nave Trieste, la nuova nave d'assalto anfibio della Marina
L’hanno accompagnata nel suo scivolare verso il
mare, intonando l’inno di Mameli, gli operai dello stabilimento
Fincantieri di Castellammare di Stabia
L’hanno accompagnata nel suo scivolare verso il
mare, intonando l’inno di Mameli, gli operai dello stabilimento
Fincantieri di Castellammare di Stabia. Questa la copertina di quello
che è stato definito il Grande Varo, la messa in acqua della nuova unità
che e' previsto venga consegnata alla Marina Militare dopo il necessario
periodo di allestimento: nave Trieste. L’unità d’assalto anfibio
multiruolo e multifunzione, che rientra nel programma per la tutela
della capacità marittima della difesa, deciso dal Governo e dal
parlamenti e avviato nel maggio 2015, e che con i suoi 214 metri di
lunghezza è la più grande nave militare italiana costruita nel
dopoguerra, destinata a diventare la futura ammiraglia della flotta.
Nave Trieste ha toccato il mare oggi, tenuta a battesimo dalla madrina,
l’avvocato Laura Mattarella, figlia del Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella, che ha presenziato alla cerimonia accolto dal
Presidente di Fincantieri Giampiero Massolo e dall’Amministratore
Delegato Giuseppe Bono, dal Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dal
capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e della
Marina, ammiraglio Valter Girardelli. Ad assistere il comandante
designato, capitano di Fregata Enrico Vignola. In tribuna, tra le
autorità, anche il Vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio.
Nel corso dei loro interventi, l’amministratore di Fincantieri, Bono, ha
presentato Nave Trieste come “un’impresa”. Per il ministro Trenta si
tratta “dell’espressione dell’eccellenza del Paese”. Il generale
Vecciarelli ha individuato nell’unità “il concentrato di difesa
collettiva”. “Un moderno ed insostituibile strumento multiscopo che la
Difesa potrà impiegare con efficacia – ha aggiunto l’ammiraglio
Girardelli -. Un valore aggiunto che vede sempre più nell’utilizzo
omnicomprensivo e versatile degli assetti il migliore ed efficiente
impiego degli investimenti effettuati dal Paese. Nave Trieste non è il
punto di arrivo, ma di partenza nello sviluppo del piano di rinnovamento
delle linee operative navali della Marina Militare, ben avviato che
certamente troverà ulteriore impulso, sostegno e condivisione”.
Una cerimonia sentita, anche dal fatto che a Castellammare, nella più
antica fabbrica di navi intesa in senso moderno, si è tornati a
realizzare navi per la Marina Militare. In passato qui ha visto la luce
la regina dei mari, nave Amerigo Vespucci, 88 anni fa, e a seguire tre
corvette della classe Albatros, tre fregate classe Bergamini e negli
anni 60 gli incrociatori Caio Duilio e Vittorio Veneto. L’ultima
realizzazione per la Marina Militare italiana fu il cacciatorpediniere
Ardito.
Nave Trieste è stata concepita, nella Sala Progetti dello Stato Maggiore
della Marina, per essere uno strumento flessibile, multi-purpose by
design, modulare, e a basso impatto ambientale. Si tratta di un’unità di
tipo LHD (Landing Helicopter Dock) per le sue capacità d’impiego di
aeromobili e mezzi anfibi, grazie alla disponibilità di un ponte di volo
e un bacino allagabile interno alla nave.
Nave “Trieste” sarà certificata da RINA Services in accordo con le
convenzioni internazionali per la prevenzione dell’inquinamento sia per
gli aspetti più tradizionali come quelli trattati dalla Convenzione
MARPOL, sia per quelli non ancora cogenti, come quelli trattati nella
Convenzione di Hong Kong relativamente alla emissione del “Green
Passport”.
Caratteristiche dell’unità: LHD - Landing Helicopter Dock
L’unità avrà una lunghezza di circa 214 metri, una velocità massima di
25 nodi, e sarà dotata di un sistema di propulsione del tipo CODLOG (COmbined
Diesel eLectric Or Gas) che utilizza la propulsione elettrica per le
andature a basse velocità, in linea con la policy ambientale della
Marina Militare (“Flotta Verde”).
Le caratteristiche costruttive e di armamento di nave Trieste le
consentiranno di proiettare e sostenere – in aree di crisi – la forza da
sbarco della Marina Militare e la capacità nazionale di proiezione dal
mare della Difesa, di assicurare il trasporto strategico di un numero
elevato di mezzi, personale e materiali e di concorrere con la
Protezione Civile alle attività di soccorso alle popolazioni colpite da
calamità naturali, essendo anche in grado di fornire acqua potabile,
alimentazione elettrica e supporto sanitario.
L’unità potrà inoltre assolvere le funzioni di comando e controllo
nell’ambito di emergenze in mare, evacuazione di connazionali e
assistenza umanitaria.
Con oltre 1.000 posti letto disponibili, la nuova LHD sarà dotata di un
ponte di volo per elicotteri, di circa 230 metri, per assicurare
l’operatività di un battaglione di 600 uomini e di un ponte garage in
grado di ospitare 1200 metri lineari di veicoli gommati e cingolati, sia
civili che militari.
Il bacino allagabile, lungo 50 metri e largo 15, consentirà alla nave di
operare con i più moderni mezzi anfibi in dotazione alle Marine NATO e
dell’Unione Europea.
Le varie aree di stivaggio del carico saranno accessibili tramite gru,
rampe poppiere e laterali, e la movimentazione del carico sarà affidata
a rampe interne ed elevatori.
Sarà presente a bordo un ospedale completamente attrezzato, con sale
chirurgiche, radiologia e analisi, gabinetto dentistico e zona degenza
per 27 ricoverati gravi (ulteriori ricoveri sono possibili in moduli
container opportunamente attrezzati).
Fonte MMI