11) Alessandria d'Egitto e via in Etiopia
28 gennaio 2004 - Alessandria in Egitto "Tre marineri che vano in Egito, "San Marco! miei prodi, Viva Venezia Non sembrava una giornata buona per volare. In ogni caso un buon pilota fa sempre visita al suo posto di lavoro. Gli altri mi seguivano con aria sorniona... e porca miseria (per essere educati). Sul volantino o cloche, come preferite, è accuratamente sistemata una foto che il ribaldo, il malandrino, il ### (qua sono sceso in particolari poco puliti) "africa" ha attaccato durante la notte. Una "bella vista" della pista di Reunion. Per uno che decisamente con gli atterraggi ha uno scarso feeling è troppo. Mi bastano i problemi che già ho; anticiparne altri è cattiveria, perfidia, villaneria, satanismo, bassa statura morale, incapacità di rapporto, demenza senile. Ecco! L'ultima definizione mi sembra adeguata. Scatta la risata e decidiamo di andar per botteghe in centro città. Dino trova i suoi contenitori in un mercatino poco "serio"; Renzo si riempie di peperoncino (vi assicuro che il peperoncino egiziano, simile a piccole piramidi - non scherzo - è forte senza essere fastidioso ed ha un aroma del tutto particolare). Pierangelo ed io, che dovremo curare i rapporti con gli Americani a McMurdo (per farci fare una revisione completa del mezzo) compriamo qualche "ad Alessandria andai, a te pensai, e questo ricordo ti portai". Un in più, onestamente. Il valido Dino ha già caricato un cassa di "gondole-in-globo-vetro-con-neve". Beh! dicono che Cristoforo Colombo abbia rifilato perline agli americani. Ma sono insinuazioni da comari.
Sono circa le cinque del pomeriggio e siamo in attesa della cisterna per il rifornimento. Come pensato ieri, siamo partiti con molta calma, verso le 11.00 ora di Alessandria, per arrivare con altrettanta calma attorno alle 16,30 ora locale. Tempo reale di volo 4 ore e mezzo. Per fare economia di carburante siamo saliti con passo di lumaca, a 100 piedi minuto. Quando abbiamo raggiunto la quota di crociera era il momento di abbassarsi. Con cautela, perché qui ci sono dei monti affatto bassi, l'Acrocoro Etiopico; uno lo abbiamo quasi pelato. Temperatura minima incontrata -5 °C a 15000 piedi, 5000 metri circa. Comincia a far caldo. Vento pressoché inesistente. Visibilita fiacca. Poche foto, tentativi; eravamo troppo alti. Comunque una è Luxor, anche se non si vede. Qualche lago, una città. Poca roba e scarta. Da segnalare invece il nuovo clima che si sta creando a bordo. La convivenza dà i suoi frutti. Come usuale, appena a quota ragionevole, inserisco il pilota automatico e mi posso finalmente rilassare. A questo punto decido di fare quattro chiacchiere con il Renzo, el Venexian, il Navigatore che stà dietro le mie spalle, e subito mi ritrovo al Btg. Lagunari "Isonzo". « ...con il sergente Mascetti, incursore Lagunare al Btg. Isonzo, e mio fratello di naja a Caserta ove nello spirito Lagunare senza differenza di casta ...stupendo!, Acs ed Auc si apparteneva tutti alla medesima compagnia Lagunari Carnaro e si era tutti allievi Lagunari, decidemmo di andare a fare un giro per le balere friulane, dato che era il nostro "day off" Arrivammo a Gonars (UD) un po' distante da "Villa Triste" e fuori Presidio, ma noi due potevamo permettercelo ci autorizzava il "Regolamento Militare". Gli sfigati invece erano i fratelli di naja non graduati, i Lagunari semplici, i quali a causa di una sonora scazzottata pseudo-gogliardica negli anni precedenti, tra i maro' del Btg. San Marco i nostri Nonni prima della trasformazione in Lagunari, e dei baldi giovanotti di Fiumicello i quali, per la cronaca ebbero tutti un bel paio di occhi neri, si videro ristretti l'area del Presidio, Fiumicello infatti tre o quattro chilometri dalla Caserma Bafile era gia' fuori confine. E lì a Gonars trovammo per caso un Lagunare che, quale Lagunare era nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, invece per me, fu il posto giusto al momento giusto. "Excusatio non petita accusatio manifesta" dicevano i Latini, e mentre noi due si fece finta di non vederlo, il Lagunare di nome Ilario che ci aveva gia' inquadrato, si avvicino' a me e disse: Signor Tenente sa' abbia pazienza ma, sono qui per sbaglio, e' una festa di famiglia, il compleanno della mia morosa, e dato che lei e' capitato qui a Gonars, le voglio presentare i parenti tra i quali mia cugina che e' venuta giu' da Udine per l'occasione. Con piacere dissi! Scambio di occhiate lagunari con il Mascetti, in cui era implicito, il Lagunare Ilario ma chi lo conosce? A Gonars? Mai visto, noi...mai andati! Ma dove e' questo posto? E così , la cugina della morosa del Lagunare Ilario della mortai del Btg. Isonzo diventò poi, mia moglie con la quale iniziammo 36 anni fa' la nostra felice avventura oltremare nel 1968 in Somalia tra Mogadishu e Baidoa; avventura in terra d'Africa e che continua ancora...» Bella storia. Va aggiunta a quelle del Dino e del Pinotti. A circa un'ora dall'arrivo, "africa" - che ormai mi aveva messo dritto verso l'aeroporto Bole di Addis Ababa - è arrivato con il pranzo. L'odore si spandeva fino nei serbatoi. Ricetta minacciosa per il palato, ma da leccarsi i baffi. Correttamente segnalo.
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La pista di Reunion - roba da tenere il salvagente addosso
Disposizione equipaggio
Il vano di carico
Luxor è la "macchia" sulla riva sinistra del Nilo
Catene montuose a lato del deserto di Nubia
Scavalcamento dei primi contrafforti in Etiopia
L'ultimo ostacolo prima di Addis Ababa
In parcheggio al "gate 7 - al largo"
Idem, visto dall'altro lato
Vista dalla torre di controllo
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