Prende il largo l’esercitazione aeronavale Mare Aperto 2008
E’ iniziato l’evento addestrativo, pianificato e condotto dalla Marina Militare a cui partecipano anche assetti dell’Esercito italiano e dell’Aeronautica militare nonché forze navali di Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e Turchia, per un totale di circa 6300 militari.
L’esercitazione che si svolge nelle acque del Mar Tirreno e che proseguirà fino al 23 maggio è stata organizzata per verificare le procedure operative e tattiche nei principali scenari marittimi tra i quali: la sorveglianza marittima, il controllo delle vie di comunicazione, la difesa aerea di forze navali e le operazioni di proiezione di capacità dal mare e sul mare.
La pianificazione è stata curata dallo staff dell’Ammiraglio di Squadra Giuseppe Lertora, Comandante in Capo della Squadra navale, mentre la direzione delle operazioni in mare è responsabilità dell’Ammiraglio di Divisione Rinaldo Veri nella veste di Comandante della Joint Task Force (CJTF) e di Comandante della Task Force Anfibia (CATF).
La Marina Militare è presente con una componente navale costituita dalla portaerei Garibaldi, le fregate Maestrale, Grecale, Aliseo, Zeffiro ed Artigliere, le navi anfibie San Giorgio e San Marco, la rifornitrice Stromboli, la corvetta Danaide, i cacciamine Numana e Sapri ed i sommergibili Gazzana e Prini.
La componente aerea imbarcata consta di 6 velivoli AV-8B plus, 5 elicotteri medi (4 EH-101 ed 1 SH-3D) e 5 elicotteri leggeri (AB-212).
La componente anfibia si basa su elementi di manovra della forza di proiezione dal mare per un totale di oltre 580 militari del Reggimento San Marco della Marina Militare e del Reggimento Lagunari "Serenissima" dell’Esercito Italiano.
Vi prende parte anche un distaccamento di forze speciali del raggruppamento subacquei ed incursori della Marina Militare.
Nutrita la presenza di unità navali straniere: la fregata turca Gemlik, le navi tedesche Braunschweig, Kohln e Donau, le unità canadesi Iroquois, Calgary e Protecteur, le navi francesi Jean d’Arc, Gorge Leygues e CDT Bouan.
Sono previste, inoltre, interazioni con la forza marittima permanente della NATO costituita da unità navali appartenenti alla Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Stati Uniti e Turchia.
L’attività pone in risalto l’elevata interoperabilità raggiunta dalle marine in diversi contesti multinazionali.
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CAPO TEULADA La situazione a Pinkland è precipitata. Sono molti gli italiani a rischio e subito la macchina dei soccorsi per evacuare i connazionali si mette in moto. Lo scenario di fantasia è lo sfondo all'esercitazione «Mare Aperto 2008» alla quale partecipano oltre 300 militari delle forze armate italiane e navi tedesche, francesi, britanniche, greche e turche. Scattata il 13 maggio scorso, l'esercitazione pianificata e controllata dall'ammiraglio Giuseppe Lertora, comandante in capo della Squadra navale e di Euromarfor, ha interessato prima il Mar Jonio, poi il Tirreno e, infine, il canale di Sardegna. L'esercitazione aveva lo scopo principale di mettere a punto la gestione multilaterale di una crisi sviluppando per la prima volta la collaborazione con la Croce Rossa italiana. La Cri, rappresentata dal suo presidente Massimo Barra e dall'ispettrice generale delle Infermiere volontarie, Mila Brachetti Peretti, ha allestito i centri di gestione dei feriti e allestito presidi sanitari anche a bordo delle navi della flotta impegnata nella simulazione di intervento per l'evacuazione di connazionali in un'area di crisi.
Le pessime condizioni meteo, con un vento che ha soffiato fino a 45 nodi, hanno reso ancor più verosimile l'esercitazione. «Un'eventualità questa che era stata studiata per l'evacuazione dei nostri connazionali dal Libano», spiega Elisabetta Belloni responsabile dell'Unità di crisi del Ministero degli Esteri che ieri ha assistito all'esercitazione.
I primi incursori del Consubim entrano in azione dopo essersi lanciati in mare da un elicottero. Il loro scopo è mettere al sicuro da mine e altro la zona di sbarco. Poi ecco arrivare i potenti mezzi anfibi Aav-7 del Reggimento San Marco che creano una cornice di sicurezza. Lo scenario di crisi è una situazione molto simile a quella del Libano dove il governo locale accorda l'intervento esterno a scopi umanitari ma in zona ci sono elementi ostili. Gli sbarchi si susseguono e arrivano altri mezzi da sbarco con i veicoli che dovranno prendere a bordo i profughi. Nel frattempo viene attrezzata un'area accoglienza con tende e un piccolo ospedale da campo per far fronte alle prime esigenze. Tutte le persone soccorse vengono poi controllate e identificate prima di essere trasferite a bordo delle navi che incrociano al largo. Le comunicazioni terra-nave sono garantite da un sistema sofisticato che consente di incrociare i dati e scoprire «infiltrati pericolosi».
«È necessario addestrarsi sempre di più e meglio per affrontare le emergenze - spiega l'ammiraglio Lertora - è un concetto ormai acquisito». L'utilizzo delle forze armate per risolvere alcune situazioni di emergenza è particolarlmente caro a Elisabetta Belloni, che lasciata la super tecnologica Unità di crisi della Farnesisa, ha voluto verificare sul campo l'efficienza della «Forza di proiezione a mare» a scopo pacifico. «Siamo in continuo contatto con il Coi (centro operativo della Difesa ndr) - spiega la responsabile dell'Unità di crisi - Noi abbiamo i sensori su cosa sta accadendo nel teatro delle possibili operazioni e loro possono fornire uomini e mezzi per risolvere emergenze di questo tipo. Un rapporto di reciprocità e di collaborazione che può dare solo ottimi risultati». «Questo nuovo tipo di approccio è essenziale - ha spiegato l'ammiraglio Giuseppe Lertora, comandante in capo della Squadra navale - per sfruttare al meglio le risorse e le capacità di tutti».
E mentre il vento rinforza e nuvole nere si addensano in cielo gli elicotteri iniziano a fare la spola con le navi per riportare a casa i connazionali salvati.
21/05/2008
iltempo.it
dall'inviato
Maurizio Piccirilli
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Mare Aperto 2008 : La Forza di Proiezione dal Mare Italiana in addestramento
La Forza di Proiezione dal Mare Italiana sta concludendo l’esercitazione Mare Aperto della Marina Militare. Presso il poligono di Capo Teulada e nei giorni 19 e 20 maggio i Reparti in addestramento hanno ricevuto la visita di numerose altre autorità civili e militari.
Quale parte di una Task Force Anfibia, la Forza di Proiezione dal Mare ha visto impegnati tra le sue fila gli uomini del reggimento San Marco della Marina, del reggimento Lagunari “Serenissima”, del 3° reggimento Genio Guastatori entrambi dell’Esercito, agli elicotteri dell’Eliassalto e agli AV8-B (Harrier) del Gruppo Aerei Imbarcati, sempre della Marina. In questa esercitazione è stato coinvolto anche il Corpo Militare della Croce Rossa.
Le peculiarità della Forza di Proiezione dal Mare, cioè l’elevatissima mobilità, la capacità di operare simultaneamente su terra, in mare e in aria, la possibilità di raggiungere territori lontani grazie alla presenza delle Navi Anfibie (San Marco, San Giorgio e San Giusto), rendono questa Unità a connotazione Interforze uno strumento prezioso ed altamente operativo nelle mani della Difesa, in grado di trovare una collocazione di impiego nel fronteggiare contesti di crisi socio-politica di carattere internazionale.
Nonostante la sua recente costituzione, la Forza di Proiezione dal Mare è già stata impiegata, e per prima, nell’Operazione “Leonte” in Libano.
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