| | 16) Reunion - aeroporto Gillot 3 febbraio 2004 - Reunion - aeroporto Gillot Siamo già ambientati. Questa mattina godimenti in spiaggia, a pranzo un pollo "speciale" (mi chiedo, ma da queste parti mangiano solo polli?), chiacchiere da "fighi" in vacanza; insomma sarebbe un bel vivere se non fossimo in missione. Pensare che la prossima siamo a Mauritius "piccola", anche se e un sasso che sa più di atollo che di isola; qui al calduccio, sarei un bugiardo se dicessi che non vedo l'ora di partire. Ma poi mi viene in mente che la missione è il compito vero; laggiù ci attendono... e con noi i pacchi dono che Dino ha organizzato. E ci tiene segreto il contenuto. Cosa mai avrà ficcato in quei contenitori? Bisogna arrivare per svelare il mistero. Intanto preparatevi pure voi un polletto allo zenzero (o zazei, come lo chiama Mirko, il cinese proprietario del ristorante di fronte a casa mia). ----------------------------------- Poulet Gingembre - Polletto al Ginger, Zenzero in Italiano Tempi: Ci vuole mezz'ora Cottura: 45 Ingredienti per 6 persone 1 pollo da 1,5 kg 2 cipolle medie 8 spicchi d'aglio 1 grosso pezzo di zenzero sale, pepe, olio, un mazzetto di timo Tagliare il pollo in tre pezzi Pelare lo zenzero e tagliarlo a sottili striscioline Tritare le cipolle Pelare l'aglio in un tegame a calore moderato, aggiungete un po' d'olio, soffriggere il pollo a pezzi fino a quando e' dorato Aggiungere le cipolle e mescolare per un minuto Aggiungere il resto delle spezie , eccetto lo zenzero, sale e pepe e mescolare per 5 minuti A questo punto aggiungere lo zenzero e lasciare cuocere fino a che il pollo e' cotto, se e necessario aggiungere un po' d'acqua. Si puo' servire con riso bollito (senza condimento) cosparso di prezzemolo tritato ----------------------------------- I più attenti tra voi si domanderanno come fanno i nostri quattro ad essere a l'Ile de la Reunion, in pieno Oceano Indiano. Facile! a mezzogiorno eravamo già stufi di stare a Beira. Il pieno era fatto - quando ci vedono arrivare, le cisterne corrono intorno all'aereo per riempire i serbatoi. Ti credo, con quello che lasciamo in... già, in cosa? dollari? euro? conchiglie? carta di credito?... È "africa" con "direttore" che pensano a queste piccolezze. Io devo pensare al benessere dell'equipaggio (autoincensamento che fa sempre bene per l'autostima). Ritorniamo a bomba, anzi a bordo. "Qui comincia l'avventura..."... i più anziani tra voi ricorderanno bene questo incipit. Beh, noi non avevamo la più pallida idea di cosa ci aspettasse. Alla vil nuvola ed al fracchia vento ormai siamo abituati, ma 'stavolta i due si sono accordati per bene. Alle 14 zero zero i motori cantano beati e ben nutriti da fresca benzina appena caricata. Sulla pista che interseca quella che impegniamo c'è il solito 'rompi', ma tutto va liscio. In alto un bel calduccio, un venticello giocoso che muove le nuvole. Poi aumenta e l'abbiamo in coda, sulla deriva (il timone). E si comincia a ballare. Siamo sul mare e pensiamo di abbassarci, ma il Madagascar è vicino e le conoscenze geografiche sono, come dire, nulle? Appena sopra terra diventiamo brasiliani durante il carnevale. Una leggera schiarita ci permette di vedere a terra... ed anche di scoprire che ci sono monti, e alti. Altro che abbassarci - ora il vento è un disastro. Renzo comunica continuamente variazioni di rotta, che non prendo in considerazione; è più grande la preoccupazione di stare orizzontali. Vediamo con piacere sparire la terra di sotto (è la prima volta che ci fa piacere - anche in Africa gli aeroporti bastanti al bestione sono tanti). Siamo fuori di molte miglia, ma si recupera facilmente. Peccato che il tempo si accanisca: ora c'è vento e nuvolo ed a terra è segnalata nebbia. Becchiamo il Metar di Reunion (la strisciolina verde che ogni tanto vedete nelle foto e che in codice dà istruzioni ai naviganti) che con grande comprensione dice in poche righe "torna a casa Lassie". Difficile a farsi, non c'è spago per tornare indietro, e sappiamo che dietro sta peggiorando. Così si decide di andare comunque all'atterraggio... su quella striscia che avete già visto in puntate precedenti. In qualche modo ci arriviamo con gli strumenti ed abbassiamo a livello del mare. Un buco, a tratti, nella nebbia si trova; piuttosto non si vede l'aeroporto. Di colpo lo vediamo a mancina, per dirla alla Svicolone, e letteralmente sbattiamo il C 130 in quella direzione. "DD" e "africa" fingono noncuranza mentre "direttore" ed io stiamo sudando per tenerlo dritto e portarlo sulla pista. Dalle foto rileverete che sulla pista arriviamo di sghimbescio, che a soli 30 metri da terra siamo del tutto fuori pista e che metà è già andata (poi il mare). Credo che allineiamo a dieci centimetri da terra, tocchiamo dolce a metà sull'erba, scrarrozziamo di traverso fino ad altra erba e puntiamo sui freni con le turbine in contro rotazione... e ci fermiamo con ancora un avanzo di asfalto davanti. Grazie Loocked e grazie C 130, caro buon vecchio compagno di molte battaglie (che noi non abbiamo fatto). Renzo ed io cominciamo a credere a quello che affermano i Marines: volare a 3 metri da terra per buttare fuori il carico dal portellone posteriore. In effetti quando si atterra è più facile farlo stare sul cuscino d'aria che poggiarlo, da cui i classici lunghi che tanto ci piacciono. Torniamo fino alla bretella di rotazione a marcia indietro (spiegazione: mando le turbine in "reverse" al massimo e l'aereo si muove all'indietro -- non si deve fare, ma a mali estremi...). Rulliamo felici come ratti (direbbe un lombardo), mentre la nebbia di tanto in tanto copre la pista e parcheggiamo. Caspita che avventura, e mancano ancora i venti ed i freddi antartici. Adesso potete capire quale sollazzo sia il caldo ed il bagnetto per questi poveri lagunari stremati. Sbarcare e sbalzare è addestramento; 'sti tempi del picchio no. Nebbia nei paradisi tropicali, mica lo dicono le agenzie turistiche! Prima di saltare fino a Mauritius piccola, con una pista ancora più piccola, vogliamo le previsioni! Intanto papera colorata per far scena (c'è f...) e via in acqua. San Marco! "quei temerari dei baffi volanti" Sembra una nuvoletta portafortuna Vicino al radar (non funzionante) il solito 'rompi' MAO in bella vista Giochiamo con la nostra ombra Il Madagascar "pallido" Siamo a circa 50 miglia da Reunion (vedi GPS - ormai sapete che cos'è) e la visibilità è #@#@% Siamo sull'isola Le luci delle due piste - e siamo fuori linea con tutte e due Tentiamo l'allineamento con la più "possibile" Quasi dentro, a 10 cm da terra Toccata a sinistra, attraversamento e in erba a destra Fermi, ma oltre la bretella (vedere. come si fa marcia indietro con un C 130 - sconsigliato) Bene o male ci infiliamo per girare Siamo nel senso giusto per il parcheggio - contromano rispetto all'atterraggio Alla bretella di collegamento tra le piste, con la nebbia che va e viene Tratto a "tornare" sulla pista 2 (2 lo dico io; per me 1 è quella già fatta) Verso l'edificio principale, e via nebbia Quasi ci siamo Foto ricordo; sono le 17.56 Tra compagni di sventura (o forse no) | | |