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| | I Lagunari di Paolo Valpolini Dopo aver avuto il compito di difendere la cimosa costiera, da Venezia alla costa Giuliana, da eventuali attacchi portati dal Patto di Varsavia sul fianco del dispositivo principale schierato lungo la Soglia di Gorizia, anche per i “Lagunari” (denominazione generica con la quale molti indicavano in passato le Truppe Anfibie Lagunari, e che individua oggi il reggimento Lagunari “Serenissima”) è giunta l’ora del cambiamento. Da sempre unità caratterizzata dalla leva regionale (caratteristica che ha iniziato a perdere alcuni anni fa con l’avvio della professionalizzazione, che ha portato ad alimentare il reparto con volontari in ferma breve e in servizio permanente provenienti da varie regioni, lasciando i veneti in una posizione di minoranza), il Rgt. “Serenissima” ha subito un ulteriore distacco dalla città lagunare col trasferimento avvenuto nel corso del 1999, del Comando di Reggimento dalla storica caserma “Guglielmo Pepe” situata sull’isola del Lido (uno dei primi, se non il primo edificio italiano nato proprio con la finalità di ospitare reparti militari) alla caserma “Edmondo Matter” di Mestre. | | |
| | | Se dal punto di vista affettivo questi cambiamenti possono essere stati dolorosi, dal punto di vista operativo e di gestione i Lagunari dovrebbero trarne vantaggio. Il passaggio su base volontaria e la dipendenza del Reggimento dalle Forze di Proiezione hanno permesso ai Lagunari di entrare a far parte delle forze rischierate all’estero in occasione delle missioni di peacekeeping: nell’ottobre 1999 per la prima volta l’intero reggimento ha lasciato Venezia alla volta di Dakovica, in Kosovo, da dove è rientrato lo scorso febbraio. Quanto ai cambi di sede, la suddivisione dei reparti su di un eccessivo numero di caserme, per di più in una località come Venezia (dove i trasferimenti richiedono tempi ben più lunghi di quelli tipici di una città “normale”), non poteva non penalizzarne l’attività. La “Pepe” non era ormai più adatta ad ospitare un reparto, in un’epoca in cui le sole connessioni informatiche avrebbero richiesto lavori non compatibili con un monumento storico. Il Comando di reggimento, la compagnia comando e servizi e la compagnia mortai pesanti si sono quindi trasferiti alla “Matter”, dove dovrebbero essere raggiunti a breve dal 1° Battaglione con le sue tre compagnie fucilieri, attualmente di stanza nella caserma Andrea Bafile” di Malcontenta, alle porte di Mestre. Qui dovrebbe insediarsi anche la futura compagnia supporti tattici anfibi, derivata dall’attuale compagnia mezzi nautici; in questo modo il Reggimento manterrà anche il cosiddetto “comprensorio”, l’area addestrativa confinante con la caserma di Malcontenta, di vitale importanza dal punto di vista addestrativo. Solo le motovedette d’altura e un rimorchiatore, usati per lo sgombero del poligono del Cavallino, rimarranno sull’isola delle Vignole, presso la base anfibia “Sant’Andrea”, attuale sede della compagnia mezzi nautici. Detto delle sedi, è il momento di analizzare l’organico. L’evoluzione del reggimento “Serenissima” seguirà in linea di massima quella degli altri reparti d’arma base, con alcune varianti legate alla specificità del caso. Le compagnie perderanno i loro sistemi controcarro a medio raggio, che andranno a confluire insieme ai neoacquisiti TOW, nella compagnia controcarri di battaglione. | | |
| | Questa affiancherà la ricostituita compagnia mortai pesanti, destinata in futuro a ricevere le armi da 120 mm ad anima rigata, mentre le tre compagnie fucilieri manterranno la struttura classica. Per loro le novità consisteranno nel passaggio dai cingolati VCC2 alle blindo ruotate leggere Puma 6x6 e nella presa in carico dei barchini d’assalto, attualmente inquadrati nella compagnia mezzi nautici, completi di carrelli di traino. A differenza della “mezzi nautici”, dipendente dal Comando di Reggimento, la compagnia supporti tattici anfibi sarà posta alle dirette dipendenze del comandante di battaglione e si articolerà su un plotone comando, due plotoni AAV-7 (ottenuti mediante l’ammodernamento degli attuali LVTP-7) e sul plotone anfibio speciale, che eredita personale, capacità e tradizioni del plotone esploratori anfibi, da poco rinominato plotone RECON. Quest’ultimo si articolerà a sua volta su tre distaccamenti fucilieri, una squadra armi e una controcarri, e sarà equipaggiato col VTLM (il veicolo tattico leggero multiruolo i cui requisiti sono stati emessi da poco dallo SME), barchini, moto da ricognizione e kajak. | | | |
| | Anche dal punto di vista dell’addestramento le novità saranno consistenti: è infatti prevista per tutti gli appartenenti alla specialità l’ottenimento della “qualificazione anfibia”, frutto di un apposito corso che il personale frequenterà al termine di quelli previsti per le abilitazioni di fuciliere, mortaista, ecc. In questo modo i Lagunari avranno la veste di una unità di manovra leggera su blindo, in grado di operare sia in ambiente terrestre convenzionale sia in ambiente anfibio, configurandosi adeguatamente grazie all’uso dei mezzi speciali e all’addestramento particolare. A tal fine dovrebbe essere ufficializzato un apposito corso, da tenersi presso il Reggimento che ricalcherà in parte l’iter addestrativo dei marò del “San Marco” questa affiancherà la ricostituita compagnia mortai pesanti, destinata in futuro a ricevere le armi da 120mm. Viene peraltro spontaneo chiedersi chi provvederà ad addestrare il personale sulla base degli specifici requisiti del reparto, dal momento che nell’organico non figura un elemento finalizzato a questa missione. Il personale in teoria non mancherebbe: il nuovo organico prevede infatti che nel plotone anfibio speciale non rimanga nessun maresciallo, ma solo un ufficiale (tenente), sottufficiali del ruolo sergenti e volontari in SPE. I marescialli con notevole esperienza, recuperati in congruo numero da questa pedina, uniti ad alcuni altri “vecchi” del mestiere, potrebbero far fronte egregiamente all’esigenza, a patto di avere le strutture e i mezzi necessari che al momento non ci sono. In futuro un simile coro potrebbe essere messo a disposizione dell’intera Forza Armata. | | |
| | | Lo stravolgimento generazionale del plotone RECON (o anfibio speciale che dir si voglia) priverà invece questa pedina, che ha dimostrato la propria importanza in Kosovo (dove ha costituito la Quick Reaction Force del Reggimento), di tutto il personale con esperienza pluriennale; a trasformazione avvenuta ci si ritroverà con un tenente d’Accademia, inevitabilmente con esperienza minima, e con personale VSP (o proveniente dai VSP), senza nemmeno un vice-comandante di plotone in grado di affiancare il comandante, laddove l’esperienza vale a volte più del grado. Probabilmente anche i singoli distaccamenti guadagnerebbero notevolmente dalla presenza di un comandante del ruolo Marescialli, questo almeno fino a quando il personale di truppa SPE e i sottufficiali no avranno acquisito la necessaria esperienza. Per quanto riguarda la formazione del personale del plotone, è prevista la frequenza di un corso della durata di 20 settimane complessive, suddiviso in due fasi, cui seguirà la partecipazione ad altri corsi di vario tipo (operatore subacqueo, abilitazione al lancio con il paracadute, istruttore di roccia e di tiro, Ranger, evasione e fuga, ecc.). In futuro il bacino di alimentazione del plotone dovrebbe essere l’intero Reggimento, dal quale verranno tratti gli elementi migliori. | | |
| | In prospettiva è da considerare con attenzione anche l’alternanza del personale: molti dei VSP saranno tentati di fare domanda per passare nel ruolo sergenti, e bisognerà assicurarsi che il turn-over non sia eccessivo, pena il decadimento operativo del reparto e lo spreco di risorse in termini addestrativi per formare personale che poi, pur con benefiche ricadute sull’organizzazione dell’Esercito in generale, si troverebbe a lasciare i Lagunari. Come si può vedere, numerose sono le novità che bollono in pentola dalle parti di Mestre, e che hanno come obiettivo quello di dare ai Lagunari una sempre maggiore versatilità d’impiego. | | |
| | Versatilità che il Reggimento ha dimostrato appieno durante la missione in Kosovo, dove ha fra l’altro operato con i cingolati da neve BV-206, mezzi sicuramente inusuali per questa specialità (ancorché anfibi), e dove in diverse occasioni il personale del plotone RECON ha condotto il pattugliamento sugli sci, data l’impossibilità di muoversi con i mezzi in alcune zone dell’area di responsabilità assegnata. È da notare anche come grazie alla presenza in organico della compagnia mezzi nautici, i Lagunari abbiano potuto schierarsi senza necessità di richiedere una compagnia in rinforzo a un altro reparto, fatto diventato ormai una consuetudine nei rischieramenti fuori area. Oggi il Reggimento “Serenissima” è a metà del guado, sia per quanto riguarda la sistemazione logistico-infrastrutturale sia per quanto concerne la trasformazione della specialità. Come sempre in queste situazioni, l’aspetto più critico è quello legato alla formazione del personale, in particolar modo dei quadri più giovani. Avere nel proprio organico un reparto in grado di operare come fanteria leggera, in possesso di capacità idonee al controllo di acque interne o costiere, può conferire all’Esercito Italiano una pedina in più da spendere nel corso delle operazioni multinazionali in determinati scenari: oggi con i volontari è forse possibile attuare quella bivalenza che in tempi passati basati su personale di leva in servizio per un periodo sempre più limitato, ci aveva personalmente sempre poco convinto. | | | |
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