Combattimento e combattenti nella storia
militare italiana sono i temi affrontati oggi, dallo storico del
Novecento Gianni Oliva alla Scuola di Applicazione
dell'Esercito nell'incontro cui hanno preso parte gli ufficiali
frequentatori dell'Istituto, un plotone della Scuola Allievi Carabinieri
di Torino e numerosi ospiti esterni.
Il Comandante della Scuola, Generale di Corpo
d'Armata Claudio Berto ha tratteggiato la specificità dei protagonisti
dei principali conflitti della storia più recente soffermandosi sugli
aspetti psicologici che connotano chi combatte, argomento quest'ultimo
oggetto di studi non sempre noti come quelli di Agostino Gemelli sui
soldati italiani nella Grande Guerra.
Il Generale Carlo Cabigiosu, già capo di stato
maggiore delle Forze Alleate del Sud Europa, riferendosi ai soldati
delle forze speciali ha sottolineato come: "le gesta di pochi audaci
riescano spesso a valorizzare l'azione delle masse". "Nonostante la
filmografia italiana abbia talvolta offuscato il valore dei nostri
uomini" ha proseguito Cabigiosu, "nella nostra storia sono innumerevoli
gli episodi di coraggio ed eroismo che meritano di essere riscoperti".
Gianni Oliva, autore del saggio "Combattere.
Dagli arditi ai marò storia dei corpi speciali italiani" recentemente
pubblicato da Mondadori ha sottolineato l'esigenza di raccontare la
storia con obiettività, riportando alla luce episodi e reparti sui
quali, per varie ragioni, è ingiustamente calata una cortina di
silenzio. Esempio emblematico in questo senso è quello degli Arditi
della prima guerra mondiale.
L'eccezionale addestramento fisico e militare,
la forte motivazione e lo straordinario spirito di corpo hanno permesso
agli Arditi di compiere gesta ingiustamente cadute nell'oblio o divenute
appannaggio della propaganda politica. Veri e propri antesignani delle
moderne forze speciali, gli Arditi del Regio Esercito agirono con
ammirevole audacia nel logorante contesto della guerra di posizione,
catalizzando l'entusiasmo degli altri soldati e l'orgoglio patriottico
dell'opinione pubblica.
La peculiarità dei combattenti delle forze di
élite, fra di essi i paracadutisti della Folgore, gli incursori della
Marina Militare e tanti altri, risiedono in non comuni doti di onore e
lealtà dimostrate anche nei confronti del nemico. "Virtù che sono al di
sopra delle scelte politiche del momento, dei tentativi di
strumentalizzazione ideologica" ha concluso Oliva "e che come tali
meritano di essere collocati in un'idonea posizione della memoria
collettiva".
Fonte SME