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From: "Francesco Trentin" <trentfran@libero.it>
Buon Anno a tutti, le notizie al TG Regionale hanno annunciato il prossimo ritorno dei nostri Lagunari, penso a Venezia, e non è specificato il giorno. Sarebbe bello che i soci delle Sezioni dell'ALTA andassero a incontrarli per dimostrare il nostro affetto e orgoglio. SAN MARCO !!! Lagunare Francesco Trentin
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From: "Dino Doveri" <d.doveri@libero.it> Subject: Riscontro Francesco Trentin.
Caro Francesco, debbo ringraziarTi vivamente per la Tua e-mail giunta al Sito il 22 c.m. Dunque ci siamo riusciti! Il Direttore Zanotti ed io avevamo architettato i miei “racconti di naja” con il fine recondito,ma non poi tanto,di promuovere in questa rubrica ”ci scrivono”, uno scambio di impressioni, una “vetrina” dove ogni Lagunare che ne avesse voglia, potesse inviarci la sua versione, il suo vissuto, le sue esperienze del periodo di vita trascorso nel Reggimento. Tu sei il primo che ha accettato l’invito implicito ed ha spedito,seppur concisa e riassuntiva, una Tua storia di “Vita Lagunare”. Vai dunque indicato come esempio per tutti i Lagunari che hanno il sacro timore della “tastiera”, a superare questa “impasse” e speriamo che Tu sia stato con il Tuo scritto, l’innesco di una pioggia di “racconti di naja” di altri Amici che vogliano contribuire a quello che noi dello staff redazionale, abbiamo prospettato come un grande affresco di vita Lagunare. Affresco che stiamo dipingendo molto modestamente, con l’essenziale e competente contributo del Direttore Zanotti, ma con risultati che ci dicono, buoni. L’idea ci è venuto in mente, in un freddo pomeriggio di molti anni fa, reduci da una visita all’”Isola dei Pirati”, per tentare, come si dice, a quattro mani”, di concretizzare un qualche cosa,c on le nostre appassionate volontà di “veci” Lagunari. Dopo parecchio tempo,finalmente qualche cosa si muove. Ma attenzione! Il progetto può riuscire nella sua globalità, solo se molti di Noi metteranno fine agli indugi e offriranno la loro collaborazione a ciò che questa fatica possa essere dipinta non più a sole “quattro mani”, ma da altre decine e perché no, da centinaia di benvenuti”pennelli”. É anche vero che il lettore più attento, si sarà accorto che le mie puntate,a lla fine,erano provocatrici e l’ultimo fine era quello di pungolare, di spronare, d’invogliare i nostri visitatori, a prendere carta, penna e calamaio,s i fa per dire, per mettere sulla carta, anzi,in un “file”, le proprie esperienze di vita militare e certamente non per dare sfogo alle mie represse ubbie di novello “narratore”. Comunque va detto,visto il mio carattere (io per inciso, mi qualifico sempre come Lagunare ma poi aggiungo per la gioia dei miei detrattori, ”Lagunare…Guerriero”), che è proprio per contrariare i contrari, pur essendo riuscito a coinvolgere altri “Guerrieri”, ho deciso di portare a termine questa serie di “racconti di naja”. Non importa quante puntate infine saranno da me maldestramente scritte,quanto tempo dovrò rimanere a comprimermi la schiena sulla “tastiera” o quante tempo rubato alle occupazioni normali ad appuntarmi note da sviluppare,spunti da elaborare o argomenti di cui parlare. L’importante e credere in quel che si fa, comportarsi sempre da “Guerriero”, andare avanti anche per far piacere agli estimatori ma sopratutto per la tristezza dei detrattori. Guai scivolare nella piaggeria o ancor peggio nell’adulazione. Vero? Alcuni Lagunari mi hanno anche amichevolmente accennato che non sono molto convinti su questo rivangar di ricordi, questo “grattare” nel passato, vivere i tempi ormai trascorsi. Opinione rispettabilissima ed è vero e qui convengo con loro, che succede come nei momenti in cui ci troviamo ai raduni, agli incontri,d ove insistiamo pervicacemente nel raccontare sempre gli stessi fatti, sempre gli stessi aneddoti, sempre le stesse macchiette, aspettandoci dal nostro interlocutore attenzione, entusiasmo e viva partecipazione, mentre quello ci ascolta con mal celata noia e per sola, sfiancata ed ormai labile cortesia. In forma meno amichevole mi si vuol convincere, seppur “vecio” Lagunare, che il pensiero deve essere rivolto al futuro; mi si dice, tra un’enunciazione e l’altra, che quel che fu non è più consono, che così s’alimenta il concetto di “reducismo”! Si deve essere proiettati in avanti. Certo! Ma gli antichi latini dicevano: ”Cum granu salis”, con un grano di sale; quindi,con somma cautela, con misura, con gradualità nella effettiva e reale necessità, e non probabile frutto di opinabili preveggenze delle cose Lagunari. Ad un disattento e incanalato esame della cosa, potrei anche convenire che così apparisse. Ma immergendoci oltre la sottile e permeabilissima superficie della convenienza, si scoprono anche altre possibilità. Ma com’è bello scoprire come molti altri di Noi, hanno visto, interpretato,vissuto, gli stessi momenti, le stesse esperienze di Lagunari. Com’è bello confrontare le sfumature a proposito di una determinata situazione che Noi tutti abbiamo vissuto di persona e che lasciò in noi impronte diverse ed incancellabili per tutta la nostra vita. E com’è bello a volte, crogiolarsi caldamente nei ricordi di quello che per molti di noi, fu uno dei periodi più felici della nostra vita. Ma diventa invece sensazione inappagabile, guardando foto, leggendo appunto gli scritti, gli articoli delle riviste specializzate di allora, sentir dentro di se accelerare il respiro, gonfiare il petto e accorgersi che un sentimento ormai dormiente, l’orgoglio, sta di nuovo rinascendo in noi. O no? Ed ora torniamo alla Tua, caro Francesco. Alla Tua dove mi coinvolgi con inediti quanto probabili particolari come “ovattata e caigosa landa”, o come “i pavimenti lucidi, ma d’umidità”, oppure “l’autobotte dell’acqua potabile”, ma che io personalmente non ho vissuto come Te perché per me in Luglio, Agosto, Malcontenta fu, è e rimane, sinonimo di sole a picco, caldo soffocante, leggendarie sudate, nauseanti sgroppate sulla stradina interna per Fusina. Pavimenti lucidi d’umidità, neanche, perché in estate questo non avveniva, però che l’aria fosse specialmente di notte, irrespirabile proprio per l’umidità incombente, questo certamente mi è rimasto nell’archivio mentale. Né ebbi la sfortuna di sciropparmi la mancanza d’acqua potabile, perché al tempo l’acqua era bevibile, almeno,così si affermava e mai vidi l’autobotte per tale necessità. É anche vera e che invece condivido con te, l’esperienza del lavaggio delle stoviglie,(piatti umani ,2, più gamella in alluminio per bere,una, più forchetta in alluminio E.I., una, più forchetta e coltello, acciaio, di proprietà privata, due), con gli stessi detersivi che anche Tu prima di me,fosti obbligato ad usare. E cioè:dell’ottimo “Sabbiontide” (parola composta da “sabbion” e ”Tide, noto detersivo multiuso di allora”), integrato dal superlativo “Terrajax” (altra parola composta da “terra” e “Ajax”, pure questo detersivo factotum, allora in voga): la riserva era infinita, bastava chinarsi a terra, spalettare via una manciata di lurida terra e sabbia stracalpestata da tutti ma che aveva però il potere di trascinarsi via tutto l’unto e pensando ad altro, lavarci, eufemismo, le stoviglie per l’abboffo successivo. Giammai si capì, ma alcuni avevano delle loro teorie, dove andava a finire il detersivo, quello vero, che ci sarebbe dovuto servire all’uopo. In proposito ho accennato in una delle mie scorse puntate, che al “Marghera”, si verificarono alcuni casi sospetti d’Epatite Virale; un caso comunque certo avvenne, perché trattatavasi di virulenza beccatasi dal mio vicino di branda. E ringraziare Iddio,che tutto sommato, con le condizioni igieniche in voga allora, i corpi erano giovanilmente sani e forti e tutto veniva superato senza neanche accorgersi dei potenziali pericoli. Il detersivo per alcuni giorni misteriosamente ricomparve, ma poi lentamente si ritornò al più abitudinario uso della, buona,vecchia, pressoché gratuita ed inesauribile fanghiglia circostante. Mi dici, esperienza anche questa comune, ai “forti” ed alle “polveriere”, dei fantasiosi “ranci” confezionati da qualche volonteroso commilitone che poi si beccava gli improperi di tutti per la schifezza che riusciva a realizzare, accompagnati poi da amichevoli pacche sulle spalle, quasi come celati complimenti, perché, alla fine, di meglio pure noi, non saremo risusciti a fare. Poi mi parli di orgoglio. E in questo ci troviamo in sintonia immediata. Il Tuo orgoglio di portare il fazzoletto nero degli “Incursori”, il mio, con il nostro motto interno di Mortaisti ”spaccheremo il culo ai passeri”, la certezza, da “Guerrieri”, di dare tutto quello che umanamente si poteva dare,di compiere ogni giorno il nostro dovere lamentandoci il giusto come ogni buon militare, la consapevolezza di non far parte dell’odiosa categoria degli “imboscati”, di sgranocchiarsi con umiltà e pazienza, tutto quello che ci veniva comandato, con senso di sopportazione, convinti, nella partecipazione a quell’”unicum” che era il nostro amato “Leon de San Marco” effigiato sul nostro Mao e che sentivamo emblema di poderosa potenza e ineffabile regalità. E di orgoglio parliamo sempre alla fine. L’orgoglio che ho creduto di cogliere in una foto che ha fatto il giro del mondo, negli occhi attenti e sereni del Lagunare Capitano Massimo Ficuciello, Eroe Lagunare di Nassirya, che ostentava fiero in un souk irakeno, sulla sua spalla destra, lo stesso Mao che abbiamo tenuto, Noi tutti, Tu,i o, sul cuore. É lo stesso orgoglio che leggo negli occhi, nei pensieri, nelle parole degli attuali Lagunari in servizio ora. Il fato ha voluto che l’attuale stragrande maggioranza dell’attuale organico del nostro Reggimento, sia composta da Volontari di provenienza eterogenea e non più localizzata nel Triveneto. Eppure credimi, Caro Francesco,e ssi si sono subito appropriati di quell’orgoglio d’aver ricevuto in eredità, il compito di tenere alto il nome e la gloriosa epopea dei “Fanti da Mar”. Essi non sanno niente della nostra storia. Dei fasti della Serenissima, di Candia, delle epiche gesta tardo cinquecentesche di Lepanto e poi più avanti nei meandri del tempo, di Premuda e di Lissa, o delle moderne origini dovute alla confluenza dell’allora soppresso Battaglione San Marco: non lo sanno perché nessuno glielo insegna. Nessuno opera per apportare loro ulteriori certezze. Il loro è un orgoglio semplice, dovuto solo e scusatemi se è poco, a quello che hanno dimostrato in azioni di complemento quali i “Vespri Siciliani”, ”Operazione Domino” o altre minori in ambito nazionale di cui non mi viene il nome in questo momento. Lo hanno dimostrato loro, cosa che ai nostri tempi, noi non,sottolineo e rimarco, non abbiamo mai potuto dimostrare, nella “Forza di Proiezione” in Kosovo ed ora, molto più pericolosamente in Irak, a Nassirya. Il direttore Zanotti ed io abbiamo avuto l’onore di contattare e farci raccontare da un Lagunare Sottufficiale i cui natali erano simpaticamente traditi dalla cadenza sarda, in forza alla Base Natanti di Sant’Andrea, appena ritornato dall’Irak, l’atmosfera, il clima, la sconosciuta realtà di guerra. Ti posso assicurare che il mio sentimento ascoltando quello che mi si raccontava, è stato ancora una volta, caro Francesco, quello dell’orgoglio: orgoglio con il quale consapevolmente ci facemmo carico dell’eredità degli antichi “Fanti da mar” e che noi abbiamo onorato nella misura in cui il destino ce lo ha permesso, ma sempre con onore. Finito il nostro tempo abbiamo trasferito questo onore ai Lagunari di oggi ed è custodito sicuramente in buonissime mani per il prosieguo del prestigio che ora più che mai, gode il nostro amatissimo Reggimento Lagunari “Serenissima”. Chiudo questa mio riscontro, invitandoTi amichevolmente, qualora lo ritenessi possibile, riprendere quel Tuo racconto, estenderlo nei particolari, renderlo avvincente con inediti ragguagli e strabilianti accadimenti. Grazie. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri
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From: "Alberto Palombi" <albertopalombi@virgilio.it>
Sono un lagunare di vecchia data (Battaglione Costiero Lagunare Marghera - 1955/56).Vorrei avere l'onore di diventare membro della vostra Associazione. Vi ringrazio anticipatamente e Vi saluto con molta cordialità. Alberto Palombi P.S. Il Sito è veramente ben fatto! --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
From: "Mar. Guido Alessandro" Subject: Auguri Antartici.
Tanti Auguri di Buone Feste, un caro saluto dal Polo Sud. Guido
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From: "Mar. Matteo Spinelli"
Un augurio di cuore a tutti i Lagunari in servizio e non. Un PIRATA di Sant'Andrea. San Marco! Matteo Spinelli.
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From: "Raffaello <raffotlc@tele2.it> Subject: Auguri.
Auguri a voi tutti di buon Natale e buone Feste, con l'auspicio che San Marco vegli su tutti noi e sul nostro amato Paese! Da Italiano sono orgoglioso di uomini come voi. SAN MARCO! Raffaello
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- From: "Cometa Asmme Ass. Studio Malattie Metaboliche Ereditarie ONLUS <info@cometaasmme.org>
Vivissimi auguri di Buon Natale e uno splendido 2004 da parte di tutta l'Associazione. Grazie per quello che fate per noi, è estremamente importante! Siamo orgogliosi di essere Vostri amici! Con affetto da TUTTA COMETA A.S.M.M.E. Cometa A.S.M.M.E.
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From: "Gianni Poggini" <poggini@tin.it> Subject: Auguri.
Tanti auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti i Lagunari attualmente in servizio e agli ex-lagunari. Poggini Gianni, 1° scaglione 1995. E come sempre........San Marco! --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
From: "Francesco Trentin" <trentfran@libero.it> Subject: Malcontente.
Caro Dino Doveri, da poco tempo socio dell' A.L.T.A. ( non sapevo della sua esistenza fino allo scorso raduno di San Donà di Piave), e ultimamente ho scoperto nel Sito la rubrica "Ci scrivono", ed ho trovato molto interessanti le tue risposte ai vari quesiti proposti dai nostri Lagunari. Ho seguito con molto interesse i racconti di naja, esposti nei minimi particolari. anch'io sono Malcontenta l'anno prima di te ero del 4° scaglione 64/65, il Rgt. "Serenissima" da poco nato, di conseguenza dopo una bella estate a Fano, mi ritrovai in autunno/inverno in quella ovattata "caigosa" landa, che però ho vissuto allegramente con lo spirito del Lagunare. Perché non ricordare, specie in quella stagione, le camerate con i pavimenti lucidi, ma di umidità, l'acqua (non potabile) solo per pochi minuti, la corsa in mensa a chi arrivava primo per aggiudicarsi la porzione di pastasciutta meglio condita, i piatti, o meglio le gavette di alluminio lavati con la sabbia e sciacquati con l'acqua gelata (potabile) dell'autobotte, per fortuna non mancavano quelle bottigliette da mezzo litro di vino (?) (tutto era buono) che facevano comodo alla sera prima di coricarsi. Durante la libera uscita il blitz a casa, a Venezia, per mangiare un boccone preparato dalla mamma, e via di corsa per prendere la corriera per il ritorno in Caserma. Con la riscossione della decade si andava subito a spenderla nella trattoria accanto alla Caserma con pane, salame , sopressa e vino. Poi possiamo parlare della " Polveriera" , le guardie notturne di quattro ore in torretta, dopo quaranta minuti a piedi dal posto di guardia, quando rifugiato in garitta per il freddo, sobbalzavi solo al rumore di un foglio di carta o di una foglia secca che strusciava portata dal vento. Il rancio inventato dai neo improvvisati cuochi, per imboscarsi dalle guardie, che non poteva mai essere caldo per la lontananza dal corpo di guardia. Però malgrado questo non è mai venuto meno quello spirito da commilitoni e sopratutto dall'orgoglio di essere Lagunari. Tipo trovarsi per l'ennesima volta sempre in polveriera, con una specie di auto-permesso ed una colletta, andare a Venezia per acquistare le " fritoe " , e festeggiare a modo nostro il Carnevale. Poi eravamo inquadrati nel plotone " incursori " della Compagnia Comando, di cui quei famosi fazzoletti neri, pertanto ci sentivamo "Speciali". Purtroppo i casi della vita mi hanno portato, dopo il congedo, a Milano da dove sono rientrato nel Veneto solo da qualche anno, per cui ho perso tutti i contatti con i miei amici Lagunari, e naturalmente, purtroppo dimenticato anche i loro nomi. Pertanto, visto le tue importanti conoscenze, non so se sei in grado, magari!!, di avere alcuni dei loro nomi, il nome del Cpt. di Compagnia, e del S.Ten. di Plotone, il Comandante di Btg., che se non sbaglio, era il T.Col. Garofalo. Ti ringrazio anticipatamente se vorrai leggere quanto mi sentivo di aggiungere al già tuo completo racconto, visto che quello inerente era la 7^ puntata, mi appresto a cercare e leggere le precedenti puntate. Al saluto di San Marco !!! Lagunare Francesco Trentin ALTA - Sezione di Treviso
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From: "Fernando Cova" <fecova@tin.it>
Grazie a tutto lo staff di A.L.T.A. Bergamo. Auguri a tutti i Lagunari veci e baffi. San Marco! Fernando Cova
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From: "Luca Bellan" <luca.bellan@email.it> Subject: Esploratori anfibi.
Complimenti per il bellissimo sito che è stato creato, le immagini le trovo entusiasmanti!!!! Avrei un appunto da fare: fino al 1992 il plotone era costituito da ragazzi di leva. Perché non fare onore anche a loro citando nomi e scaglioni o pubblicando alcune foto, che vi assicuro sono state fatte a suo tempo? (riferimento foto fatte da Giorgia Fiorio e inserite poi nel volume "Soldati", "Contrasto" editore). Saluti. Luca
(N.d.r. Attendiamo il contributo di tutti i visitatori.)
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From: "Moreno Giacomello" <moregiac@hotmail.com>
Sono il CM Istruttore GIACOMELLO Moreno 11° Sc 1980 ed é stata una gradita sorpresa la scoperta di questo sito meraviglioso. Se qualcuno di quel periodo che è passato dalla Caserma Pepe si ricorda di me, mi farebbe piacere ricevere qualche messaggio. Complimenti per il sito San MARCO!! Moreno Giacomello
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From: "Maurizio Invernizzi" <maurizioinvernizzi@yahoo.it> Subject: Auguri.
Auguri di BUON NATALE da un vecchio esploratore. Maurizio Invernizzi 9°/89
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From: "Col. Aldo Furlan"
A tutti gli amici e colleghi i più fervidi auguri di Buon Natale e felice 2004. SAN MARCO! Al BASRAH – Aldo FURLAN CPA
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From: "Dino Doveri" <d.doveri@libero.it> Subject: 9ª puntata.
Riprendiamo, per la gioia dei miei numerosi fans, si fa per dire,un’ulteriore puntata dei “Racconti di naja”. Si sta avvicinando la sera e poi seguirà la prima notte al Btg. Anf. “Isonzo”. Come vi dicevo nella puntata scorsa,intanto mi assegnano,il magazzino di compagnia è chiuso ed è tardo pomeriggio,un letto in infermeria perché non riescono a darmi la branda in camerata della Mortai. Tiro e mollo con gli zaini per far passare il tempo,lustro e liscio il corredo,grasso agli anfibi,poi ”crema per calzature-colore nero”come recitava la dicitura dell’E.I. sulla scatola, allo scarponcino da libera uscita,mostrine al punto giusto,ottoni del cinturone con il dentifricio,(ah…i vecchi che mi hanno insegnato che con il dentifricio,sotto la naja, e con poche altre cose,si può fare di tutto…),pantaloni da libera uscita sotto il materasso per far la riga e così via,poi mi arrischio a mettere il naso fuori della porta dell’infermeria,vedo qualche Lagunare che sbracatello più che mai,circola per la caserma,mah….si vede che è proprio un battaglione di punizione…basta guardar le facce patibolari e l’uso della divisa dei deambulanti,i loro vari modi di calzare il Sacro Basco e già comincio a costruirci sopra delle congetture contrastanti……ma passa un CM con una banda di “sbudellati” che di più non si può,scaraventano i loro zaini in terra davanti a quello che scoprirò poi essere il Cinema o Sala Convegno,sbatacchiano il mitico Garand sulle masserizie con noncuranza ed enfasi di vita militare vissuta ai limiti;mi avvicino con le mani in tasca come l’affare non fosse mio,guardo, giracchio in torno,ascolto,mi soffermo,soppeso. Danno l’impressione di essere reduci da chissà quale raid infernale;intuisco dai moccoli ed i commenti,(più moccoli che commenti,per la verità), che sono tornati dal fare la guardia per un periodo di circa una quindicina di giorni,ai cosiddetti “forti”.M’informo cos’è ‘sta roba:trattasi di far parte di una “guardia” che per il periodo suddetto,effettuerà la vigilanza armata ad un “Forte” cioè un deposito di materiale od esplosivi e munizioni di pertinenza dell’Esercito.In linea di massima mi dicono,questi forti sono tutti più o meno nella zona di Venezia e prima o poi mi assicurano,toccherà anche a me:turni di due ore di guardia e quattro di riposo,così per tutti i quindici giorni del turno,fuorché un giorno dedicato all’uscita,sempre che esistesse un posto per il quale valesse la pena d’uscire.Per coerenza,debbo dire che mai previsione fu più azzeccata ed in specifico la cosa era più sicura che mai proprio per i Mortaisti. In effetti, il Mortaista tipo,una volta finito il corso,a parte qualche sporadica uscita per effettuare i cosiddetti “tiri”,altro da fare non aveva,per cui giocoforza,era quello che si cuccava gran parte delle attività che divenivano collaterali nel contesto della vita di un’unità militare del nostro tipo. Dunque,tornando alla nostra guardia smontante,mi assicurano che è una rottura di p…e inenarrabile e si defilano stanchi e stracciati,verso le camerate,strascinando per terra la loro dotazione. Medito sul tutto:comincia ad affliggermi non poco il pensiero di ore e ore a ruotar i pollici di guardia a qualche baracca. Arriva finalmente l’ora del rancio serale,suona “la pappa l’è cotta…la pappa l’è cotta…venite a magnar”, mi appropinquo verso la Compagnia poco distante e finalmente vedo,stravaccati sul quel marciapiede rialzato che corre,(anzi…correva allora;ora nella vecchia caserma in disfacimento,il terreno è ad altezza fabbricati), lungo tutte le Compagnie,quei fottutissimi “fratelli di naja” con i quali avevo trascorso il periodo CAR a Pesaro:”o baffo,cossa fastu ti quà…..te gai mandà via per scarso rendimento…..ti gà roto i c….i a qualche firma?…….Non pensavo de vedarte ancora…..varda el baffo Dino dove ch’el xe cascà……”. E poi pacche sulle spalle,baci,(assicuro ,virili) e abbracci,risatone e clima festevole e poi giù domande“come xela al Marghera…xe vero che i xe spaccaco...i da mati….xe vero che i te fa un c..o cossì….”. Chiedo dov’è e chi è ‘sto De Bei,Specialista al Tiro,che se ne va al “Marghera” al posto mio,così tanto per vederlo in faccia:”…ah…el strisson…ea serpe….el xe ‘ndà in licenza a casa e ‘po el va direto a Malcontenta…..”.me lo inquadrano nei tratti somatici e allora mentalmente lo individuo e ricordo che era anche lui al CAR con me.Veneziano puro sangue,aria da sopra le righe,un Vip si direbbe adesso,il classico la di cui famiglia ha le conoscenze “giuste”,il servizio militare non lo ha evitato ma almeno lo trascorrerà quasi tutto,a sei chilometri da casa…… Vedo che sono contenti del cambio e..beh..vi dirò….mi risollevo il morale pure io a quest’accoglienza e poi sono anche sorpreso:non credevo di essere riuscito così amichevolmente congeniale a quei quattro disgraziati con i quali avevamo vissuto insieme la naja dal primo giorno al Reggimento Fanteria “Pavia” CAR.Si vede,mi dico,che non sono poi, quel grandissimo st….o che mi descrivono o che mi hanno fatto sembrare. Meglio così! Trovo il Gianni De Prà di Carpenedo, il buon Dario Bari della Favorita sul Terraglio, altri due o tre di cui non ricordo più il nome,un Fuin mi pare,pure lui veneziano. Ne viene fuori una caciara alla grande proprio nel momento in cui arriva ancora il Sergente Francioso:due urli,baffo quà, ”scattare”,baffo la,”azione”stai punito, ,”haitì”, ”ripsò”, facciamo un inquadramento alla buona e “avanti-marsc,’nò-duè,’nò-duè”, percorriamo quei pochi metri che ci separano dalla sala mensa truppa sbattocchiando gamelle e piatti e per me è giunta l’ora di prendere contatto con la cucina dell’”Isonzo”. Vi dico subito,e non vi siano parvenze di dubbio,è un impatto traumatico! Puzza incancrenita di verze e cavoli lessati,almeno così sembra,speriamo non sia l’olezzo autenticamente invecchiato della vasca biologica fognaria di pertinenza;la sala mensa la vedo lugubre e scura,portalampade anni 40 basse sui tavoli,con quei muri dipinti in un triste grigio a olio un metro e mezzo da terra,finestre con serramento in legno e vetri a quadrettoni,pavimento con le solite piastrelline di gres rosso scuro,(queste sono invece,quadrate al contrario di quelle del “Marghera”), soliti tavoli con il piano in formica verde pastello,soliti sgabelli in metallo,soliti mezzi-litri di rosso non meglio definito con fondo sedimentoso cristallino. Dunque per ora non cambiava niente. Distribuiscono la minestra:robba ultra terrena;sono convinto che gli addetti della cucina siano stati i primi in Italia allora, a sperimentare la “nouvelle cousinne”. Assolutamente allucinogeno! Era evidente che le sperimentazioni culinarie perduravano indefessamente a prescindere dai risultati! Secondo:bistecca alla “molibdeno-tungsteno” e insalatina all’acqua con aggiunta di ingredienti non meglio identificabili ma sicuramente di dubbia provenienza. Pometto striminzito e auguri dello chef,di superare il tutto gagliardamente! A parte il pranzo che il Comandante di Battaglione ci concesse il giorno stabilito per i saluti di prammatica del Congedo,per tutta la durata del soggiorno all’Isonzo,la cucina,se così eufemisticamente si può definire,fu variante tra lo schifoso e l’immangiabile,tra il nauseabondo e lo stomachevole. E stabilii anche,che all’ormai perduto Btg. Anf. “Marghera”, dovevano ai tempi,esserci in forza al reparto,quelli che durante il mio soggiorno mi sembravano degli assassini della culinaria,invece in confronto a questi,ora apparivano degli allievi ed emuli del noto Chef Gualtiero Marchesi,almeno….nelle debite proporzioni! Hai,hai…cosa mi ero perduto…. Gli amiconi Gianni & Dario,con i quali formeremo da lì in avanti,un trio indissolubilmente legato per tutta la vita militare e poi finchè fu possibile anche da civili dopo il congedo,mi chiedevano di tutto e su tutto.Io,di rimando,cercavo di farmi dare le dritte sulla realtà dell’Isonzo;chiedi tu che chiedo io,alla fine mi faccio un quadro abbastanza ottimistico:sembra che ‘sto Battaglione di punizione che doveva essere l’”Isonzo”,non fosse poi questa tragedia come veniva descritto al “Marghera”. Mi buttano lì due o tre nomi che devo memorizzare perché questi sono Ufficiali e Sottufficiali che non perdonano e che quando li vedi,devi girar alla larga;quello che spunta su tutti e che ricorre più spesso nelle considerazioni degli Amici,è il Tenente Di Benedetto.Primo in classifica! Me lo identificano come un maniaco sadista,quindi attenzione all’uomo che tra l’altro non ho mai visto per cui me lo descrivono fisicamente talmente bene che la prima volta che lo vidi, già intuii subito che era lui il famigerato “Kriminal”; così infatti,l’avevano battezzato a suo tempo i “noni” che tutto sapevano e tutto intuivano! Apprendo con sollievo,che il suddetto non è nella nostra Compagnia,ma che indugia per la caserma ed anche nella Stazione ferroviaria di Villa Triste,spessissimo e con l’abitudine di ammollare punizioni a destra e a manca su tutti quelli che gli capitavano a tiro:un convinto simpatizzante delle metodiche del tenente Mangione del “Marghera”, penso io. Morale:tenersi alla larga il più possibile! Altro nome molto in voga in quel momento e secondo in classifica,è il Capitano Canfora:anche questo non è alla nostra Compagnia,constatazione estremamente positiva,dico io,data la nomea.Mi dicono che quando parla lui,…parla…si fa per dire,parla…in realtà quando parla,urla che lo sentono anche le canoe della vicina caserma…. devi guardar da un’altra parte,perché se ti nota o se sostieni lo sguardo,sei spacciato!Terremo a mente…. Tra i Sottufficiali la classifica è poco nutrita e a dir il vero non mi viene evidenziato dagli Amici,nessun nome in specifico;mi avvertono che se passo dalle parti dell’Officina,di star attento al maresciallo Zara il cui divertimento preferito consiste nell’appiopparti sonori e micidiali schiaffoni sulla coppa,non appena si presenta l’occasione di averti a tiro. A dir la verità,in quel momento la cosa mi trasmetteva anche un certo senso d’ilarità;questo perché non avevo l’idea di che consistenza fossero gli sberloni in questione.Nelle prossime puntate ve ne darò chiarimento più dettagliato. Finita la luculliana cena,(sono riuscito a mangiar tutto dalla fame che avevo, ma un dubbio mi assilla pesantemente per il futuro:riuscirò a non morire di fame nel prosieguo del mio soggiorno friulano?), mi si propone dagli mici, di andar allo spaccio truppa,visto che fuori in libera uscita ormai non se ne parlava più per quell’ora. Lo spaccio,scala uguale a quella per salire in camerata, mi sembra il bar dell’oratorio dei Padri Filippini,anche se molto più grande e al posto dell’immagine di San Filippo Neri e di Sant’Ignazio d’Antiochia, vi sono dipinte sui muri,due bei olii mi sembra,uno raffigurante un maestoso se pur primitivo e “azzannante” Leone di San Marco in posizione “andante”,l’altro,un Lagunare in mimetica con Fal BM59 che urlando,sta effettuando uno sbarco e con,sfumata sullo sfondo, la testa del “Leon” e bandiere svolazzanti con i simboli delle dipendenze militari di allora ed il motto “…come lo scoglio…ecc. ecc.”. Pavimento con le solite piastrelline rosso scuro qualche tavolino e qui inopinatamente,anche delle sedie “umane” con schienale e fondo sagomato, al posto dei soliti sgabellini onnipresenti. Bancone imponente,almeno mi sembrava a quei tempi,sigarette,bibite e liquori a prezzi stracciati, ma con le nostre finanze di allora,pure bisognava fare bene i conti sullo spendere. Ricordo a proposito per gli attuali Lagunari in Ferma Breve o Prolungata, stipendietto mensile che arriva attualmente ai 1.000 € mensili,che la decade,lo stipendio che lo Stato ti concedeva ogni dieci giorni,consisteva ai tempi,in ben 1.910 Lire,dal che se ne deduce che la paga giornaliera per un Lagunare semplice,era di ben 191 Lire al giorno.Pur con la proporzione dei prezzi di allora,era pur sempre una somma micragnosa ed insignificante:per fare un esempio,un pacchetto di Nazionali con Filtro,ebbene si…allora fumavo,veniva a costare circa 200 Lire! Ci mettiamo ad un tavolo in quattro o cinque con la preventiva,ferma e neanche poi tanto nascosta idea di far bisboccia e cominciamo con tre o quattro raffiche di “prugnette”. (Per chi non lo sapesse,quindi per la sana gioventù “ecstasyata” di adesso,la “prugna” o familiarmente “prugneta” in dialetto veneto,era un distillato ovviamente della prugna,che ai tempi andava molto in voga anche nella vita civile,molto dolce,ingannevole perché sembrava di bere un liquorino da Convento delle Canossiane ed invece caratterizzato da una micidiale gradazione alcolica pari pari ai più noti liquori generalmente consumati dai più inveterati cultori dediti al Vizio di Bacco). Insomma una serata indimenticabile,ridi tu che rido io, domanda tu che domando io,eravamo proprio felici e contenti di esserci reincontarti di nuovo. E’ lì per la prima volta che odo dal vero ed in diretta,(“Live” si direbbe alla Tele,pronuncia “laiv”), e con un significato ben preciso,il termine “Marò”. E’ il Sergente Francioso Pasquale che entra nello spaccio e fa:”Hò… Marò, che min…a se bbeve…offrire al superiore in grado è un dovere per il baffo… che se bbeve stasera…?”Si cala al tavolo e per tutta la sera mi spiega e ci spiega ,Villa Vicentina detta in gergo “Villa Triste”;io chiedo cos’è ‘sto “Marò”,vengono fuori racconti e saghe,leggende ed epopee sul mitico Battaglione San Marco i di cui appartenenti,i “Marò” appunto,che proprio su queste sacre pietre calcarono i loro passi,…e,spiega il Sergente,… Marò è l’abbreviativo di Marinaio…mica siamo come quelle fottutissime canoe del Genio che abitano…diciamo meglio,bivaccano….di la, più avanti….dove?….quà un tiro di schioppo,prima dei binari della ferrovia…. che anche qui all’”Isonzo” chiamano “stramaledette canoe”….. Tracanniamo dopo le prugnette”,una bella sfilza di “graspete” e più andavano giù e più le puttanate divenivano grosse e confuse…..e poi a confine con la nostra caserma ci sono quelli della Nembo…..ma la Nembo,non sono Paracadutisti?…. Lo erano. Adesso non più……perché i più forti siamo noi Lagunari…..che prima eravamo i Marò del San Marco….ma lo vedi baffo maledetto….Prego!Adesso “Tuba”!Lo vedi ‘sto “Leon de Sammarco” pitturato sulla parete?Vedi che è raffigurato differente di quello che hai sul Mao…quello è il Leone dei nostri mitici predecessori….vedi che due p…e che ci ha sotto….,(ed io a tirar gli occhi,sono discretamente miope, per verificar di persona quegli attributi anatomici portentosi),…. e quà alla mattina davano la sveglia con le sventagliate di mitra MAB….vedrai che ti faccio vedere i buchi delle pallottole sui muri dell’androne della Tobruk…..e cos’è ‘sta “Tobruk”?….ah….baffi maledetti che non sapete una min…a,…la “Tobruk” è la tua Compagnia….è la Compagnia Mortai da 120m….m….mm…millim… (non riusciva a pronunciare la parola “millimetri”),…era chiamata nel Btg. San Marco,”Compagnia Armi d’Accompagnamento Tobruk”…..baffi ignoranti…perché a Tobruk che è in Libia, il San Marco a scritto pagine d’eroismo proprio la Compagnia Armi d’Accompagnamento e gli fece un c..o così agli…..erano Inglesi o erano Tedeschi? Boh…non mi ricordo se prima o dopo l’otto Settembre…..di che anno?Bho…sicuramente intorno al 1943………forse…,noi,loro cioè,avevano i mortai da 60m…mm….beh…..insomma,…llmetri …..e poi alla fine quando i Marò sono stati trasformati in Lagunari,gli hanno dato…..arriva ‘sta “prugnettaaaaa?”…gli hanno dato in dotazione quelli da 81….mortai dico…ma poiché noi Lagunari abbiamo il compito di fermare gli slavi se vengono di quà…..di quà dove?…..ma in Italia min...a! ….A baffi,baffi….ma dove avete vissuto sino ad oggi….a noi ci hanno dato il…e qui si fermava per prendere fiato per gonfiare il petto e quindi con soddisfazione ed orgoglio…il nuovo Mortaio da 120m…m…mmm…ma vaffanc’…quella cosa la…… Sicché il Sergente Francioso che da quella sera sarà chiamato fraternamente Francis, (pronuncia Frensis), con gli occhialini appannati e la bionda barba gocciolante,capendo che in quell’atmosfera di sbracamento alcolico, stava bruciandosi l’autorità che il grado gli dava e gli richiedeva,levò le ancore traballando e sbattendo su per la porta dello spaccio esclamò:”….o baffi….domani…hip….vi faccio…hip….un mazzo così…hip….baffi,dovete morire!”. Ho Francis….guarda che adesso siamo Tube……. Non prima d’aver ingerito come bicchiere delle staffa, un “cognacchino leggero”,decidemmo che la notte sarebbe stata troppo burrascosa e per cui sarebbe stato il caso di passare a bibite analcoliche ma nel mentre di tale sofferta considerazione,si mise a gracchiare una strana trombetta scricchiolante da un disco preistorico e grattuggioso, irradiato da altoparlanti disseminati per la caserma e che ci avvisava che era arrivata l’ora del giusto riposo. I “fioi” si dirigono in camerata della Mortai cantando a squarciagola “Lady Jane”,il Sergente Francis urla che adesso va a fare la nota di tutti quelli che domani andranno in tabella servizi a pulir cessi e siccome i baffi non sono ancora arrivati,la cosa è certificata;io mi dirigo in infermeria che con difficoltà riesco ad individuare,mi schiaccio sotto le coperte e cerco di fare il quadro della situazione.Non riesco a fare nessun quadro e manco un quadretto,(con quella ciucca,mi veniva bene il dodecaedro),l’esecuzione del silenzio mi trova ad evacuare più liquido possibile acciocché,alleggerito di cotanto peso, mi addormento di sasso.Alle due mi sveglio con la nausea,espleto la fatale incombenza epigastrica,mi ributto in branda,cerco di dormire ma non ci riesco:chi è il Comandante di Compagnia?Chi il Vice Comandante?Ed il Comandante di Battaglione sarà un duro o uno che lascia vivere?Da domani cosa mi faranno fare?Quando andrò a casa in licenza?E a casa,che ci vado a fare?….Gli amici sono anche loro a sciropparsi il militare,i genitori li ho persi anni fa…con la ragazza di turno abbiamo chiuso per corna in corso…solo per farsi lavare la roba dalla zia,sarebbe….mah…vedremo. Però che forti che siamo!Marò…Battaglione San Marco….Tobruk… Osteria! Fucilieri della Marina….che forza! Vabbè…adesso siamo nell’Esercito,in Fanteria insomma…..e chi se ne frega…peggio per la Marina!Però Loro avevano il Leone per di quà….e vabbè…noi ce lo abbiamo per così…sempre Leone di San Marco comunque è……e se domani mattina danno la sveglia…..con una sventagliata di MAB?….ah…. ma io sono che dormo in infermeria………hi,hi!San Marco!!! Il Vostro immarcescibile e testardo Lagunare Dino Doveri.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- From: "Fabio Borrelli" <fabioborrelli@tim.it>
Ciao Lagunari. Ciao Baffi. Ma soprattutto CIAO PIRATI. Sono C.le Lag. Fabio Borrelli del 10/97. Ho fatto il CAR alla "Pepe" per poi prestare servizio presso la Compagnia Mezzi Nautici a Sant'Andrea da novembre 97 ad agosto 98. Ero furiere e lavoravo col S.Ten. Tulli Massimiliano. Quello della naja è stato, e lo dico sul serio, uno dei periodi più belli della mia vita. Colgo l'occasione per salutare, visto che anche loro hanno lasciato un messaggio, il Lag. Speretta (6/97) e il Lag. Gorlin (11/97). Lascio la mia e-mail, nella speranza di ricevere qualche messaggio da qualche PIRATA che si ricorda di me. ALLA VOCE: SAN MARCO!!!!! Fabio
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From: "Stefano Pizzolato" <pizzolato@agenziespaziocasa.it> Subject: Condoglianze.
La perdita del nostro amico Massimo non può che rattristarci, ma anche riempirci d’orgoglio per questi eroi, caduti per la pace e per dei valori sconosciuti alla maggior parte delle persone. Le più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e alla nostra grande famiglia che sono i Lagunari in servizio ed in congedo. Ten. Lag. Stefano Pizzolato
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- From: "Cesare" <cesare@biaggini.it>
Ciao mi chiamo Cesare e sono di Milano (uno dei pochi Lagunari da Milano). Facevo parte del 9°/85 e dopo tanti anni ho ancora nostalgia del Corpo. Volevo salutare tutti i LAGUNARI "Come lo scoglio infrango come l'onda travolgo". Onore ai Lagunari di tutti i tempi. Ciao Baffi
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From: "Andrea Pinotti" <cartolomb.bg@cartolombarda.net> Subject: Eroi della pace.
Esprimo attraverso il sito, il più vivo e sincero sentimento di cordoglio nei confronti del Gen. Ficuciello e del Corpo dei Lagunari per la perdita del Lag. Tenente Massimo Ficuciello, un uomo d'altri tempi, un esempio, un Eroe di pace........... che ha rappresentato il nostro paese e il nostro Reparto per un ideale così alto, quale la pacificazione tra i popoli. Ringrazio per l'attenzione. Lag. C.le Pinotti 12/93
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- From: "Massimiliano Antonioli" <massimiliano.antonioli@tin.it>
Sentite condoglianze per la perdita di un nostro fratello Lagunare. .... San Marco! Cle lag Antonioli Massimiliano
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From: "Michele" <binoismic@libero.it> Subject: Sant'Andrea.
Volevo solo dire che vedere Sant'Andrea così immerso nel degrado fa molto male. Possibile che nessuno si occupi del degrado della facciata? Quelle teste di leone che stanno crollando una ad una. É proprio vero che i nemici di Venezia non sono quelli esterni ma i veneziani stessi che non fanno nulla per recuperare il patrimonio. Che bella figura mostrare alle nevi straniere un simile degrado. Michele
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From: "Luigi Crepaldi" <lcrepaldi@popvi.it>
Complimenti per il sito veramente ben fatto. Sono un ex sergente assaltatore - 22° corso ACS - Lecce, caserma Pico (gennaio-giugno 1969), poi Venezia Lido e finale a Cà Vio. Complimenti ancora e tanti, tanti saluti a tutti i Lagunari. Luigi Crepaldi
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From: "Luciano Tedeschi" <lucianotedeschi@tiscali.it> Subject: Pionieri Lagunari.
Caro Pierangelo, leggo sempre, ma trovo difficilmente il tempo di scrivere. L'ultima lettera di Dino mi riporta alla scuola Ufficiali, a Caserta 1967. Tra noi c'erano i Pionieri, considerati degli esploratori capaci di entrare in contatto col nemico, aprire varchi con esplosivi etc.. Il loro addestramento era misto tra quello della Cavalleria (erano tutti pilota carro M 24) e gli incursori (per la capacità di maneggiare esplosivi). Se ricordo bene su 22 A.U.C. erano 3 o 4. Il Lagunare Trolese da Mira era uno di questi (vecio fate vivo...). Un caldo San Marco! Lagunare Ten. Luciano Tedeschi
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From: "Dino Doveri" <d.doveri@libero.it>
Questa lettera é la risposta alla e-mail del 19 maggio 2003 scritta dal Lagunare Andrea Novello. Non riuscendo a contattarlo e credendo di fare cosa gradita a tutti i visitatori archeo-lagunari, ho deciso di pubblicarla integralmente così come scritta dall'autore.
Caro Andrea, sono il Lagunare in congedo Dino Doveri. Avrai senz'altro letto qualche cosa di mio, sulla rubrica "Ci scrivono". Ho avuto l'incarico come "redattore" di rispoderTi in proposito della Tua lettera riguardante i "Pionieri". Mi scuso per il tempo trascorso, ma si cercava di avere notizie specifiche su quanto da Te richiesto. Orbene, mi sono accorto che avevo letto la Tua lettera, molto superficialmente e avevo interpretato la Tua richiesta con lo scopo che il nostro Sito, parlasse un pò di questi Pionieri; poi rivedendo con Pierangelo Zanotti Direttore del Sito con più attenzione la Tua, ci siamo accorti che la Tua richiesta era articolata con l'intento che si desse più visibilità a questa esigua categoria della componente dei Lagunari. In effetti, avevo cercato di documentarmi su questo specifico "incarico", ma ho trovato poche e discordanti notizie; mi sembra ci sia una visone della cosa un pò nebulosa anche tra chi, ai tempi, avrebbe potuto saperne più di me. Mi scrive a proposito da me interpellato, il S.Tenente Renzo Benettolo dal Malawi, Africa Centrale, che si,si ricorda dei "Pionieri" e gli sembra peraltro, che avessero fatto parte degli "Incursori", mi racconta anche che alla Scuola di Caserta, esistevano dei "Pionieri", si rammenta una certa familiarità e connessione con gli esplosivi, poi venivano, dice sempre Lui, inquadrati al Reggimento negli "Incursori" alle dipendenze della Compagnia Comando, ma poi altro non si ricorda e non ci ricordiamo. Io però in specifico, mi ricordo, anni 1966/67, dei Lagunari che portavano lo scudetto da braccio, con la granata che fiammeggiava e vi si leggeva la scritta "Pioniere" e se la mente non mi tradisce, mi sembra proprio che fossero inquadrati con gli "assaltatori" o con gli "incursori", ed alcuni mi sembra, portavano il fazzoletto nero specifico di quel raggruppamento. Devi sapere che avevo scritto questa lettera diverse settimane fa, ma non l'ho spedita perché attendevamo anche di sapere qualche cosa dei "Pionieri", da un ex Comandante del Rgt. Lagunari "Serenissima" che gentilmente si è prestato a soccorrerci nella nostra ignoranza sulla questione e adesso che ho ricevuto notizie, Ti accludo quanto Lui mi dice a conferma di quanto sudelineato: I Pionieri erano parte integrante delle Compagnie Assaltatori nel contesto del gruppo Incursori, quindi erano degli Assaltatori-Incursori a tutti gli effetti ma con impieghi specifici sull'uso degli esplosivi. Almeno, così mi dice un addetto ai lavori fino a qualche anno fa. Per puro caso, io ho nella mia collezione di cose Lagunari, proprio il distintivo scudetto da braccio, ancora in stoffa e ricamo in canottiglia. lo invierò al Sito della Sezione di Bergamo affinché venga pubblicato alla visione di tutti i nostri lettori. Altro non Ti so dire, caro Andrea, ma visto che l'argomento è interessante e si sta colorando di mistero e di fanta-archeologia lagunare, perché dato che immagino Tu sia stato un "Pioniere", non spedisci al Sito, un bella disamina o come la vorrai intendere, proprio sui Pionieri. Noi siamo AVIDI, ripeto,AVIDI, di tutto quello che riguarda il passato del nostro meraviglioso reparto e quindi ben venga posta agli occhi di tutti i nostri visitatori, l'attenzione anche sugli aspetti meno conosciuti dell'organico Lagunare. Rimango in attesa di ricevere un Tuo gradito riscontro. Ciao. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri.
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From: "Dino Doveri" <d.doveri@libero.it>
Caro Direttore Zanotti, mi è giunta in allegato all'invito, di cui ringrazio pubblicamente la cortesia della locale Sezione ALTA ed il M.llo Lo Monaco, di partecipare all'ultimo "raduno" a Villa Vicentina-Caserma A. Bafile - ex sede degli ormai obliati Btg. Anf. "Isonzo" già Btg."San Marco", una pagina a corredo, che ho sentito il bisogno di trascriverti perché venga letta da tutti i nostri "visitatori".
Titolata "RICORDI GIOVANILI - VERITA' INCANCELLABILI, <COMMIATO>". Segue il testo:"NOI DEL III°/38,ALLA VIGILIA D'ESSERE CONGEDATI, RIVOLGIAMO AL SIG. COMANDANTE, AI SIGG. UFFICIALI, SOTTUFFICIALI E COLLEGHI MARO', IL NOSTRO COMMOSSO PENSIERO ED IL NOSTRO PIU' CORDIALE SALUTO DI COMMIATO. QUANDO IL 6 NOVEMBRE DEL 1958 FUMMO CHIAMATI, PARTIMMO DA CASA CANTANDO, FORSE PER NASCONDERE LA TRISTEZZA E LO SMARRIMENTO DI DOVER ABBANDONARE (MOLTI DI NOI PER LA PRIMA VOLTA), GLI AFFETTI FAMILIARI. CANTANDO PARTIREMO FRA GIORNI DA VILLA VICENTINA PER RIENTRARE NELLE NOSTRE FAMIGLIE. CANTEREMO DI GIOIA, CERTAMENTE, MA FORSE ANCHE PER NASCONDERE UNA PUNTA DI RIMPIANTO. SIAMO CERTI CHE RITORNANDO ALLA VITA CIVILE,NON PASSERA' MOLTO TEMPO CHE CIASCUNO DI NOI SI SORPRENDERA', PIU' D'UNA VOLTA, A RIVANGARE, NELLA SUA MENTE, QUESTO PERIODO TRASCORSO TRA IMPERIA E VILLA VICENTINA. SI RIVEDRA', CERTAMENTE, QUANDO ANCORA QUASI FANCIULLO, SI AGGIRAVA IMPACCIATO NELLA NUOVA DIVISA ANCORA ODORANTE DI NAFTALINA, TRISTE E SMARRITO TRA FACCE NUOVE IN QUELLA CASERMA DELLA RIVIERA DEI FIORI. SI RIVEDRA' CERTAMENTE ANCHE IN QUESTI ULTIMI GIORNI DI VILLA VICENTINA, QUANDO ORMAI NON PIU' FANCIULLO, MA UOMO, NON PIU' TRISTE,MA ALLEGRO E CON DISINVOLTURA, SI ACCINGE AD IMMETTERSI NELLA VITA CIVILE, PRONTO A COMBATTERE E CONQUISTARSI IL POSTO NEL CONSORZIO UMANO. NOVEMBRE 1958-APRILE 1960. DUE DATE! MA TRA QUESTE DUE DATE, QUANTI RICORDI INDELEBILI E QUANTE FIGURE INOBLIABILI! SIGNOR COMANDANTE, UFFICIALI E SOTTUFFICIALI! NOI VORREMO DIRE LORO TANTE COSE MA NON SAPPIAMO FARLO. SAPPIAMO SOLO CHE PRIMA DI NOI ALTRI SONO SFILATI AI LORO ORDINI, MOLTI ANCORA SFILERANNO DOPO. FRA QUALCHE TEMPO LO STESSO RICORDO DELLE NOSTRE FISIONOMIE SI CONFONDERA' IN LORO CON QUELLE DEI PREDECESSORI O SUCCESSORI, PER SVANIRE, INFINE, DEFINITIVAMENTE. SAREMO PRIMA O POI, FATALMENTE DIMENTICATI, MA NOI RICORDEREMO LORO SEMPRE, PER TUTTA LA VITA, COSI' COME RICORDEREMO CON LO STESSO NOSTALGICO RIMPIANTO I MAESTRI ED I PROFESSORI DELLE NOSTRE SCUOLE DA BAMBINI. SAPPIAMO, POI,CHE LA BUONA EDUCAZIONE VUOLE CHE IN SIMILI OCCASIONI CI SI SCUSI SE QUALCHE VOLTA NON SI E' FATTO, NON DICIAMO IL PROPRIO DOVERE, CHE QUELLO SIAMO CERTI D'AVERLO COMPIUTO "CON FEDELTA' ED ONORE", MA, VIA, PER NON ESSERE STATI PIENAMENTE OSSEQUIENTI, QUALCHE RARA VOLTA A CERTI REGOLAMENTI. DOVREMMO SCUSARCI, MA CIO' NOI NON LO FAREMO, NON PER SUPERBIA, MA PER ORGOGLIO DI MARO', PERCHE' SIAMO CONVINTI CHE SE ANCHE I MARO' POSSONO SBAGLIARE, ESSI,QUANDO SBAGLIANO PAGANO ED AVENDO PAGATO QUALCHE EVASIONE AI SULLODATI REGOLAMENTI, CON FIOR DI CONSEGNE E QUALCHE VOLTA CON "C.P.R.", SIAMO CONVINTI DI AVER SALDATO IL CONTO E, QUINDI SIAMO IN PARI. SAPPIAMO INFINE,CHE LE BUONE USANZE IMPONGONO DI FORMULARE UN AUGURIO E QUESTA USANZA NOI ASSOLVIAMO DI BUON GRADO, FORMULANDO PER IL NOSTRO VECCHIO E GLORIOSO BATTAGLIONE, L'AUGURIO CHE QUANTO PRIMA POSSA TRASFERIRSI IN UNA NUOVA, PIU' DEGNA SEDE ED IN UNA ZONA PIU' RIDENTE E PIU' ADATTA AI FINI DELLE SUE PARTICOLARI NECESSITA''. A TUTTI I MARO' CHE ABBIAMO AVUTO LA VENTURA DI CONOSCERE IN QUESTO PERIODO DI TEMPO, RIVOLGIAMO IL NOSTRO PARTICOLARE, FRATERNO SALUTO, ASSICURANDOLI CHE ANCHE IL LORO RICORDO CI ACCOMPAGNERA' PER TUTTA LA VITA COSI' COME QUELLO DEI COMPAGNI DI SCUOLA. AUGURIAMO A CHI RIMANE, BUONA PERMANENZA E FELICE PROSSIMO RITORNO ALLA VITA CIVILE. ED INFINE, RIVOLGIAMO IL PIU' DEFERENTE E COMMOSSO SALUTO ALLA NOSTRA BANDIERA DI BATTAGLIONE, PER DIFENDERE LA QUALE, SE NECESSARIO, SAREMO SEMPRE TUTTI PRONTI A RITORNARE CANTANDO, CORRENDO IMPETUOSAMENTE, COSI'...."COME ONDA CHE TRAVOLGE!!!".
Sono stato più volte combattuto, tra il redarre un commento a queste righe(e ce ne sarebbe da scrivere), od il semplicemente riportarle qui tali e uguali a come furono scritte in quegli anni. Ho scelto di non commentarle. Ho ritenuto che ogni commento divenisse superfluo, per la loro meravigliosa semplicità. Anche perché, andando con la mente all'atmosfera di quei tempi oramai perduti, per l'ennesima volta che scorro queste parole, mi ritrovo con gli occhi lucidi di commozione. Altro non v'è da dire! San Marco!!! Lagunare Dino Doveri
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From: "Dino Doveri" <d.doveri@libero.it>
Caro Direttore Zanotti, con il Tuo permesso, mi corre l'obbligo,v isto che la cosa non accade spesso nell'ALTA, esternare per l'ulteriore volta ,un grosso e sentito plauso per l'entusiastico ed indefesso partecipare del Nostro Lagunare in congedo Gianni Mimo,a tutte le attività collaterali di carattere militare, che volendo,anche altri nostri co-associati, potrebbero aderire. Constato amaramente che così non è. Potessi ritornare in una forma fisica almeno decente! Gli anni però inesorabilmente passano. Sicuramente il vedere il Gianni, nelle foto che abbiamo pubblicato sul Sito, con la sua bella diagonale mostreggiata dagli alamari dei Lagunari o all'alzabandiera con la sua mimetica da "guerriero" che fa bella mostra di se in un contesto come quello della Gara di Tiro internazionale organizzata da un'associzione di militari in congedo, a Poznan in Polonia, non può fare, con una punta d'amichevole invidia, che molto piacere. Ovviamente questo a carattere personale (non ho titoli per poterlo fare a nome dell'ALTA e chi ha titoli probabilmente sarà occupato per cose ben più importanti), spinto più che altro dall'entusiasmo di sapere che il "Leon" è visto, ringhiante e sopratutto vivo, da tutti quei partecipanti (militari italiani ed esteri, in servizio ed in congedo), che insieme al nostro Gianni (l'unico,mi sembra,che rappresenti i Lagunari), girano l'Italia e anche fuori dai confini nazionali, spinti da quell'entusiasmo innato di rappresentare il proprio reparto d'appartenenza ed il proprio Paese, in queste competizioni dove ogni uno cerca di dare, tengo a sottolineare, assolutamente per pura passione ed a proprie spese, il meglio di quello che ha appreso durante la propria esperienza militare. E' doveroso segnalare ai nostri lettori Lagunari in servizio ed in congedo, che l'Amico Gianni Mimo ha scelto d'essere incluso nelle liste della cosiddetta "Riserva", quindi potrà operare laddove le nostre ormai ridotte Forze Armate a causa della soppressione della leva ed ulteriormente impiegate nelle continue missioni fuori Italia, proprio per ragioni di quantità, ormai non possono più sopperire a tutte le necessità logistiche e d'appoggio. Non contento di questa opportunità, il buon Gianni é anche andato ad ingrossare le fila della C.R.I.,o rganizzazione sulla quale non vedo sia il caso di spendere parole, ed ha avuto l'occasione anche di partecipare ad una missione che lo ha visto agire in terreno iracheno, qualche mese fa. Quindi penso che se da questi "file", invito tutti i Lagunari "attenti" e con gli attributi al posto giusto ad inviargli come riconoscimento un bel "San Marco!" ideale,di trovarvi tutti, almeno per una volta, d'accordo. Perdonami Gianni, di questi apprezzamenti pubblici.So che sei schivo e che sarebbe stata Tua volontà, il non "apparire", ma io sono dell'opinione che debba essere sempre manifestato l'onore al merito. Almeno "noi" Gianni, Ti siamo grati per quello che fai! Il "Leon de San Marco" che abbiamo portato sul cuore per mesi, innanzitutto! Solo quelli che sono Lagunari, intendono il senso di cosa sto dicendo. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri.
N.d.r. Per correttezza, informo che oltre al Ten. Mimo sono a conoscenza di altri due Lagunari che partecipano a gare di pattuglia: il Cap. Tomasini (Sezione di Bergamo) ed il S.ten. Annis (Sezione di Trieste). La gara a cui si fa riferimento nella lettera é visitabile sul sito cliccando qui.
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From: "Arcangelo Varlese" <arcangelo.varlese19@tin.it> Subject: Non erano 3 militari di leva ma 3 volontari .
Scippatore in bici preso dai Lagunari Scaraventa a terra una donna e fugge, ma è bloccato in via Fiume e arrestato dai Carabinieri L'«alleanza» è stata strategica. E alla fin e lo scippatore è stato preso praticamente con le mani nel sacco poco distante dal luogo dove aveva appena compiuto una rapina. Già, grazie all'azione di tre giovani lagunari militari di leva (Volontari n.d.r.) e di alcune pattuglie del Nucleo radiomobile dei Carabinieri, in via Fiume, laterale di via Piave, è stato arrestato l'autore di uno scippo compiuto in sella ad una bicicletta ai danni di una donna di 39 anni, di Mestre, che teneva la borsetta all'in terno del classico cestino della sua "due ruote". L'uomo fermato è B.A., 18 anni, cittadino serbo-montenegrino, celibe, disoccupato, residente a Fossalta di Piave, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine. Tutto è accaduto ieri mattina, attorno alle 12.45, quando i carabinieri sono intervenuti nella zona di via Piave dopo uno scippo compiuto ai danni della ciclista che, per la violenza, è finita rovinosamente a terra battendo la faccia sul selciato. Ma proprio nell'in stante dello scippo, si trovavano poco lontano tre militari di leva che appena hanno visto la scena si sono immediatamente messi a rincorrere il giovane. Nel frattempo, uno dei tre chiamava con il cellulare il pronto intervento 112 dei Carabinieri di Mestre che giungevano poco dopo sul posto. Lo scippatore cercava comunque di darsi alla fuga, correndo in bici lungo via Piave e cercando di far perdere subito le proprie tracce zigzagando nel traffico. Ma l'uomo aveva fatto i conti senza prevedere la presenza dei lagunari che hanno immediatamente reagito. Dopo una breve fuga e l'arrivo di alcune pattuglie dei Carabinieri è stato possibile immobilizzare l'uomo che è stato arrestato per rapina impropria e trasferito nel carcere di Santa Maria Maggiore a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nel frattempo la donna scippata veniva soccorsa e trasferita all'Umberto I dove veniva giudicata guaribile in cinque giorni per contusioni al polso e al braccio. In tanto, dopo l'arresto, grazie ad una serie di primi accertamenti, i Carabinieri di Mestre verificavano che sul serbo appena acciuffato in via Piave, pendeva anche un ordine di custodia cautelare in carcere emessa il 17 settembre scorso dal gip Licia Marino perché responsabile di reati di minaccia, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, riguardanti episodi verificatisi soprattutto nella zona di San Donà di Piave. Al di là di questo, la posizione del giovane serbo-montenegrino è ancora al vaglio degli investigatori del Nucleo operativo dell'Arma che non escludono collegamenti con altri episodi verificatosi in questi giorni in via Piave, tra le quali la rapina con una pistola giocattolo in un negozio di abbigliamento, ma anche altri scippi compiuti nella zona della stazione, ma anche in altre parti della città come Carpenedo dove solo pochi giorni fa un'anziana venne scippata proprio da un giovane in bicicletta. Il gazzettino, mercoledi 8 ottobre 2003.
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From: "Antonioli Massimiliano <massimiliano.antonioli@tin.it>
San Marco!!! veramente straziante .... vedere come è ridotta la "Pepe" .... abbandonata ..... ma allo stesso tempo rievoca dolci ricordi..... Perchè non fate una newsletter con le notizie importanti da mandare a chi voglia rimanere in contatto con le notizie del Reggimento??? Cmplimento per il sito ben fatto Grazie...!!!! San Marco c.le lag. Antonioli Massimiliano
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From: "Alessandro Vincenti" Subject: Guardian East.
Buongiorno, sono il Serg.(Lag) Vincenti Alessandro, innanzitutto vorrei farvi i complimenti per la realizzazione del sito, poi vorrei farvi visitare una rivista militare americana "Guardian East". Questa rivista ha dedicato molto spazio ai Lagunari anche perchè nell'ultima missione in Kosovo ('02-'03) un plotone della 1^ Cp anf. "Marghera" ha fatto parte della operazione "Joint Guardian" inserito in una Compagnia della Fanteria da Montagna Spagnola, sotto comando di un Reggimento Americano. In questa operazione i Lagunari, come al solito, si sono distinti!!! San Marco!!! Serg. (Lag) Vincenti Alessandro. L'articolo in formato PDF é visibile cliccando qui (per gentile concessione di Guardian East). La consegna di un'onorificenza al Serg. Vincenti e visibile cliccando qui.
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From: "GianGaleazzo Miniscalco <minigg@libero.it>
Non so se mi sono rivolto al giusto indirizzo, credo comunque che possiate aiutarmi con delle indicazioni che mi portino vicino allo scopo. Nel 1953 prestavo servizio col grado di sergente presso il Comando Settore Forze Lagunari - Caserma Pepe - Lido di Venezia. La mia carriera militare si è poi fermata lì; ha avuto però un seguito nella mia famiglia: mio figlio è tuttora in servizio nell'A.A.R.N.N. ed ha comandato la P.A.N. (Frecce Tricolori) dal 94 al 96. Sarei molto interessato ad avere notizie (per eventuali contatti) di persone che hanno vissuto come me quel periodo. Riporto alcuni nomi: T.Col. Fichera (Comandante), Magg. Vitti (Comandante del Settore Trasmissioni) Ten. Rancichini (Com. della Comp. Comando) - laziale, Capo Campiutti - friulano, Capo Faragò - calabrese, Capo Tranchina - siciliano, Capo Umberto Daeder (postino) di Volta Mantovana , Serg. Nicola DeCristo - pugliese. Saluto e ringrazio anticipatamente colui o coloro che prenderanno in considerazione questo mio messaggio. Miniscalco GianGaleazzo Mirano (VE)
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From: "Furio Lorenzetti" <furioloren@libero.it>
Gentili Signori, allego le foto delle drappelle del Reggimento e del Battaglione "Serenissima" che ho (le foto!) nella mia collezione. Se vi interessano potete inserirle nel sito. La drappella del Battaglione si trova al Civico Museo Storico di Voghera (Pavia). Quella del Reggimento l'ho fotografata ad una delle prime "Militalia" a Novegro, forse nel 1988. Cordiali saluti a tutti. Furio Lorenzetti
Le immagini delle Drappelle sono visibili nella sezione Collezionismo. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
From: "Giuseppe Placì" <giupla@libero.it>
"San Marco" a tutti, sono Giuseppe Placì (5°/84) Istruttore. Sono molto rammaricato nel vedere la "mia G. Pepe" che fine abbia fatto. Sono uno dei pochi Lagunari "non Veneto" dell'epoca, infatti sono di Salve, provincia di Lecce. Ho moltissimi ricordi sia militari che civili nell'isoletta del "Lido". Anni fa ho avuto modo di scambiare 4 chiacchiere con alcuni Lagunari proprio qui a Lecce in occasione di una Vostra visita ufficiale presso la Scuola Carristi. Vorrei salutare, se sono ancora in servizio (visto l'età spero di sì), i Marescialli: BOSCOLO (il matto guerra), LORENZIN (nel 1985 era in servizio presso l'Armeria), GATTO (vestiario). I miei Ufficiali dell'epoca: Comandante Battaglione Col. BORSCHI (Oggi - Generale in pensione), Comandanti di Compagnia: Cap. SABA e MARRA (che fine avranno fatto?). Chiaramente saluto tutti quelli del 5° 1984! SAN MARCO!!! Giuseppe Placì
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From: "Mario Costantini" <etnaturs@hotmail.com>
Buon giorno! Sono della classe 1938. Avrei bisogno della copia del mio congedo. Si prega inviare informazioni. Credo di avere bisogno di un indirizzo specifico per richiedere tale documento. Mi sono congedato nel 1960. Io abito da 42 anni a questo indirizzo: 234 Stanley Avenue - Park Ridge Illinois 60068 - USA Si ringrazia per la vostra assistenza. Marò Mario Costantini
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From: "Dino Doveri" <d.doveri@libero.it>
Siamo pronti allora,per la prossima razione di “racconti di naja”? Ebbene si. Eccomi ancora presente e ben disposto (haivoi), a portare avanti quel che ho inconsapevolmente iniziato. Ma siccome sono, tutto sommato, un buono, vi tiro un po’ su il morale: alla fine non manca molto (a meno che, strada facendo non mi affiorino altri ricordi che per ora non ho). Rileggendo le puntate precedenti, mi sono accorto di aver fatto un errore, e siccome sono un perfezionista (tanto, a chi gliene ne poteva importar di meno, se tizio era in servizio in questo o quel battaglione?), la mia indole però mi porta a precisare. Scrivevo in precedenza, che al Btg. Anf. Marghera avevo come S.Tenente il Signor Bordon. Mi accorgo guardando delle foto però, che durante il campo primaverile a Klaut effettuato quindi dopo, quand’ero già al Btg. Anf. Isonzo, il S.Tenente Bordon è all’epoca, con noi; quindi non poteva essere stato al Marghera perché il mio soggiorno là, fu diversi mesi prima. Il mistero s’infittisce ma più che altro sento che è la memoria che mia abbandona. Gli acciacchi senili incombono, il colesterolo attacca le arterie, l’ateriosclerosi comincia a interessarsi delle cellule cerebrali. E’ un fatto! Ma il ragionamento dice che siccome in tutta la naja, ho avuto il “piacere” di essere subordinato, escluso il CAR, a soli tre S.Tenenti, il Signor Morosini, (Morosini, Morosini…..), il Signor Montagner-Paties e per l’appunto il Signor Bordon, visto che il Signor Morosini e collocato saldamente al Marghera, gli altri due o li ho avuti, prima uno poi l’altro, all’Isonzo, oppure tutti e due assieme (non credo però), oppure non mi spiego! Il tutto, tanto per correttezza e precisione. Nella rilettura degli scritti precedenti, mi è anche venuto in mente che non vi ho detto, sempre al Marghera, dell’esperienza avuta al poligono. E’ d’obbligo non nascondervi niente. Lo faccio per voi, o miei cari. Un bel giorno, si fa per dire, mi dicono che si parte per fare il campo a Montereale, località vicino a Maniago, ove i mortaisti, quelli già “laureati” e cioè i vecchiacci maledetti, andranno a fare i cosiddetti “tiri”. I “tiri” è una parola gergale che significava un’esercitazione a fuoco con i mortai, certi dicono quelli da 81, altri azzardano quelli da 120, in un poligono naturale che può essere il fianco di una montagnola o un ghiaione sui primi contrafforti rocciosi. Il nostro gruppo costituito da mortaisti ancora “matricole”, sarebbe intervenuto per preparare il campo ai Lorsignori in arrivo. Fu la mia prima esperienza con la vita all’aria aperta, a contatto diretto, quindi anche notturno, con la natura, in tenda, al sole e all’aria frizzante dell’altopiano e alla luna piena che illuminava di notte, tutto il campo. Fu la seconda notte di permanenza, dopo esserci fatti un “mazzo” mica male a suon di installare tende, tendoni, tendine, tendarelle, tendacce e cucine e latrine e casotti e contro casotti, scavato canalette, innalzato muretti, costruito steccati, che dopo poco esserci addormentati, ne esce fuori un cataclisma di temporale, che, vi dico, sarà anche perché non lo avevo mai vissuto così in “diretta”, mi sembrava la fine del mondo. Lampi e saette che sembrava cadessero a due metri e trentacinque dalla tenda (otto per otto, può essere? La tenda, dico, non le saette….), pioggia e grandine che venivano giù a folate violente e sferzanti, i boati dei tuoni che si sentivano in stereo (iniziavano all’orecchio sinistro, si portavano al centro, e dopo una botta centrale si sgranavano sputacchiando sull’orecchio destro, tipo Dolby Sorround (spero d’averlo scritto giusto), da sala cinematografica; mi sembrava con l’immaginazione, quasi di vederlo il suono (come se il suono si potesse vedere, ma…. l’immaginazione fa brutti scherzi), precipitare sui costoni dei monti, spaccarsi schiantandosi con un enorme deflagrazione e poi via, un rotolamento di scoppiettii a esaurirsi,come se si frantumassero giù per una scarpata od un ghiaione. Mi agitavo tra le coperte (più d’una anche se era primavera), ed il materassino gonfiabile, infimo succedaneo di giaciglio del quale ritengo non si possa ideare al modo nelle prossime ere, qualche cosa di più scomodo e disgraziato per dormire, convinto che prima o poi sarei galleggiato per la tenda, tanto sicuro ero che tutto ‘sto uragano arrivasse a far penetrare l’acqua anche sotto la tenda. Ogni due o tre minuti palpeggiavo al buio più pesto, il terreno attorno a me per sentire se ci fosse dell’acqua; mi vedevo navigare sopra il materassino in torrentelli che invadevano il campo. Dovevo risolvere! Passando sopra i miei coinquilini di tenda, tra un vaff… ed una serie di grugniti impastati, riesco a raggiungere la lampada a petrolio che è attaccata al palo centrale, accendo e……non c’è un filo d’acqua; la tenda e sì bagnata anche per dentro, ma l’acqua scorre fuori e si perde nelle canalette scavate in precedenza, canalette suggerite dai vecchi che tutto sanno e tutto prevedono! Da quella volta, la deferenza per il materiale militare in dotazione all’E.I., crebbe a dismisura. Il giorno dopo finimmo quel che si era cominciato, arrivarono i mortaisti specializzati, non si sa se con l’81 od il 120 sicché non seppi mai con che cosa tiravano ‘sti signori; su in camion e ritorno al Marghera. Il tutto, come esperienza militare abbastanza banale, ma il temporale………. Altra cosa che mi ero dimenticato di segnalare, è che i maledetti “noni” si congedavano proprio qualche giorno prima del mio trasferimento a Villa Triste. Dopo i riti d’uso, cena dei congedanti con sbronze inenarrabili, totale smontaggio di tutto quello che si poteva smontare in camerata, materassi e quant’altro nei corridoi e nei cessi o fuori della finestra, urla disumane, canti sguaiati ”..se la corrente elettrica è una corrente forte, chi tocca il Lagunare, pericolo di morte…” ultime incursioni negli zaini dei baffi per recuperare quel che “gentilmente” i vecchi avevano “offerto” ai loro vecchi a suo tempo (un coltello tattico, un telo tenda, una tuta mimetica, un paio d’anfibi telati….), arriva il momento dei commiati: taluni si nascondono perché pensano d’avercela talmente su con il proprio vecchio, che le cose andrebbero a finir a coltellate, altri non si defilano,rischiano con qualche “va in congedo in m..a de to mare” o con qualche “ve venisse el sc….o ”, qualche diverbio con la promessa di “..speta che me congeda anca mi, vegno trovate casa e te fasso un muso cossì” e l’altro risponde “...so che te speto tuto impaurio….varda a no desmentegartene…” e via finche non si vede qualche sorriso e qualche stretta da mano. Si sa, la vita è anche un susseguirsi di alti e bassi e di promesse mai mantenute e di paradisi di bugie, di desideri mai appagati, di sogni e di chimere! I Chioggiotti dicevano “…mondo de caligo, spussa e pecai…”! Mi vedo arrivare il mio “vecchio”; con la divisa estiva seppur vissuta, tutta stirata, bascaccio da Marò spavaldamente sulle ventitré, cordone blu da comandante di squadra che nello specifico significava,anche perché comandante di squadra non era, che più “vecchio di così” non si poteva, nastrino tricolore alla spallina che allora tutti i “congedandi” si scovavano già qualche mese addietro e che appunto significava “ ma lo capisci brutta firma che adesso sono un civile”, senza cravatta, ma con le scarpe lucide, abbigliato quasi in ordine: mi piglia per una spalla, stavolta amichevolmente, mi trascina in un angolo appartato e mi fa con il suo dialetto portogruarese tra una risata e l’altra: ”dai bafo, no startela a ciapar….no te gò miga rotto i c….i gnanca più de tanto….la me sembrava na dose giusta. La naja la xe fata così…. ancuo te patissi ti da bafo, doman da nono te godi e te te rifà su i to bafi…. la naja xe na roda…. Quando ti te congedi ricordete de venirme a trovar a ………..” e chi se lo ricorda, ”Ciao…Bafo Bufalo Bil…’sta tento ai indiani”. Lo guardo, con la sua stazza gigantesca, ha un sorriso largo mezzo chilometro che gli irradia il viso, è contento, euforico, felice della fine di tutto quello. Gli dico: ”ciao ciao e che el Signor te compagna, spaccac….i de prima qualità”, mi porge la manona tipo racchetta da tennis, mi sgretola la mano con una stretta spropositata, piglia su il sacco a spalla e se ne va. Basta! E' tutto finito. Non se ne parla più. Archiviato. Da quel momento entriamo in una altra atmosfera: non guardi più sottecchi, guardi dritto in faccia; non sussurri più quando parli, ora hai la voce ferma; non circoli più in caserma rasentando i muri o cambiando strada quando incontri il vecchio: ora vai per la tua strada e neanche se incroci il Comandante di Battaglione cambi strada…. (chissà…. ecco… forse se….. forse se incontri il tenente Mangione…). Quando arriveranno i nuovi baffi, noi acquisiremo la qualifica di “tuba”, termine che sta ad indicare una qual collocazione in uno stato di limbo, di attesa non meglio delineata, comunque con la proibizione più totale di irradiare obblighi sui neo-baffi mentrecchè nessuno nei tuoi confronti poteva campare, a te parigrado, nessun diritto. Quindi, quando arriverò all’Isonzo, non avrò “vecchi” ad attendermi con le loro amenità”, il che nel contesto, era un’ottima, anzi una grande cosa. Ci eravamo lasciati, la precedente puntata, al momento in cui varco, sul far della sera, la porta carraia della Caserma A. Bafile, sede del mitico Btg. Anf. Isonzo. All’entrata colgo subito l’impressione di una architettura militare certamente simile a tutte quelle caserme disseminate per il Friuli; una bella “piazza d’armi”, con viale perimetrale in ghiaino, siepi e fiori ben tenuti, tagliati di fresco. Staccatine ed aiuole curate, poche cicche per terra, poche cartine sparse qua e la; Comando di Battaglione e costruzioni che danno verso la strada esterna,ben dipinti di giallino e stacchi a righe orizzontali rosso veneziano; quella che scoprirò essere l’abitazione del Comandante, una bella villetta anche questa ben tenuta, bel giardinetto, il pennone in centro alla “piazza d’armi”, svettante e sicuramente trafugato li da qualche natante, cosa che la mia origine clodiense (l’abitante di Chioggia non si chiama chioggiotto, come sopra ho erroneamente anch’io, scritto, ma Clodiense), mi avvertiva per aver visto sulle navi, quel tipo di incrocio al culmine, con una sbarra trasversale per allacciare le “carrucole” e le “sartie”; la base del pennone in muratura e decorata con piccoli tondi sassi di torrente in una specie di aiuola recintata e su questa con vernice nera e policroma, dipinti un po’ naif, i simboli del Reggimento Lagunari: il Leone di San Marco in “moleca” e “ancora sovrastata da corona turrita ed alla base fucile incrociati”. Sul palazzone, per capirci, delle armerie, sempre al lato che guarda la “piazza d’armi”, vedo sullo spazio tra il tetto e i grandi finestroni del primo piano, una scritta, penso,un motto: strizzo gli occhi, è l’ora che volge al desio come dice il poeta, la luce e poca, io sono anche un po’ miope, e così non riesco a leggere. Lo farò quando avrò l’occasione. In seguito. Arriviamo alle camerate; con estrema gentilezza mi scaraventano dalla campagnola tutto il mio bagaglio sopra una specie di marciapiede, muretta, zoccolo che corre, alto un metro circa, lungo tutte le costruzioni delle camerate, mi dicono che la fureria di Compagnia dovrebbe essere davanti a me e…”buonanotte al c…o”, come si soleva dire nell’occasione, ai tempi. Per la caserma non vedo anima viva. Arriveranno,penso io. A lato della costruzione della camerata, intuisco dagli effluvi che ne sortiscono, esserci la mensa. Busso alla porta della fureria di compagnia non mi risponde nessuno. Pian pianino entro in mensa e vedo movimento, dico a uno in tuta blu che sta armeggiando con un carrello: ”son pena rivà… ti sa gnente dove vago e cossa fasso ?” Si volta e vedo un mio concittadino, certo Tallon Luciano, macellaio, ora da militare, cuoco, butta un po’ sullo s…..o, che ora ci ha da fare e che non ha tempo, che vada in camerata che prima o poi qualcuno si farà vedere per la cena. Sempre all’insegna del “grassie al c…o”, vado in camerata salendo una scala ed arrivo al dormitorio. Desolante e freddo. Arriva un Sergente. Biondo con una bella barbona bionda, occhialini e fare simpatico. Scoprirò poi chiamarsi Pasquale Francioso; m sbatto sugli attenti, mi presento come si usava allora e chiedo cosa devo fare, va giù in fureria, telefona e poi mi dice che non ci sono le chiavi per prendere il materiale per la branda, quindi mi dice che intanto aspetto per andar a mangiare e poi me ne vado a dormire in infermeria dove ci sono sempre tre letti fatti e pronti. La prima notte all’Isonzo, la passo in infermeria! La prossima volta vi racconto il seguito. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri. Ciao a tutti, belli e brutti….. fuorché, a chi un Vero Lagunare non è.
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From: "Massimo Morello" <gmmusic@tin.it>
Sono il CM MORELLO Massimo 5° Sc 1984 ed e' stata una gradita sorpresa la scoperta di questo sito meraviglioso. Quando eravamo a Malcontenta, al mitico I BTG LAGUNARI SERENISSIMA, ci eravamo ripromessi di rincontrarci periodicamente, ma i sogni di quella nostra età mal si sono abbinati con le esigenze della vita moderna. Vorrei proprio ci fosse una bella rimpatriata! Aspetto un Vostro pronto contatto e vediamo se.... Un SAN MARCO a tutti! Massimo Morello --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
From: Dino Doveri <d.doveri@libero.it>
Mi son capitate tutte.Truffa dei numeri 709 su Internet.Conseguente addebito su bolletta telefonica Telecom di una cifra che mi vergogno anche a raccontarvi. Conseguente apertura di un contenzioso con la TELECOM ITALIA SPA,al fine di azzerare tale addebito e sembrerebbe che la cosa avrà nel tempo,un finale a me favorevole. Speriamo. Al fine di evitare questi imbrogli telematici, mi convincono a sostituire la linea da ISDN, con la famosa ALICE,(linea ADSL). Butta via l vecchia linea a suo tempo pagata a peso d’oro alla Telecom (schei butai al vento),ed affronta una nuova spesa per conoscere ALICE .ALICE si presenta bene, è una gran bella linea, velocissima, corazzata a tutti i possibili intrusi, ma……….il mio vecchio PC non la sopporta: l’ALICE è troppo bollente,il mio vecchio PC non ne vuol sapere di aver un connubio con Lei e alla fine debbo rassegnarmi a cambiare PC. Già che ci siamo prendiamo il meglio, dico io. Pensiero stupendo. Ma ingenuo. In pratica,un nuovo PC con tutti gli ultimi ritrovati di questa tecnologia usa e getta, realtà tragica invece, viene a costare una follia (tra due mesi varrà il 90% in meno di quando lo ho comprato). Decido per una terza via: con quella cifra, me lo faccio assemblare da un bello spirito di ragazzaccio impertinente che al PC letteralmente ci vive. Alla fine mi vedo un affare abbastanza simile al precedente, soltanto che con questo ci vedo i film in DVD, ci farò ogni diavoleria che vedo fare da ‘sti maledetti brufolosi boys-elettronico-saccentoni e son sicuro che se mi ci impegno, l’attrezzo è in condizione di fare anche gli spaghetti, diciamo alla……..macché, non mettiamoci limiti…alla quel che vi vien voglia nel momento specifico. Però….c’è sempre un però, come continuamente asserisco ed insegno. Il però è che la nuova,fiammante, super tecnologica, strasfolgorantechedipiùnonsipuò, linea ALICE, che all’installazione funzionava come una Ferrari al Gran Premio, non da segni di vita! Mesi di duelli telefonici con gli ineffabili addetti del 187, cospicua quantità di pillole anti ipertensione, pensieri immondi sull’utilità del PC e relativo Internet, sconci anche, come il quasi concretizzato progetto di buttar tutto dalla finestra e ritornar alla vecchia stilografica AURORA…poi arrivano i nostri a cavallo di un caval, collegano ‘sto maledetto cavetto che chissà perché, Dio li perdoni, non avevano collegato tre mesi fa e, magia, tutto funziona; finalmente entro in possesso carnale di ALICE, ’sta grandissima……, questo gioiello della scienza e della tecnica, e tutto torna roseo e avvolgente come prima. A parte il fegato ormai da trapianto e l’Ictus in agguato. Quindi, amici miei, che vi domandavate se finalmente la divinità in cui credete, si fosse decisa ad esaudire le vostre preghiere, mi dispiace ma cambiate divinità perché eccolo ancora qua il Lagunare Dino Doveri, dopo tutti questi travagli, ancor vivo e vegeto e telematicamente più, diciamo attivo che mai…va, per non usare brutte parole; pronto ad ammannirvi una ulteriore puntata de “Ricordi di naja” e anche, ma questa è un’altra storia, ad esaminare,disquisire ed interpretare quello che inesorabilmente sta succedendo da qualche mese a questa parte, diciamo, nel campo d’interesse gravitazionale collegato alla nostra associazione. Datemi qualche giorno (come diversi di voi sanno, ma facevano finta che non fosse vero l’anno scorso più o meno in questo periodo-gli addetti ai lavori sanno di cosa sto parlando), in questo momento sono nel pieno della mia attività professionale e poi……, hai voi, ritorniamo a parlare di naja con la enne maiuscola. Ciao a tutti, oh ragazzi….fatevi vivi come al solito,ormai il PC ha il pieno di carburo. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri
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From: "Furio" <furioloren@libero.it>
Gentili Signori, qualcuno di Voi ha notizie e/o (meglio) fotografie sulle drappelle in uso, nel tempo, presso il Reggimento e, all'epoca, i Battaglioni? Cordiali saluti.
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From: gdphoto <gdphoto@libero.it>
Lagunari siete mitici! e complimenti per questo bellissimo sito. So che adesso andate in Iraq, perciò colgo l'occasione per augurare a tutti i Lagunari buona fortuna. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
From: "Giovanni Gheno"
Sono il Lagunare Gheno Giovanni, ho prestato servizio nel 1962/63 al Battaglione "Isonzo" di Villa VIcentina e al Lido di Venezia. Sono alla ricerca, per una felice rimpatriata, dei commilitoni che hanno svolto il loro servizio al Lido - Dragaggio - Reparto Incursori - comandato dal ten. Furore e dal S.Ten. Testa Verde. Avrei inoltre piacere di contattare i seguenti commilitoni, tutti nati nel 1942: - Bellotti Luigi; - Guanin Gennaro; - Galasso Luigi; - Ricchiardone Elio. Chiunque fosse in grado di fornirmi delle informazioni utili, é pregato di contattarmi scrivendo al sito. San Marco! Lag. Giovanni Gheno
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From: Sergio Picotti <picots@inwind.it>
Ho trovato il Vostro sito per caso, riconosco che è ben fatto, completo e interessante; mi ha lasciato l'amaro in bocca vedere come sono ridotte le caserme Pepe e la Sant'Andrea di Venezia, pensando a tutti i lagunari che hanno lavorato per sistemarle e renderle più funzionali; io ero alla C.T.A. di S. Andrea nel 1975 come elettromagnetista e meccanico di bordo dei mezzi da sbarco e nei periodi non operativi si lavorava: chi come muratore, chi come elettricista ecc. Appena ho finito il militare (penso di essere uno dei pochi Carnici che è stato nei Lagunari, abitando a Mestre ero stato dapprima chiamato in Marina) mi ero iscritto all'A.N.L.I. Ass. Nazionale Lagunari Italia, ma poi non ne ho saputo più niente. Complimenti ancora e saluti. Sergio Picotti - Udine
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From: "Andrea Pinotti" <cartolomb.bg@cartolombarda.net>
Ho appreso solo nei giorni scorsi leggendo l'ultimo numero de "Il Lagunare" che il nuovo Comandante di Battaglione è il Ten. Col. Del Bene, mio ex comandante di Compagnia (4^ C.A.S. "Adria") ai tempi della leva nel 1994. Colgo quindi l'occasione attraverso questo sito per salutarlo e porgere i migliori auguri di buon lavoro ad un grande uomo nonché grande Ufficiale. Lag. Pinotti Andrea
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From: Andrea Pierin <andrea.pierin@mikron-italia.it>
Ciao a tutti i Lagunari (in congedo e non), sono il caporale Pierin (mi piace ancora definirmi così nonostante siano passati 6 anni) del 10SCA97 e sono felice di annunciare la nascita del baffetto Lag. Federico Pierin, 6SCA03. E' ancora un po' presto, ma se fra 18 anni esisterà ancora il glorioso servizio militare (chi non lo fa non sa cosa si perde !!!) e vi sarà l'opportunità di spedire mio in quel della laguna veneziana, sarò estremamente felice di farlo. Magari, com'é capitato a me, avrà l'occasione di conoscere tanti bravi ragazzi che, dal pescatore di Chioggia allo studente di Milano, avranno qualcosa da insegnargli (se non altro, ad affrontare la vita con un po' di "palle"). Colgo l'occasione per salutare tutti coloro con i quali ho condiviso i migliori 10 mesi della mia vita. San Marco !!! Andrea Pierin
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From: "Maurizio Tiberi" <maurizio_tiberi@virgilio.it>
Sono rimasto a dir poco esterefatto, dal bellissimo messaggio scritto dal lagunare Costa Andrea, il più delle volte, alcune cose si dimenticano, ma queste, sono le occasioni migliori per ricordare, affinché le amicizie più belle rimangano nella memoria, come del resto, le vicissitudini di caserma siano esse positive o negative. Ricordo, dell'allora lagunare Andrea Costa, un giovane biondino, con occhi sempre accesi e sorriso sulle labbra sempre pronto a scherzare e di grande compagnia. Sinceramente anche io no vedo l'ora di rivederti Andrea, e con te, anche il nostro compagno Luca Mion, al quale devo un saluto più che caloroso, contraccambiando gli auguri di Natale, ricevuti nella mia casella di posta. Insomma ragazzi...é impossibile non volervi bene. Vedi Andrea, tu sei stato aiutato e compreso dal tuo comandante Nicola Durante, grandissima persona, ma inconsapevolmente con il tuo Brio e la tua Simpatia, hai aiutato noi a tirare quel carretto, chiamato naia. Saluti a tutti Tiberi Maurizio
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From: Federico Boscolo <boscolofederico@yahoo.it>
Complimenti per il sito, sono un ex esploratore del 4° 90. Desidererei, se ci fossero, contattare dei miei compagni di tante fatiche ma anche di tanti stupendi momenti, che avessero fatto il militare a Sant'Andrea in quel periodo e, se possibile, contattare il mio maresciallo, il mitico mantovani, ringrazio tutti fin da adesso. Alla parata del 2 giugno io ero lì,e vi posso assicurare che i più massicci erano i nostri. SAN MARCO! Federico
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From: Fabiomassimo Dell'Orco <f.dellorco@agora.stm.it>
Massicci!!! era come ci definivano nell'estate '83. Sono il Cm Istruttore Dell'Orco, 6°/83, e dopo vent'anni da una esperienza senza paragoni mi piacerebbe sapere quello che è stato degli scaglioni precedenti e futuri. Io ancora ricordo il cappellino di servizio verde smeraldo da Comsubin indossato dall'allora Sgt Maggiore Mantovani, la sua mimetica lisa e la fondina US Army con pistola fuori ordinanza. Il secco sbattere della mano destra del Tenente Busetto nel congedarsi dal Comandante di Corpo, ed il perfetto saluto alla bandiera dell'allora vice-comandante di Compagnia Sten Mirko Casazza. Ed ancora l'eterna diatriba tra i Cm Lumine e Di Natale, mai dispute furono più esilaranti. É comunque una vergogna che la caserma Pepe sia stata abbandonata così a sè stessa. Se qualcuno è ancora la fuori mi scriva. Vale soprattutto per te Cm Cabras (5°/83), che fine hai fatto??? A tutti voi "Baffaria" ricordate, morte alle Canoe!!! Fm Dell'Orco
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From: Paolo Zuccheri <pzuccheri@libero.it>
Ho seguito oggi in TV la parata del 2 giugno a Roma. Logicamente ho cercato e visto i nostri Lagunari. Prima ha sfilato il Battaglione San Marco e solo qui il cronista ha ricordato i "Fanti da Mar". Lo sai? Ho fatto il servizio militare nel 1960 (18 mesi quella volta) prima a Lecce e poi a Caserta e quindi dal gennaio 1961 alla caserma "Pepe" a Venezia Lido come S.Ten. nella compagnia trasmissioni (Cap. Stracuzzi). Quando sono arrivato io c'era ancora un ufficiale di marina come "collegamento". Il Colonnello Broggi (aiutante Magg. Arrighi e vice comandante T.Colonnello Neri, poi diventato Generale) mi incaricò di compiere ricerche per la storia dei "fanti da mar", cosa che feci aiutato da un caporale fotografo di cui non ricordo il nome. Come vedi coi "fanti da mar" sono coinvolto anch'io. Viva S.Marco! Paolo Zuccheri.
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From: Renzo Benettolo <italrenzo@malawi.net>
Caro Pierangelo, ti invio un pò di foto del nostro gruppo Lagunari del 45° corso AUC, durante la nostra ultima "rimpatriata" a Venezia ove ci siamo ritrovati assieme a 35 anni dalla data del nostro congedo. Chissà che qualche nostro vecchio Lagunare non ci riconosca nelle foto, comunque anche se i capelli incominciano ad imbiancarsi, ti assicuro che il nostro spirito Lagunare é sempre quello di quando avevamo vent'anni. Ciao e San Marco! Renzo --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
From: Andrea Novello <novello_9@msn.com>
Sono un Lagunare in congedo, vi mando un quesito: "appartenevo al Plotone Pionieri"; perché non viene mai menzionato? Ne conoscete l'esistenza? Andrea Novello
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From: Renzo Benettolo <italrenzo@malawi.net>
Caro Pierangelo, a Città del Capo ho trovato la mia nipotina Daniela (dato che ora l'arruolamento per i Lagunari é per ambo i sessi ) in tenuta ....da addestramento quale futura promessa Lagunare. Ciao e San Marco a tutti! Renzo
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From: Andrea Costa <flowers4@libero.it>
Un saluto a tutti i Lagunari, soprattutto a quelli del 7°/86 come me. Un caloroso abbraccio ai fratelli d'armi Tiberi Maurizio e Mion Luca che ho avuto il piacere di conoscere a Sant'Andrea e che non vedo l'ora di rivedere. Volevo approfittare di questa occasione per ringraziare una persona che in tutto l'arco del periodo trascorso insieme, ho potuto apprezzare in tutte le sue qualità: la tenacia, la caparbietà, la determinazione estrema nell'affrontare i problemi e soprattutto le sue doti umane. Questa persona mi ha visto piangere a causa dei problemi di salute di mio padre e se li è presi a cuore, mi ha aiutato nei limiti delle sue possibilità, dandomi sostegno morale e devo dire che tutto ciò mi è servito molto. E' stato per me un maestro di vita perché mi ha aiutato a crescere, a diventare un uomo e anche un buon soldato nel pieno rispetto dei superiori e del prossimo e se sono sposato e padre di due splendide bambine, il merito è anche suo. Ricordo con enorme piacere il giorno del mio congedo a Cà Vio, quando mi ha preso in disparte e mi ha ringraziato di persona del servizio svolto (ero il suo autista), strappandomi qualche lacrima di commozione. Comandante sono io che devo ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me e non mi stancherò mai di farlo!!!! Grazie di cuore al Ten.Col. Durante Nicola Comandante del Battaglione Anfibio "Sile" e sempre SAN MARCO Lag. Costa Andrea
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From: Gianni Segato <segafuoco@libero.it>
Sono Nerone, Compagnia Trasmissioni 3° '47, ero alla "Pepe" nel periodo dicembre 1967-dicembre 1968. Ho scoperto da poco il sito e volevo congratularmi con voi per questa bella iniziativa. Le immagini che ho visto della "Pepe" abbandonata mi rattristano. Mi piacerebbe sapere quando ci sarà il prossimo raduno potervi partecipare perché vivo in provincia di Torino dall'ottobre 1969. Se qualcuno dei miei fratelli di naja volesse scrivermi ne sarei felice. San Marco a tutti e vento in poppa! Nerone.
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From: Dino Doveri <d.doveri@libero.it>
Caro Direttore Pierangelo Zanotti, non ho perso un minuto e sono andato immediatamente a vedermi nell'ultimo aggiornamento del nostro Sito di oggi 31 Marzo 03, le due magnifiche foto di anteprima, relative all'ultima avventura antartica del nostro simpaticissimo e grande Amico, M.llo Alessandro. La prima foto esplica ai miei occhi, la spiegazione (anche se suppongo, in maniera limitata),del perché ad uno viene il cosiddetto "mal d'Antartide": ma avete visto le dimensioni,il bianco ammaliatore del luogo, il mare, il cielo, la luce che ti sconquassa l'occhio? Certo, vien da pensare che la vita va vissuta per quello che offre, con i suoi alti e i suoi bassi, ma quanto più gratificante è, aver vissuto, visto, goduto dell'avventura nella sua essenza primaria? Quanto sarà più appagante, quando gli anni saranno trascorsi, facendo un bilancio della propria vita, chiedersi: cos'è stata la mia vita e sicuramente al M.llo Alessandro, Lagunare di indiscusso spessore, quando le immagini testé viste, ripasseranno nella sua mente, non potrà che presentarsi un bilancio con un grande attivo:una vita vissuta pericolosamente ma di grande intensità. Chissà se altri, questi indiscussi maestri dell'arte della "poltrona auto-aderente", nel buio dei loro antri, frustrati per i successi mai avuti, pieni di livore verso il mondo esterno, nei loro polverosi anfratti, impegnati ad alimentare la loro vita piccolina, sempre agli ordini del potente di turno, con il naso ben piantato al vento per capire l'aria che tira la onde subito uniformarsi, potranno all'esame della propria vita, riscontrare lo stesso attivo di bilancio? Vai Guido ...vai forte così ...Tu porti a noi che immaginiamo di essere con te, una ventata di forza, di baldanza, un ritorno ai tempi che da "guerrieri", affrontavamo tutto con il sorriso stampato sul viso, alla grande...da Lagunare. E la seconda foto che hai pubblicato? Ma l'hai vista, Direttore Zanotti? É Lei! É la SUPER FOCA LAGUNARE!!! Ti ricordi quando l'Amico Guido è partito qualche mese fa, cosa gli ho augurato? "Attento alla foca Lagunare". Guardala bene: è il compendio di tutto l'essere Lagunare. "Pora" bestia, Lei non sa di essere l'immagine e la sintesi di quello che di bene e di male è il Lagunare: maestoso, a volte esitante, superbo, distante, nobile, altre volte timoroso ma subito dopo, aggressivo, regale, coraggioso, impassibile, duttile, anfibio nel senso che si trova bene in due mondi diversi, flessibile, impavido, determinato. É lei si; è lei quella foca alla quale paragonavamo i "baffi" appena bagnati dalla Laguna, "e dai gavettoni che tanto rinforzano l'animo ed il fisico", facendoli imitare la postura ed il verso del simpatico animalotto: honk..honk.., sbattendo le piante dei piedi, l'una sull'altra sicché ne risultava lo stesso gesto (e suono), che la foca fa quando sbatte le pinne anteriori..... É stato un bell'andar al passato, rivedere la vera, autentica, indiscussa FOCA LAGUNARE, emblema dell'archetipo esemplare del LAGUNARE. Alla prossima dunque, sempre con l'intento di mordere (ah...dimenticavo...la Foca ed in particolare la Foca Lagunare, ogni tanto, verso specifici atteggiamenti.... morde!). San Marco!!! Lagunare Dino Doveri.
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From: Antonio Santi <AMMGGSA@chevrontexaco.com>
Complimenti per il vostro sito, ben fatto e dalla grafica accattivante, nonché molto completo. L'unico punto un pò oscuro, per me, é ciò che riguarda la storia dei Lagunari. Potreste essere così gentili da farmi sapere che percorso storico vi distingue dal "Battaglione San Marco oggi Forza da Sbarco della M.M. Grazie e buon lavoro Antonio Santi
Pubblico di seguito la missiva pervenuta in risposta a quanto richiesto dal Signor Santi.
Caro Signor Antonio Santi, sono il Lagunare in congedo Dino Doveri e di seguito cercherò d'illustrarLe quanto a lei risulta,in relazione ai Lagunari, confuso e disarticolato. Abbia pazienza, ma la vicenda è abbastanza lunga e per vederla nella sua interezza, bisogna partire da un pò lontano. Il 9 Maggio del 1918, la Città di Venezia, memore dello sbarramento posto dall'allora denominato REGGIMENTO MARINA, all'avanzata austro-ungarica, in segno di riconoscenza verso chi sul Basso Piave, nell'inverno del 1917/18, si era sacrificato per salvarla, offrì, con cerimonia solenne in Piazza San Marco,la Bandiera di Guerra benedetta nell'omonima basilica da S.E. Mons. Bartolomasi; al termine della Guerra, la Città di Venezia chiese ed ottenne ,che al reparto venisse posto il nome di REGGIMENTO SAN MARCO e portasse come fregio il Leone Alato, simbolo della Serenissima. Nella Seconda Guerra Mondiale, dopo le varie vicissitudini e schieramento dopo l'8 Settembre 1944, parte con gli anglo-americani e parte con la R.S.I., ufficialmente il Btg. San Marco cessava di esistere il 26 Aprile del 1945. Il 1° Marzo del 1948 il san Marco veniva ricostituito a livello battaglione, con PERSONALE MISTO, DELL'ESERCITO E DELLA MARINA, e dislocato nella Caserma "Andrea Bafile" di Villa Vicentina (Udine), paesino alle spalle di Aquileia e di Grado, a pochi chilometri da Cervignano del Friuli. Nel 1951 il così rinato Btg. San Marco,passa alle dipendenze del neo costituito "SETTORE FORZE LAGUNARI", inquadrato nella Divisione Folgore. Il neo costituito "Settore Forze Lagunari" era nato da una esigenza strategica, dallo Stato Maggiore dell'Esercito, con il compito di difendere la parte Est della gronda lagunare della pianura veneto-friulana, in caso di invasione da parte della Yugoslavia ed alleati facenti parte del cosiddetto "Patto di Varsavia". Il "Settore Forze Lagunari", il cui Comando viene posto presso la caserma "G.Pepe" al Lido di Venezia, in quella data è articolato oltre al Comando, anche da altri due Battaglioni: il "Marghera" ed il "Piave", che poi diverranno tre con l'apporto appunto, all'immissione del Battaglione San Marco. ECCO COSA A CHE FARE IL BATTAGLIONE SAN MARCO CON I LAGUNARI: FACEVA INTEGRALMENTE PARTE (PUR MANTENENDO LA SUA ORIGINE MARINARA), AL LORO ORGANICO. Arrivano però delle decisioni dolenti da parte dello Stato Maggiore che individua in questa frammistione, Marò del San Marco in forza all'Esercito, una perdita d'identità e una progressiva demotivazione dei quadri e si intenderà sopprimere il Btg. San Marco, trasformandolo in Battaglione "Isonzo", in toto inquadrato come i Btg. "Marghera" e "Piave", nel riorganizzato "Settore Forze Lagunari", che diverrà dal 1° Settembre 1957,"RAGGRUPPAMENTO LAGUNARI". Qui,in sostanza, il Battaglione San Marco cessa di esistere e non se ne parlerà più fino ai primi degli anni sessanta, dove incominciamo ad avere di nuovo per la Marina Militare, una necessità che tutte le marine militari del mondo hanno è cioè quella di avere un'aliquota di personale destinata ad incarichi "ANFIBI"; di Marò del San Marco, incominceremo a sentirne ancora parlare, con sede provvisoria a Taranto, mi sembra nel 1963/64. Dopo pochi anni il Battaglione San Marco, ora Reggimento, si installerà a Brindisi dove tutt'ora ha la Sua sede. Ed i Lagunari? Ed i quadri ed il personale che dal Btg. San Marco della Marina, che erano confluiti nell'Esercito, presso il Battaglione Anfibio "Isonzo" del "Raggruppamento Lagunari"? Ovviamente sentivano e sentono (il Battaglione Anfibio Isonzo è stato soppresso a causa delle cosiddette esigenze di ammodernamento dell'E.I., nel 1974), ancora vivissima, la certezza della loro origine e della loro genitura. Io, che ho avuto l'onore di prestare servizio di leva nel lontano 1966/67 proprio presso il Battaglione Anfibio "Isonzo" di Villa Vicentina, posso testimoniarLe che il clima e le abitudini, erano quelle ereditate dai Marò del San Marco. Molto Sottufficiali che erano provenienti dal San Marco, ci appellavano ancora con la qualifica "marò", pochi si adattavano al più corretto "lagunare". La posizione di riposo, unico caso della Fanteria, si effettuava con le gambe aperte all'uso della marina e non con la gamba destra in avanti come i fanti. In uno dei nostri inni si cantava ancora:"...o forza Lagunare,la più bella sei Tu, di tutta la Marina la più bella gioventù..." mentre poi in ottemperanza al fatto di far parte dell'Esercito, la parola "Marina" verrà pian piano, con fatica, modificata in "laguna". In un altro dei nostri inni si cantava:"...se non ci conoscete guardateci sul basco, noi siam i Lagunari del Battaglion Sammarco...". Quindi i Lagunari dell'attuale "Reggimento Lagunari Serenissima", che è stato costituito nel 1964, pur differenziandosi dai colleghi del San Marco per l'appartenenza alla Fanteria di cui sono la specialità più giovane,anziché alla Marina,sentono di avere le stesse nobili origini e la stessa antica e travolgente storia che li accomuna. E li accomuna ora,anche lo stesso tipo di operatività, l'uno e l'altro corpo,che praticamente svolge gli stessi compiti di operatività anfibia; gli uni forse con più possibilità di usufruire dei mezzi navali, gli altri con più dimestichezza con l'ambiente anfibio-lagunare, ma la sostanza è,che tutti e due operano nella stessa maniera. Purtroppo questa è una delle tante incongruenze che solo un paese come l'Italia, riesce a partorire;negli altri paesi "seri",sono state costituiti reparti specializzati anfibi "unici";ma qui in Italia, Patria dell'arzigogolo, chissà quando qualche "pezzo grosso militare", rischiando carriera e stipendio,andrà a dire ai politici che un doppione serve solo a spendere il doppio e che sarebbe ora come tutti i grandi Paesi che contano, hanno, di attuare quella grande idea di costituire quella maledetta, bramata, attesa, desiderata chimera che potrebbe essere la sospirata "Brigata Anfibia" di cui sentiamo PARLARE da tempi immemorabili. Basta fare come gli Americani (eh...'sti Americani, odiati da tutti, ma che non ne sbagliano una...): si costituiscono i Marines che poi sono un'unità indipendente nell'US ARMY; con la loro aviazione, marina, reparti corazzati, reparti speciali,e via dicendo. Lo si è fatto in Italia per i Carabinieri, che sono diventati la quarta Forza Armata; perché non si potrebbe fare per la "Brigata Anfibia Mista San Marco-Serenissima"?Sempre a Sua disposizione per qualsiasi delucidazione in merito al presente argomento. Cordiali saluti. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri. P.S.:quanto sopra affermato,rimane un parere strettamente personale dello scrivente e non è detto che altri appartenenti all'Associazione, ne condividano la sostanza. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- From: Dino Doveri <d.doveri@libero.it>
Oggi 9 marzo 2003, consegna della Bandiera alla Sezione di Jesolo, dove io abito, appena ritornato dal Lauto (con la elle maiuscola), pranzo gustato in quel di Punta Sabbioni con gli amici commilitoni della Sezione di Marghera, alla quale sono associato, dopo canti a base di "San Marco" e una crostatina di frutta che metteva l'animo in pace con l'ostico mondo che ci condiziona normalmente, cosa fare di meglio che precipitarmi al PC per riempirmi ancor di più la mente, di cose lagunari, al fine di chiudere in bellezza la giornata? Per cui, nel nostro Sito, cosa Ti vedo in bella evidenza nella Rubrica che io amo di più "Chi ci scrive": una nuova lettera del COVA che ci solletica la nostra incolta e rustica memoria di soldatacci di basso ceto, con "....chi se la ricorda ancora, si cantava allora: SE LA CORRENTE ELETTRICA É UNA CORRENTE FORTE, CHI TOCCA IL LAGUNARE PERICOLO DI MORTE! BOMBE A MAN E CAREZZE COL PUGNAL...". E bravo il nostro Cova il quale debbo per forza plaudere per il Suo fedele leggerci con continua partecipazione ed invii sistematici di Sue gradite disquisizioni, intese a volte con toni commoventi, altre volte con vero spirito guerriero. Non me ne voglia il Direttore Zanotti (ma so che Egli è già oberato dal portar avanti la improba fatica delle problematiche tecniche nel Sito e quindi sicuramente solidale con chi gli leva un poco di lavoro), se mi sono sostituito a Lui in questo inprocastinabile dovere, ma.... il Cova andava ringraziato! Il Cova ci gira attorno, ma è uno che per i Lagunari ci stravede su pure Lui. In una precedente ci dice: ma possibile che tra i Lagunari in congedo, non si riesca a trovare qualcheduno che abbia avuto dalla vita, tale successo economico da interessarsi per vedere se fosse possibile fare della caserma Pepe, un investimento a grande respiro? Cova....Cova....Il pensiero seppur ardito e sconfinante sul fantatstico, dipersè sarebbe anche fattibile; sarebbe..... se trovi quello o quelli che hanno fatto nella vita borghese tale e tanta fortuna da poter solo sfiorare l'idea della Pepe come investimento e relativo "pezzettiello" ad uso Associazione Lagunari. Forse anche ci sarà costui; per esempio, un nostro comune frequentatore della stessa rubrica,c he non vive più in Italia, aveva a sua volta prospettato un'ideuccia simile alla Tua, ma.....poi bisogna portare tutto alla fase pratica, quindi decine se non centinaia di miliardi di Lire, perdono, o pari valore in Euro, che poi anche potrebbero probabilmente rientrare alla grande e vedrai che prima o poi qualche finanziaria di grande dimensione imprenditoriale farà il colpaccio, ma il Lagunare... Eh...Il Lagunare, pondera, considera, esamina, valuta, calcola, misura, studia, pesa, vaglia, riflette, medita, ragiona,cogita, pensa, bilancia, risoppesa e contrappesa..........Mai fare avventatamente! Poi c'è "l'acqua alta". La subsidenza. Intesi come fenomeni fatali.....per cui ci penseremo;e che diamine:è appena qualche anno che hanno chiuso quello che qualcuno ha valutato "una dispendiosa e anacronistica mania dei Lagunari" e Tu vorresti che proprio coloro che hanno scientemente adottato come loro operato l'indifferenza, quelli che hanno chiesto al tempo, che per poter meglio dirigere il Reggimento, il Comando doveva essere portato a terra..... e poi la Pepe era un costo senza fondo e, che diamine.... a tutto c'è un limite! Caro Cova, mah!
(coro)bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI SUL BASCO NOI SIAMO LAGUNARI AL GRIDO DI SAN MARCO bombe a man e carezze con pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI SUL VISO VENIAMO DALL'INFERNO E NON DAL PARADISO bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE IN PARADISO ANDREMO, ANDREMO VOLENTIERI PER I......E,(intendasi come rapporto sessuale atipico),PARA',CANOE E BERSAGLIERI bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI LA FACCIA NOI COLPIAMO DURAMENTE SENZA LASCIAR TRACCIA bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI NEGLI OCCHI NOI SIAMO LAGUNARI,NON SIAM MICA DEI F......I,(intendasi come soggetti di orientamento sessuale diverso dalla norma) bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI LE ORECCHIE NOI SIAMO LAGUNARI,MICA DELLE C.....E,(intendasi come sopra) bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GURDATECI SUL PETTO NOI SIAMO LAGUNARI PORTATECI RISPETTO bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI L'ATTREZZO,(inteso proprio...come quello lì) PER LE FANCIULLE BELLE E' SEMPRE TOSTO E GROSSO bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE NON CI CONOSCETE GUARDATECI LE P...E,(inteso come corredo di quello lì) NOI SIAMO LAGUNARI,LE ABBIAMO ROSSE E GIALLE bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal SE LA CORRENTE ELETTRICA E' UNA CORRENTE FORTE CHI TOCCA IL LAGUNARE,PERICOLO DI MORTE bombe a man e carezze col pugnal bombe a man e carezze col pugnal (solista): bombe a man e carezze col pugnaaaaaaaaal!
NOTE: 1) Nella versione ai tempi cantata,molte volte veniva sostituita nella prima strofa, il verso "AL GRIDO DI SAN MARCO",con il verso "DEL BATTAGLION SAMMARCO", cosa che poi rientra naturalmente nel fatto che tale canto era ereditato, almeno all'Isonzo, dalla sua origine collegata appunto al Battaglione San Marco. 2) Sempre nella versione in oggetto, il termine italiano "CAREZZE" era normalmente interpretato con il termine in dialetto veneto "CARESSE". 3) Questa canzone è "costruita" sulla falsariga (testo e musica) di una "Marcetta" in auge in un certo periodo storico, questo non vuol dire che gli scriventi ne promuovano in alcun modo possibili attinenze o sottointese relazioni! Con Stima ed Amicizia. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri.
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From: Roberto Domeneghetti <domelia@libero.it>
Ciao sono C.M. Domeneghetti Roberto detto il Barba sono alla ricerca di tutti coloro del 10° S 80 della Prima Compagnia Meccanizzata "Marghera". SAN MARCO a tutti! Roberto Domeneghetti
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From: Guido Alessandro
Ciao Pierangelo, sono Guido, in questo momento mi trovo all'aeroporto di Sidney, sto tornando verso casa, dopo 10 giorni di mare.. e che mare, c'é stata una notte di mare forza 10, che aggiungere, penso possa bastare. Venerdì mattina arrivo a casa, ho visitato il sito, sei un grande!!! San Marco! Guido
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From: Luca Casiraghi <luca.casiraghi@unes.it>
Dopo tanti anni finalmente vi ritrovo..... corro subito a prendere le foto del mitico 10° 93 sepolte in un cassetto, e la mente vola ai momenti più duri da superare ma più piacevoli da ricordare. Vi ho ritrovato navigando, e vorrei subito salire a bordo, il tempo a mia disposizione non e molto, ma vorrei contribuire inviandovi del materiale fotografico e iscrivendomi all'A.L.T.A. San Marco a tutti! Luca Casiraghi Caporale del mitico 10° S 93
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From: Sala Situazione SME
Bravi, continuate così e ... sempre San Marco!!! da un Lagunare temporaneamente lontano dal Reggimento.
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From: Alessandro Amicone <alessandroamicone@virgilio.it>
Ciao sono il CM Amicone Alessandro del 10 Sc 98 in congedo. Vorrei tanto salutare la mia vecchia Compagnia Comando e Servizi, ed in particolar modo la sezione Conduttori, la lista da elencare è lunghissima ma alcuni nomi sono obbligato a farli partiamo per ordine di grado: Cap. Liberti - Cap. Murri ( il grande ) - Ten. Mansutti ( il mito ) - M.llo Mossa ( il saggio ) - 1° CM Conticchio (e tutti quelli con cui ho avuto l'onore di collaborare ) - CM Terio - Labellarte - Sindoni - Ruggeri - Labozzetta - Marasco - Panebianco - il Laziale ( sicuramente oggi 1° CM Maggiori ) e tutti quelli che hanno fatto grande la Compagnia Comando e Servizi sia in territorio nazionale che in Missione Umanitaria in Kosovo nel 1999/2000.........SIETE GRANDI!!!!!! Sinceramente ho una certa nostalgia di tutto quello che mi apparteneva come vita militare mi mancate VERAMENTE.... potrei sembrare molto retorico in quello che dico ma vi posso assicurare che in questo momento è il cuore che parla...... e per quelli che non mi conoscevano posso assicurarvi che il corpo in cui vi trovate è il migliore che l'Esercito Italiano possa offrire, ed io ne sono testimone del fatto che una volta usciti rimarrà per sempre un vuoto incolmabile di amarcord e di amicizie che solo la vita militare può mettere a disposizione. Con la speranza che un giorno possa ritrovare tutti i miei amici vi mando un saluto affettuoso. Un Lagunare, orgoglioso di esserlo stato. Amicone Alessandro.
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From: Fernando Cova <fecova@tin.it>
Mi ricordo che al Lido nel 1966, il Sottotenente cpl. Serpieri aveva composto una canzoncina sulla musica dell'inno dei Marines che faceva: Lagunari noi siamo, di san Marco e del leon, sulla terra combattiamo e dal mare noi veniam. Fa tremar la terra e il mare uno sbarco lagunare. Lagunari noi siamo, di San Marco e del leon.
Chi se la ricorda, allora la cantavamo tutti. A proposito di canzoni quali sono quelle cantate adesso (a parte l' inno)? Io mi ricordo:
E la corrente elettrica è una corrente forte, chi tocca il Lagunare pericolo di morte bombe a man e carezze col pugnal Boom
Ciao a tutti e San Marco!Fernando Cova
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From: Nico Niero <niero.nico@tiscali.it>
Un caloroso saluto ai Baffi malefici di Bergamo da un vecchio Lagunare dell' 11° s 76. Sempre San Marco! Nico Niero
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From: Dino Doveri <d.doveri@libero.it>
Ed eccoci qui di nuovo. É comunque un conforto, l'aver ricevuto durante l'interruzione, da un numero così consistente di "Lettori Lagunari", continue ed innumerevoli sollecitazioni nel portare a compimento quei miei racconti che il Direttore Zanotti (troppo buono), ha voluto titolare "Racconti di naja di Dino Doveri". É un conforto perché se è vero che molti mi hanno dimostrato grandi vette di distacco, intolleranza ed idiosincrasia, è pur vero che da molti ma sopratutto da coloro che io stimo "Veri Lagunari", ho ricevuto segni di apprezzamento, comprensione e concreti segnali d'amicizia. Un ulteriore grazie anche al Direttore Zanotti, che mi ha offerto in tempi quantomai NON SOSPETTI, l'incarico di "redattore" nell'ambito del presente Sito. Eravamo rimasti nel mio racconto a puntate, dove vi dicevo che avevo optato per il trasferimento dal Btg. Anf. "Marghera" presso il Btg. Anf. "Isonzo" in quel di Villa Vicentina. Sicchè un bel giorno d'Agosto mi sembra, mi comunicano che l'indomani dovevo fare i bagagli onde essere trasportato alla futura destinazione. Avevo previsto un trasporto in CM ed invece in tarda mattinata mi reco al Corpo di Guardia dove ad attendermi trovo una Campagnola con altra gente imbarcata di cui non conosco i motivi di trasferimento. Datosi che "Villa Triste" era largamente pubblicizzata tra di noi come Battaglione di Punizione, stabilii che i suddetti erano lì con me ma a differenza di me, a causa di un trasferimento relativo ad una punizione, ma non stetti lì ad indagare perché nel breve periodo di naja fino ad allora vissuto, di tipi che passavano da condizione di calma apparente a stato di schizzofrenia acuta, c'erano o ci facevano, questo no lo so, ne avevo visti abbastanza. Qui vorrei aprire una parentesi, perché un alto ufficiale in congedo che a suo tempo mi sentì proferire questa definizione, Battaglione di Punizione per l'appunto, ebbe a controbattere asserendo che "Villa Triste" veniva definita "Battaglione di Punizione" solo perché essendo i Lagunari quasi tutti veneti, essere trasferiti laggiù in Friuli, diveniva una "punizione"; ne, a suo avviso, vi si attuava una disciplina più rigorosa degli altri Battaglioni Lagunari, ne mai in realtà, a parte le leggende createsi tra i Lagunari, vi si erano ravvisate situazioni tali da affibiargli quel nome. Contrariamente a quanto asserito da questo alto ufficiale in congedo, un'altro Ufficiale in congedo che presso l'"Isonzo" aveva prestato servizio, più volte si esprimeva in mia presenza ed anche in pubblico, con più o meno queste parole:"....ed all'"Isonzo" ebbi al mio comando allora, un discreto gruppo di "autentici delinquenti" nel vero senso della parola, con i quali in seguito ebbi grandi soddisfazioni.Tutti in poco tempo di "dura disciplina", riuscirono ad arrampicarsi, il sotto scritto compreso, sul pennone della bandiera in piazza d'armi e gli stessi delinquenti sotto il mio comando durante un'esercitazione notturna con temperatura disumana, riuscirono presso il ponte di Bevazzana (Bibione), ad estrarre dall'acqua, tirandoli fuori per i capelli, gli Incursori del Comsubin che in simulazione erano della fazione opposta....". Certo, elucubrandoci sopra anche adesso, il Battaglione di Punizione non è che ci stia tanto sbagliato in relazione al racconto in cui i protagonisti erano degli "autentici delinquenti" e la regola, una "dura disciplina". Chiedo venia,ma ogni uno ha le sue convinzioni. Io le mie. Chiusa parentesi, ma le facce poco rassicuranti dei miei compagni di viaggio, Battaglione di Punizione o no, mi fecero ritenere più saggio non alimentare raffinate conversazioni. Durante il viaggio, che toccava gli snodi abituali del tempo, Portegrandi, San Donà di Piave, Portogruaro, Latisana, Torviscosa, la Triestina Alta per intenderci, riandai con la mente alla mia esperienza appena terminata al "Marghera". Posto strano, misterioso (almeno per me), atipico. In confronto alle grandi caserme che avevo visto durante il soggiorno e spostamenti relativi al CAR, Pesaro, Fano, Falconara, Ancona, la caserma di Malcontenta era totalmente l'opposto: le prime, grosse entità da 3/4 mila militari, sviluppate in verticale con palazzoni enormi, percorsi di guerra di un'estensione terrificante (per chi doveva affrontarli), piazze d'armi infinite; la seconda, a parte la palazzina A. Bafile, che allora si chiamava con il perentorio appellativo di "caserma", alta due modesti piani, si sviluppava in anonime vecchie costruzioni anche queste da uno al massimo due piani. Strana e misteriosa quella costruzione da cui ricavarono proprio in quel tempo, il Circolo Sottufficiali (opera portata a termine esclusivamente dal "Minuto e Mantenimento" interno alla caserma), di cui ricordo il rinvenimento di strani ed enigmatici "vasconi" o cilindroni in metallo di cui si opinavano le più strane attinenze. Misterioso quel via vai di camion militari che percorrevano tutta la caserma, sempre a teloni abbassati, a volte scortati da auto di servizio della Polizia di Stato, per poi sparire oltre cancello del "comprensorio", verso quella che verrò a scoprire essere la "Polveriera". Noi, poveri e semplici ragazzotti, ci facevamo su, tutta una serie di discussioni:...ci portano i missili...quelli a Testata Nucleare, (ora mi vien da sorridere della nostra ingenuità),...no accidenti...lì sono immagazzinati i proiettili per i grandi semoventi di chissà quale altro reparto....ma valà...non vedi che a volte ci vanno dentro anche i mezzi della Marina Militare...può darsi che vi siano delle munizioni per i grandi cannoni navali...oppure chissà che altri segreti vi si potessero celare. Quelli che ci avevano fatto la Guardia per settimane, ci dicevano che c'erano dei capannoni più o meno mimetizzati nella folta vegetazione, dove si effettuavano continui andirivieni con casse non meglio identificate....il mistero rimane più fitto, anzi si alimenta da solo! Per cui un bel giorno, mi si dice di montare su di un camion con altri due o tre Lagunari per andare a prendere le munizioni per il "Mortaietto" da 81mm., perché sarebbero servite per i "tiri" che si stavano effettuando al poligono naturale di "Montereale" sopra di Aviano. Io pensavo di vedere il CM dirigersi fuori della Caserma, ed invece mi rendo conto che stiamo prendendo la direzione opposta, cioè verso misteriosa "Polveriera". Sarà perché sono sempre stato attirato dalle vecchie, strane ed oscure costruzioni militari, quando finalmente entrai percorrendola nella sua totale estensione sino al presentarsi al mio occhio, dei caratteristici e familiari contorni della Laguna, ebbi la soddisfazione dell'appagamento di quando ti si svela un'imperscrutabile arcano. Fui molto colpito da un ammasso di cilindri di cui in lontananza non individuavo la natura, ma che dopo, ad un attento sopraluogo, si rivelarono per cannoni, di piccole dimensioni, per la verità,ma sempre cannoni erano,magari smontati chissà da quale unità navale, perché di cannoni di nave si trattava, magari, dalla forma, del periodo 15/18 o giù di li. I capannoni immersi nella macchia boscosa, come se la preoccupazione maggiore fosse stata quella di renderli inindividuabili dall'alto, alimentavano il mio spirito indagatore, ma... non mi fu dato di sapere. In uno, prelevammo un esiguo numero di casse e ce ne tornammo in caserma. Non ne seppi più nulla sino a quando non mi associai all'A.L.T.A e così frequentai di nuovo una realtà dimenticata nel tempo, finalmente seppi anche da fonti esterne, cosa era la "Polveriera".Mistero....Signori.....Resterà mistero. Poi mi venivano in mente, le piccole cose di tutti i giorni: la mensa, rancio immangiabile, almeno a quei tempi, le bottigliette da mezzo litro di vino rosso che contenevano un sedimento di cristalli di almeno tre centimetri....l'esibizione all'ora di pranzo presso lo stesso, di un complessino musicale di cui faceva parte un mio commilitone coetaneo e compaesano in forza alla Piave, che si dannava a picchiar fendenti alla batteria...il distributore automatico di Coca Cola in testa al corridoio d'uscita della palazzina Bafile, che letteralmente ci salvava dalla sete estiva, ...i casini allo spaccio truppa dove per avere un paio di cordoni, dovevi perdere una vita...le camerate con il pavimento di piastrelline esagonali color rosso scuro che dovevano splendere come le stelle...le notti afose e umide di Malcontenta, illuminate in lontananza dai fuochi arancioni dei camini delle raffinerie industriali...i boati intermittenti causati da chissà quale processo chimico-industriale dell'inferno di Marghera...il catino con il quale avevi le prime esperienze in fatto di "bucato", dove ammollavi per tutta la notte, mutande e calzini per poi il giorno successivo stendere al sole appagati da quella sommaria igiene fa da te...la casetta del sarto, ripida scala di legno dove un brav'uomo dall'età indefinibile, ti sistemava un scucitura, ti accomodava la mimetica, rendeva umana la dimensione del cappotto...le zanzare del "comprensorio che ti mangiavano vivo e di una dimensione inusitata...la guardia come si usava al tempo, in garritta fuori della porta principale, dove dovevi immobile come una statua tirar l'occhio come uno schizzoide per individuare chi usciva od entrava e quindi sbattere il piede con il segreto desiderio di spaccarla per fargli vedere tu al quel testina dell'Ufficiale di Picchetto, se non riuscivi a farlo....il ricovero all'Ospedale Militare di Padova per via della vicinanza di branda con un commilitone al quale avevano diagnosticato una signora Epatite: il commilitone lo vidi in seguito per cui se la cavò, i nostri esami furono negativi e all'Ospedale Militare di Padova che aveva una cucina che in confronto a quella del "Marghera", era a dir poco sontuosa, non facemmo altro, grazie ad una Suora (che Dio l'abbia in gloria), ad ingurgitare doppie razioni di tutto e poi abbandonarci al sonno ristoratore, abitudine che al Btg. Anf. "Marghera" s'era persa perché di fatto, impraticabile. E poi, e poi, e poi.... come dice la famosa canzone, e poi ne avrei ancora un sacco e una sporta (borsa della spesa, in italiano corretto), da ricordare e raccontare: impressioni, flash, aneddoti, puttanate, ma stavamo arrivando all'incrocio di Cervignano del Friuli, il Capomacchina mi suggerisce di memorizzare quel posto e la strada successiva perché sarebbe stata una delle chiavi dei miei futuri spostamenti da e per Villa Vicentina. Dimentico il Btg. Anf. "Marghera" e mi concentro su quello che sta arrivando; arriviamo ad un incrocio che indica da una parte Grado e dall'altra Villa Vicentina (chissà poi perché, mi chiedo in quel momento, sono andati a mettere quel "Vicentina" ad una "Villa" situata in Friuli...lo scoprirò trentasei anni dopo durante una visita A.L.T.A. alla caserma ormai in disuso), facciamo qualche centinaio di metri e mi appare un classico muro di cinta di foggia militare su cui all'entrata, fanno bella mostra le due colonne del portale, dipinte con le familiari ormai, striscie oblique giallorosse. Mi rassicurano: penso siamo ancora tra i nostri. Cosa poi io intendessi con "siamo ancora tra i nostri", allora non mi era ancora ben distinto...ora lo so...quel sentimento si chiama "Spirito di Corpo" e solo i VERI Lagunari lo capiscono, oggi come ieri, ieri come oggi! Alla prossima....speriamo. San Marco!!! Lagunare Dino Doveri.
P.S.:non voglio più usare quel termine "Lagunare in congedo" con il quale mi firmavo.mi è venuta una folgorazione: se sei stato un Vero Lagunare, tale rimani finché campi e toccando quello che di solito si usa in merito a questi frangenti, un Lagunare rimane tale anche dopo. Se non lo sei stato un Vero Lagunare, non lo sarai mai. A prescindere da Tutto!
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From: Fernando Cova <fecova@tin.it>
Aiutato da un buon bicchiere (forse due) di graspa mi sono addormentato. Non ho dormito bene, avevo degli incubi: vedevo, in sogno, il degrado della "mia" caserma Pepe. Poi il miracolo vedo arrivare un angelo e la caserma risorge. La caserma era diventata per parte un museo del Lagunare e dall'altra un albergo, ed io mi aggiravo felice. Possibile che non ci sia qualche Lagunare (non uso ex perché si è Lagunari per sempre!) che sia ricco di famiglia od abbia fatto soldi al quale sia rimasto un pò di cuore, potrebbe essere il capofila di una cordata alla quale ognuno di noi possa partecipare per acquistare (se possibile) la nostra Caserma e ristrutturarla per........ (alla lunga potrebbe essere anche un buon investimento). Se siete arrivati fin qui mi avrete già dato dell'imbriago, mi piace pensare che se una cosa si può sognare si può fare. Un abbraccio a tutti. Fernando Cova
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From: Dino Doveri <d.doveri@libero.it>
Caro Direttore Zanotti, sono stato quanto mai combattuto se rispondere pubblicamente o no, alla lettera a me indirizzata, inviata al Sito dal M.llo Alessandro e relativa alle problematiche sortemi con A.L.T.A. Ma ho deciso alfine di rispondere, innanzitutto per rispetto verso quella persona che io ritengo essere un Lagunare con la elle maiuscola, poi perché dopo un periodo di tempo abbastanza sufficiente per conoscerlo appieno, lo considero ora un Amico. Voglio precisare che il concetto di amicizia, secondo me, assume una seria connotazione e dove la componente essenziale diviene la lealtà. Io avevo dato per scontato che l'essere o l'essere stati Lagunari fosse stata tale scuola di vita da far propendere, chi più chi meno, la propria moralità verso questa grande virtù che appunto è la lealtà. I casi della vita mi hanno fatto riflettere su questo, ma oggi non ho dubbi, il M.llo Alessandro Guido, sempre che Lui me ne dia licenza, è annoverato nella esigua lista dei miei veri Amici! L'Articolo 7 dello Statuto dell'A.L.T.A. prevede che se si verificano situazioni di contesa all'interno dell'Associazione o se accadano casi in cui si debbano esternare critiche alla stessa, questo avvenga "all'interno" dell'Associazione ovviamente con lo scopo di risolvere le divergenze in forma "privata" per ovvi motivi. Della mia penultima inviata al Sito di Bergamo il 4 Maggio 2002, evidentemente interpretata per una forma di protesta e di critica qual'era, è stata fatta una valutazione dal Consiglio Nazionale, tale da potervi rinvenire delle connotazioni d'inosservanza del suddetto Articolo 7 dello Statuto. Non sto qui a disquisire su come venga interpretato, da chi, come o in che misura,il suddetto Articolo. Non sto qui a raccontarTi nel frattempo cosa sia o non sia successo, perché potrei trovare taluni che ne potrebbero ravvisare la stessa inosservanza di cui sopra e magari reinnescare la polemica appena sopita (questo detto con il massimo rispetto per le opinioni altrui), sta di fatto che le cose hanno preso una strada tale che ho ritenuto di ricominciare la mia collaborazione con il Sito, in attesa di completa definizione. É comunque vero che i sentimenti che hanno causato l'interruzione provvisoria del rapporto con il Sito, hanno fatto si che il mio vivere l'Associazione come lo intendevo precedentemente, verrà di molto modificato. In positivo od in negativo mi chiederai Tu? Dipenderà da cosa il futuro riserva. Di sicuro tuttavia tengo a precisare che nei confronti dell'Associazione niente c'era e niente c'è: sono i singoli che in questo contesto, emergono; vi si annoverano infatti anche Lagunari di grande levatura e carattere e chi siano loro stessi lo intuiscono dalle mie parole e dalle cose tra di noi intercorse. Poi vi sono cert'altri con un concetto spiccatamente personale di educazione e di rispetto: certo, ho riflettuto a lungo, questi vengono poi considerati da tutta l'Associazione, per quello che sono, quindi non determinanti o anche ininfluenti. Di una cosa comunque debbo ringraziarTi caro Guido, il Tuo apprezzamento per essere rimasto in silenzio in attesa, come Tu ravvisi, pur essendo stato fatto oggetto di "mobbing", eufemisticamente esprimendosi, mi da la spinta di rinnovare anche per il 2003, la mia adesione all'A.L.T.A. Grazie del sostegno morale ancora e ripetendomi per un'ulteriore volta, (so che anche dal Polo Sud verrai a visitare il "nostro" Sito), Ti esprimo con gli altri veri Lagunari comuni amici, il rinnovarsi dei nostri migliori Auguri di una splendida riuscita del Tuo ulteriore soggiorno in Antartide: noi siamo tutti convinti che come in passato terrai alto il prestigio dei Lagunari in servizio ed in congedo e dell'Isola dei Pirati, ma sopratutto di tutto il Rgt. "Serenissima".Attento alla "Foca Lagunare". San Marco!!! Lagunare Dino Doveri.
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From: "Maurizio Tiberi" <maurizio_tiberi@virgilio.it>
Carissimo Lagunare Doveri, mi lusinga molto il fatto di aver attirato la sua attenzione,con il mio precedente messaggio ma mi creda, parlare con lei, che é appartenuto alla specialità o al Mar. Capo Guido all'epoca Sergente..mi da delle forti emozioni. Sarà forse perché il cosiddetto cordone ombelicale con il Reggimento non si é ancora spezzato, o forse un'intensa parodia nostalgica non mi ha mai abbandonato, fattostà che sono qui a risponderle coscienzioso e fiero di farlo. I Lagunari a mio avviso, vengono probabilmente addestrati a non dimenticare, e mi creda, a parte qualche nome, io non ho dimenticato nulla. La storia di colui che all'epoca era il Sergente Guido, fu una cosa da me considerata di poco conto... ma negli anni rivelatasi importantissima, e come dice lei Doveri, colma di stima e considerazione per quello che un tempo era solo un sergente... poi nel tempo divenuto una colonna portante per la compagnia mezzi nautici e per tutta l'isola dei pirati. Ricordo ero di piantone notturno alle camerate ed aspettavo il cambio, mentre Guido, Sottufficiale di ispezione o picchetto ora mi sfugge. venne in compagnia comando era mattina presto io ero esausto dalla notte. Lui in tutta fretta si accingeva ad entrare in camerata per dare la sveglia io allora dissi la fatidica frase: Guido dove va? Lui mi rispose (ricordo benissimo) "Scusa come hai detto?" ed io di nuovo "Si dove va Guido...la sveglia é tra 10 minuti". Come era giusto mi beccai un attesa punizione, anche se il giorno dopo fui tolto dalla tabella. Vede Doveri, io ero consapevole gia all'epoca di avere esagerato, e mi creda non é retorica se le dico che da quella punizione, ne ho tratto benefici anche nella vita civile. Il giorno dopo incontrai Guido in battello e mi disse testuali parole: "Non ti dimenticare che ho un baffo dorato sulle spalle e che quella é una caserma. Pertanto il rispetto é dovuto, fermo restando che fuori di qui sarà uguale a meno che sia io a pensare il contrario". Mi sbattei sull'attenti e dissi signorsi signor Sergente. E da li capii che se la sera volevo incontrare quella che adesso é mia moglie, dovevo dimenticare i Nomi ma ricordarmi di più i gradi. Da allora in poi cosi feci. Ora ricordo con molto affetto il Maresciallo Capo Guido Alessandro, e lui ne é consapevole visto che gliel'ho detto anche in privato. So che ha alle spalle delle imprese eccezionali e tante altre ne avrà da fare ma mi creda Doveri era iperattivo anche all'epoca. In quanto a lei, la ringrazio moltissimo per aver risposto pubblicamente al mio messaggio, la cosa non può che farmi felice ed oltremodo desidero unirmi al Direttore Zanotti nel darle il mio più caloroso ben tornato. Aggiungo inoltre che tutti i Lagunari che si ricordassero di me, sono invitati a scrivermi. Un grazie a tutti e sempre San Marco! Maurizio Tiberi
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From: "Guido Alessandro"
Ed ecco il ritorno del mitico Dino DOVERI, dove sei stato? Mi devi ancora spiegare.. anzi correggo CI DEVI spiegare che fine hai fatto! Vogliamo sapere tutto! Sei sparito per troppo tempo, tanto è vero che si era pensato di rivolgerci a qualche programma televisivo specializzato, ma poi il dubbio e sorto quando dovevamo scegliere tra “chi l’ha visto” e un giorno in pretura… Caro Dino sei un Uomo troppo leale per rendere pubblico quello che ti è stato fatto, solo un Uomo corretto e ricco di dignità come te ha saputo sopportare con senso del dovere la violenza a cui sei stato sottoposto, perché l’atteggiamento che è stato adottato nei tuoi confronti non può che essere definito come tale. Non mollare di seguire i tuoi obiettivi, non lasciarti intimorire da chi è buono solo ad alzare la voce per poi nascondersi dietro al potere che riveste, se c’è un malumore bisogna scavare per cercare capire, se si vogliono risolvere i problemi, una cosa è certa, i problemi non li risolvi con la tecnica del mobbing, che io considero un atteggiamento vile da parte di chi esercita un potere nei confronti di un subalterno isolandolo dalle attività, anche dalle più banali. Dal momento in cui si accusa una persona bisogna subito formulare un verdetto, l’attesa troppo lunga svilisce le situazioni, offende la dignità e il buon senso di tutti, rende meno credibile i preposti a svolgere le funzioni di controllori. Caro Dino domani vado in Antartide, parto sapendo che finalmente il Lagunare Dino DOVERI è tornato a farsi sentire, leggeremo le tue storie di vecchio Lagunare, ascolteremo una delle più autorevoli memorie storiche dei Lagunari uno dei pochi che ogni tanto si fa vedere in caserma per raccontare cosa erano i Lagunari qualche anno addietro. Chi ti conosce dell’isola dei Pirati ti ammira e stima moltissimo, spero che questo ti basti per andare avanti, noi siamo con te, con stima e ammirazione San Marco! Guido Alessandro | ||
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