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06 maggio 2006

  
      
  

 

A 30 anni dal terremoto, il Friuli non dimentica l'Esercito

 

Il 6 maggio ricorre il trentennale del terremoto che nel 1976 sconvolse il Friuli.

Era il 6 Maggio quando l’Italia del Nord venne scossa da un terremoto del nono grado della scala Mercalli. L'epicentro, localizzato nel Friuli, provocò una tragedia che si compì in pochi istanti. Il bilancio si dimostrò da subito devastante: oltre 1.000 morti, migliaia i feriti, 40.000 persone senza casa, danni ingenti alla rete ferroviaria e viaria, industrie sbriciolate.

La Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli" e' stata insignita della Medaglia d'Argento al valore civile perché interveniva in occasione del gravissimo sisma, con uomini e mezzi prodigandosi con tempestività ed impegno nelle operazioni di soccorso. Malgrado le difficili condizioni ambientali si adoperava nella ricerca dei civili sepolti sotto le macerie , nel pronto soccorso e nel ricovero dei numerosi feriti, contribuendo in maniera determinante ad alleviare i disagi ed a restituire coraggio e fiducia alle popolazioni colpite, ed ancora oggi fornisce unità di pronto impiego in caso di pubblica calamità.

L’intervento dell’Esercito fu immediato, di massa e soprattutto spontaneo. Gli uomini in grigioverde organizzarono il recupero e la medicazione dei feriti, la composizione e tumulazione delle salme, il ripristino delle trasmissioni, il rifornimento e potabilizzazione dell’acqua e lo sgombero delle macerie. L’intenso lavoro effettuato dai militari portò alla sistemazione in tende di circa 81.000 persone. Le tendopoli vennero montate dai reparti militari e dotate di cucine, servizi igienici, illuminazione elettrica a mezzo di gruppi elettrogeni, infermerie e bagni campali. Durante il primo periodo l’opera di soccorso impegnò giornalmente fino a 14.144 uomini, 2.616 automezzi comuni e speciali e 64 elicotteri.

Lo slancio generoso ed il sostegno fraterno con cui i militari dedicarono loro stessi, giorno e notte, per restituire coraggio e fiducia alle popolazioni colpite è un ricordo incancellabile nel cuore dei friulani. "Il Friuli ringrazia di cuore e non dimentica", è questo il riassunto di quanto le popolazioni colpite dal terremoto del 1976 provano ancora oggi nei confronti di quanti si prodigarono per dare loro soccorso e coraggio in quel tragico periodo della loro storia.

Numerosi sono stati i riconoscimenti e le medaglie al valore con cui l’esercito è stato premiato per l’intenso lavoro svolto. In particolare, la brigata alpina “Julia” è stata insignita della medaglia d’oro al valore civile, il battaglione logistico “Garibaldi” della croce d’argento al valore dell’Esercito, mentre l’arma e la scuola del genio hanno ricevuto la medaglia d’oro al valore militare. Di notevole rilievo anche l’intervento del corpo di sanità dell’esercito e dell’ospedale militare di Udine, entrambi decorati con la medaglia d’oro al merito della sanità pubblica. 

Capitano Ettore SARLI

 

 

 

 

 

 

sintesi dei principali avvenimenti

 

Primo  evento

 

Alle ore 21.00 del 6 maggio, appena verificatosi l’evento sismico, si predispongono le attività per l’intervento. Ufficiali e Sottufficiali confluiscono nelle caserme d’iniziativa e/o secondo il sistema d’allarme prestabilito. Appena pronti i primi nuclei d’intervento, escono dalle caserme in ricognizione per chiarificare la situazione e fornire dati di riferimento ai comandi che prontamente si stavano attivando.

Entro due ore l’organizzazione posta in essere consentiva il dispiegamento dei primi reparti ed il soccorso alla popolazione.

Anche in caserme interessate esse stesse dai crolli (Gemona, Artegna,) si esce per prestare aiuto alla popolazione, mentre si scava per dissotterrare i commilitoni rimasti imprigionati e sepolti dalle macerie.

Il 7 maggio, mentre continua l’opera instancabile dei reparti, che contano già 6000 uomini impiegati sul terreno, iniziano le attività di ricognizione aerea degli elicotteri.

Il Comandante della RMNE, sanziona la costituzione già avvenuta con criterio di automaticità dei Centri Operativi di settore (Mantova, Ariete e Julia) e affida al C.te della “Mantova” il coordinamento delle attività.

Nella stessa giornata, si perfeziona altresì il sistema di Comando e Controllo che prevede, oltre ai predetti Centri operativi settoriali:

 - a livello centrale, un Centro Operativo Interforze col compito di coordinare gli interventi delle tre Forze Armate, in stretto contato con il Ministero degli Interni;

 - a livello intermedio, tre Centri Operativi, a cura della RMNE in Padova, del 4° C.A. in Bolzano e del 5° C.A. in Vittorio Veneto.

Vengono inoltre costituiti i Centri logistici presso le caserme Cavarzerani e Spaccamela in Udine e la base elicotteri presso l’aeroporto di Rvolto.

Sono assicurati, altresì, i collegamenti punto a punto tra i vari Ce Op e la Prefettura di Udine; inizia la confezione e la distribuzione dei pasti alla popolazione mediante cucine da campo.

L’8 maggio hanno inizio i trasporti aerei nazionali ed internazionali e vengono assicurati i collegamenti tra i comandi operativi e le principali zone sinistrate di GEMONA, ARTEGNA, TARCENTO, VENZONE, CIVIDALE e TOLMEZZO.

Il 9 maggio, viene rinforzato l’Ospedale militare di Udine e potenziata la rete di telecomunicazioni. A termine della giornata risultano impiantati 31.000 posti tenda e distribuite 60.000 coperte.

Giorni 10 e 11 maggio: saturate le caserme “Cavarzerani” e “Spaccamela”, vengono predisposti altri “centri raccolta e smistamento materiali” a Palmanova, Casarsa e Istrana.

 

Secondo evento

 

Dall’11 al 15 settembre si susseguono scosse della stessa magnitudo   delle precedenti.

Il 12 settembre vengono riattivate le sale operative.

Il 13 settembre il Generale Mario ROSSI viene nuovamente nominato Vice Commissario di Governo per l’emergenza.

Il 15 settembre sono inviati 71 nuclei di collegamento presso i comuni  per il censimento della popolazione da sgomberare e già entro sera sono sgomberate su Lignano, Grado e Bibione 3000 persone.

Il 16 settembre si tiene a Codroipo un rapporto del Capo di SME Andrea Cucino ai Comandanti dell GG.UU.

Viene attivato un posto ricezione roulottes a Campoformido.

 

Perdite e danni subiti dall’Esercito

 

a.     Personale

-       deceduti a causa del sisma o delle operazioni di soccorso: 35;

-       feriti: 242.

 

b.    Infrastrutture

-   5 caserme gravemente danneggiate;

-   10 caserme danneggiate.

 

SCHEDA RELATIVA AGLI INTERVENTI DELL’ESERCITO

(Fonte: D. mec. MANTOVA)

 

1.  SCOPO

 

Aiutare le popolazioni Friulane colpite da due sismi di eccezionale violenza con epicentro M. San PANTALEONE:

-         il 6 maggio 1976 alle ore 21 circa;

-         tra l’11 ed il 15 settembre dello stesso anno.

 

2.  UNITÀ IMPIEGATE

 

L’Esercito Italiano partecipò con le seguenti Grandi Unità:

-         Div. mec. “MANTOVA”;

-         Div. cor. “ARIETE”;

-         B.alp. “JULIA”,

più concorsi vari da esse gestiti, in particolare, unità:

-         elicotteri del 4° e 5° C.A.;

-         del genio del 5° Corpo d’Armata;

-         della D. mec “FOLGORE”;

-         supporti del 4° Corpo d’Armata;

-         N. 2 ospedali della Marina Militare

     Il Comandante della Divisione Meccanizzata Mantova, Gen. Mario ROSSI, fu nominato Vice Commissario del Governo il 7 maggio 1976 e successivamente il 12 settembre, ed investito dalla RMNE delle funzioni di coordinatore delle operazioni di soccorso.

 

3.  PERIODO INTERESSATO AGLI INTERVENTI

 

I giorni 6 maggio e 11 settembre 1976, al verificarsi degli eventi, con immediatezza e con carattere di automaticità sulla base della pianificazione di intervento in caso di pubbliche calamità.

In particolare:

-         movimento delle prime colonne di soccorsi: due ore dopo l’evento;

-         costituzione dei posti comando: due ore dopo l’evento.

I periodi complessivi sono compresi tra:

-         il 6 maggio e il 3 giugno. Il 15 luglio cessa lo stato di allarme;

-         l’11 settembre e il 5 dicembre.

 

 

4.  AREA DI IMPIEGO

 

FRIULI. Il sisma ha interessato un’area di 60 Km. di longitudine per 45 di latitudine, interamente compresa nella Regione amministrativa del Friuli Venezia Giulia e Militare Nord – Est.

In particolare, i settori di competenza furono così suddivisi:

-         D. mec. “MANTOVA”: l’area ad est del Tagliamento, esclusa la Carnia;

-         D. cor. “ARIETE” : l’area ad ovest del Tagliamento;

-         B. alp. “JULIA”: la Carnia.

 

5.  ATTIVITÀ SVOLTE

 

In un primo tempo:

-         raccolta e sgombero feriti;

-         recupero delle salme;

-         assistenza sanitaria e rifornimento viveri alle popolazioni;

in un secondo tempo:

-         attendamento degli sfollati;

-         vettovagliamento degli stessi;

-         ricezione e smistamento materiali;

-         interventi “tecnici” (sgomberi, demolizioni, ripristino viabilità ecc.)

     Complessivamente, tra il 6 maggio e il 3 giugno, sono stati assicurati:

-         il montaggio di 17.872 tende per un totale di 116.14 posti teorici di cui 80.993 effettivamente occupati;

-         il vettovagliamento di 70.000 persone (mediamente 60.000, nell’arco temporale in esame) con un impiego di oltre 7000 ton. di derrate alimentari, pari a 2.806.000 razioni viveri;

-         la raccolta e la distribuzione di oltre 30.000 ton. di merci varie, mediante l’utilizzo di 8.000 autocarri e autotreni;

Per ciò che concerne gli interventi tecnici, il consuntivo al 25 luglio, ammontava a:

-         935 edifici pericolanti demoliti;

-         1.000.000 di detriti rimossi;

-         314 km. di viabilità ripristinata;

-         5 ponti costruiti;

-         41 interventi con esplosivo per demolizione grandi manufatti;

-         118.000 mq. di costruzione piazzali e strade.

Gli interventi sanitari sono riassunti in:

-         impiego di 10 nuclei pronto intervento e 48 ambulanze;

-         impianto di due ospedali della Marina Militare a GEMONA e BUIA;

-         assistenza sanitaria a 110 lungo degenti;

-         concorso in vaccinazione di massa;

-         disinfezione e disinfestazione delle tendopoli;

-         distribuzione di 64 ton. di medicinali;

-         recupero e tumulazione delle salme.

Nella seconda occasione, tra l’11 settembre ed il 5 dicembre, sono state svolte le seguenti attività:

-         gestione delle tendopoli;

-         rifornimento idrico in 13 comuni;

-         trasporto di 8500 persone e 9500 ton di materiale;

-         distribuzione di 6000 razioni viveri;

-         ricezione e smistamento di 1789 roulottes;

-         recupero di opere d’arte;

-         censimento e sgombero della popolazione sinistrata mediante 16 autocolonne capaci, ognuna di 200 civili più bagagli;costituzione e funzionamento di 6 centri assistenziali per complessive 31.963 unità;

-         posa in opera di 1666 unità abitative previa predisposizione di 46.000 mq. di terreno;

 

Gli interventi tecnici possono così riassumersi:

-         151 km. di viabilità ripristinata;

-         gittamento di tre ponti;

-         rimozione di 1.856.000 mc. di macerie e 540 di frane;

-         demolizione di 1173 edifici pericolanti;

-         realizzazione di 71 km. di rete fognaria, 266 di rete elettrica, 200 di rete idrica, 110 di marciapiedi e passaggi pedonali.

 

Complessivamente, nel periodo 6 maggio, 31 dicembre 1976, l’impiego medio giornaliero dell’esercito per le operazioni di soccorso è stato di:

 

Personale e mezzi

Impiego medio giornaliero

 

-         personale

-         automezzi comuni

-         mezzi speciali

-         ambulanze

-         gruppi elettrogeni

-         cucine da campo

-         serbatoi per acqua

-         elicotteri

2979

377

196

13

31

54

60

3

 

  
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