I LAGUNARI CLODIENSI PER LA PULIZIA DI FORTE SAN FELICE
Ebbene, a mi o parere, non è azzardato ne
lacrimevole, ne sommesso e ne segno di debolezza, il considerare “semel
umquam” (ogni tanto), con sgomento e tristezza, lo stato degli
innumerevoli manufatti storici che languono e si disintegrano nel tempo,
racchiusi nei placidi contorni della Laguna di Venezia.
Anzi: tutt’altro!
Alcuni luoghi hanno avuto la fortuna di
interessare ad entità economiche solidamente potenti, altri hanno avuto
la sfortuna nell’entrare nel “circo” dell’amministrazione pubblica ed
aver assorbito pubblico denaro ma sono perennemente a “mezza cottura”;
tuttavia questi sono una piccola parte del più che cospicuo patrimonio
antico ed epico lasciato in gran parte alla rovina.
Gli Ottagoni, San Giorgio in Alga, Sant’Angelo
della Polvere, Lazzaretto Nuovo, Poveglia, e per certi versi anche San
Francesco del Deserto che tira a campare solo grazie ad una gestione
religiosa.
Ne sappiamo qualche cosa noi Lagunari
in congedo, quando i visi si rabbuiano e l’occhio diventa umido andando
con la mente alla “nostra” Caserma Guglielmo Pepe del Lido di Venezia,
sulla quale ogni tanto qualche articolista locale, pubblica tristi foto
di abbandono ed asettiche righe di notizie stereotipate.
Il Forte di San Felice, ”fulgido esempio” di
trascuratezza ed ignavia politica, sito a guardia dell’accesso sud in
laguna, ad un tiro di mortaio (da 120 o… da 81 mm ?), dalla Città
di Chioggia, ne è un esempio.
Perché ho ritenuto di pubblicare questo
servizio? Per collegamento affettivo al luogo innanzitutto; per dare poi
luce sull’attività della Sezione ALTA di Chioggia, e perchè queste sono
cose che inorgogliscono per l’intervento dei Lagunari clodiensi e
nello stesso tempo gridano vendetta per l’abbandono che chi amministra
in maniera così vaga ed abborracciata, ci propina. Dalla stanza a piano
terra, sino all’attico del palazzo del Comando. Tremenda (virtuale)
Vendetta!
Bisogna dire per correttezza, che il Comitato
Forte San Felice, le ha tentate tutte: il Fai, sottoscrizioni, spinte e
focalizzazioni. Si pensava con il Mose…ma si pensava… si pensava… si
pensava…
La sezione ALTA di Chioggia si è resa
disponibile sia in un programma di visite, pulizia e promozione e nel
prestarsi al fornire una imbarcazione, sia per accompagnare visitatori,
ed anche per la meritevole operazione di pulizia delle barene
circostanti.
Il servizio fotografico rende lo “spirito”
della giornata: partenza dal pluri immortalato su mille tele da un’
esercito di pittori, il Canal Vena al centro di Chioggia, via via
passando davanti ai palazzi nobiliari ed alle umili botteghe, sino a
sboccare in laguna davanti alla severa mole della Chiesa di San Domenico
e Comando Guardia di Finanza, la Madonnina dei Pescatori, ed affacciarsi
davanti a quella che dovrebbe essere l’entrata principale del Forte San
Felice, gli antichi bastioni e gli inquietanti fossati ripresi come poi
si vede, dai nostri Lagunari benemeriti della sezione locale. So
che il Presidente Tonello sta operando all’interno del Forte, di
macchina fotografica. Riconosco Zaramella, Lanza proprietario
dell’imbarcazione messa a disposizione ed il “past president” del gruppo
clodiense Daneluzzi; mai fermi e sempre ad escogitare iniziative che
mettano in luce l’attaccamento al Mao ed alla propria città, che di
questi tempi di disamore e strafottismo (neologismo personale ma penso
intuibilissimo – n.d.r.), invece perdura nel tempo via via dagli anni
della sospensione della leva. Come si vede, il materiale, la spazzatura,
prodotto da cittadini incivili, che lorda le barene dietro la diga dei “murazzi
serenissimi”, non manca e il caldo nemmeno. Tuttavia promesso e fatto: i
Lagunari hanno una parola sola.
Inoltre girovagando sul web leggo questo e vi
allego il link del sito:
<
http://chioggianews24.it/index.php/2017/07/03/visite-pulizia-forte-san-felice-torna-alla-vita/
>
“Preziosa la collaborazione dei Lagunari
nella pulizia con una loro imbarcazione e nella vigilanza durante le
visite al Forte: assume un grande significato simbolico la loro presenza
nella più antica fortificazione (anno 1385) eretta in laguna dalla
Serenissima “.
Mi piace richiamare quanto ha detto il
Presidente del Comitato Forte San Felice, Erminio Boscolo Bibi – già
ufficiale di complemento del “nostro” Serenissima: “la loro presenza
(dei Lagunari in congedo ALTA – n.d.r.), assume anche un significato
simbolico, visto che il Forte fu per secoli una fortezza della
Serenissima”. Rincaro la dose per attaccamento a questa realtà, ai
nostri tempi ed ora, del Reggimento Lagunari “Serenissima”, noi tutti
con il Mao sul cuore, siamo gli eredi della forza militare più simbolica
dell’antica potenza, detta “La Dominante”: I Fanti da Mar.
Non mi lancio questa volta, in un excursus
storico del Forte: vi do invece di seguito, i link da visitare, e lo
raccomando vivamente, dei siti web che hanno ben più di me, una
competenza storiografica e comprovata cognizione di causa:
< http://www.comitatofortesanfelice.it/ >
< http://www.magicoveneto.it/Venezia/forti/SanFelice.htm
>
< http://www.fortificazioni.net/forti/SanFelice.htm
>.
Camerateschi saluti.
San Marco!
Lag. Dino Doveri
P.S.: tra le foto qui pubblicate, in candida
pietra d’Istria, un Leone di San Marco simbolo della Repubblica di
Venezia, posto a guardia della laguna. Sta a significare al visitatore
che qui stai entrando nel cuore della Serenissima: “stai bravo, accorto
e rispettoso” ti dice guardandoti severo; si riesce a intravederne la
sagoma dell’insieme, ma i tratti sono andati irrimediabilmente distrutti
perché scalpellati dai francesi di Napoleone. Domanda: a nessuno viene
in mente di impiegare un po’ di soldi inceneriti a profusione in opere
pubbliche più o meno inutili, per ripristinare “quel nostro Leon”?