ad adria la cerimonia per il centenario della grande
guerra
Con l’intervento del Pres. Naz. Gen.
Luigi Chiapperini, di numerose sezioni ALTA, di autorità civili e
militari, dei congiunti, nel corso di una solenne e
commossa cerimonia i Lagunari adriesi hanno inteso ricordare In modo
degno tutti coloro che hanno versato il loro sangue per la libertà
della Patria.
A conclusione delle manifestazioni del
Centenario della Vittoria, le spoglie del Serg. Carlo Passarella sono
state traslate dal camposanto di Papozze e deposte nel sarcofago
romano all’interno della chiesa di S. Nicola - Monumento ai Caduti di
Adria. Nell’antica urna marmorea hanno trovato degna collocazione le
spoglie mortali di un fornaciaio del Po, piccoletto come tutti
allora, uno dei tanti fanti umili e silenziosi, che ha risposto
all’appello e non ha esitato ad opporsi coraggiosamente obbedendo e
rispettando la sua consegna: di qui non si passa. Da sempre si sapeva
che il sarcofago era vuoto, né mai alcuno aveva preso l’iniziativa
di dargli maggior significato. Fatto giungere ad Adria nel 1927
per intervento dell’on. Giovanni Marinelli era stato collocato al centro
della chiesa per connotarne la romanità.
Superando difficoltà e vincoli di legge assai
precisi, da due anni i Lagunari erano all’opera per vincere
la scommessa di riuscire a deporre nel sarcofago le spoglie di caduto di
guerra, E finalmente ci son riusciti. Ora Carlo Passarella è
simbolo di tutti i caduti polesani e adriesi. Il sarcofago tutti
li contiene e Carlo Passarella tutti li rappresenta. Nato a Papozze il
31 agosto 1892, al momento del congedo dal servizio militare è
caporale; il 24 maggio 1915 è già in territorio dichiarato in stato di
guerra, il 31 luglio del medesimo anno riceve i gradi di caporal
maggiore e il 5 maggio del 1916 quelli di sergente 47o Regg.
Fanteria, 768a Compagnia mitraglieri Fiat. Non fa in tempo
a godersi la promozione che la strafe-exepedition lo trova
sull’Altopiano di Asiago ove viene anche ferito .
Nel novembre del 1917, dopo Caporetto è sul fronte meridionale del Piave
a Caposile, ove muore il 4 dicembre 1917 per ferite riportate in
combattimento. Questa la sua scarna storia, così come
scarna ed illacrimata è stata la vita di molti che son morti per
il dovere lontano da casa, lontani dagli affetti, forse senza il
conforto di una parola amica: “Davanti a tutti loro e a Carlo Passarella,
io mi inchino commosso, ha detto il Presidente Chiapperini durante
l’orazione funebre, di fronte a qualche carica istituzionale
soltanto il mio doveroso saluto”.
L'invito alla Cerimonia