l'ultimo saluto al
generale ficuciello
Buongiorno,
certi di fare cosa gradita, inviamo il link dell'articolo scritto dal
nostro direttore, generale Carmelo Abisso, presente a Novara in
occasione delle esequie del generale Ficuciello. E' un tributo personale
a un grande comandante dal quale il direttore, allora colonnello
portavoce del contingente militare italiano in Afghanistan, ha ricevuto
la 1^ edizione del premio di giornalismo internazionale "Capitano
Massimo Ficuciello", come riportato allora dalla vostro sito
www.associazionelagunari.it/notizia_2008_10_02_premio_cap_ficuciello.htm
Cordiali saluti,
La Redazione
L'ULTIMO SALUTO AL GENERALE FICUCIELLO
di Carmelo Abisso
Novara, la sua città di adozione - dove e' sepolto il figlio Massimo,
caduto nell'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003 in Iraq - ha
dato il 9 novembre 2016 l'ultimo saluto al generale di corpo
d'armata Alberto Ficuciello, morto all'età di 76 anni il 5 del
mese a Udine , dopo un malore improvviso che lo aveva colto una
settimana prima.
Le esequie si sono svolte nel primo pomeriggio in Duomo, dedicato a
Santa Maria Assunta, alla presenza dei familiari, la moglie Berta, il
figlio Corrado, la sorella Adriana, i cognati, i nipoti, i parenti e gli
amici. Molte le autorità civili e militari presenti: il comandante delle
Forze operative nord, generale di corpo d'armata Bruno Stano, in
rappresentanza del capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio
Graziano, il sindaco di Novara Alessandro Canelli, il
prefetto Francesco Paolo Castaldo e numerosi colleghi in servizio
- tra i quali i generali di corpo d'armata Amedeo Sperotto e Roberto
Perretti, comandanti rispettivamente di Comfoter supporti in Verona
e Nrdc- Ita in Solbiate Olona (Va) – e in congedo.
Davanti all'altare il feretro avvolto nel tricolore vegliato da tre
carristi e tre lagunari. Sul cuscino di velluto la sciarpa azzurra, la
sciabola, il kepì della "Nunziatella" e il basco nero con il fregio dei
carristi. Intorno i labari nazionali e locali dell'Associazione
nazionale carristi d'Italia e dell'Associazione lagunari truppe anfibie,
con i presidenti nazionali generali Salvatore Carrara e Luigi
Chiapperini. Il rito funebre è stato presieduto da padre Mariano
Asunis, già cappellano militare con la brigata Sassari a Nassiriya e
concelebrato dal vicario episcopale dell'Ordinariato militare don Pier
Paolo Villa.
"Siamo qui intorno ad Alberto per un momento di festa e per consegnarlo
a Maria" ha detto nell'omelia padre Mariano commentando il Vangelo di
Luca sui due discepoli in cammino per Emmaus. "Nonostante la depressione
per quello che viviamo, Gesù parla a noi pietre vive. Se il chicco di
grano non muore non porta frutto. La morte è un altro parto. Alberto ha
seminato giorno dopo giorno e aveva ancora da seminare. Signor generale,
generale signore, ti chiedo di poter donare tanta fede per rispondere
alla speranza degli uomini che ne hanno bisogno nelle Forze armate.
L'ultimo saluto ad Alberto è di speranza e di certezza, perchè la parola
di Dio è viva ed efficace, prende forma in noi. Cara Berta e Corrado,
grazie perchè mi avete fatto entrare nella vostra famiglia. Rimanete
sempre uniti e sappiate sempre rendere conto della vostra fede.
Ringrazio Alberto e Massimo che dal cielo pregheranno sempre per noi".
Don Paolo Villa ha letto i messaggi di cordoglio inviati dal Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella - che aveva incontrato il generale
Ficuciello, presidente del Comitato promotore del IV raduno Assoarma, il
24 maggio 2015 a Gorizia – e dall'Ordinario militare, monsignor Santo
Marcianò. Poi il saluto degli ex allievi della Nunziatella e
dell'Associazione carristi.
Corrado Ficuciello, dopo aver letto la preghiera del soldato e averla
dedicata al padre, lo ha ricordato con commozione: "Ho una bella
immagine di mio padre e mio fratello, quando ci siamo ritrovati a
Verona, dove era in comando, in occasione del suo compleanno, io
arrivavo da Venezia e Max da Milano. Ora lo vedo come un condottiero
moderno, ha difeso quei valori profondi in cui ha creduto, abbracciando
la sua spada e con due monete sugli occhi è pronto per raggiungere il
regno che lo attende".
Terminata la funzione, all'uscita del feretro un picchetto con lance del
reggimento "Nizza cavalleria" ha reso gli onori militari e i lagunari
hanno chiamato alla voce il grido "San Marco!".
«Lo stile e il profilo di un comandante vicino ai propri soldati,
unitamente all'attaccamento alla virtù della tradizione militare -
ha affermato Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli
Venezia Giulia - hanno contraddistinto una carriera che lo ha visto
ricoprire importanti e prestigiosi incarichi non solo in Italia, ma
anche a livello internazionale. L'Italia ha perso un vero uomo delle
istituzioni, che ci lascia in eredità la sua lezione di rettitudine,
dignità e alto spirito di servizio verso le Forze armate, di cui è stato
uno dei più apprezzati e stimati alti ufficiali».