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8 gennaio 2001

 
           
   
           
 

Togliamo la polvere dai forti

Nuove prospettive per Arsenale, Idroscalo, Caserma Pepe e Campo Trincerato

 Togliere la polvere ai forti veneziani e recuperare magnifiche strutture come l'Arsenale e l'Idroscalo, da aprire alla città. Lo hanno detto, con semplicità, il ministro della Difesa Sergio Mattarella e il sindaco Paolo Costa che hanno partecipato ieri al terzo simposio delle Marine Militari, tenutosi in Arsenale. Poche, semplici, parole per nascondere le enormi difficoltà che un'operazione come questa comporta. Non soltanto di utilizzo di beni quali Forte Marghera, la caserma dei lagunari Guglielmo Pepe del Lido, il campo trincerato di Mestre; ma anche di finanziamenti e di joint venture tra pubblico e privati.

 Eppure, un passo alla volta, un incontro dopo l'altro, sembra che il Comune sia riuscito a sbrogliare l'intricata matassa. Nell'agosto scorso il sindaco era andato a dire al ministro che il prezzo per Forte Marghera - quei 16 miliardi stimati dalla Difesa - era davvero troppo esoso. Oggi sembra possibile una via d'uscita. E approdato alla Camera, per la discussione, un decreto "collegato"

sul patrimonio dello Stato che ammette la costituzione di società miste per la dismissione e l'utilizzo di particolari "contenitori". Così, Forte Marghera potrebbe essere ceduto al Comune che, a sua volta, potrebbe tirare fiori i soldi perla ristrutturazione mentre i privati potrebbero contribuire economicamente alla gestione.  «Siamo tante tessere di uno stesso mosaico. Dobbiamo unire le forze per trovare al più presto soluzioni che valorizzino patrimoni di inestimabile valore per la città» ha detto il ministro Mattarella.

 Lo stesso vale per l'Arsenale. «Diventerà un'area aperta per Venezia e per il

mondo» promette Costa. E assicura che a giorni presenterà il progetto di  recupero dello spazio cantieristico della Serenissima Repubblica, che conserva importati strutture di impianto cinquecentesco. Un progetto "condiviso dalla  Marina Militare" che si è detta disponibile ad arretrare, occupando solo la zona direzionale, gli uffici, il Fabbricato degli Squadratori e, ahimè, tutto lo  specchio acqueo. Non sembra impossibile nemmeno l'intesa per la caserma "Pepe”, anche se in questo caso si tratta di una corsa contro il tempo. «La Pepe è stata  dismessa da poco ed è in condizioni splendide. Non possiamo permettere che il  tempo rovini la struttura candidata ad ospitare il Master europeo in diritti umani, attualmente dislocato nel Monastero di San Nicolò» fa presente il Sindaco. La soluzione? Un accordo di programma tra le parti, Regione compresa,  perla riconversione della struttura in attesa del piano d'uso definitivo del  bene. Anche questo è un risultato dell'incontro di ieri.

L'ultima questione, la più spinosa, riguarda l'Idroscalo, tutt'ora utilizzato dai Lagunari ai quali è necessario come scalei mezzi anfibi. Lo spostamento in un'altra area comporta complesse questioni tecniche anche se il sindaco individua Malcontenta come spazio ottimale per ospitare i lagunari, lasciando alla città l'Idroscalo che dovrebbe diventare una darsena turistica all'interno di un progetto di rilancio del Lido. “Il Ministero ha intenzione di privilegiare le attese della città che vuole impadronirsi di un'area meravigliosa per dare nuovo respiro alle attività turistiche” sentenzia il Ministro. E alle sue parole seguiranno i fatti. Proprio ieri sono state messe in piedi due commissioni di lavoro l'una concentrata sulla caserma Pepe e l’altra sull'Idroscalo.

Valeria Lipparini de "Il Gazzettino di Venezia"

 

 
           
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