NASCE PER NOI IL SALVATORE
BUON NATALE
“lettera aperta del Cappellano Militare in occasione delle feste natalizie a tutti i militari e le loro famiglie”
Santo Natale 2008
Carissimo amico,
siamo ormai alle porte del Santo Natale, e ti raggiungo con questa mia lettera per formulare a te e alla tua famiglia i miei auguri fatti di preghiera, affetto e ricordo che esprimo con questo scritto per offrirti un momento di riflessione in questo tempo di Avvento e Natale e per esserti accanto nella NOTTE Santa.
PÈNSATI NELLA GROTTA di Betlemme, guarda tutto con la massima attenzione perché quello che vedi non è lì per caso ma perché è preparato da Dio e voluto da Dio. Guarda soprattutto il Bambino. Chi è? “Egli è immagine del Dio invisibile,generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.
È Dio, facciamo un atto di fede e di adorazione. È Dio che si è fatto uomo per essere “L'UOMO”, il modello unico dell'uomo e dell'umanità. Lui è la perfezione dell'uomo. Tutto quello che è, ha fatto, ha vissuto, lo ha fatto per essere nostro modello perché, seguendone le orme in tutto, raggiungeremo la perfezione. Allora “dimentico del passato e proteso verso il futuro” tieni lo sguardo fisso su Gesù. Ricordalo! È il MODELLO, UNICO DELL'UOMO. L'umanità è perfetta nella misura che rassomiglia a Lui. L'uomo è uomo per quanto in lui c'è di Cristo.
COMINCIAMO AD IMPARARE.
È un bambino. Cosa imparare da un bambino? Proprio così. Dio non si è fatto bambino per insegnare ai bambini ma per insegnare a tutti che: “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Attento a non uccidere il bambino che è in te. Cosa può insegnarci il bambino? Il
bambino non ha passato ma solo presente e futuro. Chi avvelena e rovina la nostra vita è il nostro passato. È proprio il passato che ci fa diventare vendicativi, gelosi, tristi, sfiduciati, delusi, in una parola “vecchi”. Il cristiano invece è colui che dimentica il passato ed è tutto proteso verso l'avvenire e il futuro, seminando speranza e fiducia. “Lasciate che i bambini vengano a me” dice il Signore.
E' POVERO. Certamente, entrando nella grotta di Betlemme, la cosa che colpisce di più è la povertà. Nascere in una grotta ed avere come culla una mangiatoia non rappresenta sicuramente né comodità, nè igiene per un parto. Non lasciamoci però confondere dall'immagine. È comune pensare alla grotta di Betlemme come all'immagine della povertà mentre invece credo sia necessario riflettere per capire la differenza che c'è tra povertà e miseria.
Quanti bambini oggi nascono in una situazione peggiore di quella di Gesù! Penso a quelli che non vedono neppure la luce perché con l'aborto vengono uccisi ancora prima di nascere. Sono sicuramente più poveri di Gesù. Penso a coloro che nascono e appena nati vengono gettati, magari in un cassonetto della spazzatura o su un marciapiede. Sono più poveri di Gesù. Penso anche a quei bambini i cui genitori non vogliono riconoscerli. Ho conosciuto una donna che ha accettato di non abortire a condizione di non vedere il figlio.
Queste considerazioni ci fanno aprire gli occhi su un fatto: Gesù è nato in una grotta ma con una stupenda famiglia che lo attendeva e lo ha accolto. Cosa vuol insegnarci Gesù con questo? Che si può fare a meno di tutto, meno che della famiglia. Mancare della famiglia non è povertà, che è un grande valore evangelico, ma miseria. E la miseria il Signore non la vuole. Ci dice ancora che la famiglia è un diritto di tutti e se è un diritto è anche un dovere. Ogni sposa ha il dovere di dare una bella famiglia al suo sposo e viceversa. Entrambi hanno il dovere di dare una bella famiglia ai propri figli. E i figli hanno il dovere di dare una bella famiglia ai propri genitori, soprattutto quando sono anziani e malati. “Onora il padre e la madre” ci ha ordinato il Signore. Ma allora: Gesù è povero? Certamente è povero e la povertà evangelica non è mancanza dell'essenziale, cosa che Dio non vuole.
LA NUOVA NASCITA. Da Betlemme appare l'essenzialità della famiglia che non deve mancare a nessuno. In ogni uomo che nasce Dio rinnova la sua nascita. Dio si rende presente in ogni uomo che viene sulla terra. Gesù nasce in situazioni ancora peggiori di quella di Betlemme. Nasce anche senza una famiglia, anche se magari in una clinica di gran lusso. È ucciso con l'aborto ancor prima di nascere. Oggi si approfitta dei bambini per prelevare gli organi, per soddisfare innominabili passioni. Perché? All'egoismo umano, sempre crescente, corrisponde una manifestazione di Dio fino alla miseria. Dio umilia se stesso assumendo la condizione di aborto, di orfano bianco, di bambino abbandonato perché la concezione dell'uomo ha raggiunto questi abissi di miseria. È lì che Gesù nasce e di lì ci redime. Sono questi luoghi di sofferenza il nostro presepio di oggi. Lì è la nostra Betlemme.
L' ESSENZIALE PER LA VITA A BETLEMME.
Nasce a Betlemme senza una casa. Muore nudo su una croce. Ha detto che: “Gli uccelli hanno il loro nido e le volpi le loro tane, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”, eppure la dignità di Gesù era grande, il suo fascino irresistibile. Da Gesù si impara la sobrieta' in tutto. Servirsi delle cose che ci servono, il resto è dei poveri. Francesco di Assisi era affascinato dalla povertà di Cristo tanto che Dante ce lo presenta come il grande cavaliere innamorato di Madonna Povertà. “Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Gesù ci assicura che come non ci è mancata una culla per nascere non ci mancherà una croce per morire.
Ora vi lascio come icona di questo Natale il racconto che segue e vi rinnovo ancora tanti auguri di un Santo Natale a tutti.
don Marco
Carissimi,
con questo semplice racconto voglio raggiungervi per farvi i miei auguri e ricordarvi le celebrazioni nella Chiesa della nostra Base.
“Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti per aiutare la Santa Famiglia nella stalla. Per primo, naturalmente, si presentò il leone: "Solo un re è degno di servire il Re del mondo", ruggì, "io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!". "Sei troppo violento" disse l'angelo. Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò: "io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!". "Sei troppo disonesta!", disse l'angelo. Tronfio e splendente arrivò il pavone. Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride: "io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!". "Sei troppo vanitoso" disse l'angelo. Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono. Invano. L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene. Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta. L'angelo li chiamò:"E voi non avete niente da offrire?". "Niente", rispose l'asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie, "Noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!". Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: "Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code". L'angelo finalmente sorrise:"Voi siete quelli giusti!".
Il racconto suggerisce che anche l'asino ed il bue della stalla di Betlemme rappresentano virtù particolari: l'umiltà, la mansuetudine, la pazienza.
Tutte le virtù che il mondo prepotente dei nostri tempi ha dimenticato,
non sia così il tuo Natale, ma ricco di queste virtù.
AUGURI
Tuo don Marco
NRDC – ITA
CORPO D’ARMATA DI REAZIONE RAPIDA
IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA SPIRITUALE
Il Cappellano Militare Capo
Caserma “U. Mara”
Solbiate Olona – VA