1) riprende l'avventura

 

01-07 ottobre 2007

 

ABBIAMO SCELTO L'AEREO

Gira gira siamo caduti sul solito affidabile DHC2 "Beaver". Tradotto: produttore De Havilland Canada, modello 2, "Castoro". Un monomotore ognitempo e ogni luogo, spazioso per poterci dormire dentro (con equipaggio di due), con autonomia di circa 800 km, ampio vano di carico, capace di decollare ed atterrare anche da campi erbosi o andar per prati. La livrea è presa a prestito (come l'aereo) dal gruppo di volo Alaskan Winds; abbastanza neutra per sorvolare tranquillamente zone di guerra senza farsi abbattere. Nel tempo cercheremo di trasformarlo in qualcosa di più "lagunare".

Sono n corso le prove di volo. L'amico alpino non ha ancora buona confidenza con le operazioni di volo ed a terra. Meglio sia preparato, metti un'influenza. A presto le prime foto ed i piani di volo.

 

ABBIAMO CAMBIATO IDEA

Può succedere. Ci hanno offerto un qualcosa di irrinunciabile. Trattasi di un Bell Boeing V-22 Osprey. Decolla come un elicottero, viaggia come un aereo, supera anche il Monte Bianco (dubbi per la cima dell'Everest, anche se teoricamente ce la fa). Usato per spostare truppe su terreni accidentati, offre due posti per i piloti e dodici seduti uso M113, più vano di carico. Perfetto per trasformarlo in una roulotte volante. L'esemplare era di proprietà della British Airways, e doveva essere adoperato per lo spostamento rapido di passeggeri vip da un aeroporto londinese ad un altro. Con poco successo, per cui si è tornati ai validi - e raffinati, visto il palato difficile dei clienti - elicotteri.

Pregasi osservare la foto presa nel parking dell'aeroporto "London City Airport", dove ci sta attendendo per essere portato a Ronchi dei Legionari. Un fine settimana libero ed è fatta. Certo, a vederlo, ha bisogno di una buona ripassata in colori lagunari. Si farà con calma. Tanto per sapere: Osprey è il falco pescatore. Più lagunare di così...

La prossima puntata in volo.

 

Portare l'aereo a Ronchi dei Legionari (Trieste)

Dopo lunghe ed estenuanti discussioni abbiamo deciso il piano di volo.

Prima tappa: Londra - Parigi (con visita della città in un qualche trabiccolo volante).
Seconda tappa: Parigi - Torino Aeritalia (un'occhiatina generale al velivolo).
Terza tappa: Torino - Ronchi del Legionari, con ovvio sorvolo di Bergamo Orio al Serio in omaggio al "direttore". Segue pausa pitture, revisione completa, preparazione all'avventura. Soprattutto prove di volo e atterraggio, perché in questa delicata fase il pupo si comporta da bestia indomabile.

 

1 ottobre 2007 - AZIONE!

Ci siamo. Equipaggio pronto: lagunare Luciano Tedeschi, detto "lagunare" ed alpino Alessandro Kravanja, per il momento "non detto". Seduti nell'abitacolo del "falco pescatore" guardiamo distratti il triste panorama che ci circonda. Piove da paura, nubi scure basse ed alte, nebbiolina a banchi... e certezza che questo tempo ci accompagnerà fino a Parigi. Volevamo fare un po' di turismo aereo di Londra, ma dobbiamo rinunciare. Ci portiamo alla testa della pista e via. Niente da raccontare fino all'arrivo, con un atterraggio forzato nei prati del Charles de Gaulle. Portare a terra il nuovo coso è più impegnativo di quanto pensavamo, quindi siamo ricorsi alla soluzione elicottero. Fase di transito dal volo lineare a quello verticale dannatamente perigliosa: si rischia di distruggere le pale se la velocità non è perfetta. E, ameno per me, tenere la velocità corretta senza precipitare è un grosso challenge. Ho scoperto che "problema" è un termine obsoleto e limitato. Mi adeguo.

Dopo un riposino salutare e sperando in un tempo migliore, saliamo sul caro vecchio Piper (quello sempre pronto per noi negli aeroporti, già visto in Libano) per un giro su Parigi. Nebbia e pioggia rendono infelice la giornata. Rientriamo e ci prepariamo al volo verso Torino, pista e stabilimenti Aeritalia. Un'occhiata generale all'aereo da parte dei tecnici in loco ci farà piacere.

Per vedere quel poco che siamo riusciti a fotografare ecco una breve rassegna.

1. Allineati in attesa di pista libera a Londra, aereoporto London City Airport.
2. In volo subito dopo il decollo, verso le bianche scogliere di Dover, che non abbiamo assolutamente visto.
3. Andar per prati al Charles de Gaulle (ce la siamo cavata bene, ma una figuraccia con gli altri piloti...).
4. Su Parigi. Panorama con Le Trocadero, la Tour Eiffel, l'Arco di Trionfo, Place de la Concorde, Le Tuilleries; sullo sfondo Notre Dame ed altri importanti landmarks, che vi lascio riconoscere da soli.
5. Versailles, la forma a croce dei viali delle fontane e la casetta più i giardinetti del signor re di Francia.

 

2 ottobre 2007

Siamo già stufi. Tempo orribile, dormire nel vano bagagli non ancora organizzato... vita grama. KRA - così si chiama ora l'alpino - propone di partire. Non aspettavo altro. Abbiamo ripristinato i serbatoi, il carburante è anche troppo, meglio usarlo. Motori e via verso Trieste. Per curiosità i francesi della manutenzione hanno dato un'occhiata al mezzo e lo hanno trovato OK. Si saltano Torino e Bergamo - la visita parenti a "direttore" sarà per un'altra volta.

La direttrice verso casa è facile da mantenere. È quasi una retta: Basilea, Zurigo, Bolzano, Trieste. Nubi e venti fastidiosi, con tendenza a liberare verso Zurigo. Per evitare inconvenienti e trovarci bassi sulle Alpi alziamo molto. Quindi foto povere. Dopo Zurigo attendiamo con impazienza il segnale della stazione meteo di Passo Resia: siamo in Italia. Bolzano compare in un lampo. Decidiamo di gettarci verso Venezia, per un salutino. Con gli occhi pieni dello splendore della Serenissima dall'alto, puntiamo a casa madre. Atterraggio fuori pista, ma senza dover ricorrere all'uso del sistema elicottero. È un progresso. prima di spegnere i motori controllo il carburante residuo: quasi il 70%; questo cosetto ha un'autonomia spaventosa... molto bene, perché ci saranno parecchie soste nei prati. In ogni caso è possibile fare rifornimento in volo - ecco il bello dei mezzi militari.

Ora il falco è negli hangar di Ronchi per revisione e pitturazione adeguata. Vedremo quando si riparte; intanto domenica a casa.

1. Il bel tempo a Parigi; come ci vedevano quelli della torre di controllo.
2. La sagoma dell'aeroporto di Zurigo, con lo sfondo del lago.
3. KRA in ammirazione estatica del panorama delle Alpi, appena entrati in Italia.
4. Venezia, spettacolo insuperabile.
5. A casa, parcheggio nell'aeroporto di Ronchi dei Legionari. Ultima volta in colori foresti.

 

7 ottobre 2007

I tecnici ci segnalano qualche problema con il cruscotto; alcuni strumenti sono usurati, altri inutili e ingombranti, mancano i ricambi. Ci consigliano una gita ad Aviano; forse esistono pezzi in surplus e si può combinare qualcosa.

Detto e fatto. I boys avevano ragione. In una rampa, un po' dimenticato, dorme un Osprey dei Marines. Cosa faccia in Italia e in una base dell'Aviazione un velivolo della Marina non si sa. Comunque, se c'è l'aereo, ci sono anche le spare parts, come ci dicono gli americani. E vai! Una chiacchierata, una spiegazione tutto cuore, l'immagine di un "loro" aereo impegnato in una missione così complessa e via dicendo... torniamo a casa con un set completo di strumenti nuovi di pacca. Manca il radar, manca lo HUD (il vetrino trasparente con le letture strumentali), ma abbiamo già scoperto che poco ci servono per il volo a vista.

Basta attendere che i tecnici assemblino ed i "pittori" diano spazio alla loro fantasia. Intanto KRA ha cominciato a fare un elenco delle cose da portare. Controllare come ha risposto ai solleciti per la partenza.

«Preparo lo zaino e arrivo. Ammetto di preferire la polenta alla razione k, ma nella stiva c'è talmente tanto spazio che una mini cucina da campo possiamo permettercela. Per il resto mi organizzo.
Sicuramente la divisa comprederà un panta-cordellino anno 97, camicia verde pino mugo con stemma originale Ana Cave del Predil, indistruttibili calzetti militari color caki, e nel caso faccia freddo, la super pippo militare che non guasta mai e tiene caldo il pancino. Naturalmente il pezzo forte è il cappello alpino... nappina bianca, penna nera, stemma dell'8^reggimento alpini. Come scarpe porto gli anfibi che già conosci. Per riserva un paio di scarponi che non si sa mai. Altro cappello a cui sono affezionato: la NORVEGESE.
Zaino alpino a due piani ( due zaini uno sopra l'altro ), borraccia, gamellino, coltello svizzero prestato dal mio amico elvetico alpino, sacco a pelo mimetico mezza piazza, teli tenda a volontà.....brandina da ufficiale per non essere da meno: mi piace anche la comodità. Foto ricordo della famiglia, gatti inclusi e nessun tipo di cellulare al seguito se no, non parto.
Per i viveri ci penso ma sicuramente frico e polenta da buon friulano non mancheranno».

Prendo atto e mi metto a tavolino a studiare un equipaggiamento confortevole anche per il sottoscritto, includendo il materiale lagunare, canotto incluso, se non è in dotazione - in fondo è un mezzo militare; per vedere le isole greche si viaggia sull'acqua tutto il tempo. Con i dovuti scongiuri, meglio essere organizzati.

 

 

 

 

 

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