Caserma "miraglia" - Isola di sant'andrea - Venezia
Il forte di Sant'Andrea venne costruito nella seconda metà del XVI secolo (tra il 1554 e il 1559) grazie alla collaborazione tra Antonio da Castello, tecnico militare che ricopriva la carica di generale delle artiglierie, e Michele de Sanmicheli, uno dei massimi architetti dell'epoca. Nel 1543, sotto la minaccia dell'espansionismo ottomano in Mar Adriatico, il Consiglio dei Dieci decretò la completa ristrutturazione dei due elementi difensivi di fondazione medievali chiamati Doi Castelli, "dalla vetustà consumpti et del tutto inutili", dei quali uno era situato a sant’Andrea (Castel Nuovo) e l'altro di fronte a San Nicolo (Castel Vecchio) e che chiudevano il porto del Lido, ritenuto da Sanmicheli la via più agevole per colpire Venezia, "perché molte galie potriano entrar a una tratto a passo a passo dentro li Doi Castelli fino alla piaza de San Marco".La vecchia torre venne conglobata nel nuovo progetto e terrapienata per poter sopportare il "travaglio" delle artiglierie, in quanto la fortezza di Sant’Andrea era costruita in funzione delle migliori prestazioni delle artiglierie frutto delle innovazioni del tardo XV secolo, consistenti nell'adozione di bocche da fuoco lunghe e di calibro ridotto rispetto alle precedenti bombarde e nell'uso di palle di terre fuso. La fortezza era fornita di una serie di 40 cannoniere disposte a raggiera e a pelo d'acqua (in modo da colpire le navi sotto la linea di galleggiamento) cui si aggiungevano altrettante batterie poste sopra gli spalti (raddoppio del volume da fuoco) mentre lo spessore delle mura la rendeva invulnerabile al fuoco di una flotta nemica. Il Vasari, riguardo a ciò, narra che per provare la stabilità della fortezza, sotto l'ordine del Sanmicheli, furono "empiute tutte le cannoniere di sotto e di sopra e caricatele anche più che l'ordinario, furono scaricate tutte in un tempo: onde fu tanto il rumore, il tuono ed il terremoto che si sentì, che pareva che fosse rovinato il mondo, e la fortezza pareva con tanti fuochi un Mongibello ed un Inferno", ma in realtà l'opera superò la prova del fuoco senza subire alcun deterioramento. | |||||
. | Un'altra caratteristica di Sant’Andrea era la debolezza del versante che dà verso Venezia, poiché solo il fronte verso il mare era armato con le cannoniere, in modo che "se dei nemici l'avessero occupata non l'avrebbero potuto utilizzare per l'ulteriore penetrazione nel cuore del territorio". I lavori di ammodernamento al castello di sant’Andrea furono ripresi nel 1570, quando si trattò di riassettarlo in vista di un eventuale attacco turco; ne fu affidata la direzione a F. Malacreda, al quale andrebbe imputata. secondo il Gallo, la demolizione della volta della galleria collegante le cannoniere, demolizione che il Temanza riteneva fosse stata effettuata al principio del XVIII secolo; in quell'occasione fu probabilmente costruito anche il terrapieno che cinge il torte alle spalle. lì castello di sant’Andrea poteva così dirsi finito. Sulla torre, unico resto della fortezza quattrocentesca conservato dal Sanmichieli con funzioni di cavaliere perché da esso si potesse dominare il mare. fu posta un'iscrizione commemorativa della vittoria veneziana a Lepanto (1571): | ||||
NE QUID URBI NATURA OMNIUM MUNITISSIMI DEESSENT HAEC PROPUGNACOLA DECEMVIRI POSUERE ALOJSIO MOCENIGO PRINCIPE ANNO MAGNAE NAVALIS VICTORIAE | |||||
Il Forte di S. Andrea ha la Forma di un trapezio isoscele molto schiacciato, con la terza parte centrale del lato minore molto prominente, con un'ampia curvatura che si protende verso il mare a bastione. Al colmo d’esso si trova un frontone triarcuato formato da bugne di pietra d'Istria. Tommaso Tamanza, nel 1778, faceva la seguente descrizione della fortezza: "la fronte di questo Castello ha cinque facce; quella di mezzo è come un bastione rotondo, con le sue cortine laterali, che sugli estremi ripiegano all'indietro e formano le due testate. Nel mezzo del bastione risalta in fuori una ornatissima porta di tre archi, con colonne a sopra ornato alla dorica di assai elegante e soda struttura. L'arco di mezzo è aperto a uso ingresso; gli altri due sono chiusi, ma tengono cannoniere per due grossi pezzi di artiglieria. Ha il bastione otto cannoniere per parte sette per ciascheduna delle cortine e cinque ad ognuna delle testate. Sicché in tutto vi sono quaranta cannoniere, oltre le due laterali alla porta. Tutta l'opera è di grossi massi di pietra d'Istria lavorati a borze con bel cornicione che le cinge. | |||||
Ogni cannoniera è un arco, con mascherone nel serraglio di eccellente maestro. La soglia, o sia corda di questi archi, è a fiore d'acqua, di modo che l'artiglieria gioca sempre nell'orizzonte della stessa. Le artiglierie sulla destra di questo Castello battono la Fuosa, o sia l'ingresso della parte del mare, per modo che entrando in porto una flotta nemica le sue navi sarebbero sempre colpite di fronte, senza che neppure un tiro andasse fallito. Dentro dalla porta c'è un ampio ricetto per numeroso corpo di guardia. | |||||
. | Una continua galleria, o sia casamatta, ricorre internamente su tutti cinque i lati, sulla quale rispondono i fornici dello cannoniere, di riscontro ai quali altri fornici o sian recetti ci sono, che servono di sicuro ricovero alle milizie, e danno comodo all'allestimento di tutto ciò che può occorrere poi maneggio delle artiglierie. Tutto ò a volta reale di cotto, con spiragli e sfogate aperture sotto il terrapieno per l'uscita del fumo. Gli spalti. li terrapieni. le piazze ed i quartieri sono di tale ampiezza che Castello più comodo e più terribile di questo, non si può mai dare. Sopra gli accennati fornici, o sian ricetti, c'è una specie di spalto di grossa artiglieria, e nel mezzo rispondente all'interno ricette della porta rileva l'antico torrione, pure con altra mano di artiglieria, il quale fa ufficio di cavaliere, e scopre e domina tutto d'intorno l'orizzonte del mare e delle paludi interne". Questa costruzione esalta la forza e la potenza in forme architettoniche di stile armonico ed elegante e presenta aspetti di genuina originalità, ricca com'è di innovazioni ed accorgimenti tecnico militari. | ||||
Si può affermare che in quest'opera il Sannmcheli profuse il meglio del suo genio di architetto militare. L'isola di sant’Andrea, dove sorge il Forte di Sant’Andrea, costituì sede del Battaglione Anfibio "Sile" fin dalla sua costituzione, nel 1975, a seguito della ristrutturazione dell'Esercito. Dal 1992,a seguito di una seconda ristrutturazione, ospita la Compagnia Mezzi Nautici del Reggimento Lagunari "Serenissima" oggi ridenominata Compagnia Supporti Tattici Anfibi "Sile". | |||||
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