26 aprile 2007 | |||||
LA TRAGEDIA DI CAORLE La Y10 sarebbe caduta in acqua poco dopo l’una di notte ma il ritrovamento è avvenuto solamente ieri alle 6.30 Dentro l'auto nel canale i corpi dei due sventurati Maurizio Casagrande, 34 anni, e Rocco Gusso, 37 anni, amici da tempo, avevano trascorso la serata in un locale alla periferia della città
Tragedia ieri a Caorle. Due giovani del luogo, di cui uno invalido e malato terminale, sono stati trovati cadaveri in un canale alle porte della città dopo che l'auto si è inabissata, probabilmente la notte per un'uscita di strada. Sono morti così Maurizio Casagrande, 34 anni, e Rocco Gusso, 37 anni, entrambi di Caorle. La Y10 del Casagrande è stata trovata nel canale "Tezzon", a ridosso dell'omonima strada che da Caorle porta a Brian nei pressi della rotonda "Capitello". Un tragitto che molti automobilisti della zona percorrono per bypassare i centri abitati di Ca' Cottoni e Ca' Corniani di Caorle. A lanciare l'allarme una donna che vive lì vicino ieri mattina verso le 6.30. "Mi stavo recando a lavoro come ogni mattina - spiega la donna - quando ho visto un auto sul canale con le ruote all'in su. Ho subito chiamato il 118 e i Vigili del fuoco". Sul posto sono immediatamente arrivati i sanitari del Primo intervento di Caorle ed i Vigili del fuoco di Portogruaro che hanno chiamato il soccorso stradale Vaccaro e i colleghi del Nucleo sommozzatori di Vicenza. L'auto era rovesciata nel canale, profondo circa due metri, e null'altro si vedeva. Immediato l'intervento del soccorso stradale per riportare la vettura sulla strada, nel tentativo di salvare le eventuali persone che si trovavano nell'abitacolo. Issato il mezzo è venuta alla luce la tragedia. A bordo c'erano i due posti uno sopra l'altro. I sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso, confermato dal medico legale poco dopo. Sul posto sono giunti i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Portogruaro e quelli di Caorle con il comandante Ciro Dalla Zeta. È stato lui stesso ad identificare i due giovani, conoscendoli da tempo. Toccherà ai Carabinieri accertare quando e cosa sia accaduto ieri notte. Di certo Casagrande era stato visto da alcune persone lunedì pomeriggio nella pizzeria "Al Torcio" di Caorle, dove avrebbe dovuto iniziare a lavorare fra breve tempo. I due, che erano amici da tempo, si erano ritrovati l'altra sera a casa di Gusso, come è stato confermato dai familiari. Da lì sarebbero andati in un locale della periferia di Caorle per poi fare rientro. Dalla ricostruzione dei Carabinieri l'auto infatti proseguiva verso la città lagunare. Dopo un'accentuata curva la Y10, quasi sicuramente condotta dal Casagrande, ha intrapreso un rettilineo lungo 500 metri. A metà del tratto è sbandata verso destra finendo nel canale di irrigazione. Nessun segno di frenata è stato trovato ma solo quelli delle ruote sull'erba dell'argine. Difficile per i militari accertare quando sia accaduta la disgrazia. Gli orologi dei due sventurati giovani infatti funzionavano regolarmente. Solo la testimonianza della donna, che ha lanciato l'allarme, indicherebbe l'1.30 di ieri notte. Nella zona di aperta campagna infatti c'è solo la sua abitazione. "A quell'ora - racconta - i miei cani hanno iniziato ad abbaiare insistentemente. Era buio pesto ed era quindi difficile capirne di più". Ieri mattina è stata lei stessa poi a lanciare l'allarme. Difficile accertare se i due avessero tentato di salvarsi. Gusso era ancora seduto sul sedile del passeggero, mentre il corpo del Casagrande era seduto sulle ginocchia dell'amico, rannicchiato, entrambi senza le cinture allacciate. Nel recupero dell'auto però i corpi potrebbero essersi spostati. Il finestrino dal lato del guidatore semiaperto e nell'abitacolo i loro effetti personali. Marco Corazza
IL RICORDO Per entrambi un passato come pescatori e poi un'apprezzata attività nella sezione Lagunari
La notizia della disgrazia è arrivata ieri mattina ai familiari. Maurizio Casagrande, celibe, viveva in via Dell'Astese a Caorle con la mamma Maria Centrella. Orfano del papà Benito, deceduto otto anni fa, era nato a Nyon in Svizzera nel 1972. Ha vissuto da sempre con i genitori a Caorle, dove vive anche un fratello. Nel passato aveva seguito le orme del padre pescatore, continuando l'attività con la stessa barca fino a qualche tempo fa. Ultimamente aveva terminato il rapporto di lavoro con una ditta di Cavallino per la quale andava al mercatino del pesce di Caorle per venderlo. Fra breve avrebbe iniziato a lavorare come cameriere, per la stagione estiva, alla pizzeria "Al Torcio" in viale Santa Margherita a Caorle. Aveva prestato servizio militare nel corpo degli Alpini come sottufficiale alla caserma di Travesio (Pordenone). Nel 2000 si era iscritto Alta, l'associazione Lagunari Truppe Anfibie, nella sezione di Caorle. "Era il nostro Alfiere - ricorda Celio Pizzolito, presidente della sezione Alta di Caorle - portava sempre il nostro gonfalone alle manifestazioni. L'ultima volta è stato nei giorni scorsi per il raduno nazionale a Jesolo, affiancato dal sindaco Marco Sarto. Ieri mattina dovevamo vederci per ritirare del materiale pubblicitario per il raduno dei Lagunari in città, ho provato a telefonargli ma il cellulare era muto". Anche Rocco Gusso era iscritto alla stessa sezione dei Lagunari in congedo, da 15 anni, da quando fu fondata. Aveva infatti prestato il servizio militare nella caserma di Ca' Vio. Separato, abitava in piazzale Clessidra con i genitori Paolo e Luciana Marchesan. Una disgrazia, quella dei due amici, che ha colpito ancora la comunità dei pescatori, dopo che il primo gennaio due di loro, i fratelli Paolo e Franco Marchesan sono stati ritrovati cadaveri in mare, a seguito del rovesciamento della loro barca, mentre stavano pescando. Dramma che aveva toccato anche la famiglia Gusso, essendo i fratelli Marchesan cugini della mamma di Rocco. Lui e Casagrande, nel passato, avevano lavorato come pescatori. Gusso aveva smesso dopo aver contratto una malattia incurabile. Il papà Paolo aveva temporaneamente sospeso il lavoro per assisterlo e stargli vicino. Negli ultimi tempi però la malattia non era però progredita come ha confermato la mamma: "Mio figlio stava meglio nell'ultimo periodo e solo fra sei mesi sarebbe andato ad un controllo in ospedale. Purtroppo il destino ha voluto che morisse nell'incidente stradale". Con l'amico Maurizio, Gusso ha passato diverse giornate in compagnia, nel tentativo di allontanare per quanto possibile il dramma che stava vivendo. Anche la notte scorsa l'hanno passata assieme, verificatasi purtroppo l'ultima, che li ha accomunati anche nella morte. Gusso lascia anche il fratello Alessandro. Il Pm Stefano Buccini, ha disposto di non doversi procedere su quanto accaduto. I funerali verranno celebrati venerdì alle 15 in duomo. Domani pomeriggio alle 18, sempre in duomo, ci sarà una veglia funebre. Marco Corazza
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