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rassegna stampa  
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Caserta, Missione Leonte

Il sergente lagunare Palumbo di Caserta da poco rientrato dopo sei mesi in Libano
di Nunzio De Pinto


CASERTA – “Mi farebbe piacere rimanere nel glorioso Reggimento Lagunari “Serenissima”.” Con queste parole inizia il nostro incontro con uno dei 2100 soldati italiani che sono stati impegnati nella missione Leonte in Libano sino allo scorso mese di maggio ed oggi, 25 giugno, presso la Caserma “Matter” di Mestre, festeggia il 25° anniversario del riconoscimento ufficiale della specialità dei Lagunari. Lui è il Sergente Francesco Palumbo di Caserta, che nel 1998 ha scelto di indossare l’uniforme dell’Esercito per intraprendere la carriera militare. Comandante di una squadra fucilieri del reggimento Lagunari, Palumbo è approdato nella laguna di Venezia nel 2007 dove presta servizio presso la sede di Malcontenta. Con la sua squadra ha seguito in Libano la Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli”. Il sergente Palumbo è un sottufficiale molto esperto. Ha, infatti, partecipato a 5 missioni (n. 2 nei Balcani, una in Afghanistan, e 2 in Libano). “La mia seconda partecipazione alla missione Leonte” – ha affermato – “è stata alquanto impegnativa in quanto è stata caratterizzata principalmente dalla guerra israelo-palistinese di Gaza (Dicembre 2008-Gennaio 2009) che hanno impegnato noi tutti con serrati turni di servizio. La mia prima partecipazione nel 2006 è stata sicuramente più interessante, sicuramente per la nuova missione ed il compito, ma la seconda mi ha impegnato maggiormente causa la tensione che era alquanto elevata”. Per accedere a questo corpo scelto dei Lagunari, il sottufficiale casertano ha superato un corso di qualificazione anfibia nei Lagunari che non concede sconti nemmeno alle donne, tra marce veloci di 8 km con uno zaino di 10 kg, salti da almeno 4 metri in acqua, tecniche di guado con equipaggiamento completo, nuoto e sopravvivenza in acqua, arrampicate su scogliere e pareti di roccia e impiego di esplosivi, tecniche di discesa a “corda doppia” e altre tecniche d'ascensione dagli elicotteri della Marina da 30 metri d'altezza. “Ovviamente” – ha concluso Palumbo – “ho risentito della mancanza dei miei cari e della mia fidanzata. Nonostante tutto, in ogni caso ripeterei nuovamente l'esperienza in Libano perchè mi ha fatto crescere a livello umano e conoscere i reali problemi quotidiani della popolazione locale”.

 

  
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Estratto da La Voce del Volturno, 24 giugno 2009.

  
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