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addestramento interforze per la brigata friuli (...e per i lagunari) di AD
Foce Reno,
28 luglio ”Nettuno“, come il dio del mare della mitologia romana,questo il nome dell'esercitazione di sopravvivenza tenutasi nelle acque antistanti Marina di Ravenna e Foce Reno. L'attività è stata organizzata dal 7° reggimento aviazione dell'Esercito "Vega" di Rimini, reparto elicotteri della brigata aeromobile "Friuli", con l'importante contributo della Guardia Costiera di Ravenna, dell' 83° Centro SAR(Search and Rescue) dell'Aeronautica Militare e della brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli" che ha fornito un assetto anfibio del Reggimento Lagunari "Serenissima".
Scopi dell'esercitazione, articolata per episodi
nell'ambito di un quadro realistico di una "crisis response
operation", è stato l’approfondimento della preparazione degli
equipaggi di volo, piloti e specialisti, nell'uso degli equipaggiamenti di
emergenza e nelle tecniche di sopravvivenza in mare e verificarne
l'addestramento congiunto con un plotone aeromobile del 66° reggimento
"Trieste" nello svolgimento di un'azione aeromobile e di un plotone lagunari
in quello di un'azione anfibia. All'esercitazione hanno partecipato 150
uomini, 11 elicotteri (A-129 Mangusta, A-109, AB 205, AB 206 e HH- All’esercitazione del 28 luglio ha costituito il momento più eclatante di alcune settimane di addestramento congiunto condotto dai reparti elicotteristici e di fanteria aeromobile della ”Friuli“ (7° Reggimento ”Vega“ e 66° ”Trieste“) con i Lagunari simulando attività in mare legate non solo alla sopravvivenza e alle procedure d’emergenza ma anche all’infiltrazione e all’inserimento in territorio ostile di unità del Plotone Anfibio Speciale del Reggimento ”Serenissima“ impiegando gli elicotteri per mettere in mare a poche miglia dalla costa un team di operatori e il nuovo gommone Zodiac FC-470 sviluppato appositamente per il reparto d’élite della Brigata ”Pozzuolo del Friuli“. Alle diverse azioni dimostrative hanno assistito i comandanti delle due brigate, Giangiacomo Calligaris e Corrado Dalzini. La prima simulazione ipotizzava l’abbattimento di un elicottero con rilascio in mare di 8 piloti, specialisti e fanti aeromobili che dovevano recuperare le zattere autogonfiabili e restare alla deriva alcune ore prima di venire recuperati. Nel secondo episodio un gruppo di esploratori del Plotone Anfibio Speciale veniva messo in mare da un elicottero AB-412 mentre da un AB-205 veniva calato in mare imbragato e sgonfiato il gommone FC-470 dotato di motore. Il team ha allestito il natante e il motore in mare per poi raggiungere la costa per compiere una missione di esplorazione. Altre simulazioni hanno visto l’immissione di 4 esploratori direttamente in acqua dall’elicottero per compiere una ricognizione sulla spiaggia interessata subito dopo da un assalto anfibio condotto dai Lagunari con barchini a scafo rigido appoggiati dal fuoco dei Mangusta e supportati dall’elisbarco di fanteria aeromobile più in profondità.
In seguito è stato simulato il crash di due
elicotteri in mare con l’attivazione delle procedure d’emergenza per 15 membri
degli equipaggi e fanti, recuperati infine da un HH- Nel complesso quindi si è trattato di un’attività addestrativa di grande respiro interforze e che ha permesso ai diversi reparti di conoscere e in qualche caso approfondire la conoscenza con le nicchie di eccellenza delle altre unità.
Sono stati messi alla prova anche i materiali con
importanti esperienze emerse durante la fase addestrativa: ad esempio le
difficoltà a gestire equipaggiamenti come gli elmetti una volta che il fante è
finito in mare, la necessità di disporre di contenitori stagni e galleggianti
per le armi o l’importanza di evitare la presenza di oggetti metallici
spigolosi o taglienti per non compromettere l’efficienza delle zattere
autogonfiabili.
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. | Per Gentile Concessione di Analisi Difesa, luglio 2005. | ||||||
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