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Lagunari, tante insidie per i Fanti da Mar

 

 Sono ore difficili per i lagunari impegnati in Libano. Gli scenari che l’invasione di Gaza può aprire improvvisamente anche in Libano, hanno convinto il comando delle forze Onu ad alzare il livello di allerta. La notizia, non commentata dal comandante del contingente, il generale italiano Claudio Graziano, è però stata confermata dai giornali Al Hayat e Jerusalem Post. Quello che si teme è infatti la reazione delle organizzatissime milizie Hezbollah di fede musulmana scita all’invasione e alle stragi compiute a Gaza in queste ore da parte dell’esercito israeliano. Già ieri sono stati denunciati sconfinamenti di aerei militari israeliani nello spazio aereo libanese.   I Lagunari. Gli 800 lagunari provenienti dalla caserma «Edmondo Matter» di Mestre e dagli alloggiamenti di forte Sant’Andrea, di fronte al Lido, sono il gruppo omogeneo più numeroso della missione Leonte 2, formata da 4 mila soldati di cui 2 mila italiani, comandata sul campo dal generale Flaviano Godio e coordinata dal comando del 1º Fod a Vittorio Veneto dal generale Mariano Marioli. I Lagunari, sono disposti a proteggere il fianco nord di un complesso dispositivo volto a separare l’esercito israeliano da quello libanese dopo l’ultima invasione del Libano da parte dello stato ebraico. Quella affidata al «Serenissima» è la parte più delicata, dunque, perché mira a fronteggiare direttamente i tentativi di infiltrazione sciti verso la frontiera israeliana. L’azione dei Lagunari permette quindi tutte le altre azioni disposte dal contingente e in particolare dalla Brigata Pozzuolo, quali la bonifica dalle migliaia di ordigni di tipo «cluster», vietati dalle convenzioni, lanciati in gran numero dagli aerei israeliani.   Le minacce. La bonifica del terreno, che impegna il 3º Genio guastatori di Udine con unità cinofile anti esplosivi, dà ottimi risultati. «Dobbiamo fronteggiare le bombe cluster - spiega il genrale Godio - che sono gli ordigni più pericolosi esistenti. Per fortuna non abbiamo trovato travcce di uranio impoverito. Il gruppo operativo del 7º reggimento Nbc hanno fatto controlli specifici accurati e non ne hanno riscontrato la presenza». Quindi niente uranio impoverito. Una notizia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai 1.850 familiari dei nostri Lagunari presenti in provincia. Ma le bombe sono il pensiero minore in questo momento. Le minacce che i Lagunari dovranno fronteggiare vengono dal possibile confronto tra libanesi e israeliani a Sud e dalle elezioni di primavera, a Nord. Nel primo caso il pericolo sarebbe nell’infiltrazione verso Israele di commandos Hezbollah e sulla dura risposta israeliana che, come il passato insegna, non sembra tener troppo in conto la bandiera dell’Onu. «Quello che i Lagunari fanno ogni giorno è un lavoro molto pericoloso - spiega il generale Godio - ma determinante: attuare un dispositivo lungo il fiume Litani che blocchi qualsiasi traffico di armi e il passaggio di gruppi militari». Fra qualche mese, in primavera, il Libano affronterà le elezioni e la campagna sarà lunga. I Lagunari saranno chiamati a evitare qualsiasi possibilità di scontro tra avverse fazioni. E qui le ultime elezioni hanno portato a una guerra civile.

 

 

  
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Estratto da La Nuova Venezia, 07 gennaio 2009.

  
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