Si vede che nell’ambiente attorno ai Lagunari, siamo in un periodo di grandi “fioriture” culturali.
Conferenze, opere bibliografiche, incontri, simposi.
Per la seconda volta in poco tempo, mi vedo leggere d’un fiato un bellissimo librone di ben 396 pagine la cui copertina mi ha calamitato l’occhio essendovi riprodotta una foto molto simile ad una Istantanea concessaci da nostro commilitone e pubblicata dal nostro Sito nella sua rubrica “Archivio storico dei Baffi”; ed inoltre perché si riportano cose a me vicine.
L’opera è titolata “l’Amalfi Racconta – la Batteria Amalfi negli anni di Salò attraverso i ricordi e le testimonianze dei protagonisti – le uniformi, i distintivi ed i cimeli”; a firma di Furio Lazzarini ed edito da “Ermanno Alberelli Editore”.
Il Lazzarini, della cui amicizia mi onoro, per i pochi che non lo sanno è anche l’autore di quel famoso lavoro già a suo tempo edito e titolato “Gli artigli del Leon”.
Diciamo subito che al Lagunare attuale, la lettura delle vicende della Batteria Amalfi, potrebbe risultare avulsa, oppure rivestire il senso una mera conoscenza storica come tante altre.
Ma a mio parere due sono i motivi che invece renderanno preziosa la lettura di questa pubblicazione.
E per il fatto che l’autore è stato un Lagunare, uno dei nostri, un commilitone ed è bello vedere come un Lagunare estrinsechi con grande professionismo la difficile via delle trattazioni storiche.
Il suo lavoro, la sua fatica (di Lagunare), è “orgoglio” per tutti noi Lagunari d’ogni tempo.
Egli appunto scrive nella prefazione come per sottolineare la sua appartenenza alla nostra Specialità: “…sono trascorsi quasi sessant'anni (dalle vicende descritte nel libro- n.d.r.), quando io stesso fatico a ricordare i Lagunari miei commilitoni del servizio militare svolto nel 1978, pressoché ieri…”
Il secondo motivo d’interesse per i “Vecchi Lagunari”, ma non solo, e da ricondursi alle guardie di sorveglianza che nei primi anni della costituzione del Settore Forze Lagunari, molti dei nostri espletarono nelle varie batterie, depositi, caserme, che facevano parte della linea d’artiglieria costiera complementare alla Batteria Amalfi, come per esempio la Batteria San Marco ed altre locali.
Io stesso, nei miei archivi, annoto storie di “colleghi” che prestarono servizio in codesti luoghi, agli albori della Specialità lagunare.
Molti dei più anziani di noi si sono fatti fotografare appollaiati sulle terrificanti bocche da fuoco dell’apparato fortificato o hanno svolto esercitazioni tra le vecchie mura di questi veri e propri misteriosi “monumenti”.
Cosa ci farà leggere questo libro per altro corredato da una infinita parata di bellissime e preziose foto dell’epoca?
“La storia bellica della “Batteria Amalfi” di Punta Sabbioni (Venezia), inizia alle tre pomeridiane del 14 maggio 1917, allorquando la prima granata da 381 mm raggiunge con precisione un bersaglio posto in mare aperto, distante oltre 10 miglia nautiche. Continuerà
per tutta la durata della Grande Guerra contro gli invasori austro-ungarici, giunti ad una manciata di chilometri da Venezia dopo lo sfondamento del fronte di Caporetto.
Nel tempo in cui il fronte terrestre venne ad attestarsi lungo il corso della “Piave Vecchia” ed in particolare dell’ultima offensiva austriaca della “Battaglia del Solstizio”, l’ “Amalfi” si dimostrerà determinante per potenza e precisione di tiro, tanto da meritarsi l’ammirazione degli Alleati ed incutendo timore all’avversario.
Dopo quella “Grande”, ne scoppiò un’altra e immensamente più costosa per l’intera umanità:
la “Seconda” guerra mondiale. Fino al 1943 l’ “Amalfi” rimase pressoché inoperosa e presidiata da pochi effettivi, ma dopo gli sbarchi anglo-americani sul suolo italiano, e le conseguenze dell’ Armistizio dell’ 8 Settembre, tornò ad essere pienamente operativa e pronta a contrastare le previste azioni nemiche nel settore nord Adriatico.
Questo studio racconta gli eventi all’ “Amalfi”, durante il difficile periodo della “repubblica Sociale Italiana” e dell’occupazione tedesca attraverso le dirette testimonianze dei reduci.
Giovani in età di leva, obbligati alla scelta che gli obbligò alla “parte sbagliata” della Storia.
Quella di cui i vincitori non si occupano.
Attraverso i piccoli episodi della quotidianità di allora, si ricostruisce uno spaccato storico dimenticato, evocando il “sapore del tempo”, dall’ Armistizio fino alla Liberazione nell’aprile del ’45.
Illustra il libro un vasto e pressoché inedito apparato iconografico, basato su immagini e documenti d’epoca, con ampia sezione a colori dedicata alle uniformi, ai distintivi e ai cimeli.
L’ “album dei ricordi” degli ultimi veterani della “Batteria Amalfi”.
Dunque, un’opera che non può mancare negli scaffali del Lagunare che come ben sappiamo è figura letteralmente “smaniosa” di storia connessa ai propri ambiti. Complimenti ancora all’ Amico Furio Lazzarini.
San Marco!
Lagunare Dino Doveri
L’Amalfi racconta
La Batteria Amalfi negli anni di Salò, attraverso i ricordi e le testimonianze dei protagonisti, i documenti, le uniformi, i distintivi e i cimeli.
L’opera si avvale del patrocinio e sostegno della Regione Veneto, Provincia di Venezia e Comune di Cavallino-Treporti e contiene le presentazioni-prefazioni di:
Luca Zaia (Ministero delle Politiche di Agricoltura e foreste, già Vice-presidente Regione Veneto)
Davide Zoggia (Presidente della Provincia di Venezia)
Erminio Vanin e Roberta Nesto (Sindaco e Ass.re al Turismo del Comune di Cavallino-Treporti)
Piergiorgio Baroldi (ass.ne Forti e musei della costa)
Claudio Orazio (già Sindaco del Comune di Cavallino-Treporti, 2000-2005)
Egidio Bergamo (Il Gazzettino)
Formato 24x28 cm (chiuso), rilegato (con sovraccoperta), integralmente realizzato in quadricromia
Pagine 400, con 400 foto d’epoca, 50 documenti, 20 mappe e planimetrie, 12 schede uniformologiche
Ermanno Albertelli Editore, Parma, prima edizione novembre 2008
Diffusione nazionale e internazionale a mezzo circuito Tuttostoria