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LIBANO: ZAINO IN SPALLA 'SOLDATO JANE', PRESTO SI PARTE

 

(ANSA) - VENEZIA, 25 AGO - Ha continuato ad addestrarsi per mesi senza mai cedere alla fatica, convinta che prima o poi la chiamata sarebbe arrivata. E ora che il gran momento sembra giunto, e' pronta ad imbarcarsi alla volta del Libano con circa 120 commilitoni del Reggimento Lagunari ''Serenissima'' Silvia di Siervi, 24 anni, originaria di Galatina (Lecce) ma residente a Campagna Lupia (Venezia), il fuciliere ormai ribattezzato ''soldato Jane'' per aver superato, unica donna, il corso per l'ingresso nella neonata Forza da sbarco italiana.

Con lei saliranno sulla nave ''San Marco'' della Marina in partenza a giorni dal porto di Marghera altre due o tre soldatesse,chiamate a far parte della compagnia del Reggimento inserita nelle fila della Forza di ingresso che verra' schierata nella prima fase della missione.

Negli ultimi tempi i Lagunari, in vista del possibile impiego, si sono addestrati soprattutto nelle funzioni tipiche delle forze che operano per il mantenimento della pace, come il presidio ai check point, i pattugliamenti, le scorte e l'attivita' di primo soccorso.

Durante la prossima missione, ad accudire la piccola Sara di un anno e mezzo, figlia di Silvia, sara', almeno per ora, il maritoDevid Pavanati, sergente maggiore nello stesso Reggimento. Come gran parte dei Lagunari pronti a partire, Silvia,soprannominata ''zanzara'' dai commilitoni per la sua tenacia e per il carattere indomabile, presta servizio presso la Caserma Andrea Bafile di Malcontenta, una delle tre a disposizione insieme alla Edmondo Matter di Mestre, sede del comando,ealla Miraglia dell'Isola di Sant'Andrea.

Comandante di compagnia della Bafile e' il cap. Bruno Freda. Silvia ha fatto parte la scorsa estate, insieme a buona parte dei Lagunari selezionati in questa prima fase della missione, dell'esercitazione ''Mare aperto'', che ha visto impegnati, sia in mare che a terra, i Reggimenti San Marco e Serenissima.

Dopo la sovraesposizione mediatica dei mesi scorsi, quando il suo caso sali' alla ribalta delle cronache e Silvia - che due anni fa partecipo' anche alla missione ''Antica Babilonia'' in Iraq - fu costretta a sottoporsi pazientemente per giorni a decine di interviste, oggi la giovane lagunare fugge accuratamente qualunque contatto con la stampa. Dalla cerchia delle sue amicizie trapela solo che, concluse le ferie da pochi giorni con la famiglia, ora e' felice di partire, nonostante il dispiacere di dover lasciare a casa la figlia, convinta che l'Italia potra' fare del bene in Libano, operando concretamente per la pacificazione e l'aiuto dei popoli di quell'area.

Rosanna Codino (ANSA)

 

  
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Estratto da ANSA, 25 agosto 2006.

  
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