“La Marina militare ha avviato un importante programma di ammodernamento della flotta che, nel volgere dei prossimi anni, la porterà progressivamente ad assumere una configurazione rinnovata, funzionale ai nuovi scenari”. E’ apparso fiducioso il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, nel suo discorso alla cerimonia per la festa della Marina lo scorso 19 giugno a Taranto. Un’evoluzione importante quella sottolineata da Di Paola, che si colloca in un background di trasformazione dello strumento militare interforze, considerato dal Csmd la priorità strategica delle Forze armate. “Un processo che sono chiamate a portare avanti anche attraverso scelte difficili e talvolta rinunce – ha spiegato l’ammiraglio Di Paola – applicando concreti e oggettivi criteri di costo-efficacia”.
Pur nel contesto di una evidente difficoltà economica, la Forza navale italiana sembra guardare al futuro consapevole delle proprie capacità e dell’importante ruolo che riveste in ambito internazionale. Posizione sottolineata dallo stesso capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Paolo La Rosa, in occasione della festa della Forza armata, quando ha annunciato un ulteriore passo in avanti nell’ammodernamento della flotta. “Dall’anno prossimo – ha spiegato ai giornalisti – sfruttando i finanziamenti del 2008 implementeremo il programma relativo il comparto sommergibili classe Todaro, peraltro già schedulato, che prevede l’acquisizione di altre due unità”.
Soltanto alcuni giorni fa, sono stati presentati i dati relativi all’ultimo acquisto in fatto di sottomarini, lo Scirè classe Todaro, al suo primo impiego operativo nel contesto dell’esercitazione Mare aperto 2007. Il battello S 527 ha dimostrato la propria efficienza operativa testata nel corso delle Casex (esercitazioni anti sommergibile), schedulate a largo delle acque del poligono di Capo Teulada, per fare il suo ingresso ufficiale a Taranto presso Comforsub (Comando forze subacquee) lo scorso 24 maggio. “Siamo pienamente soddisfatti del sommergibile Scirè – ha sottolineato La Rosa – che ha superato qualsiasi tipo di aspettativa presentandosi come un mezzo altamente operativo”.
Il battello S 527 è la seconda unità della classe, frutto di un programma di cooperazione italo-tedesca siglata con un accordo governativo Mou (Memorandum of understanding) per la realizzazione di mezzi di tipo U212A. Esattamente identico alla prima unità, Salvatore Todaro S 526 (da tempo operativo in acque internazionali), rappresenta l’evoluzione delle più moderne tecnologie in fatto di sottomarini nei settori dell’autonomia occulta, delle segnature, del sistema elettroacustico e di lancio di siluri. In particolare, il tipo di propulsione silenziosa basata sull’impiego delle celle a combustibile, le fuel cells (in cui l’idrogeno e l’ossigeno vengono fatti reagire per produrre energia elettrica), rappresenta un sistema innovativo per la generazione di potenza in molteplici settori, anche non militari, primo fra tutti l’autotrazione.
Come ha sottolineato il capo di stato maggiore della Marina, la Forza navale italiana prosegue nell’atto di cementificazione di due grandi pilastri. Da una parte la sorveglianza marittima, attualmente sviluppata con il V-Rmtc (virtual regional maritime traffic centre), un programma di controllo del mare in cooperazione con altre Marine. Dall’altra la capacità di proiezione dal mare che ha dato prova di prontezza nel contesto dell’operazione Leonte, quando in acque libanesi si ponevano le necessarie premesse alla rimozione del blocco navale israeliano.
“La Marina italiana – ha spiegato l’ammiraglio La Rosa – funge da struttura abilitante tra le Forze armate. Basti guardare al dispositivo interforze di proiezione dal mare, uno dei punti di forza nel processo di trasformazione dello strumento militare”. L’operazione Leonte in Libano ha visto per la prima volta l’impiego di questi reparti, una Joint landing force costituita dalla Forza da sbarco della Marina militare e dal Reggimento Lagunari "Serenissima" dell’Esercito italiano, i due elementi chiave del dispositivo interforze di proiezione dal mare.
L’altro punto cardine dell’evoluzione dello strumento militare è il V-Rmtc, un accordo internazionale nato da un’iniziativa tutta italiana. Si tratta di un network che collega tramite Internet, le centrali operative delle Marine aderenti all’iniziativa. In questo modo possono avvantaggiarsi d’informazioni non classificate sul traffico mercantile composto da unità superiori o pari a 300 tonnellate. I dati, inviate secondo un formato Mersit (Merchant vessels situation) sviluppato dalla Marina militare italiana, sono raccolti dal Data fusion hub (Centro di raccolta e diffusione delle informazioni) collocato a Cincnav (Comando in capo della squadra navale).
Il progetto, nato nell’ottobre 2002, sulla base della necessità di rafforzare la sicurezza dei traffici marittimi del Mediterraneo, ad oggi presenta un framework legale contenuto in un documento denominato Operational arrangement (O.A.) al quale il 12 ottobre 2006 (durante il 6° Simposio regionale delle Marine del Mediterraneo e del Mar Nero) hanno aderito 17 Paesi, conosciuti anche come Wider community: Albania, Cipro, Croazia, Francia, Giordania, Grecia, Italia, Israele, Malta, Montenegro, Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Turchia. Il V-Rmtc è stato impiegato anche durante l’operazione Leonte, sulla base di un accordo bilaterale italo-libanese che ha consentito la cooperazione in un settore molto delicato quale quello della Rmmp-L (Recognized maritime merchant picture for Lebanon).
Il dispositivo si presenta come un sistema dinamico in continua evoluzione, nel rispetto dell’economicità, contestualmente al miglioramento tecnico. Molti Paesi hanno manifestato un grande interesse per il V-Rmtc. Per questo motivo è stata avanzata la proposta di organizzare un seminario sull’argomento, presumibilmente nel mese di settembre 2007 a La Spezia. Da ciò si intuisce un ulteriore adesione alla Wider Community. Tale attività si configura come propedeutica a una possibile esportazione del modello V-Rmtc nell’area del Golfo Arabico.
L’impresa Marina dunque guarda al futuro sulla base di un passato forte di tradizioni, ma soprattutto di una visione innovativa, dove il concetto strategico più volte sottolineato dai vertici dello stato maggiore trova coerente applicazione. Il contesto appare ostico dal punto di vista economico, tuttavia lascia spazio a una policy di gestione delle risorse, mirata soprattutto a progetti di collaborazione in continua evoluzione.