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Caserma "Andrea Bafile" - Malcontenta di Mira - Venezia

 

La Caserma prende il nome da "Andrea Bafile" Tenente di Vascello della Regia Marina, decorato di Medaglia di Argento al Valore per avere salvato, nel 1913, la Regia Nave "Quarto" da un furioso incendio e di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria in seguito ad eroica azione compiuta nella zona "Basso Piave", nel 1918, durante la quale riportò mortali ferite. La Caserma è dislocata in località Malcontenta di Mira in un comprensorio denominato il "GIARON" che fu di proprietà del Nob. Marchese Saibante D. Lorenzo fin dall'anno 1864 e successivamente, nell'anno 1891, passò al figlio primogenito Marchese D. Lorenzo Giorgio.

  
. Villa palladiana della Malcontenta

Nell'anno 1917, il 18 maggio, il Regio Governo Italiano ne decretò l'esproprio per "militari costruzioni" e vi eresse la Caserma "Andrea Bafile" che tuttora costituisce il fabbricato centrale dell'antico comprensorio. In prossimità della Caserma, lungo la Riviera del Brenta si staglia bellissima la Villa Foscari (comunemente nota anche come "Malcontenta") costruita nel 1561 su progetto del Palladio. La villa, tenuto conto del degrado dovuto al passare del tempo, è ancora oggi come il Palladio l'aveva prima ideata e quindi descritta nei "Quattro libri dell'Architettura" (1570). Le decorazioni degli interni sono opera degli artisti Battista Franco, allievo di Michelangelo deceduto nel 1561, e Gian Battista Zelotti. Palladio fu il primo ad ideare una casa di campagna come la villa di Malcontenta e cioè un cubo con un portico del tipo a "colonne" sul davanti. Semplicità classica e potenza di costruzione si fondono armonicamente in essa. A questo stile molti architetti, al servizio dei "potenti" del vecchio e del nuovo mondo, si sarebbero in futuro ispirati.

 
 

Costruita per essere accessibile anche dai corsi d'acqua, la bella e quieta residenza si erge maestosa sulla riva sinistra del fiume Brenta. Si racconta che nel 1574 Enrico III, Re di Francia e di Polonia, a seguito della memorabile visita fatta alla Serenissima Repubblica di Venezia, sulla via del ritorno abbia sostato alla "Malcontenta". A ricordo dell'evento i Foscari fecero porre una lapide all'ingresso della casa. I Foscari possedevano le  terre del posto fin dal dodicesimo secolo. É probabile che la villa della "Malcontenta" abbia sostituito altra costruzione andata distrutta. La villa fu proprietà della famiglia Foscari fino al termine del diciottesimo secolo, allorché l'ultimo di quel ramo dilapidava ogni suo avere mentre svolgeva l'incarico di Ambasciatore presso la Corte di San Pietroburgo.

 
   Caserma "A. Bafile" Comando di Battaglione

Successivamente la "Malcontenta" andò perdendo d'importanza. Fu impiegata quale dimora delle truppe austriache durante l'assedio di Venezia del 1849. Tra il 1915 e il 1918, mentre l'Italia era in guerra assolse le funzioni di ospedale militare ed alla fine, quando Mr. Landsberg l'acquistò nel 1926, l'edificio si presentava in condizioni di deplorevole rovina: scale esterne ed interne disastrate; presenza di fenditure nel tetto; diversi affreschi ricoperti da strati di calce oppure mancanti perché distrutti o alienati. La nobile residenza, già impiegata come fucina o deposito, a stento lasciava intravvedere l'originario stile greco-romano. É indubbio merito di Mr. Landsberg l'avere restituito la villa allo splendore iniziale: Mr. Landsberg con grande amore e coraggio fece ripulire e restaurare gi affreschi, ricostruire in pietra d'Istria, secondo l'originale, balaustre e balconi, mentre per elementi dei  capitelli e delle colonne del portico si avvalse anche della terracotta. La "Malcontenta' è illustrata sapientemente dal Palladio nell'opera prima citata. Alfine di fornire qui alcuni elementi di conoscenza della struttura architettonica della villa se ne trascrive, per sintesi, una descrizione del 1937

  
  

di Mr. Landsberg. La facciata Sud, che dà sul giardino è composizione sottile e originale. Le finestre aperte alla gran luce sono ordinate in armoniosa simmetria. La facciata Nord, dov'è l'ingresso principale, si presenta in magnificenza romana. Varcando la soglia dell'ingresso, anche l'in terno dà la sensazione dell'opera d'arte. Su un piano base quasi geometricamente simmetrico, Palladio ha diviso l'interno del grande cubo ha una serie di stanze di ampiezza diversa, ma  tutte di proporzioni perfette. Ovunque c'è l'impronta della semplicità. Ogni cosa è ridotta  all'essenziale, senza alcunché di superfluo,nemmeno modanature e cornici. Anche nella generosità delle proporzioni essa corrisponde  allo scopo per cui fu costruita, vale a dire di essere asilo occasionale a una grande e ricca famiglia che là si recava per assistere ai raccolti, alla mietitura, alla vendemmia nella pace agreste. Gli elementi puramente architettonici si integrano così bene, da permettere l'assenza di qualsiasi aggiunta ornamentale. Dall'uno e dall'altro lato della sala centrale sono le stanze, oblunghe quelle a Nord, quadrate quelle di centro; gli appartamenti sono completati a Sud da stanzini Dalla parte ovest del piano nobile è la stanza della "Malcontenta". Entrambi i gruppi di stanze, quello a Est e quello a ovest, finiscono a sud con stanzini. Il pianoterra e il secondo piano seguono esattamente la distribuzione del piano nobile.

  
. Caserma "A. Bafile" palazzina Brenta

ll tetto in tegole poggia su travatura veneziana e le sottostanti camere sono senza soffitto. Nel pianoterra le stanze erano adibite al personale e ai servizi L'antica cucina e l'attigua lunga stanza con cielo a volta forniscono ora belle sale da pranzo. Nell'esterno, il giardino su disegno semplice ma singolarmente efficace di Mr. Landsberg, ha due vaste aiuole, una a Est e l'altra a Ovest della villa, mentre verso Sud si prolungano due viali di pioppi. Gli alberi da lui piantati nel 1925 e 1930 hanno assunto uno sviluppo maestoso. Lo scopo che Mr. Landsberg si propose e raggiunse era di dare, sul piano della semplicità, all'edificio un contorno degno e tale da ricordare i passati giardini rimasti celebri per ampiezza e magnificenza. Degli edifici annessi alla villa rimane soltanto la "barchessa" ad arcate sita sul lato Ovest. Non v'è traccia degli altri, né della cappella che si vede nelle stampe di Costa e Cernielli. Il logorio di una costruzione, per lento che sia, purtroppo è inevitabile. Tutt'al più si potrà ritardarlo. Tuttavia, grazie al genio di un grande artista e alla perfezione esecutiva dell'artigianato,

 
  

una bella costruzione, vincendo l'assalto dei secoli sta a testimoniare che i valori estetici non si spengono. É importante che un tale esemplare di bellezza sia sopravvissuto, in virtù del suo genio e in particolare con questa casa dei Foscari, Palladio aggiunse una  ragione d'incanto all'Italia che già era tanto ricca di storia ed arte". Nel 1974 la "Villa Foscari" è passata in proprietà dell'Architetto Prof. Antonio Foscari Widmann. Per quanto concerne l'origine della dizione Malcontenta" attribuita alla villa esistono varie versioni. Tale denominazione alquanto romantica ed inquietante, secondo leggenda è  dovuta ad una gentildonna della famiglia Foscari ristretta per lunghi anni in quella casa in espiazione di una condotta troppo "disinvolta" nei confronti del coniuge. Una seconda rimanda all'usanza, in atto fin dal XIII secolo, di chiamare "malcontenti" i malfattori che, riusciti ad evadere, riparavano nelle barene malsane dell'estuario del Brenta. Più credibile appare la versione che vuole il nome della villa derivato dalla località in cui essa di trova ubicata, detta "Malcontenta" fin quando nel 1431 si procedette allo scavo del canale che portava le acque del Brenta da Oriago alle valli di Sant'Ilario. Tale canale venne infatti chiamato "fossa dei malcontenti" proprio per esprimere il risentimento dei cittadini di Padova e di Piove di Sacco avversi all'opera che, secondo loro, veniva a sconvolgere l'equilibrio idrologico dell'area. In senso più generale il nome di" Malcontenta" viene dato alla grossa borgata, sita nelle immediate vicinanze della più nota Marghera sede di importanti impianti industriali, che comprende tra le principali costruzioni del suo agglomerato urbano oltre alla Villa Foscari anche la Caserma dei Lagunari. La caserma "Andrea Bafile", nata per esigenze di alloggiamenti militari, è sede del I Battaglione Lagunari "Serenissima" fin dal 1975, nella quale, a seguito del processo di ristrutturazione delle Unità dell'Esercito, il reparto si è trasferito ereditando la "Bandiera di Guerra" del disciolto Reggimento Lagunari "Serenissima" e, con il Battaglione Anfibio "Sile" dell'isola di Sant'Andrea e il Comando Truppe Anfibie del Lido, le tradizioni dei '" Fanti da Mar" della Serenissima Repubblica di Venezia.

  
  

  Caserma "A. Bafile" palazzina Bafile                     Caserma "A. Bafile" iscrizione posta sulla palazzina del Comando di Battaglione

  
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Caserma "A. Bafile" Ingresso Principale                     Caserma "A. Bafile" Ingresso Principale

 
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Caserma "A. Bafile" Vista interna

 
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