4 Inizio delle attività

 

Ciao Pierangelo, qui sono tre giorni che nevica di continuo, non avevo mai visto tanta neve in vita mia. 

In questi giorni mi sto tenendo in contatto con il maestro della scuola elementare di mia figlia, il quale ha iniziato il programma di studio che riguarda i Continenti, e approfittando della mia presenza in Antartide mi ha chiesto un resoconto delle attività che vengono svolte a Baia Terra Nova. In questi giorni l'ho tenuto aggiornato su quello che si è fatto, e ieri mi sono arrivate una serie di domande da parte dei bambini a cui ho risposto. Ti invio copia delle mie risposte, con la speranza che ti possano essere utili anche a te, ti mando un saluto, e sempre grazie per l'interesse e l'amicizia che mi stai dimostrando.

«Gent.mo Maestro, comincio con il rispondere alle domande dei bambini, sperando di essere chiaro nella descrizione, la rosetta è un campionatore di profondità, il suo compito è quello di catturare una quantità d'acqua marina pari a 10 litri per bottiglia, a varie profondità, a volte anche oltre i 500 metri, il corpo di questo strumento è costituito da un telaio metallico che contiene dei contenitori di plastica, questi contenitori hanno la forma di bottiglia, con la differenza che sono aperte anche sul fondo, quindi durante l'immersione l'acqua scorre al suo interno, di solito queste bottiglie sono 10, e circondano l'intelaiatura, la forma dalla struttura finita è vagamente somigliante a una rosa, da questo ne deriva il nome rosetta. La rosetta viene immersa tramite l'ausilio del verricello di bordo, a delle profondità prestabilite dai ricercatori, raggiunta la profondità desiderata le due estremità della bottiglia che deve campionare viene chiusa, tramite un comando elettronico, e quindi l'acqua che si trova al suo interno viene imprigionata e portata in superficie. Questa operazione viene ripetuta tante volte quante sono le bottiglie, campionando i vari strati del mare. Questo tipo di ricerca è finalizzato allo studio dello stato di salute dei nostri mari, analizzando l'acqua raccolta alle varie profondità si fa un quadro degli effetti delle sostanze inquinanti presenti, e durante i vari convegni internazionali ogni ricercatore porta le informazioni necessarie a stabilire i provvedimenti da prendere per "guarire" i nostri oceani dal disastro che gli uomini combinano, ci sono troppi pochi controlli nei confronti di navi "sempre se si possono definire tali" o per meglio dire carrette dei mari, che liberamente portano in giro per il mondo centinaia di migliaia di litri di petrolio e altre sostanze altamente inquinanti, e a volte succede quello che leggiamo sui giornali.

L'altra domanda riguarda le persone che trascorrono l'inverno in Antartide, si tratta degli Americani e dei Russi, le loro basi sono state progettate per permettere la permanenza di persone anche nel periodo più freddo, e aggiungerei nel posto più freddo del mondo. Il loro programma di ricerca prevede tipologie e metodi di ricerca che si possono realizzare durante la fase invernale, quindi la glaciologia, l'atmosfera, le aurore, ecc. Nella base russa "Wostok" si è registrata la temperatura più bassa del mondo - 89°C. 

Il materiale che usiamo per le immersioni in Antartide è particolarmente specifico per acque gelide, ricordo che la temperatura dell'acqua e di -2°C, durante il primo periodo il pack marino raggiunge distanze elevate. L'Antartide durante la fase invernale raddoppia la sua superficie, in quanto il mare che lo circonda si ghiaccia, quindi le prime immersioni le facciamo praticando un foro nel pack, il foro viene fatto da un apposito mezzo che ha il nome di carotatore, questo nome deriva dal fatto che il cilindro di ghiaccio che estrae somiglia ad una carota. Fatto il foro si provvede a farne un'altro, perché se se si verifica che durante l'immersione del sub una foca si impossessa del foro principale, si ha l'alternativa per la fuoriuscita del sub. La muta è completamente stagna, al suo interno indossiamo un vestito in pile, la maschera è gran facciale, cioè ricopre tutta la superficie del viso, al suo interno c'è l'erogatore che ci permette di respirare, sempre all'interno del gran facciale c'è un sistema interfono con il quale comunichiamo con la superficie. Le parti del corpo che patiscono maggiormente il freddo sono le mani e i piedi, nonostante sono protetti da calzari e guanti, il freddo penetra ugualmente. Un'immersione ha una durata media di 30/40 minuti, e di solito si lavora a una profondità di 25 metri, a volte qualcosa di più. Inizialmente, quando si sono percorsi  i primi due metri (lo strato del foro), ci si trova sotto i ghiacci, nel buio più totale, si inizia la discesa verso il fondo, è come volare nel nulla, l'unica luce che si vede è quella del foro, tutt'intorno è nero. Arrivato sul fondo si cerca di abituare la vista, di solito inizialmente accendiamo il faretto ma passati i primi minuti l'occhio si abitua al buio, lo spettacolo che ogni volta mi si presenta è indescrivibile, nel fondo dei mari Antartici c'è un'esplosione di vita incredibile, sembra di essere ai tropici, se non fosse per la temperatura... è strano, fuori il nulla più assoluto, sott'acqua la vita. Il nostro lavoro consiste nel campionare varie forme di vita, organismi vertebrati e invertebrati, alghe, bentos ecc. Il tutto mediante una sorta di aspiratutto subacquea che si chiama sorbona, tutto questo per il settore "biologia marina".»

Spero di essere stato chiaro, se i bambini hanno domande specifiche per i ricercatori presenti in base sono certo che risponderanno più che volentieri, un caro saluto a tutti dal 75° parallelo.

Guido

 

 

  
     

Copyright © 2003 - A.L.T.A. Associazione Lagunari Truppe Anfibie - Sezione di Bergamo