La Repubblica Serenissima: storia e segreti
Una bella pubblicazione, collana di bei 12 libri, titolata “ La Repubblica Serenissima: storia e segreti”, a cura de “Biblioteca Il Gazzettino” a firma di Giovanni Di Stefano ed altri, mi ha sollecitato il riportarne qui alcuni passi.
Non per ammannire ai visitatori cose sulla storia di Venezia senz’altro conosciute a menadito, quanto per condividere la “grandezza” dei luoghi da noi alienati.
Infatti sembrerebbe certo, ma in data della presente pubblicazione, relativamente all’approvazione della ulteriore manovra economica, si legge sulla stampa che pure questo ente potrebbe nascere mai…, che la linea governativa, dando incarico a quella che pare si chiamerà Ente “Difesa S.p.A.”, sia di vendere gli immobili dismessi.
Ci sarebbe da dire che l’Idroscalo e quindi la Caserma Miraglia non sono dismessi proprio per niente perché, vedi la combinazione, ci siamo ancora dentro noi Lagunari, ma sarebbe poi da capire in realtà se e quanto ci (“ci”in questo caso inteso come comparto militare e non Lagunari), vogliamo rimanere dentro. Un po’ tipo la vicenda della Pepe, che noi ora civili e “fuori gioco”, davamo per scontato ci fosse stata “carpita d’impèrio” da pubbliche lobby locali e dove invece si debba vedere senza molti patemi d’animo esclusivamente l’ente militare unico protagonista dello sfratto/sloggio o “trasferimento” che dir si voglia (termine più zuccheroso e quindi meno fastidioso), dei Lagunari, mandandoli alla Matter.
La polemica che poi sarebbe la mia vocazione, ci (mi), porterebbe su chine che iscritto all’ALTA, non mi posso permettere e quindi mi limito a considerazioni che invitino, dopo avere soppesato cosa perderemo, alla riflessione . Comunque qualsiasi cosa si perde, diminuirà il “peso” e la visibilità di coloro che perdono.
Il 12 settembre del 1543 il Consiglio dei Dieci della Serenissima Repubblica di Venezia, decreta l’inizio dei lavori per la costruzione del Forte di Sant’Andrea, così detto perché edificato nella zona del Convento di S. Andrea sorto nel 1199.
La costruzione è affidata all’architetto militare Michele Sanmicheli, che si avvale della collaborazione tecnica militare del nobile Antonio da Castello, colonnello e capitano sopra le artiglierie della Repubblica.
L’idea di costruire un forte nasce dall’esigenza di ristrutturare completamente i due complessi fortificati di S. Nicolò [detto anche Forte di Castel Vecchio] e S. Andrea [detto anche Forte di Castel Nuovo di cui resteranno tracce fino al 21° secolo], tra i quali si stendeva sin dal 1355 “…una cadena grossa de ferro…” sorretta da una Gagiandra (galleggiante stazionato o zattera armata), per chiudere quel tratto di laguna.
Durante la Guerra di Chioggia (1379-81), per difendere l’imboccatura del porto, o meglio sbarrare l’ingresso del porto, si metteranno 3 catene nello spazio acqueo tra i due forti sorrette da altrettante Gagiandre.
Essendo però le casse dello Stato in precarie condizioni, si sceglie di ristrutturare per primo il Forte di S. Andrea nell’Isola delle Vignole, trasformandolo in fortezza e dotandolo di 42 cannoni piazzati a filo d’acqua.
In seguito sarà ristrutturato anche il Forte di S. Nicolò con un corpo centrale merlato.
Il Forte di S. Andrea, come quelli della laguna, sarà generalmente tenuto disarmato e senza guarnigione stabile e le artiglierie custodite in Arsenale.
Dicasi “…Forte di San Nicolò74 pezzi, Forte dov’è il Murazzo 5, Forte di Poveglia 5, Forte della Chebba 5, Forte del Porto di Malmocco 5, Forte di San Pietro in Volta 5, Forte di Caroman 5, Forte della Lova 5, Forte di Brondolo 5…”.
La polvere da sparo per il Forte di S. Andrea e Forte di S. Nicolò è prima conservata in Arsenale e dopo l’incendio delle polveri (1569), sistemata nelle polveriere di S. Lazzaro e di S. Secondo, mentre per gli altri forti è custodita nell’isola di Santo Spirito.
In caso di pericolo si montano alla svelta le artiglierie e si invia un adeguato numero di bombardieri [v. 1500] assieme a un gruppo di Arsenalotti in veste di assistenti.
Il Forte di S. Andrea non sparerà che una volta sola, nel 1797, perché alla sicurezza della Città basta ed avanza la flotta che pattuglia incessantemente il Golfo di Venezia.
Ecco la descrizione del Forte di S. Andrea di Tommaso Temanza [v. 1778]. “La fronte di questo castello ha cinque facce; quella di mezzo è come un bastione rotondo, con sue cortine laterali, che sugli estremi ripiegano all’indietro, o formano le due testate. Nel mezzo del bastione risulta in fuori una ornatissima porta di tre archi […] L’arco di mezzo è aperto a uso ingresso; gli altri due sono chiusi ma tengono cannoniere per due pezzi d’artiglieria.
Ha il bastione otto cannoniere per parte, sette per ciascheduna delle cortine [cinta murarie]e cinque ad ognuna delle testate. Sicchè in tutto vi sono quaranta cannoniere, oltre le due laterali alla porta…”
Il forte sarà completato da Francesco Malacrida nel 1571. In seguito subirà un degrado a cui sarà posto fine con il restauro decennale completato nel 1995.
Ed inoltre della stessa pubblicazione ed ancora per noi Lagunari, diciamo del periodo generalizzato “ante Volontario-VFequalchecosa”, ancor più dolorose “in memoria”, alcune righe sulla Caserma G. Pepe:
Nel 1591 comincia al Lido la costruzione del Palazzo dei Soldati , chiamato caserma Pepe dopo il 1866 dal nome del comandante delle truppe napoletane giunte in laguna per combattere gli austriaci durante la rivoluzione del 1848-49. Il Palazzo sarà completato nel 1595, risolvendo così il problema degli accasamenti delle truppe, potendo alloggiare fino a 2000 soldati, che la peculiare funzione difensiva del Lido aveva imposto all’attenzione dei dogi fin dal 1203 [Cfr, Mangione, 23]. Il Palazzo dei Soldati sarà la sede dei Lagunari (1984), eredi dei Fanti da Mar, il glorioso reparto veneziano che si era distinto contro i turchi a Famagosta (1570-71) e che farà altrettanto a Candia (1648).
(N.d.r.): desta ragionevole perplessità come l’Autore usi il termine “sarà la sede dei Lagunari” quando è noto che invece “fu la sede dei Lagunari”. Forse nella memoria comune alcune cose non sono ancora ben chiare. Forse.
E curioso inoltre riportare come data relativa alla locazione temporale della sede di Lagunari si ponga il 1984, quando anche a voler essere “stretti”, non si può non collocare la Sede dei Lagunari alla Pepe tra il 15 gennaio1951 (...in Venezia-Lido si costituisce il primo nucleo dei futuri Lagunari…), ed, il 25 ottobre 1959 data del ricevimento della Bandiera di Guerra. Il 1984 richiamato dall’Autore mi sembra probabilmente inesatto.
Ma non è questo importante. E’ importante chiedersi per qual motivo si sia “ridislocato”, usando il termine apparso in un comunicato del Comandante in carica il 18 maggio 1999, data della… “ridislocazione”.
San Marco!
Lagunare Dino Doveri.