cerimonia a quaere di caldonazzo in ricordo dei marò periti nel 1954
Domenica 22 Luglio 2007, a Levico, Caldonazzo. Quaere, Lochere, o qualcheduno prima o poi, sempre di quelli che sanno, per carità… ci darà la giusta denominazione sulla collocazione dell’accadimento, si è svolta quella che dovrebbe fungere da cerimonia in ricordo dei cinque Marò del Btg, San Marco periti a causa di un fatale tragico errore, per lo scoppio di un mortaio da 81 mm., durante un’ esercitazione che vedeva impegnati TRA GLI ALTRI, i Marò del Btg. San Marco (NON PIU’ IN ORGNANICO ALLA MARINA MILITARE, MA AD UN NUOVO REPARTO NEO-COSTITUITO, E DENOMINATO), con buona pace dei campanilismi “marinari” e di quelli “lagunari”, “Settore Forze LAGUNARI".
Presenti da parte lagunare, solo due labari e pochi iscritti: Labaro della Sezione di Marghera e di Jesolo.
Mi ero ripromesso dopo il 7° Raduno, di tenere un “low profile” e ancora di più questo proponimento si era consolidato dopo altri avvenimenti subito dopo accaduti.
Ma…sento l’obbligo di esternare, anche se il tacere amorfo sarebbe più consono allo status quo delle cose, di fronte a deludenti scenari di deprimente pochezza.
Fatto salvo quindi l'onore e la coerenza personale, andiamo a dire che: se ogni associazione d’arma tira acqua al suo mulino architettando connessioni ed elucubrazioni fantasiose lambiccandosi il cervello per darsi lustro, è umano e comprensibile anche se deontologicamente e cioè dove un fine giusto sarà risultato dell’utilizzo di giusti mezzi, secondo me è scorretto, demagogico e fuorviante.
Si sa! Il tifo è passione, ma anche una brutta bestia che ottunde la facoltà del corretto intendimento; per certi sono più valide le masturbazioni mentali e non importa nulla che dalla letteratura storica ufficiale si evinca quanto segue:
“ Pertanto, a smobilitazione quasi totalmente avvenuta e con conseguente contrazione degli organici, la Marina (F.O.M. n. 39 del 22luglio 1946), decretava la soppressione del Comando di Reggimento (San Marco – n.d.r.), con decorrenza 1° agosto, lasciando in vita solo C.do del Deposito reggimentale; il Comandante, capitano di fregata Carlo Felice Albini, indirizzava un Ordine del giorno a tutti i veterani (…Omissis).
Nel gennaio 1948 il capitano di fregata Pasquale Giliberto e quattro tenenti di vascello (Arrigo Balbi,Umberto Dell’Alba ,Lino Ravalico ed Angelo Amicarelli), furono inviati alla Scuola di Fanteria di Cesano (Rm), per seguirvi un corso d’indottrinamento sull’impiego d’unità terrestri.
Due mesi dopo furono trasferiti a Villa Vicentina (Udine), alla Caserma Isonzo (ex magazzini del Genio Militare), per costituire con decorrenza 10 marzo, il nucleo del nuovo Battaglione San Marco, avente dipendenza, operativa, addestrativa e logistica, dal Comando del V° Comiliter (Padova) e, per sua delega, dal Comando della Divisione di Fanteria “Mantova”, con sede ad Udine. (…Omissis).
Il 15 gennaio del 1951 venne costituito a Venezia, il “Settore Forze Lagunari” (…omissis), comprendente: Comando, Battaglione San Marco, Battaglione Costiero Piave, Battaglione Costiero Lagunare Marghera, Compagnia Anfibia dotata di motozattere e natanti vari (…omissis).
(“Le Fanterie di Marina Italiane”, Ufficio Storico della Marina Militare – Roma 1998.)
Quindi quando avvenne la tragedia, il 23 luglio del 1954, questa gente faceva parte dei Lagunari!
Mi sembra estremamente infantile e bambinesco da ambo le parti, Marinai e Lagunari contendersi l’onore ed i crediti della collocazione del prestigioso reparto che poi divenne il Battaglione Anfibio “Isonzo” e nei confronti del quale il Maggiore Spissu subito dopo il luttuoso fatto ebbe ad esprimersi con la stampa in merito ai propri ragazzi, dicendo “…la grande famiglia che è il San Marco; quelli che hanno il Leone sul petto, e che non li ferma nessuno!”
Il San Marco e i Lagunari, con buona pace di queste o di quelle rivendicazioni d’appartenenza, erano un tutt’uno. Sia ben chiaro!
In parole povere ed efficaci per chi vorrà capire: “fratelli di naja”!
Dunque sia cessata questa storia dei distinguo: allora era “così”; oggi è “cosà”. Ma forse domani con la “Forza di Proiezione del Mare”, ritornerà ancora “così”. Come ai vecchi tempi. Anzi, la strada e quella!
Auspica dunque per l’ennesima volta lo scrivente, che si vinca l’inerzia ed la fannullaggine tanto cara ai più e, si superino con lungimiranza le ritrosie corporative e i campanilismi piccini piccini, che più piccini non si può visti i numeri in gioco; si prenda contatto – ufficialmente ed a livello Direttivi e Presidenze - tra le varie entità in causa, A.N.M.I., Gruppo “Leone di San Marco della Marina Militare” ed A.L.T.A., si scavalchi l’indole dell’ “orticello” e nella specifica ricorrenza, si operi di concerto, non fosse altro se si volesse tener in poco conto il sentimentalismo, cosa invece secondo me preponderante nel riguardo dei fatti, il solo accrescimento d’immagine che ne deriverebbe con la partecipazione in unico evento, di tutte e tre queste realtà associative.
Mi ricordo non tanti anni fa, quando si prospettavano con altisonanti ed effervescenti proponimenti, azioni eclatanti da parte A.L.T.A., al fine di far ottenere medaglie e riconoscimenti a questi appartenenti al Settore Forze Lagunari periti tragicamente in servizio.
Indubbiamente dal silenzio assordante che ne è uscito, immagino che l’iter stia stagnando anche perché ad onor del vero, la prassi istruttoria sarà indubbiamente proibitiva e spossante, non metto in dubbio!
Tuttavia a margine di tanta ed immane opera, una maggior presa di considerazione nel partecipare o nell’organizzare una cerimonia in casa lagunare per questi sfortunati ragazzi, non dovrebbe essere difficile.
E’ vero che sono passati molti anni, cinquantatre per l’esattezza; è vero che attualmente la “pìetas” lagunare è più vicina ai recenti fatti iracheni dove grande fu la tragedia subita, ma…anche quelli di Quaere, i Marò del San Marco del Settore Forze Lagunari, erano pure loro figli di Dio ed ex commilitoni.
O no?
Certo che la pigrizia e l’indifferenza hanno buon gioco per moltissimi, direi per la maggior parte; ma scava scava, qualche cosa di buono ci sarà ancora?
O no?
Ed io non credo che gli animi siano talmente esacerbati dalle beghe campanilistiche od assopiti “dal dolce dormir”, da dimenticare il dovuto omaggio che ci lega sentimentalmente a questi sfortunati ragazzi.
Almeno in casa lagunare, ritengo che così non sia.
Dal vostro (amareggiato) cronista in loco.
San Marco!
Lagunare Dino Doveri.