iron recon 2010 "operazione perseus"
Ecco a voi una sintesi dell'esercitazione in oggetto a cui ho partecipato nel ruolo di contro-interdittore.
E' stata pesante ed impegnativa ma molto reale e divertente, non vi erano primo o ultimi posti, bravi o meno bravi ma nello spirito con cui è stata impostata, ognuno si misurava con le proprie capacità e abilità. San Marco!
Gianni Mimo
II Serie d'immagini
L'esercitazione di ricognizione profonda della durata di 72 ore continuative denominata IRON RECON "Operazione Perseus", è stata organizzata dall'OTSG "Operative and Tactical Shooting Group" in collaborazione con i gruppi aderenti all'associazione dei Fratelli della Costa, ed ha coinvolto oltre a gruppi molto specializzati di Hard Soft-Air anche membri aderenti alla riserva militare ed associazioni.Di seguito a completamento di quanto già pubblicato, sono disponibili altre fotografie e due debriefing sulla missione fatti da alcuni teams operanti come interdittori.
Debriefing KTeam
Da tempo cellule terroristiche palestinesi sono attive in atti di terrorismo finalmente, le ultime azioni di intelligence hanno dato i loro frutti,nella regione interessata si ha certezza della presenza di armi di distruzione di massa....si parla di missili a lunga gittata SHABAB predisposti a contenere testate chimiche, di batterie antaeree SAM con la probabile presenze di istruttori IRANIANI nei vari campi.
L'ONU ha deciso di intraprendere un'azione militare occultata per verificare la presenza di dette armi e sopratutto atta a certificare la presenza in zona di un ostaggio da lungo tempo in mano ai terroristi.
Dopo giorni di attesa siamo finalmente arrivati all'ora X il Comando Operazioni Speciali ci ha incaricati di svolgere una missione di ricognizione e di identificazione in un territorio posto nel nord del Libano, data la pericolosità e l'alto numero di forze ostili in zona siamo costretti a prepararci una storia di copertura in caso di una nostra cattura. La missione prevede 3 punti principali ed indissolubili:
Ricognizione della zona(circa 35km/q), successiva identificazione di personale ostile e relativo armamento.
ricognizione ed illuminazione delle armi terra-terra
ricognizione e certificazione presenza dell’ostaggio
I compiti dovranno essere svolti in assoluta segretezza e dovranno riportare il maggior numero di info possibili. Vista la presenza di batterie SAM è sconsigliabile un aviotrasporto,si decide che saremo sganciati da auto civili nei pressi dei limiti della zona di interesse.
Sono al comando del KTeam recon, costituito da 4 operatori con esperienza non superiore ad operazioni H24 ma fortemente motivati.
Prepariamo l'attrezzatura da ricognizione e viveri per circa h72 e ci prepariamo la nostra storia di copertura. Per questo prendiamo spunto dal SAS...racconteremo una prima balla e la terremo finché non saremo in pericolo di vita, dopo racconteremo la seconda balla con la speranza che venga ritenuta attendibile.
La prima storia sarà che siamo una pattuglia della polizia militare libanese che stava inseguendo dei trafficanti di droga (gli ultimi rapporti in merito parlavano molto chiaro sul crocevia libanese) e che casualmente eravamo finiti nei pressi della zona calda.
La seconda racconterà che siamo truppe speciali libanesi che operano un controllo del territorio in cerca di recon team israeliani, abbiamo preparato i passaporti falsi con i nostri nomi e foto....sperando di non utilizzarli.
Abbiamo un piano d'azione ben stabilito...nulla sarà lasciato all'improvvisazione, ci infiltriamo in AO dalla carrabile asfaltata che corre a Nord della stessa, la percorriamo per circa 1,8 km, ci inoltriamo a sx su di un sentiero che corre in direzione Sud per circa 300 mt, seguiamo il muro a secco e ci ritroviamo su una linea taglia fuoco, da li troviamo un altro sentiero che tra frasche e rovi, ci porta su una piccola carrabile sterrata......è la via che ci condurra' alla prima zona cache....in totale percorriamo circa 6,4 km ci fermiamo e troviamo un punto adatto per bivaccare.
Siamo a circa 300 mt dalla fattoria ritenuta zona calda, in quota +60mt rispetto alla struttura...ottimo punto di osservazione in sicurezza.
Sistemiamo le nostre monoposto e ci alleggeriamo dei iniziamo l'osservazione....da subito notiamo 2 operatori armati con armi leggere posti di guardia sul tetto, uno di loro ha un fucile di precisione con ottica....probabile 24 ingrandimenti decido subito di immortalare la scena...click...ok shemmag bianca tipica di Hamas notiamo anche un bel missilone sotto la finestra...ben occultato.
ZULU H16,00 gmt+1 si decide di fare una recon leggermente piu avanzata....l’ostaggio è li ma dobbiamo averne la certezza, con un altro operatore ci si dirige su di una roccia di fronte al nostro bivacco....... praticamente siamo sulle teste di Hamas a circa 70mt in quota +55mt........ si inizia con l’osservazione........ dannazione dopo poco uno di noi viene notato da una pattuglia in ricognizione....... questo li sbeffeggia e come un gatto salta giu dal sasso...la scena che mi si para davanti è comica... strappa un cespuglio e se lo mette davanti...... 2 operatori di Hamas giungono sul sasso......sento i santi che tirano giu'....la tensione sale...traguardano anche in direzione del bivacco...ma siamo controluce e loro non vedono praticamente nulla....gli altri due operatori del team si dileguano....le ricerche durano circa 35 minuti tra le fila di Hamas anche una donna molto agguerrita che raffica la vegetazione, dopo circa 40 minuti abbandonano le ricerche purtroppo...niente foto ma tante risate e la certezza che ci siamo ancora tutti.
A questo punto il sole cala, ci prepariamo la pappa e ci predisponiamo per una recon notturna..... indosso il visore e inizio l'osservazione........H20,00 cambio guardia...una rav 4 si avvicina scarica gli operatori e poi riparte....ok.
H21,25 fine osservazione....tutti a nanna...sveglia alle H05,00. Il freddo punge ed un bel tè caldo ci rimette al mondo, smontiamo le tende occultiamo gli zaini e partiamo in direzione centrale su AO.
La nostra via è la rete di sterrate che si snodano lungo tutta AO, camminiamo veloci, vedo un buon punto per ricognire l'area....ok mi sgancio...il resto del Team si occulta nell'intrico della vegetazione.....mi arrampico come un muflone.....a volte rischio...ma la voglia di raggiungere la vetta e tanta, raggiungo il punto più alto.......il vento mi avvolge....il silenzio e la purezza di quel luogo mi fanno sentire sulla vetta del mondo....intorno a me solo silenzio l'unico rumore....il vento che scorre tra le rocce....spero di intravedere qualcosa che faccia di quel momento....un momento unico....ma nulla rompe il mio sogno all’improvviso una raffica di ASG....cazz....viene da molto lontano....dal monte Abbalata....si odono urla e spari.....intravedo delle sagome ben distinte sulla cima di una formazione rocciosa.....abbigliamento nero......e shemmag bianca....c......quelli di ieri...ma non si danno pace sti arabi..... Torno al Team comunico il mio intento ragazzi lassù c'è qualcosa di interessante.....senza commentare ci prepariamo alla scalata......la mia voglia ed intraprendenza mi fa venire voglia di tracciare una bella linea dritta....tra noi ed il monte......si può fare...è una macchia bassa e si può passare....senza passare sulla sterrata..... purtroppo ci sono troppi incroci....sicuramente sorvegliati......non voglio finire male....il Team mi mostra il suo lato debole....mi sento fin troppo protettivo...fan... si va per la strada.... Iniziamo la marcia... L’esploratore a 30 mt avanti noi in colonna dietro di lui, a circa 200 mt dal primo crocevia intravedo un cazzo di tubo alto circa 7-8 mt.....acc.... forse il missile???
Mi butto sullo sporco con un altro.... e scopriamo una bella centralina elettrica.......hhhuaaaaaaaaaa ok...si trova al primo incrocio.....respiriamo profondo riprendiamo la marcia in tensione. Comincia farsi a sentire........MACCHINAAA.....caz... ci buttiamo nella fitta vegetazione...passa una Jeep, ok facciamo il punto mappa....decidiamo la via con molta attenzione... la strada si snoda con pendenze abbastanza forti...e la tensione fa il resto......sentiamo dei passi sostenuti....ributtiamo nel verde.... ci sfiora una bella pattuglia di 6 operatori........parlano e camminano..... ci guardiamo negli occhi.... il sudore ci solca le lenti degli occhiali.....ok siamo fuori.
Raggiungiamo il secondo incrocio....la mia intenzione è passare sulla sterrata che dirige verso Sud...l'altra è troppo diretta..il cartografo mi dice che è quella sulla dx... ma non mi quadra punto mappa....verifico e riverifico.... nel mentre altra pattuglia altri 5-6 terroristi......loro passano e dopo 2 minuti usciamo.......la sfiga vuole che non so per quale motivo, uno di quelli decide di tornare su....tranquillo come un bimbo....incrocia uno dei nostri, non so cosa gli sia passato per la testa...si gira e scappa... noi spariamo...sdrraaaaa...una piccola raffica....uomo morto....in quel momento mi si elettrizza il cervello....cazzzzoooooo viaaaaa viaaaaaaaa iniziamo a correre sulla sterrata...ci si infila nel verde........... dopo 300 mt circa guadagnato il fitto.....ci congeliamo come fossimo in un freezer..... sentiamo i passi della contro hanno sicuramente timore di entrare nel fitto, sento che comunicano al comando... ok siamo qui su strada....vi aspettiamo. Nella mia testa piovono idee malsane.....dovremmo spostarci da li.....anche con rumore ma dovremmo farlo, la speranza è che non ci trovino. Arriva un primo mezzo...dopo poco ne arriva un secondo....ci cercano...un operatore mi arriva a 2 metri poi desiste sento che comunica....sono io...torno su strada.....quasi quasi ci credo.....ma nulla...qualcuno insiste...è qui è qui dobbiamo trovarlo. Rincominciano ad entrare...stavolta in numero superiore.....uno mi passa a meno di 1 mt....si ferma.. non mi vede...punta verso il basso....anche qui ci credo, la mimetizzazione casalinga fatta con rami e foglie fa il suo lavoro....gli si affianca un altro terrorista.....gira la testa verso di me.....intravede invece uno dei nostri, la sua bella faccina oramai con poco camouflage non rompe la sagoma....scatta l'ingaggio è l'inferno....cadono 4-6 terroristi ma ormai siamo fottuti......usciamo sulla strada. E’ una strana sensazione....ci guardano con rispetto e ci trattano con i guanti bianchi..... strano mooolto strano. Dopo un po' arrivano i mezzi per portarci al comando...ci incappucciano.... e spogli come alberi in autunno ci caricano sui mezzi.
Giungiamo al comando e qui inizia il bello, notiamo da subito la differenza...ci strattonano....ci deridono.....ci fanno inginocchiare... ci bagnano con acqua fredda arriva il Boss.....inizia con la sua tarantella....chi cazzo siete...che fate qui...tu fai il duro.. ecc ecc
Ci trasportano in un cunicolo umido e freddo....e ci fanno assumere varie posizioni di stress.....la cosa si fa al tempo divertente...al tempo mooooolto faticosa.... Durante gli interrogatori raccontiamo le nostre balle qualcosa però non quadra.....butto giù quasi subito la seconda balla.....il Boss mi parla chiaro....cosa sono tutte queste carte?? heee????
Dall'equipaggiamento di Q “maledetto” esce fuori di tutto... gli trovano:
il piano di missione dettagliato, book informativo, un ciuccio un biglietto per il Brasile, una fetta biscottata, un martello ed una sega elettrica.......cazzo e tu mi vuoi far credere che non ce l'avete con noi???
La mia testa ormai è una zuppa di pesce.....ma insisto.....lui mi dice....vedi...il tuo cartografo ti metterà nei pasticci...lo sai vero???
Se vuoi te lo regalo...gli dico.....ma null’altro.... Dopo circa 3 ore di maltrattamenti vari ci rilasciano........ mi sento una nullità ma sono incazzato nero....vorrei tornare qui ed attaccare quel cazzo di campo.... ma sarebbe inutile.
Ci rilasciano circa 1Km più in basso del punto di cattura, decidiamo di continuare....si va sull'Abbalata...ok???? Ci rimettiamo in marcia.....il morale è basso ma sono sicuro che qualcosa potrà riportarci alla giusta tensione.
Arriviamo sul monte alle H19,15...è buio pesto...il visore notturno ci aiuta..... propongo di aggirare la linea tagliafuoco e di avere un rendez-vous alla curva finale.....nulla....i ragazzi oramai sono fritti e belli impanati.....marciamo gli ultimi 300 mt in colonna da 4.... arrivati sullo spiazzo ...il vuoto.... non è possibile.....ci deve essere un qualcosa qui... .facciamo una recon.....esploriamo le vicinanze...ma nulla. Tutto tace... niente rumori... niente di niente... non mi va giù ma decido di rientrare alla cache, sono ancora convinto che possa essere ancora un posto sicuro.... ormai le attenzioni saranno tutte nel settore centrale di AO.
maciniamo un altro paio di km che ci dividono dalla cache.... arrivati ci montiamo le tende monoposto e mangiamo... noto che qualcuno non mantiene la giusta tensione.... lo redarguisco e mi butto in branda.... .neanche il tempo di chiudere la zip del sacco a pelo...... che sento uno dei nostri che parla con qualcuno.....chi c..... è????
Mi affaccio dalla mia villa ed una sure fire da 120 lumen mi abbronza la faccia........................................................... Decido in quel momento che la missione del KTeam è ormai terminata.....salutiamo gli smilzi......e buona notte.
La mattina inizia con un temporalone da paura.....sono le H07,00 con molta calma ci prepariamo e ingurgitiamo una bevanda calda, ok si parte..... parlottiamo tristemente tra noi ma davvero ci ritiriamo?
Mi viene quasi un malore......certo...la missione è fallita...siamo stati scoperti ed in una situazione reale ora saremmo in una scomoda situazione.....camminare forza!!
Marciamo per circa due ore e mezzo finché arriviamo al valico.... prendo il telefono.....vedo le mie dita che lavorano sulla tastiera... la testa mi invia messaggi...sarà giusto????..... ma si....drriiinn drriinnnnn.... mi rispondono dal C.O. riferisco che la nostra missione è finita... ci hanno scoperto la cache notturna... per noi non ha più senso continuare la recon.... esfiltriamo,.......ok ci vediamo presto.
Da li a poco.... su una delle tante salite udiamo voci CONTATTO CONTATTO.. penso....ce l'hanno con noi??? Mi affaccio e vedo che nella sterrata sotto di noi si muove una colonna a passo d'uomo......una Rav 4 con bandiera islamica verde.... con 10-15 terroristi a piedi che la proteggono.....
cazzo il messaggio di prima...... è l’ostaggio... lo stanno spostando verso sud.... filmiamo il convoglio, con la rabbia che ho potrei anche attaccarlo da solo....ma va cosi....capisco la cosa....sicuro nel mezzo di AO ci sarà la consegna ad Hezbollah ma ormai siamo fuori.... è un piatto golosissimo ma i patti sono chiari e non mi va di rimangiarmi la parola..... procediamo verso sud, dopo una curva vedo 3 mezzi fermi su di un incrocio sono Hezbollah...... che attendono il pacco.
A volte... anzi spesso.....è tutta una questione di...... fortuna. Dalle info ricevute al campo, scopro che la cache era stata segnalata verificando una carta topografica trovata "per caso" lungo il tragitto dalla macchina che ci ha trasportati quando siamo stati catturati.... Uno dei nostri l'aveva gettata in tempo ma purtroppo...... anche qui è questione di fortuna..... anzi di C...!!!!!
GIUDIZIO E PENSIERO
Mi assumo tutte le responsabilità per la mancata riuscita della missione,era troppo tempo che mancavo dalle zone calde e mi è mancata la giusta tensione per essere autoritario al punto giusto, ho fatto conto su di me... ho agito in automatico... come se io fossi il Kteam, dimenticando che c'erano altri operatori che giustamente andavano seguiti ed istruiti..... In tante missioni non avevo mai visto una mia mappa con dei segni sopra.... beh peccati di gioventù.....a conti fatto però dico che qualcosa di positivo c'è stato, gli equipaggiamenti di tutto il Team....e la voglia di rimettersi subito in gioco.......in esercitazioni come queste sono la cosa più importante.
K Team Operazione Perseus 72H
DEBRIEFING TRTeam
Il book missione prevede l’acquisizione di obj a media e lunga distanza, quasi tutti da documentare fotograficamente. Il background spiega che saremo soli e in occultamento per l’intera durata della missione, fino all’esfiltrazione, che avverrà grazie ad un nostro agente infiltrato tra i nemici. Dobbiamo recuperare informazioni sugli armamenti e le forze in campo, oltre ad individuare un’arma di distruzione di massa e la posizione di un ostaggio.
Una rapida occhiata alle aree sensibili indicate sulla mappa ci fa capire che dovremo trottare parecchio per completare la missione. Difficilmente riusciremo ad avere una cache o un accampamento occultato in un’unica posizione perché l’area è molto vasta. Diventa imperativo limitare al massimo peso ed ingombro dell’attrezzatura.
L’EQUIPAGGIAMENTO
Nelle settimane precedenti la missione cerchiamo alimenti nutrienti e gradevoli che ci possano sfamare rapidamente e durino fuori frigo per parecchio tempo. Proviamo ogni sorta di pasta, riso e cibo disidratato, ma niente ci soddisfa appieno… il gusto in qualche caso è anche gradevole, ma cucinarli sporca, consuma acqua e impiega tempo. Optiamo per prosciutto sottovuoto, nutelline, pan bauletto e noodles, gli spaghettini cinesi che non sanno di nulla, ma si cucinano anche solamente vuotando un bicchiere di acqua bollente in un sacchetto di nylon. Si possono poi tranquillamente condire con una passata concentrata o con cosa ci piace. Abbiamo trovato la soluzione ideale! Non sporcano e ci permettono di ridurre l’uso di fornelli. Per cucinarli portiamo un minifornello coleman per ogni coppia di operatori con una bombola da 100ml. Il tutto sta tranquillamente riposto in una gavetta standard. Ottimo lavoro!
Per quanto riguarda l’acqua se vogliamo limitare peso e ingombro dovremo soffrire… optiamo per pastiglie potabilizzanti e una micro pompetta che dovrebbero permetterci di bere l’acqua dei numerosi fiumi in AO. Riusciamo a ridurre così la quantità a 3 litri per operatore. Saremo “dipendenti” dai corsi d’acqua ma molto leggeri…
Optiamo tutti per asg corte e leggere, con 3 caricatori a testa, serie colt per poterceli scambiare all’occorrenza. Per l’acquisizione a lunga distanza decidiamo di lasciare a casa telemetri o ingombranti spotting scope che, pur utilissimi, ingombrerebbero parecchio. Le nostre foto ne risentiranno ma saranno decenti con dei monocolo 10-30x che porteremo nel tattico o appesi al collo.
Non portiamo cambi completi ma solo mutande, calze, under armour e un micropile. Oltre a un goretex completo. Per accamparci e dormire useremo una leggerissima bivybag snugpak e sacchi a pelo primaverili, lasciamo a casa materassini e quant’altro… l’unico isolamento con il terreno saranno il sacco a pelo e il bivy. Come ulteriore riparo dalla pioggia (quasi certa) portiamo un poncho a testa. Possiamo usarlo in svariati modi ma l’idea di base è che ogni coppia ne usi uno come tetto e uno come isolante dal terreno. Non proprio asciutto e confortevole come una tenda ma sicuramente leggero! Un nostro amico questa volta rimarrà a casa, ci dà una grossa mano nel pianificare lo svolgimento della missione sul campo. Ci concentreremo principalmente sull’ostaggio e sull’arma di distruzione di massa, cercando di stare insieme per la maggior parte del tempo. Ci divideremo solo per brevi periodi, presumibilmente in prossimità degli obj per ricognirli efficacemente.
E’ un GO!
DAY 1
Riusciamo a comprimere tutto nei nostri Eberlestock e in piccoli chest contenenti il minimo indispensabile per navigare e combattere. Seguiamo il briefing di del Comando eccitatissimi e partiamo!
Siamo all’estremità nordest della ZO, dobbiamo da subito attraversare il campo per tutta la sua larghezza fino all’estremità est per poter seguire la nostra pianificazione. Siamo freschi e marciamo velocissimi a bordo strada, non vediamo l’ora di poterci inserire. Primo obj da ricognire è una delle posizioni dove i terroristi potrebbero tenere l’ostaggio. Procediamo lentamente, scandagliando con i monocoli le montagne circostanti e poi ci dividiamo. Una pattuglia si avvicinerà da nord, mentre l’altra salirà in alto e seguirà i movimenti dei compagni.
A me e K tocca la parte più tosta ma meno pericolosa, mentre B e S arriveranno fino a 30 metri dalla casa bersaglio. Il crinale che dobbiamo scalare è ripidissimo e molto spoglio, inoltre abbiamo in spalla gli zaini pesantissimi che ci camalleremo per tutti i 3 giorni. Ci muoviamo a sbalzi, uno scandaglia i dintorni e l’altro sale, per poi fermarsi e fare a cambio. Giungiamo ad una bellissima postazione sopraelevata, che ci permetterà di dedicare la giornata ad osservare le vie d’accesso alla casa e la linea tagliafuoco che circonda il campo. Facciamo un rapido scan con la radio e troviamo le frequenze sia dei qg che delle pattuglie che stazionano nei dintorni della casa. Rileviamo 2 operatori fissi sulla cascina, 2-3 mobili a sud e li sentiamo comunicare via radio con una terza pattuglia che presumibilmente si trova più a est. Inoltre nei pressi della casa vediamo anche una postazione missilistica. Nessun segno della presenza di un ostaggio, anche dopo parecchie ore. Anche S e B non riescono a rilevare altro, e devono mollare la posizione quando i tango si allertano per il passaggio di un’altra pattuglia di interditori.
Manteniamo il POA ancora qualche minuto perché la posizione è davvero molto buona, poi io e K decidiamo di provare a svettare per osservare il versante orientale del campo, dove speriamo di riuscire ad individuare il campo di addestramento dei terroristi. Mancano un paio d’ore al tramonto e ci avviamo, con B e S che da valle continuano ad osservare il versante occidentale per informarci di eventuali osservatori “curiosi” con binocoli. Procediamo verso la cima con la macchia mediterranea che si fa più dura e fitta, la attraversiamo con sempre maggiore fatica, cercando di sfondare con gli zaini per procedere. Restiamo molto vicini per sfruttare la scia creata nella vegetazione dal primo passaggio, ma è inutile, in una frazione di secondo si richiude, è impenetrabile! Dopo un’ora circa di lotta impari capiamo che abbiamo percorso si e no 300 metri… è ora di desistere, dobbiamo tornare sui nostri passi, e anche velocemente perché sta calando il buio!
La discesa è ripida, la vegetazione è ancora peggiorata da come la ricordavamo e le rocce si fanno scivolose. Durante un passaggio particolarmente impegnativo cado, fortunatamente senza conseguenze, ma è l’ultimo segnale che ci serviva. Troppo buio per scendere, accendere le torce non serve perché il fascio rimbalza sulla vegetazione, il terreno è ripido… sta diventando pericoloso. A malincuore dobbiamo affrontare la realtà: siamo bloccati sulla montagna, non possiamo né salire né scendere, e non c’è nemmeno una minimo spiazzo per accamparsi! Impieghiamo quasi un’ora a creare una piccola piazzola in pendenza, dove dobbiamo puntellarci con i piedi per non scivolare a valle. Tendiamo un poncho come riusciamo e ci infiliamo sotto, nelle bivy, arrabbiatissimi per essere rimasti bloccati.
Ci farà tardare sulla tabella di marcia, e non possiamo nemmeno sfruttare le tenebre per muoverci lungo i sentieri. Questa notte volevamo arrivare all’estremità sud della ZO per cercare una buona dove realizzare una cache e partire leggeri verso i nostri obj, ma è tutto saltato e dobbiamo restare a gelare sulla cima del monte. Domani sveglia all’alba!
al di testa. Riposiamo e studiamo il da farsi sulla carta. Siamo nel pieno di una zona presumibilmente calda e dobbiamo muoverci per non perdere tutta la giornata, anche se gran parte del territorio è completamente scoperta. Il morale non è proprio dei migliori…
Decidiamo di portarci alla cascina che abbiamo osservato il giorno precedente e da lì procedere al centro della zo fino a sud. Ci muoviamo a coppie, una scruta la zona con i monocoli nelle direzioni sensibili e l’altra procede in contatto radio, pronta a sdraiarsi o rispondere al fuoco al minimo cenno di pericolo. Procedere così è faticosissimo, fisicamente e mentalmente, ma non abbiamo alternative. Ci muoviamo bassi, arriviamo alla cascina e notiamo che ora è completamente sgombra, nessun segno di nemici e l’ostaggio non si vede. Facciamo un paio di foto e procediamo senza soste per allontanarci da questa zona sensibile. In un paio d’ore raggiungiamo una delle quote più alte della zo, stremati. Il caldo, i cespugli, gli zaini e la tensione ci hanno sopraffatto, cerchiamo riparo in un piccolo boschetto e mangiamo qualcosa.
Dopo qualche minuto realizziamo che potremmo sfruttare meglio questo momento di riposo e ci disponiamo sul perimetro, armati di monocoli, radio e cibo, ognuno intento a scrutare il proprio settore e a scansionare le frequenze radio. E’ dopo circa 40 minuti, quando ormai siamo pronti a partire, che assistiamo via radio ad un ferocissimo ingaggio. Sul crinale all’orizzonte si vedono uomini che corrono e sparano, per radio si sentono pattuglie ingaggiare e scambiarsi informazioni sulla situazione: la FIR ha ingaggiato una pattuglia di interdittori che sta vendendo cara la pelle! Immagini del possibile SERE scorrono rapide nelle nostre menti, sarà solo una simulazione ma è così reale!!
La FIR è ferocissima, le unità che giungono sull’ingaggio motorizzate o a piedi sono soverchianti e il team di assaltatori alla fine ha la peggio. Lezione imparata: se ingaggi scappa! Attendiamo che si calmino le acque, scrutando i movimenti delle pattuglie che rientrano e capiamo che il settore che vogliamo attraversare è troppo caldo, mentre la linea tagliafuoco sul lato ovet del campo per ora è sgombra. Da almeno 4 ore non avvistiamo operatori che la attraversano. Decidiamo di provare a proseguire da lì, è pendente ed esposta al sole cocente, ma almeno non dovremo scavalcare questi dannati cespugli
La raggiungiamo e ci muoviamo lungo i bordi, il più rapidamente possibile, ma è faticosissimo, perdiamo molti liquidi, beviamo quasi tutta la nostra acqua e diamo fondo alla nostra scorta di mars, ma procediamo, non vogliamo farci trovare indifesi e allo scoperto! A pochi metri dal monte Abbalata ci inoltriamo nel fitto, troviamo un gruppo di rocce ottimo per nascondersi e realizziamo un poa che ci permette di controllare il monte Abbalata (dove individuiamo la nostra seconda postazione missilistica) e i sentieri a est, che portano alla zona dove abbiamo assistito all’ingaggio. Questa posizione è molto più sicura, da qui possiamo provare a cercare il missile SCUD!
S e B restano appostati e in contatto radio, io e K molliamo gli zaini e voliamo rapidissimi verso valle attraverso la macchia. Mancano un paio d’ore all’imbrunire ma dalla mappa il territorio sembra facilmente attraversabile. Ovviamente la pratica è molto più impegnativa ma dopo circa un’ora veniamo ripagati dei nostri sforzi! A circa 650 mt individuiamo lo scud! Mamma mia! È enorme! Sembra appoggiato alla parete di roccia, inerte, ma è controllato da un paio di operatori che pattugliano le strade limitrofe, e tutt’intorno brulicano le jeep. Brutto posto! Scattiamo un paio di foto da lunga distanza e rientriamo, ormai al buio.
S e B hanno individuato un paio di operatori nei pressi dei missili, niente di più per fortuna, un rapido passaggio e se ne sono andati. Non perdiamo tempo per non doverci cambiare, la temperatura sta scendendo, ma il morale si è alzato! Puntiamo all’Abbalata, da dove B ha approfittato della luce per studiare i sentieri a sud. Ha fatto un ottimo lavoro perché completamente al buio riusciamo ad attraversare la ZO, schivando una FIR appiedata e una a bordo di una jeep, fino all’isolotto, nostro obiettivo!
L’isolotto è una piccola cima circondata dal fiume, con un sentiero che la attraversa ma nessuna strada per la punta. Prevediamo che sarà un ottimo punto di osservazione, centrale e pericoloso, ma poco battuto.
La vera sfortuna è che tutto intorno ci sono solo bassi arbusti con pochi ripari dove accamparsi, ma, mentre S e K ricaricano e potabilizzano nalgene e camelbak per tutti, B individua 4 alberi isolati apparentemente impenetrabili, che nascondono un bello spiazzo di almeno 5 metri per 5, perfetto per nascondersi!
Montiamo a buio i teli e ci infiliamo sotto, dove finalmente usiamo un po’ di luce. E’ tempo di ricondizionarsi, asciugarsi, mangiare un pasto caldo e un the e togliersi gli anfibi! Il cibo è buono, il posto davvero ottimo e intorno a noi non girano luci, anche se sicuramente le punte intorno di giorno brulicheranno di sentinelle.
DAY 2
Al mattino siamo infreddoliti e indolenziti. Siamo ovviamente scivolati verso il fondo del nostro riparo di fortuna e non abbiamo dormito nulla. Consumiamo un the verde pessimo (da domani sarà ufficialmente bandito) e ci concentriamo per affrontare la discesa. Anche con la luce impieghiamo 3 ore per raggiungere la valle, dove ci attendono i nostri compagni. Durante la notte hanno avuto i loro grattacapi… S è finito a mollo durante un attraversamento e B non sta benissimo, un po’ di dissenteria e mal di testa. Riposiamo e studiamo il da farsi sulla carta. Siamo nel pieno di una zona presumibilmente calda e dobbiamo muoverci per non perdere tutta la giornata, anche se gran parte del territorio è completamente scoperta. Il morale non è proprio dei migliori…
Decidiamo di portarci alla cascina che abbiamo osservato il giorno precedente e da lì procedere al centro della zo fino a sud. Ci muoviamo a coppie, una scruta la zona con i monocoli nelle direzioni sensibili e l’altra procede in contatto radio, pronta a sdraiarsi o rispondere al fuoco al minimo cenno di pericolo. Procedere così è faticosissimo, fisicamente e mentalmente, ma non abbiamo alternative. Ci muoviamo bassi, arriviamo alla cascina e notiamo che ora è completamente sgombra, nessun segno di nemici e l’ostaggio non si vede. Facciamo un paio di foto e procediamo senza soste per allontanarci da questa zona sensibile. In un paio d’ore raggiungiamo una delle quote più alte della zo, stremati. Il caldo, i cespugli, gli zaini e la tensione ci hanno sopraffatto, cerchiamo riparo in un piccolo boschetto e mangiamo qualcosa.
Dopo qualche minuto realizziamo che potremmo sfruttare meglio questo momento di riposo e ci disponiamo sul perimetro, armati di monocoli, radio e cibo, ognuno intento a scrutare il proprio settore e a scansionare le frequenze radio. E’ dopo circa 40 minuti, quando ormai siamo pronti a partire, che assistiamo via radio ad un ferocissimo ingaggio. Sul crinale all’orizzonte si vedono uomini che corrono e sparano, per radio si sentono pattuglie ingaggiare e scambiarsi informazioni sulla situazione: la FIR ha ingaggiato una pattuglia di interdittori che sta vendendo cara la pelle! Immagini del possibile SERE scorrono rapide nelle nostre menti, sarà solo una simulazione ma è così reale!!
La FIR è ferocissima, le unità che giungono sull’ingaggio motorizzate o a piedi sono soverchianti e il team di assaltatori alla fine ha la peggio. Lezione imparata: se ingaggi scappa! Attendiamo che si calmino le acque, scrutando i movimenti delle pattuglie che rientrano e capiamo che il settore che vogliamo attraversare è troppo caldo, mentre la linea tagliafuoco sul lato ovet del campo per ora è sgombra. Da almeno 4 ore non avvistiamo operatori che la attraversano. Decidiamo di provare a proseguire da lì, è pendente ed esposta al sole cocente, ma almeno non dovremo scavalcare questi dannati cespugli
La raggiungiamo e ci muoviamo lungo i bordi, il più rapidamente possibile, ma è faticosissimo, perdiamo molti liquidi, beviamo quasi tutta la nostra acqua e diamo fondo alla nostra scorta di mars, ma procediamo, non vogliamo farci trovare indifesi e allo scoperto! A pochi metri dal monte Abbalata ci inoltriamo nel fitto, troviamo un gruppo di rocce ottimo per nascondersi e realizziamo un poa che ci permette di controllare il monte Abbalata (dove individuiamo la nostra seconda postazione missilistica) e i sentieri a est, che portano alla zona dove abbiamo assistito all’ingaggio. Questa posizione è molto più sicura, da qui possiamo provare a cercare il missile SCUD!
S e B restano appostati e in contatto radio, io e K molliamo gli zaini e voliamo rapidissimi verso valle attraverso la macchia. Mancano un paio d’ore all’imbrunire ma dalla mappa il territorio sembra facilmente attraversabile. Ovviamente la pratica è molto più impegnativa ma dopo circa un’ora veniamo ripagati dei nostri sforzi! A circa 650 mt individuiamo lo scud! Mamma mia! È enorme! Sembra appoggiato alla parete di roccia, inerte, ma è controllato da un paio di operatori che pattugliano le strade limitrofe, e tutt’intorno brulicano le jeep. Brutto posto! Scattiamo un paio di foto da lunga distanza e rientriamo, ormai al buio.
S e B hanno individuato un paio di operatori nei pressi dei missili, niente di più per fortuna, un rapido passaggio e se ne sono andati. Non perdiamo tempo per non doverci cambiare, la temperatura sta scendendo, ma il morale si è alzato! Puntiamo all’Abbalata, da dove B ha approfittato della luce per studiare i sentieri a sud. Ha fatto un ottimo lavoro perché completamente al buio riusciamo ad attraversare la ZO, schivando una FIR appiedata e una a bordo di una jeep, fino all’isolotto, nostro obiettivo!
L’isolotto è una piccola cima circondata dal fiume, con un sentiero che la attraversa ma nessuna strada per la punta. Prevediamo che sarà un ottimo punto di osservazione, centrale e pericoloso, ma poco battuto.
La vera sfortuna è che tutto intorno ci sono solo bassi arbusti con pochi ripari dove accamparsi, ma, mentre S e K ricaricano e potabilizzano nalgene e camelbak per tutti, B individua 4 alberi isolati apparentemente impenetrabili, che nascondono un bello spiazzo di almeno 5 metri per 5, perfetto per nascondersi!
Montiamo a buio i teli e ci infiliamo sotto, dove finalmente usiamo un po’ di luce. E’ tempo di ricondizionarsi, asciugarsi, mangiare un pasto caldo e un the e togliersi gli anfibi! Il cibo è buono, il posto davvero ottimo e intorno a noi non girano luci, anche se sicuramente le punte intorno di giorno brulicheranno di sentinelle.
DAY 3
Ci alziamo con il buio per non farci individuare quando usciamo dal nostro riparo. Abbiamo con noi un equipaggiamento leggero e un po’ di cibo, in uno zainetto richiudibile (uno a coppia) che abbiamo portato apposta per caricarci il materiale dopo le cache. Non ci sembra vero di essere così leggeri, e anche se sta piovendo non vediamo l’ora di ripartire. Individuiamo la postazione missilistica numero 3 a 100 metri dal nostro riparo e cerchiamo di salire all’isolotto. Sembra tutto tranquillo, ma appena usciamo dalla macchia individuiamo le sentinelle!
Siamo bloccati da ovest e sud, coppie di tango osservano la ZO dalle cime e saremmo facile preda della FIR muovendoci qui intorno. Da nord non vediamo nulla, ma troppe strade passano in quella zona, possono arrivare pattuglie da un momento all’altro. Usiamo ancora il movimento sbalzato a coppie, ma questa volta strisciando sotto la pioggia tra i cespugli fradici, approfittando dei momenti in cui le sentinelle osservano altre direzioni. E’ lungo e snervante ma l’adrenalina è a mille! Dobbiamo guadagnare la cima dove degli arbusti leggermente più alti e le pietre ci permetteranno di riposarci e trovare riparo.
Impieghiamo un paio d’ore e finalmente ci siamo, sempre sotto la pioggia! B e io cerchiamo di spostarci verso sud per scrutare una possibile posizione dell’ostaggio ma delle sentinelle guardano verso di noi. Se usciamo dai cespugli siamo finiti! Per fortuna non sono occultati e li vediamo chiaramente stagliarsi sulla cima. Li possiamo osservare molto bene, ma ci bloccano per almeno un’ora e mezza. Allo scoccare di ogni ora speriamo arrivi un cambio per loro per approfittare della distrazione, ma siamo ancora più fortunati, dopo un’infinità abbandonano la posizione!
B non se lo fa ripetere 2 volte e punta a sud, gli bastano 60 metri per individuare chiaramente l’ostaggio e una postazione mortai, proprio mentre 3 operatori della contro li stanno controllando. Scatta qualche foto, rientra e noi chiamiamo il contatto, abbiamo l’ostaggio, volgiamo una finestra per poterlo liberare!
Ottenuto un orario per l’esfiltrazione e una parola in codice per farci riconoscere torniamo dai nostri compagni, che hanno continuato a scandagliare le cime e verificare i movimenti delle pattuglie nemiche. Sanno consigliarci da dove conviene scendere per portarsi in vista del poligono di tiro e li seguiamo. Procedono svelti, sanno quali settori sono battuti e ci portano ad un’ottima posizione in poco tempo. Io e KCri puntiamo alla postazione missilistica mentre B e Sc ci fanno strada dalle cime. Tutto liscio individuiamo la postazione missilistica 4, dove individuiamo altre 2 pattuglie di interditori… siamo tutti qui come prevedibile…
Cerchiamo un buon punto per osservare il poligono ma non vogliamo perdere troppo tempo, ci sono altre 2 pattuglie qui intorno che possono farci volare addosso una FIR se individuati. B e S fanno un ottimo lavoro individuando uno dei personaggi di spicco delle milizie nemiche e lo identificano anche sentendolo chiamare per radio. Non perdono troppo tempo ma fanno qualche foto e si ricongiungono a noi.
Ci resta un campo di addestramento dei nemici che non rientra tra gli obiettivi che avevamo scelto come primari, ma il tempo potrebbe essere sufficiente almeno per provarci. Alle nostre spalle le cime non sono state battute per tutta la giornata e ormai conosciamo bene la zona, così decidiamo di tentare. Puntiamo verso l’altura più alta del settore orientale e usiamo tutte le energie residue per scalarla, ma gli sforzi sono ripagati! Arriviamo ad un mucchio di pietre isolate senza sentieri intorno che ci permettono di osservare tranquillamente la posizione dell’accampamento nemico.
Un edificio in muratura e tende, molti operatori e un paio di persone in divisa che sembrano gli addestratori. Verifichiamo i colori che portano, quante jeep vanno e vengono, eventuali poa nemici… Riportando la coordinata sulla carta scopriamo che i nostri sospetti erano fondati: la scorsa notte scendendo dall’Abbalata avevamo individuato un’unica luce sui monti circostanti, impossibile stabilire se provenisse da un’abitazione civile, ma avevamo scommesso su un accampamento avversario: jackpot!
Ci sganciamo all’imbrunire e rientriamo in qualche ora al nostro accogliente accampamento!
DAY 4
La notte è stata brevissima, abbiamo sentito molti movimenti nelle vicinanze e sono solo le 4 quando ci alziamo. Vogliamo approfittare del buio per attraversare il campo fino all’esfiltrazione, ma è più facile a dirsi che a farsi! Dobbiamo attraversare centinaia di metri di filo spinato e cespugli per arrivare a sud, dove cerchiamo l’ultima postazione missilistica. Piove fortissimo e il buio è pesto, sono appena sprofondato fino al ginocchio in quello che sulla mappa si chiama “lago piccolo” ma che nella realtà è un cumulo di melma e probabilmente liquami da dove esco completamente imbrattato! Arriviamo nell’unico punto morto del campo che non riuscivamo ad osservare ieri, un cono di buio di non oltre 30 metri, accendo la torcia e scruto tra la pioggia, per sobbalzare quando mi accorgo che i missili sono a 50 cm da me!!
Sono le nostre ultime ore, fino all’esfiltrazione ma forse le più faticose perché siamo stanchi, bagnati e stiamo gelando… ci muove la gioia per essere arrivati alla fine tutti interi con le nostre forze, l’impazienza di vedere gli amici che ci hanno braccato per 72h nella parte dei cattivi e di sentire le loro storie, la curiosità di sapere come i nostri compagni hanno affrontato la loro missione…
Un’avventura indimenticabile per la quale non finiremo mai di ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di partecipare, credendo in noi fino alla fine! Grazie ragazzi! Chissà se riproveremo mai un’emozione simile! Indescrivibile!