BRINDISI - La cesoiata che la Legge Finanziaria ha dato agli stanziamenti della Difesa non ferma la creazione dei primi marines interforze. Il progetto - che avrà comando stabile a Brindisi e prevede l’integrazione del Reggimento San Marco della Marina e del Reggimento Lagunari dell’Esercito - è valido e si va avanti. In attesa di tempi migliori. Ne è convinto, e l’ha ribadito oggi, il capo di Stato maggiore della Difesa (Smd), ammiraglio Giampaolo Di Paola, che ha visitato il Comando della Forza da Sbarco e ha visto come procedono i lavori di pianificazione e integrazione della nuova Forza anfibia. «Questo è un momento di difficoltà - ha detto Di Paola - di forte difficoltà, non lo nascondiamo. Ma le Forze Armate devono programmare a più lungo termine e quindi anche in una prospettiva di una situazione che, auspico e sono fiducioso, sarà diversa. Credo che siano difficoltà del momento. Sono fiducioso che le forze politiche e tutti gli italiani si rendano conto della professionalità che c’è nello strumento militare italiano e del contributo che dà al nostro Paese». L’importanza della nuova Forza anfibia nell’ambito della Difesa? «E’ una componente molto importante - dice il capo di Smd - perché racchiude in sè, e non è la sola, la caratteristica di sapersi proiettare rapidamente, portandosi dietro, grazie alla componente navale, anche tutta la logistica necessaria». «Quindi ha una capacità non soltanto di proiezione ma di sostenersi a distanza. E questo - ha puntualizzato - è uno degli aspetti essenziali del nuovo strumento militare e questo rafforzamento della capacità di proiezione dal mare, mettendo assieme le migliori energie della componente marittima, col Comando della Forza da Sbarco (Comforsbarc) e il "San Marco", e le altrettanto gloriose tradizioni e grandi capacità del Reggimento Lagunari Serenissima del nostro Esercito, credo ci consegnerà uno strumento ancor più capace e soprattutto in grado di poter offrire una potenzialità maggiore di quanto non sia oggi con due singole pedine».
PUGLIA & MARINA Novità sono emerse anche nella conversazione che il capo di Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Paolo La Rosa, ha avuto con i giornalisti a margine della visita del capo di Smd. Quanto al forte rapporto che unisce la Marina alla Puglia s’è espresso in questi termini: «Un connubio che va bene da sempre e che continuerà ad andare bene nel futuro». «Noi - ha spiegato La Rosa - negli ultimi tempi abbiamo visto che c’è stato uno spostamento sempre più significativo del baricentro strategico, operativo, verso Sud. E questo vuol significare per la Puglia, sempre più, un’attenzione particolare della Forza Armata. Perché in questa regione noi abbiamo la nostra più importante base navale, a Taranto, e perché è qui che riteniamo debba stare il cuore operativo della Marina». Anche la scelta di Brindisi quale sede nazionale della nuova Forza da sbarco s’inserisce in questa logica. «Oggi - ha spiegato l’ammiraglio La Rosa - assieme al capo di Smd abbiamo, oltre che preso contatto con questa attività operativa, anche visitato l’intero ambiente, viste le sistemazioni logistiche e le disponibilità infrastrutturali. L’abbiamo fatto proprio pensando ad un futuro sviluppo della componente anfibia». Un vasto «giro d’orizzonte», quindi, ma - in tema di infrastrutture - per le decisioni bisognerà attendere. Vari potrebbero essere gli interventi. Non è escluso, per esempio, l’impiego anche del sedime ex base Usaf. «Non abbiamo progetti precisi - ha chiarito il capo di Stato Maggiore della Marina Militare - siamo venuti proprio per vedere qual è la situazione e quali linee possiamo seguire nel progettare una base opertiva per la Forza anfibia del futuro, cioè la Forza integrata Marina-Esercito». Confermate le buone notizie per le ditte dell’indotto (quelle di pulizia, in primis) che a Brindisi, così come a Taranto, erano in forte sofferenza. L’ammiraglio La Rosa ha specificato che sono ricomprese anche quelle brindisine nello stanziamento di fondi (circa un milione e settecentomila euro) che serviranno a dar loro una boccata d’ossigeno. «Si tratta di fondi - ha spiegato - che sono stati trovati grazie ai 200 milioni del cosiddetto "decreto mille-proroghe" e grazie ai 100 milioni di euro approvati dal Parlamento e dedicati proprio alle attività quali quelle di manutenzione, manovalanza e pulizia».
DONNE Altra novità degna di nota emersa oggi è che presto, forse proprio grazie alla nuova Forza da sbarco (Fds) nazionale, potrebbe essere sbloccato l’accesso delle donne nelle fila del Reggimento "San Marco". Una novità certamente positiva, visto che quello dei "Marò" è rimasto l’ultimo corpo d’elite composto esclusivamente da uomini. Un pugno di settimane fa, anche l’Aeronautica s’è messa in pari accettando tre esponenti del gentil sesso tra i "Fucilieri dell’aria". Del resto il Reggimento Lagunari Serenissima conta già valenti professioniste con le stellette. E quindi - in linea di principio - nulla osterebbe a che tra i "Lagunari" che verranno addestrati a Brindisi ci siano anche delle donne. La questione è stata posta ieri mattina nell’ambito di una conferenza che s’è svolta proprio alla «Carlotto». Alla domanda diretta, al comandante della scuola Anfibia, Aldo Sciruicchio, non è rimasto altro che rispondere con un: «Sì, è prevedibile che le cose vadano così». L’ipotesi che le donne possano far parte della nuova Forza da sbarco è già stata elaborata e inoltrata e s’aspetta soltanto l’«ok» dello Stato Maggiore della Difesa. Resta da definire, tanto per cambiare, il profilo dell’impiego del personale femminile: operative, in prima linea, oppure no? Una posizione univoca non c’è. Ma, a registratore spento, non se ne trova uno che non faccia notare che: «le donne non hanno incarichi operativi neppure tra i marines». Come che andrà, il primo corso d’addestramento per i "Lagunari" partirà tra un mese e durerà altrettanto. «Ai "Lagunari" - ha spiegato Sciruicchio - manca l’addestramento elicotteristico per l’assalto verticale e non hanno sperimentato abbastanza le fasi ingresso/uscita con le unità navali, nonché la vita a bordo». I moduli formativi per i marò, invece, «riguarderanno l’aspetto "comando" (visto che un ammiraglio potrebbe trovarsi a comandare dei Lagunari inseriti nella Fds, dovrà pur sapere come impiegarli; ndr) e quello logistico, per la logistica da campo e da combattimento». Infine, per amor di precisione, va detto che - giacché ampiamente previsto - l’arrivo delle donne non coglierà impreparati i marò dal punto di vista delle infrastrutture (a cominciare dagli alloggi separati previsti per legge), i cui lavori sono già stati avviati presso la caserma Carlotto di Brindisi (sede del San Marco). Marisa Ingrosso |