Il 10 aprile 2013, nella Basilica di S. Maria in
Trastevere in Roma, Messa Solenne di commemorazione in onore del Cap.
Massimo Ficuciello e degli
altri caduti, nel decennale del tragico attentato a Nassirya.
Dalla grande famiglia lagunare unanime è stato il
sentimento di porre una cura ed attenzione particolare nel riproporre
nella “Capitale” la ricorrenza per
tenere sempre vivo il ricordo di Massimo e nel contempo forti i
valori etici, morali e spirituali che tali eventi provocano, muovono e
commuovono.
Il rito religioso è stato presieduto dall’Ordinario
Militare, l’Arcivescovo S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Pelvi e concelebrato
unitamente al Vicario Episcopale, Ispettore Mons. Angelo Frigerio,
il Capo Servizio per il Lazio Mons. Sartori, il Rettore del Seminario
dell’Ordinariato e Padre Mariano Asunis presente al momento
dell’attentato a Nassirya.
Intensi momenti di commozione, raccoglimento e
fratellanza; sentimenti palpabili nel volto dei presenti accomunati in
un unico ideale caloroso abbraccio al Cap. M. Ficuciello e gli altri
eroi che hanno sacrificato la loro vita per un mondo migliore di pace,
poi manifestatosi intorno alla Famiglia Ficuciello, con il Gen.
C.A. Alberto e Sua moglie Sig.ra Berta.
Con soddisfazione vi è stata l’adesione di numerose
presenze illustri: il Ministro della Difesa Amm. Giampaolo Di Paola ed i
ministri emeriti della Difesa Martino e Parisi, il neo eletto On.
Domenico Rossi, già decano della specialità, il Com.te dell’Arma dei
Carabinieri Gen. C.A. Leonardo Gallitelli, il Dott. Gianni
Letta, eminenti
cariche militari e civili ed istituzionali ed il Presidente Nazionale
Gen. B. Saltini.
Ai suddetti hanno fatto registrare con soddisfazione
la Dott.ssa
Esclapon Dirigente RAI della Comunicazione e relazioni esterne ed
una nutrita schiera di ufficiali Lagunari in servizio, sempre molto
sensibili al significato che questa chiamata rappresenta: il Gen. B.
Luigi Chiapperini e Sig.ra giunti appositamente a Roma da Caserta ove,
come noto, impegnato al Comando della Brigata dei Bersaglieri, dal Col.
Motolese, dal Col. Cillo, Col. Nitti, Ten. Col. Stecca, Magg. Licari e
dai Cap. Corina e Saponaro.
Puntuale alle 17,30 accompagnati dall’Inno alla Gioia
di organo e coro, dal portone principale della Basilica, ha fatto il suo
ingresso il solenne corteo dei celebranti
avvolti da un
profumo d’incenso, simbolo di
venerazione verso Dio e onore alle persone.
Diretto dal M°
Valentyna Rivis, il coro ARS
NOVA ha
magistralmente interpretato canti sacri dall’Inno alla Gioia, in
apertura della S. Messa, al “San Marco” Inno dei Lagunari e molte altre
ancora nel corso della S. Messa, contribuendo ad imprimere quella
Solennità e raccoglimento dovuto.
Sulla destra dell’altare il Labaro Nazionale
Presenziato dal 1° CM Lag Cesarei e dagli amici Lagunari Anglieri e
Byloos, giunti appositamente da Venezia,
Alfieri del Labaro Nazionale .
Dal leggio dell’Altare, il Dott. Giorgio Bettozzi,
con la voce ben impostata, incideva le
letture dei salmi e sacre scritture, nelle
menti e nei cuori dei presenti.
Per l’Omelia di Mons. Pelvi ci piace riportare la
sintesi del discorso pubblicato nel sito internet dell’Ordinariato
Militare:
“Dio ha tanto
amato il mondo. Tra i due termini, Dio e mondo, che tutto dice
lontanissimi, incomunicabili, estranei, le parole del Vangelo indicano
un punto di incontro. Tra Dio e mondo il collegamento è dato da un terzo
termine: ha tanto amato. Se non c’è amore, nessuna cattedra può dire
Dio”: con queste parole l’Ordinario militare ha iniziato la preghiera.
E’ l’amore di
Dio che ci assicura la salvezza e non il nostro. “L’amore di Dio è
incondizionato, non condanna, ma salva. Manifestato sulla croce -
ha spiegato mons. Pelvi - assume la forma dell’eccesso che, nella sua
smisuratezza, sconvolge i parametri umani di reciprocità, corrispondenza
e contraccambio. Il Crocifisso porta sulla terra il potere di Dio:
quello di servire, non di asservire; quello di salvare, non di
giudicare; quello di dare la vita, non di toglierla”.
Il Crocifisso porta anche l’immagine vera dell’uomo:“Vero uomo non è chi
accumula denaro o potere, chi schernisce o deride. Vero uomo è colui che
è capace del dono supremo, fratello di ogni essere umano”.
“La ricchezza
dei nostri giovani militari, in Iraq come in Kossovo, in Libano come in
Afghanistan, consiste nel donare: è la ricchezza di una consegna totale
di sé, senza riserva o secondi fini. Ecco la loro lezione di vita: noi
ci sentiamo ricchi quando possediamo; loro invece spossessandosi. Noi
siamo forti quando dominiamo; loro, invece, sono diventati ambasciatori
di sicurezza e di pace”. “Pur in un Iraq segnato dalla guerra, in una
società dilaniata da conflitti, - ha proseguito il Presule - i nostri
soldati hanno messo la loro umanità e la loro competenza al servizio
della pace. E chi ha operato lì sa bene quanto di questa umanità e di
questa competenza gli iracheni ci siano riconoscenti”.
“Il cuore delle missioni - ha concluso l’Arcivescovo - è la
concordia tra i popoli, obiettivo dei nostri amati militari impegnati
sul campo, delle famiglie a casa con il loro orgoglio e la loro
apprensione, di tutti i cittadini che seguono attraverso gli strumenti
dell’informazione quel che accade laddove è richiesto aiuto e
solidarietà con ammirazione e condivisione”
Il rito è proseguito
con l’offertorio, il segno di pace, la preghiera del Padre
Nostro, alternati da canti e dalle note dell’organo.
Intensi
momenti di commozione si sono registrati
nel significativo omaggio effettuato da Mons. Pelvi,
al tributo offerto dal Cap. M. Ficuciello, inchinandosi davanti
alla Sua fotografia. Sono proseguiti poi dopo la Comunione, quando dalla
tromba di rappresentanza,
del Granatiere di Sardegna, è suonato l’attenti, al quale tutta la
comunità dei presenti. Il nutrito gruppo di Associazioni d’Arma
intervenuti con le bandiere e labari,
fra le quali: l’Unuci di Roma, A.N.F.I. di Roma, Fanti ,
Carabinieri, Bersaglieri, Paracadutisti, ex Allievi Nunziatella,
militari e civili hanno risposto ed immobili in raccoglimento,
hanno ascoltato “La preghiera del Lagunare” impeccabilmente pronunciata
dal Ten. Col. Lag. Stecca, alla quale sono seguite per intero le note
del “Silenzio” ove è culminata palpabile nell’aria sentimenti di forte
commozione e partecipazione emotiva.
La solenne benedizione impartita da Mons. Pelvi ha
concluso il rito religioso a cui è seguito il discorso di ringraziamento
espresso dal Dott. Simone
Pallotta, Presidente della
Sezione di Roma dell’Associazione alle personalità ed a tutti i
presenti. Ha proseguito rivolgendo un pensiero al Reggimento Lagunari in
partenza per la missione di Pace in Libano, ai caduti lagunari Matteo
Vanzan e Riccardo Bucci ed
ai due Marò: Girone e la Torre, della brigata San Marco, augurando una
felice conclusione della vicenda in terra Indiana ed un ritorno in
Italia all’affetto dei propri cari.
Paolo Pellegrini
A.L.T.A. - Segretario Sez. di Roma Cap. M. Ficuciello