. | | UNIFIL, S'INSEDIA COMANDANTE ITALIANO LAGUNARI SI ADDESTRANO CON ESERCITO LIBANESE NAQURA (SUD LIBANO) - L'Unifil, la forza Onu in Libano, ha da oggi un nuovo comandante in capo italiano, il generale Claudio Graziano, subentrato al collega francese Alain Pellegrini nel corso di una cerimonia militare nel quartier generale dei "caschi blu" a Naqura, nell'estremo sud del Paese dei Cedri. "Sono consapevole delle responsabilità che ho di fronte e sono pronto ad affrontarle con calma e determinazione. Qui, nel sud del Libano, lavoriamo per mantenere la pace e assicurare la stabilità in un importante momento, un momento di eventi eccezionali", ha dichiarato il generale Graziano nel breve discorso pronunciato subito dopo aver formalmente assunto il comando dell'Unifil al posto di Pellegrini, che era alla guida della forza Onu dal 13 febbraio 2004. "Dopo molti anni spesi qui, l'Unifil è cresciuta negli ultimi mesi in termini d'impegni, dimensioni e capacità operative. Ventinove nazioni hanno messo le loro migliori risorse a disposizione di questa forze e hanno dimostrato il loro impegno a sostenere la nostra missione", ha aggiunto Graziano, dicendosi "molto onorato" del suo nuovo compito. Prima di trasferire il comando al collega italiano, anche il comandante uscente Pellegrini ha a sua volta tenuto a sottolineare nel discorso di commiato "il nuovo mandato, i nuovi mezzi a disposizione e i nuovi metodi d'azione" dell' Unifil (la cui forza è passata dagli iniziali 2.000 uomini a 13.000) , fissati dal Consiglio di sicurezza dell'Onu con la risoluzione 1701 che, nell'agosto scorso, ha posto fine ai 34 giorni della "guerra d'estate" tra Israele e Hezbollah. Ma all'inizio della cerimonia nel quartier generale di Naqura - a cui hanno tra gli altri assistito il rappresentante in Libano del segretario generale dell'Onu, Geir Pedersen, gli ambasciatori d'Italia e di Francia, Gabriele Checchia e Bernard Emie, e il comandante del contingente italiano, generale Paolo Gerometta - il generale Pellegrini ha voluto in primo luogo rendere omaggio ai 258 tra militari e dipendenti civili caduti dell'avvio della missione Unifil, nell'ormai lontano marzo 1978. A questi caduti, e alle loro famiglie, Graziano ha ugualmente espresso "eterna gratitudine per aver pagato con la vita la causa della pace in Libano". Una causa che rimane al centro della missione dell'Unifil, ha poi dichiarato ai giornalisti Graziano, aggiungendo di voler "soprattutto operare nel modo più stretto possibile con l' esercito e le autorità libanesi, e in generale con il popolo libanese, allo scopo di fornire quel supporto previsto dal mandato della risoluzione 1701". L'Unifil, ha proseguito il suo nuovo comandante,"farà tutto quanto in suo potere per aiutare il Libano e i libanesi a rendere quest'area un luogo migliore, e soprattutto un luogo sicuro". Graziano ha perciò sottolineato "la grande importanza del mantenimento di ottimi rapporti con le popolazioni locali che ci ospitano e di cui dobbiamo tenere costantemente conto". Anche perché, ha detto, "possono ricevere dei disturbi dai movimenti di unità, ancorché per fini di sicurezza e di pace". Riferimento da taluni interpretato come possibile preannuncio di un eventuale ridimensionamento dei pattugliamenti degli ingombranti carri armati francesi 'Leclerc' lungo le strade del Libano meridionale, mentre il "rafforzamento" della cooperazione tra Unifil ed esercito libanese auspicato da Graziano ha segnato proprio oggi un importante passo in avanti: lagunari italiani del reggimento Serenissima dell'esercito, al comando del colonnello Luigi Chiapperini, hanno effettuato una prima ricognizione congiunta con soldati libanesi lungo la costa nell'aera di Tiro (81 km. a sud di Beirut), ispezionando spiagge e fondali per accertare l'esistenza di condizioni idonee per ipotetici sbarchi, evacuazioni e trasporti via mare. | | |