3) l'antartide

 

Staccatasi dal supercontinente chiamato Gondwana circa settanta milioni di anni fa, l’Antartide segna il luogo dove passa l’asse immaginario attorno al quale gira la terra. Interamente circondato dall’oceano Australe che rappresenta il 20℅ dei mari con i suoi 75 milioni di chilometri quadrati, l’Antartide costituisce la più grande riserva di acqua dolce del globo (90℅ delle riserve mondiali). Questo continente di 14 milioni di chilometri quadrati, d’inverno è ricoperto da 20/25 chilometri quadrati di banchisa (mare ricoperto da uno strato di ghiaccio), al suo interno è totalmente ricoperta da ghiaccio, chiamato calotta glaciale polare,ghiaccio spesso in media 2500mt.

L’Antartide si divide in due parti;

la parte orientale, situata sul versante Australiano, è una zona molto difficile da raggiungere e ancor oggi largamente inesplorata. Vero cuore della calotta glaciale polare, questo grande plateau un po’ a cupola ricopre circa 10 milioni di chilometri quadrati. Qui il ghiaccio può raggiungere lo spessore record di 4800mt.

La parte occidentale, chiamata oggi Penisola Antartica, appare come il prolungamento della cordigliera Andina, meno estesa, essa occupa solo il quinto della superficie totale.

Questi due settori sono separati dalla catena Transantartica, lunga 4000 chilometri, che si eleva per diverse migliaia di metri e culmina con il Mont Vison a 5140 metri. Le montagne della catena tracciano una linea scura dal mare di Ross al mare di Weddell. Si tratta delle catene montuose meno conosciute e più elevate della terra.

Mille chilometri separano l’Antartide dall’America del sud, 2500 dall’Australia, 4000 dalla punta meridionale dell’Africa.

L’altitudine, il debole irraggiamento del sole e il potere di rifrazione del ghiaccio fanno dell’Antartide il continente più freddo del globo. Al suo interno le temperature sono bassissime, in inverno la temperatura media è di -60°, nella base di Vostok e stata registrata la temperatura record di -89°9.

In Antartide nevica poco, il suo interno è un deserto di ghiaccio. La velocità del vento è molto elevata, in alcune zone sono stati registrati venti superiori a 300 Km.. i venti catabatici (aria fredda vicino al suolo che scende per gravità dalla calotta glaciale verso le coste) accentua le bassissime temperature (con vento che soffia a 80 Km, una temperatura di -30° C equivale a -68° C,.

Per quanto riguarda la vita nell’entroterra Antartico è un vero deserto. Un clima così duro non permette nessun tipo di vita, né vegetale né animale. Solo nella zona costiera troviamo qualche invertebrato terrestre ed alcune piante, per lo più licheni, soprattutto durante l’estate. In questo momento dell’anno le coste non sono coperte dai ghiacci (solo il 2℅ del continente), sono popolate da numerosi uccelli, foche e fino a 25 milioni di pinguini.

Le acque Australi, con stelle marine, ricci, alghe, microscopici invertebrati, plancton e Krills, nutrono duecento specie di pesci, balene, foche, pinguini e altri uccelli migratori.

Al Polo sud non esiste una popolazione indigena, le condizioni climatiche non lo permetterebbero, l’unica presenza dell’uomo è rappresentata dalle basi scientifiche.

Mi chiamo Guido e sono un Sottufficiale dell’Esercito Italiano, il mio incarico presso il mio reparto è coordinatore delle attività subacquee ed istruttore ai corsi di qualificazione “Anfibia” sono in forza al Reggimento  Lagunari “Serenissima”,  grazie al mio lavoro sto vivendo una delle  esperienze più entusiasmanti della mia vita.

Dopo questo breve cenno sul continente meno esplorato e poco conosciuto della terra, Adesso vi racconto il mio lavoro in Antartide, lo voglio fare portandovi sott’acqua con me.

Dai, siete pronti?

Abbiamo iniziato a fare immersioni dai fori, l'obiettivo è effettuare dei  campionamenti sia del sedimento del fondale che la cattura di pesci.

 Nonostante le innumerevoli immersioni in tutto il mondo, per me è sempre una grande emozione prepararmi ad un’immersione. Preparo tutta l’attrezzatura e l’occorrente per i campionamenti, preparo tutto con meticolosità e attenzione, questa cura nei particolari  qualche mio collega la definisce “al limite del maniacale”,  in 28 anni di servizio non ho mai avuto un incidente subacqueo, forse è grazie alla cura e alla perizia  con il quale pianifico e preparo tutte le mie immersioni, da quelle ricreative, a quelle più impegnative.

Ma torniamo alla nostra immersione;

Si entra in questo tunnel di ghiaccio, preventivamente preparato dal personale logistico della base,  per aprire il foro sulla banchisa che mi permetterà di effettuare l’immersione è stato usato uno strumento chiamato carotatore, con il quale si pratica un foro nel ghiaccio marino, dal diametro di un metro e mezzo e profondo quanto lo strato di banchisa, (generalmente è di due metri), e grazie a questo foro che mette in comunicazione il mondo emerso da quello subacqueo che inizia la mia avventura quotidiana sotto i ghiacci.

Si  "scivola" sotto, nel buio più assoluto, inizia la discesa e improvvisamente mi sembra di volare, gli occhi si cominciano ad abituare al buio molto lentamente, ed ecco apparire i primi massi che caratterizzano il fondale Antartico.

L'adrenalina è al massimo e mi aiuta a non percepire la morsa del freddo. Arrivato sul fondo appaiono le prime forme di vita, stelle marine di dimensioni inimmaginabili, spugne e alghe di forme e colori mai visti, pesci stranissimi che mi circondano incuriositi. Dal loro comportamento capisco che non sono abituati alla presenza dell'uomo, addirittura si lasciano toccare. L’incarico che ho ricevuto dal biologo prima dell’immersione è proprio la cattura di alcuni esemplari, ma nel catturarli ho quasi dei sensi di colpa, nel contempo so che andranno ad arricchire le conoscenze sulle specie autoctone che popolano il mare Antartico, tra queste c’è l’ormai famoso Ice Fish, l’unico essere vivente al mondo ad avere il sangue privo di emoglobina, e quindi bianco trasparente come l’acqua.  

Dopo mezz'ora inizio la risalita, l'unico vincolo con la superficie è la mia braga (fune di collegamento con la superficie) e la luce circolare del foro da dove sono entrato poco prima.

Quasi mi dispiace abbandonare quel mondo unico nel campo della subacquea, il silenzio intorno a me è assoluto, l'unico rumore è l'aria che espiro dal mio erogatore. Risalgo perché il mio manometro segna 80 bar, la riserva di aria necessaria per riemergere, ma anche perché la morsa del freddo comincia a farsi sentire, ne risentono soprattutto le estremità del mio corpo, le mani e i piedi diventano quasi insensibili, le mie labbra non le sento più già da qualche minuto, è proprio ora di risalire!  

Durante la risalita penso come sarebbe stato bello poter nuotare vicino ad una foca o vedere sfrecciare qualche pinguino, ma per questa volta mi devo accontentare della magnificenza e particolarità delle cose viste quest’oggi.

La risalita deve essere lenta e carica di attenzioni, controllo la velocità scaricando l'aria del gav e della muta stagna, una manovra errata potrebbe farmi rovinare sullo strato di ghiaccio che mi sovrasta,  siamo in Antartide... non si può lasciare nulla al caso!

A tre metri, quindi appena sotto l'apertura del foro sulla Banchisa, mi fermo per qualche minuto, in modo da espellere tramite la respirazione l'azoto disciolto nel sangue, terminata questa operazione entro nel tunnel di ghiaccio e riemergo in superficie dove il mio collega Davide, Incursore della Marina Militare, mi accoglie con un gran sorriso.

E' grazie a lui, il quale mi ha tenuto la braga per tutta l'immersione, che ho potuto effettuare quest'ennesima immersione sotto i ghiacci del Polo, abbiamo comunicato per tutto il tempo attraverso la braga con dei segnali convenzionali, lui ha rappresentato l'unica garanzia di non perdermi nel buio  più assoluto, l’unico contatto con il mondo esterno, l’unico contatto con la vita.

Per fare il nostro mestiere bisogna avere una grande fiducia e stima l'uno dell'altro, e come al solito la fiducia riposta nel Collega/Amico non è stata tradita.

Grazie a queste persone e alla preparazione fisica e professionale che posso avere il privilegio di essere uno dei pochi uomini al mondo che si è immerso sotto i ghiacci dell'Antartide.

Guido

 

dicembre 2007

 

Missione antartica 2007-2008 - Lagunare in azione!

 

 

 

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