AFGHANISTAN: LAGUNARI,PRESEPE LATTA PER RICORDARE NATALE
FESTA CON DONI IN ORFANOTROFIO, PRESTO IN ITALIA BIMBO MALATO
di Rosanna Codino
Il Natale in Afghanistan ha gli occhi di Hamibullah, un piccolo di tre anni che sogna di arrivare presto in Italia per guarire da un sospetto tumore che gli comprime la spina dorsale. E i colori della sabbia del deserto, usata per costruire un presepe, uno dei sette realizzati nei campi di Farah e Bala Baluk, fatto di lattine,
pezzi di rami e pietre erose dal vento. Per i 500 soldati del Reggimento Lagunari 'Serenissima', da oltre due mesi in missione nel sud-ovest dell'Afghanistan al seguito della Brigata Alpina
Julia, la festa porta con sè la soddisfazione di poter rendere reale, con piccoli gesti, il senso religioso della nascita e della speranza.
E' proprio alla speranza che si aggrappa Hamibullah. Ha solo tre anni e vive nei pressi del villaggio di Tappeh Sadat, a 15 chilometri da Bala Buluk, dove è dislocata parte del Reggimento al comando del col. Giovanni Parmiggiani. Hamibullah e' già un bimbo miracolato, perché l'equipe medica dei Lagunari guidata dal ten. col. Andrea Polo e' riuscita a guarirgli un piede, ferito da un sasso che si era conficcato in profondità nel tallone destro. Gli accertamenti medici hanno permesso di scoprire che il piccolo ha anche una grande massa, si spera di natura benigna, che gli comprime la spina dorsale. Il regalo che i Lagunari vogliono fare a quella che e' ormai diventata la loro mascotte, come racconta il ten. Enrico Massaria, di Mestre
(Venezia), impegnato proprio nelle attività di aiuto alla popolazione afghana, e' un viaggio della speranza in Italia, per guarire Hamibullah e farlo tornare a giocare come tutti i
bambini della sua età. Concluse le pratiche burocratiche, arriverà a breve nel reparto di pediatria dell'ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona) per essere operato dal dott. Giorgio
Zavarise, il medico che sta seguendo il caso. La sua storia di bimbo ferito ha talmente commosso i soldati del Reggimento da spingere il ten. col. Polo a dedicargli una poesia che racconta, tra l'altro, come ''in un mondo che non e' un mondo, e' nato, e nessuno sapeva, un bimbo dagli occhi pieni di cielo. Per l'ingiustizia che conosco e' senza scarpe di una povertà che spaventa, scalzo in questo deserto che non piove come la speranza che non e' tra queste dune secche e montagne spoglie''. Il Natale sarà trascorso dal Reggimento 'Serenissima'
alternando i riti della festa con le normali attività operative e di assistenza alla popolazione. Il ten. Massaria tornerà a visitare l'orfanotrofio di Farah, portando doni, abiti e giocattoli, ma soprattutto materassi a oltre un centinaio di bambini costretti a dormire solo su assi di legno, mentre nei due campi in cui e' dislocato il Reggimento i suoi colleghi assisteranno alla Santa Messa, officiata in una tenda pneumatica dal cappellano militare, don Giovanni Medeot. 'Durante l'omelia ricorderò che qui c'e' la stessa povertà di Gesù e quindi il senso vero della festa - racconta il sacerdote - lo stesso che i militari hanno voluto ricreare nelle scene della Natività allestite nei campi''. C'e' un presepe, spiega il primo maresciallo Fabio Piotto di Cittadella (Padova), fatto interamente di lattine plasmate per rappresentare i personaggi della venuta di Gesù in terra, mentre la scena e' costruita con sabbia e pietra raccolte nelle vicinanze della base. In un altro, racconta il primo caporal maggiore Samuele Polato di Padova, le statuette della Natività portate dall'Italia sono state affiancate da alcuni mezzi militari in miniatura che sembrano in processione, come i Re Magi, verso la grotta. ''Mi rendo conto che e' difficile sentire qui il Natale - sottolinea don Medeot - per questo ho voluto quest'anno che venisse fatta la novena cantata. Un modo, anche questo, per recuperare il senso vero della festa''. (ANSA)