Pomeriggio d’eccezione, quello del 24-2-u.s., alla
Conferenza “Volare” oltre il cielo perché relatore il maggiore
dell’Aereonautica Militare Luca Parmitano, già collaudatore di aerei ed
elicotteri, ma specialmente astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea,
reduce dalla missione spaziale internazionale che lo ha visto primo
italiano ad effettuare una "Extra Vehicular Activity" ( EVA); missione
della durata di sei mesi nel
cosmo (da maggio a novembre 2013) a bordo della ISS
(Stazione spaziale internazionale)
Su invito del CESMA
(Centro Studi Militari Aeronautici) "Giulio Douhet"
che lo ha organizzato, la Sezione
Lagunare romana ha partecipato
con la presenza del Presidente Pallotta del suo Vice Maturi e segretario
Pellegrini.
L’evento ha avuto molteplici aspetti positivi poiché
ha soddisfatto conoscenze e curiosità legate a questo mondo sconosciuto
ed affascinante che è lo spazio che ci circonda, ciò grazie
alla competente ed avvolgente esposizione del Cosmonauta
Parmitano, che ha rapito gli illustri ospiti con l’esposizione degli
aspetti tecnici, dei comprensibili timori, ma anche delle emozioni
provate .
Ha evidenziato che, contrariamente al generalizzato
pessimismo che purtroppo aleggia da tempo, l’Italia ha viceversa molte
eccellenze che possono emergere ancora di più se fa sistema, come
esempio in questo caso : ASI, ESA
(Agenzia Spaziale Italiana ed Europea) ed Arma Aeronautica.
Ha fatto vivere nei presenti il sogno del volo
spaziale comprese le limitazioni legate all’assenza di gravità e le
implicazioni che si generano
nelle semplici necessità del viver quotidiano. Ha illustrato le ricerche
scientifiche effettuate nei sei mesi di permanenza in orbita terrestre;
la specifica dieta contro l’osteoporosi necessaria in quanto nello
spazio il corpo umano perde calcio dalle ossa; ha evidenziato inoltre
che la colonna vertebrale degli astronauti, in assenza di gravità, si
allunga di 4 cm. circa, con i problemi logistici che tale anomalia
comporta legati specialmente al vestire la speciale tuta spaziale in
dotazione. Tutto ciò ha comportato l’assunzione di speciali precauzioni,
controlli e sperimentazioni durante tutta la permanenza in volo a mezzo
di apparecchiature studiate appositamente, tra le quali una macchina per
la risonanza magnetica di dimensioni necessariamente ridottissime
rispetto alle usuali. Il relatore ha quindi evidenziato che tali nuovi
prodotti avranno così effetti utili anche sul nostro pianeta, se
pensiamo ad esempio a quelle regioni poco sviluppate africane e non solo
in cui è difficilissimo il trasporto di macchinari troppo voluminosi.
Ha fatto rivivere la lunga preparazione di circa due
ore, in completo equipaggiamento a cento metri da terra nella navetta,
l’enorme fragore all’accensione dei propulsori e l’eccezionale
accelerazione impressa dai motori in partenza, come anche, poi ci ha
raccontato, la decelerazione al ritorno e l’impatto con l’atmosfera
terrestre, che ha effetto di schiacciare il corpo all’inverosimile.
Allo scorrere delle immagini e dei racconti gli
attenti ospiti presenti nella sala, hanno potuto cogliere l’aspetto
umano e universale che ha unito tutti gli astronauti di tante
nazionalità presenti nella navicella accomunati in uno sforzo sinergico
proficuo per il raggiungimento dell’obiettivo fissato.
Inoltre, scorrendo le immagini che venivano
proiettate, tutti i partecipanti hanno percepito la profonda sensibilità
dimostrata dal magg. Parmitano nell’indossare, all’interno della
navicella, la tuta da ginnastica degli atleti italiani partecipanti alle
paraolimpiadi olimpiche, riconoscendo con grande umiltà, (ma anche
nobiltà d’animo n.d.r.) che gli sforzi compiuti nella preparazione della
missione spaziale non sono paragonabili a quelli degli atleti meno
fortunati.
Ha puntualizzato ancora, che l’alba vista dallo
spazio non appare come siamo abituati a vederla sulla terra con la luce
che sorge e cambia intensità
lentamente all’orizzonte, ma viaggiando la navicella ad una velocità di
28.000 Km orari, appare all’improvviso come una esplosione di luci.
Ha mostrato le immagini con particolari strisce di
luce delle aurore boreali viste dallo spazio e suggestive foto notturne
e diurne della sua amata trinacria.
All’attenzione del Maggiore dell’aeronautica non è
sfuggita la riflessione, con sano sentimento di orgoglio nazionale, che
nel momento in cui era in orbita durante
il suo viaggio spaziale navigavano altre due navicelle internazionali,
la cui realizzazione al 50% era con tecnologia italiana.
Un intenso e
prolungato applauso ha salutato il termine dell’intervento a cui hanno
fatto seguito molte domande dei presenti rivolte al relatore.
La
Sezione di Roma - Cap. M. Ficuciello
Foto
pubblicate per gentile concessione dell'Ufficio
Generale per la Comunicazione - Sez. produzione Audivisivi
dell'Aeronautica Militare Italiana