venezia, festa per il quarantesimo anniversario
della specialità lagunari
40° anniversario dal riconoscimento della Specialità alla presenza
del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
In Piazza
San Marco a Venezia si è svolta la cerimonia del 40° anniversario del
riconoscimento ufficiale della Specialità Lagunari.
Alla presenza della Bandiera di Guerra dell'unità e dei reparti
schierati, il Comandante del Reggimento, Colonnello Ivan Falasca, ha
reso omaggio a tutti i caduti del Reggimento e ha ricordato il
contributo del Reparto nell'ambito di tutte le principali operazioni
fuori area e negli interventi di pubblica utilità e di concorso
all'ordine pubblico, come l'Operazione “Strade Sicure".
Alla cerimonia hanno presenziato la presidente del consiglio comunale di
Venezia, Dottoressa Ermelinda Damiano, il Capo di Stato Maggiore
dell'Esercito Generale di Corpo d'Armata Carmine Masiello, il Comandante
delle Forze Operative Nord, Generale di Corpo d'Armata Maurizio Riccò,
il comandante della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli",
Generale di Brigata Nicola Mandolesi, autorità civili e militari ed i
lagunari di ieri e di oggi con rappresentanze dell'Associazione Lagunari
Truppe Anfibie (ALTA).
Il Generale di Corpo d'Armata Carmine Masiello, salutando gli ospiti e i
reparti schierati, ha formulato a tutti i Lagunari il suo personale
riconoscimento evidenziando che “adattarsi alle esigenze che lo scenario
geostrategico attuale impone è molto più complicato che pensare a come
affrontare le sfide e le opportunità del futuro. In questo caso" – ha
proseguito il Capo di SME – “servono risultati, ogni settimana, perché
noi, ve lo ricordo, siamo l'Esercito e in caso di crisi, come sempre nel
passato, i nostri concittadini guarderanno a noi. Tutti devono mettersi
in gioco ed essere artefici di nuove, continue e creative soluzioni e
alternative, a partire dall'impegno nel contenere e superare la fitta
patina di burocrazia, che ci impedisce di andare alla velocità che
dobbiamo. Lagunari, a voi che portate il basco verde, come il colore
della vostra amata laguna di Venezia, simbolo di fratellanza e di
spirito di corpo, chiedo di continuare a "infrangere come lo scoglio e
travolgere come l'onda" tutte le sfide che il futuro ci riserva. E sono
tante."
I Lagunari, custodi delle gloriose tradizioni dei Fanti da Mar della
Serenissima Repubblica di Venezia, dai quali hanno ereditato i vessilli,
il grido di battaglia, lo spirito di servizio e il temperamento, oggi
sono in grado di operare in “acque interne" nelle classiche operazioni “riverine"
(fiumi, laghi e lagune) e in mare, nell'ambito di operazioni anfibie
classiche, assolvendo i tipici compiti di fanteria d'assalto anfibio in
diversificati contesti operativi.
La Bandiera di Guerra del Reggimento Lagunari “Serenissima" è decorata
dell'Ordine Militare d'Italia per l'impegno e professionalità dimostrata
nel territorio afghano, di Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito
concessa per i fatti di An Nassiriyah-Iraq nel 05-06 agosto 2004,
Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito per le attività in territorio
nazionale e teatro balcanico svolte nel periodo 1951-2003, Croce
d'Argento al merito dell'Esercito per aver operato in terra libanese nel
2006-2007, e Croce d'Argento al merito dell'Esercito per il supporto
alla popolazione durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19.
Fonte
SME
DISCORSO DEL GENERALE CARMINE MASIELLO ALLA CERIMONIA DEL 40° DELLA
COSTITUZIONE DELLA SPECIALITÀ LAGUNARI
Autorità civili, religiose, militari,
gentili ospiti, a tutti porgo il saluto dell'Esercito italiano.
Il nostro sentito ringraziamento per
esservi oggi uniti a noi per commemorare, in una delle più suggestive
piazze monumentali dell'Italia e del mondo, qual è piazza San Marco, il
40esimo anniversario del riconoscimento della specialità Lagunari.
Il mio reverente omaggio alla Bandiera di
guerra del reggimento, al gonfalone della città di Venezia, decorato di
Medaglia d'Oro al Valor Militare, al gonfalone della città di Mira, e ai
labari delle Associazioni combattentistiche d'Arma, simboli del
patrimonio di sacrificio offerto per rendere l'Italia libera,
unita e democratica.
Il primo pensiero va a tutti i Caduti
nell'adempimento del dovere, e ai nostri feriti in servizio e in
congedo. Il loro esempio, di volontà di assolvere al compito, qualunque
sia il prezzo richiesto, deve essere sprone per noi e per le future
generazioni.
Ai familiari del capitano Massimo
Ficuciello, del capitano Riccardo Bucci, del primo caporal
maggiore Matteo Vanzan, rivolgo l'abbraccio della famiglia
dell'Esercito.
Saluto e ringrazio l'Associazione
Lagunari per l'insostituibile, preziosa e instancabile opera di
promozione dei valori militari della nostra società.
Lagunari, oggi è la vostra festa.
È un’occasione, innanzitutto, di cui sento
il privilegio, per potervi esprimere, a nome di tutto l'Esercito, la
stima e l'orgoglio per le capacità uniche e trasversali che avete
dimostrato nel tempo. Nei molteplici interventi di supporto alla società
civile e nei diversi teatri di crisi nel mondo, mantenendo sempre alto
il glorioso Tricolore al grido di San Marco! E fedeli alle tradizioni di
volontà e coraggio, che trovano il loro fondamento nella storia antica e
recente dei Lagunari.
Una storia antica, di legami indissolubili
con la Patria e con i nostri ideali, che risale al tempo della IV
Crociata, allorché il doge Enrico Dandolo costituì un reggimento
ordinato su dieci compagnie, impiegato nelle due successive prese di
Bisanzio, nel 1203 e 1204.
Furono queste truppe, che organizzate
definitivamente nel 1550 come Fanti da Mar, si distinsero in molteplici
episodi di valore, per difendere il ruolo di Venezia, nell'Adriatico e
nel Mediterraneo, sino all'attuale configurazione, a partire dal 1992,
con la ricostituzione del reggimento Lagunari Serenissima.
Sin dalle origini, dunque, non una forza
essenzialmente di presidio, ma proiettata alle spedizioni di oltremare,
o come si dice in termini più moderni, expetidionary. Una caratteristica
che colloca i Lagunari fra le più preziose unità dell'Esercito, oggi
fulcro della componente terrestre della forza di proiezione dal mare.
Sarebbe riduttivo dire che sono qui per
dire quanto siete bravi. Questo lo sappiamo tutti, e lo sapete anche
voi.
Sono venuto qui per fare con voi, con i
miei Lagunari, una riflessione sui tempi che stiamo vivendo, sulle
esigenze, e sulle nostre responsabilità, che sono destinate ad
aumentare.
Non sono i tempi che abbiamo vissuto fino a
poco tempo fa, non sono più i tempi delle operazioni di supporto alla
pace.
Basta aprire un giornale, ascoltare un
telegiornale, che si sente parlare di guerra.
È una parola che non vorremmo mai
pronunciare, ma di questo si tratta, e con questo dobbiamo fare i conti.
E dobbiamo farlo soprattutto noi, soldati.
Mentre la politica e la diplomazia fanno
alacremente il loro lavoro, noi dobbiamo impegnarci. Dobbiamo impegnarci
a farci trovare pronti, in maniera seria e coscienziosa, come lo abbiamo
sempre fatto. Anzi, di più, sperando di non dover mai entrare in azione.
Sembra facile, non lo è. È difficile ed è complesso, non solo perché
sullo scenario geostrategico vecchie e nuove potenze operano per
disegnare delle sfere di influenze. Ma perché lo fanno sfruttando
un'ondata tecnologica incessante, che ha determinato e sta determinando
una vera rivoluzione militare, e un cambio di paradigma nel concepire e
gestire i conflitti.
La realtà dei fatti, mi riferisco
principalmente allo scenario ucraino, ci parla di nuovo di unità
meccanizzate, di unità corazzate, di campi minati, di rotoli di filo
spinato, di trincee. Tutte cose che pensavamo relegate nei libri di
storia, alla Prima guerra mondiale.
E a fianco a questo, i sistemi
intelligenti, i nuovi scenari, i cyber, lo spazio, lo spettro
elettromagnetico.
C'è quindi una fusione fra l'antico, o
quello che pensavamo fosse antico, e il più moderno. E a questo dobbiamo
prepararci.
Per noi, per un'esercito, che per tanto
tempo non è stato considerato una forza tecnologica, questo impatto è
dirompente. E voglio che ne siamo tutti coscienti di quello che stiamo
vivendo.
Dobbiamo attrezzarci. E dobbiamo farlo
presto.
L'ho già detto: lo cyber, spazio,
disinformazione, sfruttata per orientare le opinioni pubbliche, ma anche
il morale dei combattenti. La mente umana, che ormai è elevata a campo
di battaglia.
Dobbiamo quindi rivedere l'esercito, sotto
diversi profili.
Siamo chiamati, siamo chiamati, tutti, a
compiere delle scelte strategiche e rapide, e a cambiare il nostro
approccio.
Dobbiamo adattarci al presente perchè è
quello più impellente, mentre ci trasformiamo per il futuro, con la
consapevolezza che adattarsi alle esigenze che lo scenario geostrategico
attuale impone, è molto più complicato che pensare a come affrontare le
sfide di opportunità del futuro.
C'è bisogno di un cambio di passo
culturale, lo sto chiedendo a tutto l'Esercito.
Basta rendite di posizione. Basta buone
intenzioni. Servono i fatti. Fatti, non parole.
Servono i risultati. E servono presto.
Perché noi, ve lo ricordo casomai vi sfuggisse, noi siamo l'Esercito, e
in caso di crisi, come è sempre stato nel passato del nostro Paese, i
nostri concittadini guarderanno a noi. Quindi tutti, tutti devono
mettersi in gioco e devono essere coscienti di quello che stiamo
vivendo. Tutti devono essere artefici di nuove, continue, creative
soluzioni e alternative, a partire dall'impegno nel contenere e superare
la fitta pattina di burocrazia, quello che chiamiamo il sesto dominio,
che ci impedisce di andare alla velocità che abbiamo.
Da ieri, ve lo annuncio oggi, siete i primi
a sentirlo, è attiva una casella di posta elettronica, del mio ufficio,
all'indirizzo menoburocrazia@esercito.difesa.it.
Chiunque, dall'ultimo volontario appena
entrato, può scrivere a questa casella, e mandarmi idee per diminuire la
burocrazia che frena la crescita dell'esercito. Serve capacità di
rinnovarsi, e serve come ho detto in altri interventi, e lo ripeto,
impegno e sforzo corale, in quanto l'Esercito non è mio, l'Esercito è di
tutti noi, di tutti noi soldati, di tutti noi italiani.
Non è una sorpresa, lo ripeto, quali sono
gli assi portanti del mio mandato: tecnologia, addestramento, valori. E
che punto, e ho chiesto di farlo molto, sulle idee dei giovani, che
reputo naturalmente capaci di intercettare i cambiamenti e le evoluzioni
rapidissime della nostra società. Dai giovani, mi aspetto un grande
apporto, mentre dai più vecchi del mestiere, come chi vi parla, la
capacità di valorizzare queste idee sulla base dell'esperienza,
scegliendo quelle migliori, quelle che ci possono mettere nelle
condizioni di guadagnare un po' di terreno ogni settimana, senza
guardare a futuri lontani, in modo da ridurre rapidamente le differenze
con ogni potenziale avversario.
Torno ai tre assi, ho sintetizzato
l'importanza della tecnologia: consideratela sempre un mezzo, mai un
fine, sapendo bene che l'esercito, o è tecnologico o non è. E l'Esercito
italiano sarà.
La preparazione fisica, la disciplina,
l'addestramento. Sono ancestrali alla scelta di vita di chi abbraccia la
missione di militare. Sono il primo dovere di un soldato.
Lo dico, ve lo ripeto, anche a voi, sono la
migliore polizza assicurativa per ogni soldato, per noi stessi e per chi
è al nostro fianco: la mia vita dipende da lui, e la sua dipende da me.
Dobbiamo essere addestrati. Addestrarsi significa che avremo sempre
fatto tutto quello che potevamo fare per essere pronti.
E vengo ai valori, che sono i riferimenti
del nostro agire quotidiano. Sono il filo conduttore della storia di un
esercito, sono il contratto che firmiamo davanti al Tricolore quando
prestiamo il nostro giuramento di fedeltà, assumendoci la responsabilità
di offrire il nostro dovere, senza deroghe, esitazioni e ripensamenti.
Cari Lagunari, i valori sono la nostra vera
forza, sono la nostra ancora di salvezza, ci tengono in piedi e ci
tengono uniti quando ogni altro riferimento può vacillare. Nei confronti
dei valori, e vi prego di fare attenzione a quello che dico, non
dobbiamo accettare alcun attacco né inflessione. Perché a noi, come vi
ho detto, in tempo di crisi è chiesto di resistere, perché noi siamo un
cardine portante della Repubblica. E soprattutto in questo momento di
cambiamenti, in cui stiamo cercando di costruire un nuovo esercito,
adatto a questi tempi, i valori sono le fondamenta su cui costruiamo
questo edificio. Senza fondamenta, l'edificio crollerà.
Abbiamo quindi davanti a noi un periodo di
grande impegno, con scenari che diventano sempre più competitivi.
Ai comandanti a tutti i livelli ho chiesto,
e chiedo, di stabilire standard più elevati, e di essere pronti ad
accettare l'errore di chiunque. Cambiamo il paradigma, cambiamo la
nostra cultura. L'errore fa parte di un percorso di crescita, se è
frutto di voglia di fare e di iniziativa. Ma l'errore va contrastato con
la massima severità se è il risultato di malafede, di negligenza, di
mediocrità, o peggio ancora, di scarico di responsabilità.
Ai miei comandanti ho chiesto e chiedo di
favorire una atmosfera organizzativa riformista, in cui si stimoli la
flessibilità, il pensiero critico e divergente, il ragionamento,
l'intuito e soprattutto il pragmatismo.
Ai miei comandanti ho chiesto e chiedo il
coraggio di decidere, la capacità di eseguire, di rialzarsi, di vedere
le opportunità e i vantaggi quando gli altri vedono solo criticità.
Ai miei comandanti ho chiesto e chiedo di
prendersi cura dei nostri soldati e delle rispettive famiglie, senza
lasciare mai nessuno indietro.
Ai miei comandanti, ho chiesto e chiedo di
formare soldati preparati e consapevoli, perchè forse a qualcuno questo
sfugge, che nel bosco si prende umidità, che la pioggia e il buio sono
per noi un'opportunità, che si dorme per terra se ce n'é bisogno, che
non si dorme se non si può, che si mangia ciò che è disponibile quando
si può. È meglio soffrire in addestramento, credetemi. Dopo, è molto
peggio.
E questo perché sono certo
che il valore di un esercito è il valore del suo soldato, della sua
voglia di far parte di una squadra e di una grande famiglia.
Ho chiesto tanto e chiedo tanto ai miei
comandanti. E a voi Lagunari invece, a voi che portate il basco verde,
come il colore della vostra amata laguna di Venezia, simbolo di
fratellanza e di spirito di corpo, a voi, a voi chiedo di infrangere
come lo scoglio e travolgere come l'onda, travolgere tutte le sfide che
il futuro ci riserva, e sono tante.
Rinnovo l'apprezzamento dell'Esercito
intero ed esprimo a tutti voi e ai vostri familiari il più fervido
augurio di sempre maggiori successi e fortune.
Viva San Marco! Viva i Lagunari! Evviva
l'Esercito Italiano! Evviva l'Italia!
Ordine del Giorno all'Esercito
Servizio fotografico SME
Servizio fotografico a cura del Lag. Gianfranco Liberalesso