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Dalai Lama e Lagunari, scontro sulle cittadinanze onorarie Singolare tenzone politica trasversale dentro la maggioranza e con le opposizioni. Oggetto del confronto: una doppia cittadinanza onoraria. Quella che il sindaco vuole dare al Reggimento Lagunari Serenissima e quella (con due diverse mozioni, destinate a fondersi) che il verde Beppe Caccia e il capogruppo An Raffaele Speranzon chiedono di riconoscere al Dalai Lama, in difesa dei diritti dell’uomo e contro le brutali repressioni del governo cinese in Tibet. Motivazione, quest’ultima, che mette in forte imbarazzo l’amministrazione comunale - come hanno evidenziato le assessore Rumiz (Patrimonio, Lavori pubblici) e Fincato (Pianificazione strategica) in giunta - essendo Venezia ospite ufficiale della prossima Expo a Shangai. Ieri, la delicata questione ha tenuto banco a lungo in una riunione dei capigruppo piuttosto tesa. Se Verdi ed An hanno traversalmente ribadito che al Consiglio presenteranno unitariamente la proposta di cittadinanza onoraria per il Dalai Lama, il gruppo Pd si è trovato ad elaborare una non facile sintesi su entrambi i temi: diplomatica (per la questione Tibet/Cina), ma anche pacifista (per la questione lagunari). «Lo stesso sindaco ha emendato la sua proposta di cittadinanza onoraria al reggionento Lagunari Serenissima», ha spiegato il capogruppo Piero Rosa Salva, «togliendo ogni riferimento alle missioni militari in Kosovo, Libano, Iraq e rimarcando il legame storico e solidale tra Venezia e il reggimento». Tagli che non hanno soddisfatto - per motivi opposti - né rifondazionme né Lega, che mercoledì in Consiglio voteranno contro la delibera. Ma come dire no al Dalai Lama? «Già a marzo il Pd ha presentato un duro documento di critica alla repressione in atto in Cina e in difesa dei diritti del popolo tibetano», replica Rosa Salva, «detto questo, non vediamo il motivo per legare la cittadinanza onoraria al Dalai Lama proprio ai fatti attuali in atto in Tibet. Al Consiglio presenteremo il nostro documento, emendato con un passaggio per invitare la Cina a riprendere il dialogo con il Dalai Lama». ma Verdi e An vanno avanti, contando su un sostegno trasversale.
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. | Estratto da La Nuova Venezia, 24 giugno 2008. | ||||||
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