Il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Giampaolo Di Paola, si è recato in visita al Contingente militare italiano in Libano, in occasione del passaggio dell’OPCON (Operational Control) dall'Italia ad UNIFIL.
Il Ministro Parisi, nella capitale libanese, ha incontrato il Primo Ministro, Fouad Siniora, e il Ministro della Difesa, Elias Murr. Ha proseguito, poi, per Jabel Maroun, sede attuale del Contingente italiano che, con l’operazione “Leonte”, partecipa alla missione ONU nel sud del Libano.
Il Ministro Parisi ha anche fatto tappa su Nave “Garibaldi”, al largo delle coste libanesi, dove si è intrattenuto con il Comandante del Task Group, l’Amm. Div. Giuseppe De Giorgi.
Uomini e Donne del Contingente italiano della missione UNIFIL,
sono passate esattamente due settimane da quando, insieme con il Presidente del Consiglio, sul ponte di volo di Nave "Garibaldi", ho rivolto il saluto alla prima aliquota del Contingente che aveva iniziato a muoversi alla volta delle coste libanesi per dare inizio al dispiegamento e all'avvio dell'operazione "Leonte".
Avrei voluto accompagnarvi personalmente.
Ho preferito seguirvi, passo passo, da lontano, nel vostro progredire per l'organizzazione e l'assunzione delle responsabilità.
Avete lavorato bene.
Vedervi oggi, già schierati nella zona di competenza, pronti a mettere le vostre capacità, la vostra professionalità, la vostra serietà di intenti al servizio della pace è motivo di soddisfazione e di orgoglio.
Sono qui oggi, in mezzo a voi, per rinnovarvi, a nome del Governo e del popolo italiano, i sentimenti della più profonda vicinanza. E lo faccio nel momento in cui le vostre attività operative stanno passando sotto l'OPCON (Operational Control) di UNIFIL.
Questo significa che risponderete direttamente del vostro operato sul campo al Comandante UNIFIL, e quindi all'ONU.
Il tutto, però, nel pieno rispetto del mandato conferito al Contingente dal Governo e dal Parlamento della nostra Repubblica.
L'Italia, nella persona del Capo di Stato Maggiore della Difesa, mantiene l'Operational Command, vale a dire la competenza per quanto richieda decisioni che esulino dall'ambito dell'area di operazioni prefissata e del mandato.
Il Paese, tutto il Paese, continuerà a seguirvi da vicino.
Per ottimizzare il funzionamento della catena di comando, il Governo ha chiesto e ottenuto la costituzione a New York di una "cellula strategica" che fungerà da interfaccia tra il Comandante di UNIFIL in Teatro ed il responsabile del Dipartimento per le operazioni di peace-keeping delle Nazioni Unite.
Le dipendenze, la struttura e i compiti di tale cellula sono in via di definizione, proprio in queste ore, presso lo stesso il DPKO.
Nel mio saluto del 29 settembre, dissi che si trattava di una missione fra le più delicate ed impegnative dalla fine della seconda guerra mondiale.
Dissi che si trattava di una missione lunga, rischiosa, costosa, impegnativa, e tuttavia una missione doverosa.
Confermo oggi queste affermazioni anche se l'attività finora svolta rafforza in me ottimismo e fiducia.
La visita di oggi mi consente di rilevare l'eccellente funzionamento della macchina interforze con la realizzazione in tempi strettissimi dello schieramento e l'efficace coordinamento attivato con i nostri alleati e con le autorità locali.
Nel frattempo, voi lo sapete, abbiamo anche assunto il comando della forza navale incaricata di assicurare, ad interim ed in coordinamento con UNIFIL, il monitoraggio e la sorveglianza delle acque libanesi, in attesa della forza assegnata all'ONU.
La richiesta di questa ulteriore responsabilità di Comando, inizialmente non prevista, è di per sé il riconoscimento della nostra capacità operativa e, allo stesso tempo, della nostra equidistanza.
E' stato possibile, con ciò, porre termine alle misure di embargo marittimo preesistenti.
L'attuazione dell'operazione "Leonte" ci permette di affermare con soddisfazione che quelli che erano i traguardi del passato sono tappe consolidate del processo di crescita ed ammodernamento delle nostre Forze Armate.
La forza anfibia si può considerare ormai una realtà operativa di grande efficienza; la capacità di inserirsi in schieramenti multinazionali - nonché di prenderne il comando - è ormai una caratteristica saliente dello strumento militare italiano: ovunque riconosciuta ed apprezzata.
Con giusto orgoglio guardiamo allora alle nostre capacità di operare concretamente per la difesa della pace e il rafforzamento della stabilità in diversi scenari del mondo.
Con questo, non intendiamo nascondere le difficoltà con le quali siamo chiamati a confrontarci.
Siamo qui, nella parte del Medioriente più prossima all'Europa, e quindi all'Italia, come i contadini che aiutano a spegnere l'incendio nel campo del vicino.
La Risoluzione 1701 si pone, ci pone, obiettivi ambiziosi, puntando a consolidare la sovranità dello Stato libanese, affinché possa esercitare il pieno controllo sul proprio territorio.
Siano la politica, la diplomazia, la cooperazione a risolvere conflitti e tensioni.
Non più le armi, o gli atti di terrorismo, con inaccettabili minacce ed altrettanto intollerabili conseguenze per le popolazioni civili.
Fare del Libano uno Stato pacifico e sovrano significa creare solide fondamenta per una duratura pace in Medioriente.
Uomini e Donne del Contingente italiano,
la pace è figlia della unità delle Nazioni del mondo. E la prova che la Nazioni Unite hanno dato di fronte alla crisi libanese è un augurio per una azione internazionale sempre più forte ed incisiva, perché sorretta da comuni valori di pace, di solidarietà e di reciproca fiducia.
Quei valori che voi state difendendo in questa terra, con il consenso e l'apprezzamento della Repubblica.
E' per questo che l'Italia vi ha chiesto di mettervi al servizio di questa nobile causa.
Da oggi siete a tutti gli effetti Soldati dell'ONU, Soldati del mondo, Soldati di pace, soldati per la pace.
Son sicuro che ne siete orgogliosi e che ne sarete degni.
Viva l'Italia.
Viva l'ONU.
Viva la pace.