in ricordo dell'amico franco pezzani
Un progetto portato avanti e poi lasciato
dileguare strada facendo, magari per demoralizzazione, vuol dire che non
era una cosa sentita e vissuta con volontà e coscienza. Quindi in virtù
di questa considerazione che afferma che la volontà non manca ma manca
la comprensione, pubblico sotto una foto che a parer mio dovrebbe far
riflettere. Avevo proposto come consociato meritorio di assegnazione del
riconoscimento di “Lagunare dell’anno”, lo scomparso Lag. Franco
Pezzani, già della Sezione di Mantova e poi dopo il fatidico raduno del
2011, emigrato in quella di Verona. In data 3 Dic. 2016 il Direttivo non
ha ritenuto che Egli meritasse questo riconoscimento. Votazione quasi
plebiscitaria per un altro nominativo, verso il quale, sia chiaro, va il
mio rispetto e sottolineo, non ho con codesto, nessuna inimicizia o
astio che sia. Ed allora mi sono chiesto perché non si sia ritenuto
premiare questa figura, anche se successivamente alla sua scomparsa.
Evidentemente, mi sono risposto, non era una persona “pubblica”. Perché,
mi sono detto, Franco non era, sembra, un Lagunare noto e popolare in
associazione. Ne ho ricavato che non se ne conosceva la caratura e
l’umanità e soprattutto la generosità. Dei più disattenti, voglio
attirare l’attenzione perché invece penso che pochi consociati non se lo
ricordino con la sua fida “Campagnola AR-59”, presente ad una miriade di
manifestazioni. Per chi no lo sapesse, Egli non chiese MAI un centesimo
di rimborso. E costi ne aveva! Si caricava il mezzo su un rimorchietto a
da quel di Mantova, a spese sue, quando veniva richiesto, partecipava
sempre. Manco il rancio chiedeva di compensazione. Indole mite ed
affabile, sempre disponibile ed amichevole. Ed allora perché non fu
ritenuto premiarne la memoria con il modesto riconoscimento? Mi si
spiegò che probabilmente Egli veniva inconsciamente (e se così
fosse, superficialmente, aggiungo io), abbinato a vicissitudini
sezionali. Ma si riteneva erroneamente. Molto erroneamente! Perché
invece Franco si era adoperato con molta preveggenza, affinchè non si
verificassero come poi si verificarono, delle sfortunate problematiche.
Posso testimoniare che io stesso fornii a
Franco, un piano organizzativo/gestionale al quale cercò di attenersi
con pignoleria, sulla falsa riga del raduno del 2007 di Jesolo, che come
è ben noto, fu un Raduno con costi contenutissimi e senza trascinamenti
(anzi, avemmo in Sezione di Jesolo, una discreta plusvalenza). Ed a
questo Franco si rifece e questo promosse. Poi le cose della vita sono a
volte più complesse di quanto si presuma ed andarono in un certo modo.
Quindi nulla di più errato di averlo visto come personaggio
pregiudiziale ed immeritevole di tale riconoscimento. Questo per i fatti
di dominio pubblico. Però mi corre l’obbligo di illustrare anche cose
non manifeste. Presso il territorio della sua Mantova, partecipava quasi
sempre se non, sempre. Io stesso mi trovai assieme con Lui presso il RAV
della Caserma G. Duca a Montorio Veronese per un avvicendamento del
Generale Lag. Giovanni Parmiggiani, dove sfilò con la sua Campagnola e
tanto di Mao aleggiante di fronte a positivamente meravigliati astanti;
che fossero Bersaglieri, Aviazione, Artiglieri o altri, con il suo bel
mezzo storico/militare, bardato di un svolazzante ed “arrogante”
gigantesco - striscione/fazzoletto - con il Mao, orgoglioso di
rappresentare i Lagunari e l’ALTA e dove magari non si sapeva manco chi
fossimo. Molte volte sia in quel di Camponogara, San Donà, Jesolo o in
quel di Chioggia e tanti altri luoghi che ora non ricordo, sempre
presente con il fedele veicolo, a incontri e convivi con la sua aria
bonacciona, mai sopra le righe, disponibile e gran signore di
altrettanta grande generosità, dedito a far glissare, noi che abbiamo
sempre snobbato un potenziale e possibile “Gruppo Mezzi Storici”, le a
volte carenti presenze a molte manifestazioni. E ripeto: senza chiedere
una lira di rimborso ed anzi con immarcescibile entusiasmo e sfegatato
attaccamento ai nostri colori. Potrei, io che gli sono stato amico e che
ho apprezzato il suo senso di appartenenza lagunare, serietà e mitezza,
continuare più che altro per assolvere ad un mio senso di amicizia e di
cameratismo, ma dopo conoscendo le realtà pubblica e collettiva, mi
attenderei annoiati e saturi di tedio, commenti e sbuffi. Ed è per
questo che allora pubblico la foto del suo luogo di riposo che, notate
bene, è per volontà sua, lo ha voluto lui, è stato arricchito di un bel
Mao e simboli lagunari che testimoniano che “qui c’è un Lagunare”!
Glielo dovevo, lo dovevo alla Signora Ida ed a tutti i suoi cari che
nell’ALTA dovrebbero sentirsi “in famiglia”.
Lo scopo di questa “tirata” non è per
criticare - la critica deve essere sempre “costruttiva” - o deplorare. E
solo per tentare di “costruire in futuro” e far riflettere.
Grazie dell’attenzione e camerateschi saluti.
San Marco!
Lag. Dino Doveri