Il logo dell'esercitazione
Le principali fasi dell'esercitazione per il
Reggimento
Lagunari "Serenissima"
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23 ottobre 2015 -
Il Reggimento Lagunari dell'Esercito ha
completato il dispiegamento in Portogallo;
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30 ottobre 2015 - Coinvolgimento totale per i Lagunari (I
serie);
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30 ottobre 2015 - Coinvolgimento totale per i Lagunari (II
serie);
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27 ottobre
2015 - Esercitazione italo-portoghese da Warriors on-line;
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31 ottobre 2015 - Servizio del Primo Canale della TV portoghese;
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01 novembre 2015 - In pieno svolgimento per tutti i contingenti
le attività dell'esercitazione (III serie);
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01 novembre 2015 -
Il Reggimento Lagunari in Portogallo per la fase conclusiva della
Trident Juncture 2015;
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05 novembre 2015 - In piena attività i reparti coinvolti nella
Trident Juncture (IV serie);
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06 novembre 2015 - Le fasi conclusive dell'esercitazione (V
serie);
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16 novembre 2015 - I Lagunari alla "Trident Juncture 2015" (VI
serie).
Il Mediterraneo sembra tornare indietro di 30 anni: quando alle già
vivaci crisi regionali degli anni ‘80 (si pensi alle ambizioni
gheddafiane sulla Sirte e nel Sahel, o alla guerra in Libano, non meno
violenta e caotica di quella attualmente in corso in Siria – e con
altrettanti players esterni a muoverne i fili) si univa la minaccia
dell’orso russo, all’epoca ancora “rosso”. Sta di fatto che la grande
esercitazione NATO denominata TRIDENT JUNCTURE 2015 (TJ-15), entrata nel
vivo con la fase “livex” (che terminerà il 6 novembre) nei giorni
scorsi, dopo una lunga preparazione preliminare dedicata a testarne il
“comando e controllo”, ha davvero riportato indietro l’orologio. In
primis, perché da almeno un decennio non si vedevano scendere in un
campo di battaglia virtuale questi “numeri”: più di 36.000 uomini, 140
tra aerei ed elicotteri, e una sessantina di unità navali, provenienti
da 27 paesi dell’Alleanza. Uno sforzo notevole, tenendo conto che le
flotte NATO stanno svolgendo da alcune settimane esercitazioni
aeronavali anche nelle acque del Nord Europa. Ad ospitare questa “Armada”,
Italia, Spagna e Portogallo, che hanno messo a disposizione 16 basi
militari: nel dettaglio, Roma partecipa con le aerobasi di Trapani-Birgi,
Decimomannu e il centro di comando di Poggio Renatico, mentre un ruolo
fondamentale è svolto dal NATO Allied Joint Force Command di Napoli. Il
secondo punto di interesse è lo scenario, decisamente meno asimmetrico
di quelli testati nell’ultimo decennio, e molto più ibrido con un occhio
a quanto accaduto a partire dal 2014 in Ucraina. E non si può non
pensare alle ambizioni geopolitiche, regionali e non, del Cremlino,
nell’osservare la partita a scacchi giocata con TRIDENT JUNCTURE.
L’immaginario teatro bellico è la regione di “East Cerasia”, somigliante
a quel Corno d’Africa di fronte al quale si sta combattendo un conflitto
interno (quello yemenita) ormai allargatosi a diversi stati arabi – non
a caso all’esercitazione partecipano osservatori anche della Lega Araba
-, dove una potenza regionale minaccia uno o più piccoli stati
confinanti. Su mandato ONU, e in base all’articolo 5 del proprio
statuto, alla NATO è demandato il compito di intervenire: lo scenario
bellico prevede un mix di minacce simmetriche portate dall’apparato
bellico tradizionale dello stato aggressore, e di tipo più asimmetrico o
ibrido, con la presenza di gruppi terroristici, milizie armate di
insorgenti, anche a connotazione etnica e religiosa; il tutto
intrecciato a forti interessi economici legati alla presenza di fonti
energetiche di importanza strategica. Lo strumento che l’Alleanza deve
dispiegare (e testare con TJ-15), per difendere i paesi minacciati,
assicurare la libertà di navigazione, e difendere il libero accesso a
fonti energetiche, è la nuova NATO Response Force (NFR), rafforzata e
rimodulata dopo il vertice in Galles dell'autunno 2014. In quest'ottica,
l'esercitazione serve a certificarel'Allied Joint Force Command di
Brunssumcome struttura di comando in grado di gestire la NRF per tutto
il 2016 in caso di attivazione e per testare la Very High Readiness
Joint Task Force; la “spada” della NFR, destinata a divenire operativa
entro il 2016. Quest'ultima è una forza di livello brigata ad altissima
prontezza capace di intervenire in 48 ore per fronteggiare qualunque
situazione di crisi. Da qui, la particolare attenzione prestata agli
assetti ad alta mobilità strategica, che coinvolge in varia maniera
anche altre attività addestrative concomitanti, come la Brigata FOLGORE
(che già impiega un reggimento nella TJ-15), con l’esercitazione
MANGUSTA, dove vengono dispiegati 900 parà italiani e 120 “colleghi”
della 173rd Airborne Brigade di Vicenza. L’obbiettivo è quello di
fronteggiare entro un massimo di 48 ore una minaccia portata anche da un
aggressore bene armato, in un teatro a lunga distanza dalle basi NATO. A
questo vero e proprio “ritorno al futuro”, si aggiungono tuttavia novità
più tipiche dell’era globalizzata: ad esempio, sono state chiamate a
partecipare in qualità di osservatori anche le principali realtà
industriali della Difesa occidentali, per avviare una collaborazione sul
campo che miri a creare un più stretto legame tra le innovazioni
tecnologiche progettate e le reali necessità di scenari complessi ed
evoluti.
Giuliano Da Frè (www.rid.it)
Le fasi preparatorie dell'evento
Le aree interessate
L'impegno per i Lagunari