centenario della riedificazione del campanile di
san marco
Cosa abbia a che fare ciò che vado di
seguito ad inoltrarvi, con un Sito di un’ Associazione d’Arma, potrebbe
anche essere dubbio giustificato.
Ma… un certo ragionamento c’è,
condivisibile o no, e ve lo svelo al termine dello scritto.
Il “nostro”, in ALTA iscritto intendo,
Lagunare degli anni ’60, Capitano Luciano Lunelli di Trento, mi
spedisce, solleticato dal mio articolo su “La torre dell’Orologio di
Chioggia” (apparso in forma compendiata anche sul notiziario associativo
“Il Lagunare”), una bella serie di foto di una stampa che adorna il suo
salotto di casa.
Trattasi, per stare in tema di
manufatti svettanti al cielo, del Campanile di Piazza San Marco.
Il “Paron de Casa” dicevano i veneziani
veri dei bei tempi andati.
La stampa oggetto della presente
divagazione, a colori e d’impronta fine ottocento, se pure in ridotto
formato appendibile alla parete, ha molto dei cartelloni che i
cantastorie siciliani, ma in genere di tutta Italia di “fin de siecle”,
usavano per supportare le mirabolanti vicende che andavano a portare
alla conoscenza del “volgo”, borgo per borgo, campanile per campanile…
appunto.
La vicenda raccontata con i tratti e le
tinte “ingenue” di quelle antiche e mirate illustrazioni, ci conduce
alla vicenda del crollo e riedificazione del, sembra, campanile tra i
più alti (mt. 98,5), d’Italia.
L’autore s’intuisce, deve aver fruito
della tecnica tanto in uso allora dai fotografi di piazza, dove le
immagini venivano “corrette” con ritocchi puramente grafici quali tratti
di china e colori semplici ed indecisi.
Il tutto, ha a mio parere, la classica
commistione in uso in quei tempi, di immagine sia grafica che
fotografica.
Vale la pena,
sommessamente ritengo, se non altro per i continui collegamenti che
molti assegnano tra i Lagunari della interrotta Leva Obbligatoria
territoriale e gli antichi “Fanti da Mar”, questi ultimi certamente
parte sostanziale della Venezia potente di un tempo, soffermarsi con
interesse storico ed intendere quanto illustrato quivi, patrimonio
culturale e memoria della Città che ci originò ed accolse.
Per i pochissimi che leggendo queste
pagine si domandino del Campanile di Piazza San Marco e non sappiano
degli antefatti e dei precorsi, preciso che dietro abbiamo una storia
che inizia dal IX secolo all’insegna del dogado del Doge Tribuno, che
ometto per non mettere troppa carne la fuoco e per non tediare chi
apprezza della vita le cose più “pratiche”.
Ritengo comunque utile segnalare che il
“Paron de Casa” crollò a metà mattina del 14 luglio 1902; dopo 10 anni,
per la Festa di San Marco, il 25 aprile 1912 venne inaugurato il nuovo
rifacimento, “dov’era e com’era”, come molte volte enunciò il sindaco in
carica allora, Senatore del Regno e Conte Filippo Grimani.
Ai più attenti non sfuggirà certamente,
che il 25 aprile “anno Domini” 2012, e cioè a breve tempo, ricorrerà il
centenario della riedificazione del prestigioso simbolo marciano. Me lo
segnala il Capitano Lunelli che dalla sua lontana Trento, segue e ama la
Città che lo vide Ufficiale dei Lagunari.
Mi dice infatti: “Fra
3 settimane ricorrono i 100 anni
e tu certamente saprai se è prevista qualche cerimonia civile o il
fatto passerà tutto nel dimenticatoio.
Come puoi notare è destino il mio legame con San Marco.”.
Non so, caro Luciano, cosa preveda di
fare il Comune di Venezia. Probabilmente durante quella che oggi è
chiamata “Festa della Liberazione” che è stata fatta cadere lo stesso
giorno della Festa del Patrono (e forse di più di un patrono), di
Venezia e dei Lagunari, mi stupirei se tutto andasse nel dimenticatoio e
non si organizzasse nessun festeggiamento o ricordo ufficiale. Non
voglio neanche pensare ad una simile evenienza.
Ma a malincuore mi rassegno
all’intendere, visto che “ubi major minor cessat”, che i “major” faranno
quello che l’amore per la propria Città li motiverà di fare.
Ma potrebbe essere che questa volta i
“major” ci stupiscano… e rimarrei, io “minor”, stupefatto volentieri.
Però, ancora più importante per i
Lagunari, pensiero destinato “forse” a quelli d’oggi, apprezzare il Tuo
attaccamento alla storia e alle tradizioni della Città del Leone Alato.
Essere stato (essere per sempre, tutto sommato), un Ufficiale del
Reggimento Lagunari “Serenissima”, Ti è sentimento ed orgoglio talmente
presente e vivo, che dalla Tua attuale vita lontana dalle lagune ed
ancora è attuale perchè ciò che mi hai spedito lo testimonia, in Te
scorre l’orgoglio ed il ricordo della passata appartenenza: esemplare
vissuto di quello che io intendo - senilmente, può darsi - “Spirito di
Corpo Lagunare”.
Grazie.
San Marco!
Lagunare Dino Doveri