Il Reggimento e la missione di pace presentati a chi resta a casa, a chi per i prossimi sei mesi avrà la mente e il cuore nel Sud del Libano dove le donne e gli uomini del Reggimento Serenissima dei Lagunari saranno impegnati nel prosieguo dell’«Operazione Leonte», da loro stessi aperta due anni fa.
Una festa di saluto, una «festa di famiglia» voluta dal Colonnello Arturo Nitti, comandante del Reggimento, che questa mattina ha salutato i suoi primi settanta uomini partiti per il paese dei cedri.
«La missione più difficile, non la più pericolosa. In Libano la popolazione non è ostile, è ospitale, ma ci può essere l’imprevisto. Lì non sono importanti le armi, ma la mediazione. Quella degli ufficiali ma anche quella degli uomini in pattuglia».
Ieri pomeriggio alla caserma Matter, sede del Reggimento Serenissima, il colonnello Nitti ha parlato a braccio presentando la missione e il Reggimento ai parenti degli stessi lagunari. Per la prima volta non una cerimonia ufficiale, non uno schieramento di picchetti e bandiere, ma una «festa di famiglia» per salutare i militari che partono.
«Spesso chi sta a casa non conosce con esattezza quanto noi andiamo a fare e dove. Mia moglie che mi sopporta da 18 anni spesso mi fa mille domande su come, su cosa, su dove vado. Mi sono detto che anche i famigliari dei miei uomini faranno le stesse domande. Ecco allora il motivo di questa festa. Di questo saluto» ha spiegato il colonnello Nitti, comandante del reggimento dall’aprile scorso.
Questa mattina i primi settanta lagunari lasceranno l’Italia.
Entro il 25 novembre i cinquecento uomini del reggimento previsti per la missione saranno schierati nella zona di loro competenza.
Arturo Nitti ha voluto inoltre potenziare il Nucleo Assistenza Famiglia, il gruppo di lavoro che resta a Mestre e a cui i famigliari dei militari in missione si possono rivolgere per gestire qualsiasi problema che si presenta mentre il parente è impegnato all’estero. Nella zona assegnata agli italiani, al confine con Israele, complessivamente saranno impiegati oltre 2000 soldati della brigata «Pozzuolo del Friuli». Per i soldati delle unità alle dipendenze della «Pozzuolo» è un ritorno in Libano. La Brigata nel 2006 aveva aperto la missione di pace Leonte.