Al via la costruzione della nuova LHD della Marina Militare
Con il lancio della costruzione della nuova
unità multiruolo d’assalto anfibio (LHD), la Marina Militare insieme al
team industriale capitanato da Fincantieri con Leonardo, mette in
cantiere la più grande piattaforma del programma pluriennale di
rinnovamento della Flotta (la cosiddetta ‘Legge Navale’), destinata ad
essere consegnata nel giugno 2022.
Con una sobria cerimonia svoltasi in data
odierna presso lo stabilimento di Castellammare di Stabia (Napoli) di
Fincantieri, si è celebrato il taglio della prima lamiera della più
grande unità realizzata nell’ambito del programma di rinnovamento della
Flotta della Marina Militare. Si tratta dell’unità anfibia multiruolo
tipo LHD (Landing Helicopter Dock), ordinata dal Ministero della Difesa
attraverso la Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) al
Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) costituito tra Fincantieri,
in qualità di capocommessa (e mandataria), e Finmeccanica oggi Leonardo
(in qualità di mandante), con l’assegnazione di un contratto divenuto
operativo il 3 luglio 2015 del valore complessivo di oltre 1,1 miliardi
di euro. La quota di Fincantieri è stata indicata in circa 853 milioni
di euro, mentre quella di Leonardo in circa 273 milioni di euro.
La nuova unità anfibia multiruolo tipo LHD
rappresenta l’ultima delle piattaforme ad essere fisicamente realizzata
nell’ambito della Legge Navale, in quanto risultano già in fase di
costruzione l’unità da supporto logistico (LSS, Logistic Support Ship),
la capoclasse dei Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) nonché la
prima delle due unità veloci tipo UNPAV (UNità Polifunzionale ad Alta
Velocità). Il programma per la realizzazione della nuova unità
multiruolo anfibio tipo LHD, che secondo quanto in precedenza divulgato
dovrebbe ricevere il nome Trieste, prevede il completamento
della seconda importante fase di verifica progettuale rappresentata
dalla Critical Design Review (CDR) entro quest’estate, mentre la
costruzione avviene interamente presso il cantiere di Castellammare di
Stabia (Napoli) del gruppo Fincantieri. Il varo dell’unità è previsto
nel luglio 2019, a cui farà seguito il trasferimento presso il cantiere
del Muggiano per ultimare l’allestimento ed effettuare le prove
d’accettazione a mare. Queste ultime secondo il cronoprogramma
divulgato, prevedono quelle di piattaforma a partire dall’ottobre 2020 e
quelle del sistema di combattimento dall’agosto 2021, in vista della
consegna nel giugno 2022.
La caratteristica fondamentale che accomuna le
principali classi di navi (LSS, PPA e LHD) sopra riportate è l’elevato
livello di innovazione che le rendono estremamente flessibili nei
diversi profili di utilizzo con un elevato grado di efficienza. In
particolare queste unità presentano un doppio profilo di impiego (il
c.d. dual use), quello tipicamente militare e quello per operazioni di
protezione civile e soccorso, con una comunanza modulare dei sistemi di
piattaforma e del sistema di combattimento al fine di ridurre i costi di
sviluppo e produzione dell’intero programma di rinnovamento della Flotta
ed assicurare un comune supporto manutentivo-logistico nel corso della
vita operativa.
A questi s’aggiunta anche un basso impatto
ambientale, attraverso avanzati sistemi di propulsione ausiliari a bassa
emissione inquinante (motori elettrici) e di controllo degli effluenti
biologici, che dovranno caratterizzare tutte le nuove navi della Marina
Militare in termini di tutela dell’ambiente. Queste unità saranno
certificate dal RINA in accordo alle convenzioni internazionali per la
prevenzione dell’inquinamento sia per gli aspetti più tradizionali come
quelli trattati dalla Convenzione MARPOL, sia per quelli non ancora
cogenti, come la Convenzione di Hong Kong dedicata alla demolizione
delle navi.
Oltre alla costruzione della LHD (in aggiunta
ad LSS e PPA) presso i propri cantieri, Fincantieri fornirà il supporto
al ciclo vita nei primi dieci anni, articolato in attività di logistica
(corsi, ricambi, documentazione tecnica) durante la costruzione
dell’unità e di supporto in servizio (ISS, In Service Support, attività
manutentiva), nonché quella di componenti e macchinari navali realizzati
dalla Direzione Sistemi e Componenti, quali linee d’assi, timoneria,
eliche di propulsione e manovra, pinne stabilizzatrici, elevatori e
altri impianti di movimentazione, in fase di progressiva produzione in
aggiunta al montaggio delle turbine a gas per PPA ed LHD nei loro
contenitori insonorizzati su supporto antishock ed antivibrazione (base
and enclosure), presso lo stabilimento di Riva Trigoso.
A questi s’aggiungono il sistema integrato di
gestione della piattaforma (IPMS, Integrated Platform Management System)
della famiglia SEASNavy fornito dalla controllata Seastema, comune in
via modulare e scalata unitamente al pacchetto elettromeccanico di
propulsione ibrida fornito da Fincantieri SI, a tutte e tre le tipologie
di unità navali (PPA, LSS e LHD). Leonardo avrà invece il ruolo di
capocommessa per l’intero sistema di combattimento della nuova unità,
con la fornitura dei principali elementi del sistema di combattimento,
mentre il gruppo Elettronica sviluppa e fornisce la suite di Guerra
Elettronica. Oltre ad avere la responsabilità della fornitura e
integrazione di tutti i sistemi, Leonardo sarà anche responsabile del
supporto al ciclo di vita nei primi dieci anni, comprensiva del supporto
logistico integrato e del supporto in servizio.
Destinata a contribuire al rimpiazzo delle
navi anfibie tipo LPD classe “San Giorgio”, la nuova LHD si caratterizza
per essere in grado di soddisfare un ampio spettro di missioni, da
quelle in supporto alle operazioni militari, nazionali e internazionali,
a quelle di sostegno della collettività, attraverso il supporto della
Protezione Civile in operazioni di calamità naturali o di concorso in
operazioni di evacuazione e/o assistenza sanitaria. Il profilo di
impiego militare della LHD prevede il trasporto e lo sbarco, in zone
attrezzate e non, di truppe, veicoli militari e attrezzature di varia
natura utilizzando i sistemi e i mezzi terrestri ed aeronavali imbarcati
(tra cui spiccano mezzi da sbarco tipo LCM con capacità di carico fino a
60 tonnellate, mezzi veloci trasporta truppe e RIHB).
Il profilo di impiego civile prevede invece il
supporto sanitario e ospedaliero attraverso estese strutture dedicate e
la possibilità di ricoverare personale civile fino a 700 unità (più un
numero analogo in unità abitative containerizzate), il trasporto e
sbarco anche in zone non attrezzate di personale e mezzi di soccorso
ruotati o cingolati, l’impiego della nave quale base per operazioni di
soccorso tramite elicotteri e battelli in dotazione organica, la
fornitura a terra di acqua potabile tramite dissalatori di bordo o
depositi nave, e di corrente elettrica a terra per una potenza di 2.000
Kw e distribuzione della stessa tramite unità di conversione e
distribuzione containerizzate.
Per assolvere tali compiti, la nuova LHD
presenta una piattaforma con ponte di volo continuo ed un’isola laterale
con due distinte sovrastrutture, similarmente alle nuove portaerei della
Royal Navy classe Queen Elizabeth, con due elevatori laterali che
collegano al sottostante ponte hangar/garage in posizione
centro-prodiero e zona ospedale in zona prodiera, bacino allagabile
poppiero con connesso ponte garage che si caratterizza per le rampe
d’accesso laterale e poppiera destinate rispettivamente ai mezzi
terrestri e navali (nonché terrestri). Secondo quanto divulgato nella
più recente presentazione offerta dalla Marina Militare, la nuova LHD
presenta una lunghezza fuori tutto pari a 245 metri ed una larghezza
massima al ponte di volo pari a 36 metri, mentre l’altezza di
costruzione è pari a 27,7 metri per un dislocamento a pieno carico pari
a 33.000 tonnellate (cioè maggiore della portaerei Cavour) ed
una corrispondente immersione pari a 7,2 metri.
La nuova unità si caratterizza per un impianto
propulsivo del tipo CODOG (COmbined Diesel Or Gas) su due assi con
gruppi eliche a passo variabile e l’aggiunta della propulsione elettrica
per ogni asse per l’assetto con basse emissioni dei gas di scarico,
mentre per le manovre in acque ristrette sono presenti due thruster
prodieri ed altrettanti poppieri. Il sistema propulsivo è incentrato su
due turbine a gas (TAG) Rolls-Royce MT30 da 36 MW ciascuna, due motori
diesel MAN 20V32/44CR da 12 MW ciascuno e due motori elettrici da 2,25
MW ciascuno, mentre quello di alimentazione della rete elettrica nave e
motori elettrici di propulsione comprende quattro diesel-generatori MAN
9L32/44CR da 5,24 MW (@750 rpm) ciascuno.
L’apparato motore e di alimentazione nave
è alloggiato in due diversi e non contigui compartimenti che comprendono
ciascuno i sistemi propulsivi (rispettivamente una TAG Rolls Royce MT30,
un diesel MAN ed un motore diesel) legati mediante gruppo riduttore ad
una delle due linea assi e due diesel-generatori. Secondo quanto
divulgato, in base alla velocità richiesta e al tipo
di missione potranno essere impiegati i seguenti assetti: – due motori
elettrici per operazioni anfibie, operazioni di volo, sorveglianza,
transito in aree soggette a restrizioni ambientali (velocità massima 10
nodi); – due motori diesel per operazioni di trasferimento e
riposizionamento (velocità massima 18 nodi); – due turbine a gas per
operazioni di riposizionamento veloce in un’area di interesse (velocità
massima di 25 nodi). L’autonomia è pari a 7.000 miglia nautiche a 16
nodi.
Con una lunghezza e larghezza massima
rispettivamente di 230 e 36 metri ed una superficie pari a 7.400 mq, il
ponte di volo presenta nove spot per decollo ed atterraggio elicotteri
(di cui uno SAR e due per emergenze) nonchè due elevatori laterali
(14x15m) da 40t per l’accesso al sottostante hangar, ed è in grado di
accogliere tutti gli elicotteri in servizio con la Marina Militare
(EH101 ed SH90) oltre a velivoli ad ala fissa STOVL non meglio
specificati, macchine ad ala rotante tipo CH-47 e CH-53 e convertiplani
della classe V22. Come anticipato il complesso dell’isola comprende due
distinte sovrastrutture laterali a dritta, destinate ad alloggiare le
zone per la conduzione dell’unità e delle operazioni aeree, in aggiunta
ai sensori radar, elettro-ottici e passivi che equipaggiano l’unità.
In particolare ciascuna sovrastruttura
comprende una coppia di antenne a facce fisse e scansione elettronica
attiva (AESA) del radar in banda X di nuovo sviluppo da parte di
Leonardo (facente parte del radar bi-banda X e C installato sui PPA) per
assicurare una copertura a 360 gradi intorno all’unità, mentre il radar
di sorveglianza a lunga portata anch’esso di nuovo sviluppo Leonardo in
banda ‘L’ denominato Kronos Power Shield è installato sulla
sovrastruttura prodiera mentre l’albero delle comunicazioni e dei
sistemi EW è installato sulla seconda, unitamente ai sistemi ed alle
postazioni legate alle operazioni di volo.
Il sottostante ponte principale comprende la
zona hangar con capacità di svolgere a bordo manutenzione di terzo
livello sugli elicotteri, che occupa una superficie di circa 2.200 mq
(21x107m ed un’altezza di 7,8-10,7 metri) e comprende fino a 530 metri
lineari di corsia per parcheggio veicoli al posto di mezzi aerei, mentre
a prora si trova la zona ospedaliera e sanitaria con elevate capacità di
supporto ad operazioni di disaster relief (capacità NATO Role 2E),
completamente attrezzata con sale chirurgiche, radiologia e analisi,
gabinetto dentistico, e zona degenza per 28 ricoverati gravi (ulteriori
ricoveri sono possibili in moduli container opportunamente attrezzati).
L’ancora sottostante ponte principale
comprende un garage (55m x 19m) della superficie di 700 mq e fino a 235
metri lineari di corsia per parcheggio mezzi fino a 62t, mentre il
collegato bacino allagabile delle dimensioni di 50x15m è capace di
alloggiare fino a 4 mezzi da sbarco tipo LCM-1E con capacità di carico
fino a 60 tonnellate, oltre a quelli in servizio con la MM, e quelli in
dotazione alle nazioni dell’Alleanza, fra cui un mezzo a cuscino d’aria
tipo LCAC (Landing Craft Air Cushion) della US Navy. Sia il portellone
poppiero (18x6m) del bacino allagabile che quello laterale sul lato di
dritta del ponte garage (6,5x5m), hanno una portata massima ciascuno di
62t per poter imbarcare mezzi pesanti quali i mezzi corazzati Ariete in
servizio con l’Esercito Italiano. La movimentazione fra i diversi ponti
è assicurata da rampe interne (fra ponte garage ed hangar) ed elevatori.
Complessivamente per esigenze legate alle
operazioni anfibie e di trasporto, il ponte garage/bacino e quello
hangar offrono 4500 mq di spazio (per 750 metri lineari) a cui si può
aggiungere anche il ponte di volo (1.500 metri lineari in totale),
mentre per esigenze legate al comando e controllo delle medesime
operazioni è disponibile un’area da 740 mq. Possono inoltre essere
imbarcati fino a 2.600 metri cubi di carburante tipo F76 e 2.000 metri
cubi tipo F44, a cui s’aggiungono 600 metri cubi d’acqua e 350t di
munizioni.
L’unità è dotata di ampi spazi abitativi per
un totale di 1.064 posti letto. L’equipaggio sarà composto da 460 unità
mentre le rimanenti capacità riguardano il personale per le operazioni
aeree, comando complesso e forze da sbarco, e come sopra riportato
estese aree sono dedicate sia alle installazioni ospedaliere tipo “NATO
Role 2”, sia ai comandi complessi (sistemi C4I) con caratteristiche
d’interoperabilità nell’ambito della NATO e di Difesa comune europea. Il
sistema di conduzione nave e di combattimento è della medesima famiglia
di quello sviluppato dal team industriale e Marina Militare per le unità
tipo PPA e LSS con le dovute diversità determinate dalla tipologia di
unità e compiti diversi. In particolare esso comprende il sistema di
gestione integrata della piattaforma (IPMS) fornito da Seastema,
controllata di Fincantieri, nonché una versione ad hoc del Command
Managament System (CMS) SADOC Mk 4 di nuova generazione sviluppato da
Leonardo (divisione Elettronica per la Difesa terrestre e navale)
insieme alla Marina Militare e destinato ad essere installato su tutte
le nuove unità della Legge Navale. In particolare, secondo quanto è
stato divulgato in passato, il CMS dell’LHD disporrà di ben 35 consolle
multifunzionali in una configurazione adatta alle missioni specifiche
dell’unità.
Caratterizzato da un’architettura di sistema
cosiddetta ‘aperta’, con una struttura modulare e scalabile per far
fronte a tipologie di piattaforme e missioni di diverso tipo, il nuovo
CMS disporrà di consolle d’innovativa configurazione con struttura
leggera in fibre di carbonio ed unico grade display touch-screen, la cui
capacità di elaborazione dati e gestione database è stata remotizzata
attraverso appositi centri di calcolo.
L’interoperabilità in ambito navale ed anfibio
così come negli altri ambiti operativi richiedono un alto livello di
connettività sia voce che dati che sulla LHD è assicurato da un esteso
sistema per le comunicazioni fornito da Leonardo (divisione Elettronica
per la Difesa terrestre e navale)
e basato al pari delle altre unità della Legge
Navale su un’estensione in ambito navale della propria famiglia SWave di
sistemi ricetrasmittenti a radiofrequenza multistandard, riprogrammabili
a mezzo software o Software Defined Radio (SDR) con nuove antenne
conformi ove possibile. Al pari delle altre unità, l’LHD disporrà di una
suite integrata, in questo caso potenziata, che comprende vettori V/UHF,
HF, SATCOM multibanda (C/X/Ku ed X/Ku/Ka) militari e commerciali, nonché
LTE, wireless, GMDSS e link tattici Link 11, 16, 22, VMF e JREAP
attraverso il MDLP (Multiple Data Link Processor), servizi voce
(telefonia, registrazione, broadcast, intercom ed emergenza) e dati
(rete dati, wireless a banda larga (LTE), Wi-Fi, video teleconferenza e
internet protocol television), con oltre 50 canali RTX, oltre a quelli
dedicati ai data link ed avanzate capacità di difesa cyber.
La suite per la navigazione comprenderà una
serie di apparati inerziali, GPS, assetto, WECDIS e AIS, nonché radar di
navigazione GEM Elettronica in banda X e Ka. La gestione del traffico
aereo sarà garantita da un radar per l’avvicinamento di precisione tipo
SPN-720, da un sistema di avvicinamento e atterraggio di precisione tipo
SPN-41 e da un sistema per la navigazione tattica TACAN AN-543/N.
La suite sensoristica della LHD comprende il
radar multifunzionale di nuova generazione in banda X a quattro antenne
fisse e scansione elettronica attiva (AESA, Active Electronically
Scanned Array) facente parte del sistema integrato a doppia banda o
radar bi-banda (Dual-Band Radar, DBR) che Leonardo sta sviluppando per
il programma PPA (con opzione d’imbarco del radar in banda C) ed il
radar Kronos Power Shield in questo caso in banda ‘L’ con antenna
rotante AESA ed un’architettura d’antenna evoluta con capacità di ‘digital
beamforming’, per la sorveglianza, scoperta e tracciamento di missili
balistici tattici in aggiunta a bersagli aerei e missili.
A questi s’integra un interrogatore IFF di
nuova generazione ad antenna circolare conforme con scansione
elettronica del fascio, operante nei modi 1/2/3A/C/4/S/5, affiancato da
un transponder IFF, nonché una suite integrato di Guerra Elettronica o
IEWS (Integrated Electronic Warfare) sviluppata e prodotta dal gruppo
Elettronica. Quest’ultima è incentrata sull’innovativa architettura del
sistema Virgilius accoppiato ad un sistema centralizzato di gestione
della suite (EW Manager), che comprende apparati RESM (Radar Electronic
Support Measure), CESM (Communication ESM) e RECM (Radar Eletronic
Counter-Measures) di nuova generazione. La suite EW sarà interfacciata
con due sistemi di lancio contromisure ODLS-20 (Oto Melara Decoy
Launching System) sviluppato dalla divisione Sistemi per la Difesa di
Leonardo in grado di lanciare contromisure per la difesa aerea e
subacquea.
Al pari delle altre unità, l’LHD sarà dotata
di una suite elettro-ottica distribuita, in grado di assicurare una
copertura a 360° intorno alla piattaforma navale, rappresentata dal
sistema DSS-IRST (Distributed Static Staring IRST) in fase di sviluppo
da parte di Leonardo nonché una suite per la sorveglianza e la
protezione ravvicinata non letale da minacce asimmetriche fornito dalla
Sitep Italia con tre segnalatori/avvisatori acustici a lunga distanza.
In aggiunta al sistema OAS (Obstacle Avoidance
System) attivo anticollisione contro mine e siluri della divisione
Sistemi per la Difesa di Leonardo, ed al sistema di scoperta di uomini
rana o DDS (Diver Detection System) Sentinel 900 della Sonardyne
International, quale subfornitura di Leonardo, la suite di sorveglianza
e protezione subacquea comprenderà il sistema di scoperta siluri TDS
(Torpedo Detection System) rappresentato dal sonar ‘passivo’ a cortina
trainata Black Snake, integrato con il sistema ODLS-20 per il lancio di
nuovi ingannatori subacquei.
Mentre esistono soltanto le predisposizioni
per il sistema MBDA Italia SAAM Extended Self-Defence (ESD) con due
lanciatori verticali per missili Aster 15/30 sul lato di dritta, la
difesa ravvicinata contro minacce aeree, missilistiche e di superficie
verrà invece incentrata sul sistema ILDS (Inner Layer Defence System) di
derivazione FREMM e fornitura Leonardo rappresentato da tre sistemi
76/62 SR MF Davide con munizionamento guidato e predisposizione per
l’impiego del futuro munizionamento autoguidato tipo “Vulcano 76 mm,
unitamente ad altrettante direzioni del tiro di nuova generazione NA-30S
Mk2, con sistema radar in doppia banda X/Ka e sistema optronico
diurno/notturno con telecamera, camera termica e telemetro laser, per
assicurare una copertura a 360° intorno alla nave, unitamente a tre
mitragliere KBA da 25/80 mm a controllo remoto.
Luca Peruzzi by Analisi Difesa