VENEZIA: INGEGNERIA AEROSPAZIALE ALL'AEROPORTO DEL LIDO?
di G. Alegi
La facoltà di ingegneria dell’Università di Padova vorrebbe creare sull’aeroporto del Lido un dipartimento del corso di laurea in ingegneria aerospaziale, che oggi conterebbe circa 550 iscritti. L’idea è stata formalizzata in una lettera inviata a diversi soggetti interessati allo storico campo veneziano e resa nota oggi dal Gazzettino. «Esprimiamo concreto interesse a studiare le possibilità di uso degli spazi e delle risorse date dall’aeroporto "G. Nicelli" del Lido di Venezia e delle strutture demaniali limitrofe, anche in collaborazione con altre università, enti di ricerca e aziende del territorio», scrivono i professori Ettore Fornasini (preside della facoltà di ingegneria) e Pierfrancesco Brunello (presidente del consiglio di corso di laurea) al sindaco Massimo Cacciari, al presidente del cda della società Nicelli Carlo Trevisan e al commissario straordinario dell’Aero Club Maurizio Marrucci. Alcuni contatti sarebbero già stati presi con il Politecnico di Milano. «La preparazione degli studenti, e l’attività di ricerca in questo settore potrebbero trarre sensibile beneficio dalla disponibilità di una sede aeroportuale che, per dimensioni, flessibilità e caratteristiche delle attività operative sia adatta ad ospitare attività di ricerca nel settore aeronautico e consenta di formare il necessario momento applicativo del percorso formativo».
Sull’aeroporto - osserva Dedalonews - insiste il complesso industriale delle ex Officine Aeronavali, inutilizzato ma appartenente al gruppo bresciano Sorlini. Le proprietà demaniali comprendono la storica palazzina, di recente ristrutturata sotto la sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali e un complesso dell’Aeronautica Militare, anch’esso inutilizzato. L’accenno alle strutture «limitrofe» allude presumibilmente alla caserma "Guglielmo Pepe", lasciata dai Lagunari una decina di anni fa e fin dal XVI secolo sede dei Fanti da Mar della repubblica di Venezia. Poco distante esiste anche il vasto complesso dell’Ospedale a Mare, da tempo ridotto a presidio ambulatoriale ed anch’esso con vasti spazi disponibili. La difficoltà principale per il progetto potrebbe essere rappresentata dai collegamenti con la città, che oggi richiedono una traversata in traghetto o ferry di 45 minuti con un costo di 6 euro per i non residenti, seguita da un ulteriore percorso in autobus.