Comacchio nel 1945), un reparto creato nel 1980 con un organico di circa 300 uomini per la difesa delle basi del deterrente nucleare britannico e per la protezioni da minacce terroristiche delle installazioni petrolifere ed estrattive offshore. Nel 1983 la compagnia venne potenziata con oltre 400 effettivi e divenne Comacchio Group, denominazione che manterrà fino al 2001. Nel 1987 intanto cessava l’attività di antiterrorismo marittimo e per la difesa delle piattaforme estrattive, compiti da allora devoluti ad un apposito reparto dello Special Boat Service, lo Squadrone M. Nel 2001 avviene un nuovo cambio di denominazione e nasce il Fleet Protection Group con oltre 550 uomini suddivisi su tre squadroni: O, R ed S, cui si aggiungerà nel 2010 il P, con altri 145 elementi.
Il nuovo 43 Commando Fleet Protection Group è oggi stanziato nella base navale Clyde nei pressi di Helensburg, nella costa occidentale della Scozia, conta circa 790 effettivi ed è inserito organicamente nella 3° Brigata Commando, la grande unità anfibia d’intervento rapido della Royal Navy, che così allinea una quarta pedina operativa accanto ai consolidati Commando 40, 42 e 45. Pur essendo destinato a compiti particolari il 43 Cdo non viene reputato un reparto speciale ed il personale ad esso assegnato non deve necessariamente possedere caratteristiche peculiari, ma proviene in genere direttamente dal Commado Training Centre di Lympstone, nel Devon, al termine delle durissime 32 settimane di addestramento iniziale e dopo la conquista dell’agognato basco verde. La formazione proseguirà quindi al reparto d’impiego, sotto la supervisione dell’ufficio addestramento del 43 Commando. L’organigramma del reparto comprende il Comando, lo Squadrone Comando (comprensivo di un plotone battelli) e 4 Squadroni operativi, tutti specializzati in compiti differenti e specifici:
- Lo Squadrone O, su 6 troop (reparti a livello plotone di circa 30 effettivi ripartiti su nucleo comando e 3 squadre di otto uomini), è incaricato della protezione della base navale di Faslane, che ospita i sottomarini nucleari lancia missili balistici Trident che costituiscono il deterrente nucleare britannico. Si tratta di un compito molto delicato che richiede completa padronanza delle tecniche di tiro nel rispetto di precise regole di ingaggio.
- Lo Squadrone S fornisce i team assegnati a compiti di anti pirateria e di ispezione ed abbordaggio di unità navali, compiti svolti anche in condizioni non permissive per la verifica delle disposizioni internazionali di embargo, sanzioni e per la lotta al narco-traffico. I membri del reparto, che dispongono di equipaggiamenti particolari e possiedono una limitata capacità di antiterrorismo marittimo, sono mantenuti ad un alto livello di prontezza operativa, debbono aver già maturato una certa esperienza presso gli altri squadroni, superare appositi test psico-fisici di ammissione ed essere quindi sottoposti ad un intenso addestramento specifico, con particolare riguardo alle tecniche di combattimento in ambienti ristretti ed al tiro di precisione.
- Lo Squadrone R assicura il supporto e la scorta ai convogli militari durante gli spostamenti dei carichi nucleari all’interno del territorio nazionale, con nuclei di pronto intervento addestrati ad agire congiuntamente con la Polizia Militare.
- Lo Squadrone P infine ha compiti di force protection nei confronti delle unità della Royal Navy e della Royal Fleet Auxiliary, sia sul suolo nazionale che, soprattutto, negli schieramenti all’estero, in particolare durante le soste in porti situati in Paesi politicamente instabili e potenzialmente pericolosi.commando di Sua Maestà hanno potuto provare a Venezia i mezzi in dotazione alle nostre truppe anfibie, con particolare riguardo ai battelli a chiglia rigida con motore fuoribordo da 115 cavalli ed ai cingolati AAV-7, veicoli che hanno suscitato molto interesse e sull’impiego dei quali sono stati estesamente addestrati.
Successivamente si sono svolte varie fasi addestrative congiunte, sia nella laguna veneta, con la predisposizione di posti di osservazione occulti e l’assalto anfibio ad una piccola isola, che nei poligoni del Friuli, con fasi a fuoco ed addestramento CQB in ambito urbano, avvalendosi anche di una struttura prefabbricata acquistata e montata per l’occasione dai britannici.
L’AVES ha poi messo a disposizione un elicottero NH-90 con il quale è stata effettuata attività congiunta di fast roping e di rilascio in mare da bassa quota di nuotatori. L’occasione ha permesso tra l’altro ai Lagunari di approfondire le tecniche di discesa rapida con “canapone” da aeromobili dell’Esercito (in precedenza tali attività si erano sempre svolte con SH-3D ed EH-101 della Marina) e di poter brevettare alcuni “rope master”, elementi incaricati di gestire tutte le fasi dell’attività, dalla predisposizione dei materiali all’addestramento del personale, con particolare attenzione agli aspetti legati alla sicurezza.
I Lagunari hanno potuto poi avvalersi del grande bagaglio di esperienze degli uomini del 43 Commando nelle tecniche di anti pirateria, abbordaggio e acquisizione del controllo di unità navali e di combattimento in ambienti ristretti. Sotto la loro supervisione è stato anche simulato a terra il movimento tattico sul ponte di un’unità navale oggetto di controlli e verifiche. Si è trattato di un travaso di esperienze particolarmente prezioso, in particolare per i membri delle 4 squadre anti-pirateria che il Reggimento Serenissima, a similitudine del San Marco, ha predisposto, anche se non ancora impiegato. In mancanza di specifiche normative o di precisi precedenti d’impiego, questi team di sei uomini avevano ricevuto solo una preparazione generica, simile a quella destinata a tutti i fucilieri in approntamento per una missione esterna. Gli istruttori del 43° Commando hanno invece permesso di approfondire molte tecniche particolari, con grande enfasi sugli automatismi di movimento, il tiro mirato e l’attenta sorveglianza, soprattutto durante le soste in porto, momento ritenuto assai più critico delle fasi di navigazione.
Di tragica attualità la necessità di individuare precocemente una possibile imbarcazione sospetta, distinguendola dai battelli dei pescatori o di piccolo traffico locale. Un segnale d’allarme, ad esempio, è dato dalla presenza sulla medesima barca di elementi di etnia diversa, fenomeno assai raro nelle comuni attività civili, ma piuttosto frequente tra i pirati. Deve poi destare sospetti l’incrociare ripetuto della stessa imbarcazione. In tutti i casi i bersagli preferiti dai pirati restano, a detta dei Commando, le imbarcazioni relativamente piccole e munite di murate basse, che rendono più agevole l’assalto con scale di fortuna. Per quanto riguarda i team ispettivi, incaricati di verifiche e controlli a bordo di unità sospette, le tecniche dei Royal Marines prevedono vari livelli successivi di approntamento in relazione a differenti minacce potenziali, fino a giungere al vero e proprio abbordaggio ed alla presa di forza del controllo dell’imbarcazione sospetta, con possibile contrasto armato. Di assoluta importanza in questi frangenti la presenza di uno sniper in volo su elicottero che fornisca sicurezza e copertura al team d’assalto: se risulta disponibile un solo elicottero l’abbordaggio avviene generalmente dal mare, con gommoni a chiglia rigida muniti di scale ed attrezzature per l’arrembaggio, mentre il vettore ad ala rotante è destinato ad assicurare il vitale assetto di supporto.
Esperienze e scambi addestrativi di questo tipo risultano vitali per le nostre Forze Armate, necessariamente sempre più alla ricerca di una completa maturità professionale, specie in un momento storico caratterizzato da grandi ristrettezze finanziarie che ostacolano la formazione e dal progressivo ridursi degli schieramenti nei teatri operativi esterni, momenti certamente impegnativi e critici, ma anche occasioni di addestramento complesso ed approfondito.
Questo generale “disimpegno” già si profila per il Reggimento Serenissima, in fase di approntamento per l’invio nel prossimo ottobre nel teatro afghano, dove avrebbe dovuto fornire alla Brigata Alpina Taurinense il quarto Battle Group d’arma base, accanto ai tre reggimenti alpini, ed in particolare la Task Force South di Farah e Bala Baluk. La progressiva riduzione del nostro contingente ISAF porterà invece allo scioglimento della Task Force North, cui era destinato il 9° Reggimento Alpini, e lo spostamento di quest’ultimo a sud, rendendo non più necessario l’apporto dei Lagunari.

  
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Estratto da Analisi Difesa, luglio 2012.

  
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