Togliere la polvere ai
forti veneziani e recuperare magnifiche strutture come l'Arsenale
e l'Idroscalo, da aprire alla città. Lo hanno detto, con
semplicità, il ministro della Difesa Sergio Mattarella e il
sindaco Paolo Costa che hanno partecipato ieri al terzo simposio
delle Marine Militari, tenutosi in Arsenale. Poche, semplici,
parole per nascondere le enormi difficoltà che un'operazione come
questa comporta. Non soltanto di utilizzo di beni quali Forte
Marghera, la caserma dei lagunari Guglielmo Pepe del Lido, il
campo trincerato di Mestre; ma anche di finanziamenti e di joint
venture tra pubblico e privati.
Eppure,
un passo alla volta, un incontro dopo l'altro, sembra che il
Comune sia riuscito a sbrogliare l'intricata matassa. Nell'agosto
scorso il sindaco era andato a dire al ministro che il prezzo per
Forte Marghera - quei 16 miliardi stimati dalla Difesa - era
davvero troppo esoso. Oggi sembra possibile una via d'uscita. E
approdato alla Camera, per la discussione, un decreto
"collegato"
sul patrimonio dello Stato
che ammette la costituzione di società miste per la dismissione e
l'utilizzo di particolari "contenitori". Così, Forte
Marghera potrebbe essere ceduto al Comune che, a sua volta,
potrebbe tirare fiori i soldi perla ristrutturazione mentre i
privati potrebbero contribuire economicamente alla gestione. «Siamo tante tessere di uno stesso mosaico. Dobbiamo unire
le forze per trovare al più presto soluzioni che valorizzino
patrimoni di inestimabile valore per la città» ha detto il
ministro Mattarella.
Lo
stesso vale per l'Arsenale. «Diventerà un'area aperta per
Venezia e per il
mondo» promette Costa. E
assicura che a giorni presenterà il progetto di
recupero dello spazio cantieristico della Serenissima
Repubblica, che conserva importati strutture di impianto
cinquecentesco. Un progetto "condiviso dalla Marina Militare" che si è detta disponibile ad
arretrare, occupando solo la zona direzionale, gli uffici, il
Fabbricato degli Squadratori e, ahimè, tutto lo
specchio acqueo. Non sembra impossibile nemmeno l'intesa
per la caserma "Pepe”, anche se in questo caso si tratta di
una corsa contro il tempo. «La Pepe è stata
dismessa da poco ed è in condizioni splendide. Non
possiamo permettere che il tempo
rovini la struttura candidata ad ospitare il Master europeo in
diritti umani, attualmente dislocato nel Monastero di San Nicolò»
fa presente il Sindaco. La soluzione? Un accordo di programma tra
le parti, Regione compresa, perla
riconversione della struttura in attesa del piano d'uso definitivo
del bene. Anche questo è un risultato dell'incontro di ieri.
L'ultima questione, la più
spinosa, riguarda l'Idroscalo, tutt'ora utilizzato dai Lagunari ai
quali è necessario come scalei mezzi anfibi. Lo spostamento in
un'altra area comporta complesse questioni tecniche anche se il
sindaco individua Malcontenta come spazio ottimale per ospitare i
lagunari, lasciando alla città l'Idroscalo che dovrebbe diventare
una darsena turistica all'interno di un progetto di rilancio del
Lido. “Il Ministero ha intenzione di privilegiare le attese
della città che vuole impadronirsi di un'area meravigliosa per
dare nuovo respiro alle attività turistiche” sentenzia il
Ministro. E alle sue parole seguiranno i fatti. Proprio ieri sono
state messe in piedi due commissioni di lavoro l'una concentrata
sulla caserma Pepe e l’altra sull'Idroscalo.
Valeria
Lipparini de "Il Gazzettino di Venezia"