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22) Adelaide in Australia
14 febbraio 2004 - Adelaide in Australia Gente di parola i "canguri", gli Aussie. Stamattina alle sei ci hanno svegliati dicendo che tutto è OK; possiamo partire quando vogliamo. Alle otto i motori girano e si va verso Adelaide. Guadagniamo poco verso l'Antartide; il viaggio è quasi sopra ad un parallelo, il 34esimo per precisione, con prua 90. Cielo terso, esclusa qualche nuvoletta alla partenza, ed un vento teso a 27-29 miglia, prima in coda e poi in pieno fianco, che ci porta fuori di molto. Per tenere una rotta 90 puntiamo il muso a 84 (grazie Renzo per il prezioso contributo nella rotta). A bordo poche chiacchiere, ma grande eccitazione per l'inizio della fase finale. Da Adelaide in poi si va dritti a sud. Sguardi distratti agli strumenti; la paura di restare a secco non esiste più, e per il ritorno penseremo a qualche alternativa. Voliamo bassi, a 5500 - circa 1750 m - sul mare e la monotonia è padrona. Lasciamo a terra 16° C, ma non scendiamo sotto i 14° C in quota (si fa per dire "quota"). Improvvisamente il termometro comincia a salire con continuità fino all'arrivo, dove marchiamo sul taccuino un bel +26° C. Sfruttiamo la pazienza del bestione per 5 ore e mezza prima di spegnere i motori. Unici momenti di vera ilarità quelli del contatto con la torre di Adelaide, aeroporto internazionale. A circa 70 miglia ci prendono in carico sul radar e cominciano a tempestarci di domande. Vogliamo essere guidati dal radar? Certo sì. Vogliamo sapere la quota e la velocità? onestamente già lo sappiamo, ma rispondiamo sì per cortesia. Poi cominciano a dare i "numeri": please go 6145 - Lockeed di qua, Lockeed di la, C 130 su, C 130 giù... E noi a ridere come matti mentre quelli perdono la pazienza e lanciano messaggi su messaggi incomprensibili. Alla fine ci dicono che abbiamo il permesso di sorvolo dello spazio aereo "Bravo" - il solito girotondo sull'aeroporto. Dino risponde che sappiamo da noi che il pilota è bravo e quelli vanno in panico. Mi spiace di non aver potuto registrare questa conversazione (la prima in viva voce da quando siamo partiti). Comunque dirigiamo sull'aeroporto per il girotondo e teniamo una rotta verso nord. Ed ecco ai nostri occhi stupiti un'altra pista dritta di prua, pronta per i poveri esuli. E vai! detto e fatto. Intanto da dietro arriva il richiamo Lockeed? Lockeed? Mai preso terra così bene, rullata rapida e subito all'area di parcheggio carburante. Dino è un siluro e corre ad aprire il portellone, loro la chiamano rear bay, pronto a balzare a terra. Spegnamo e ci troviamo circondati da camionette militari (non fotografabili). Basta poco per fraternizzare: noi Lagunari, loro militi australiani. Uno riconosce il Mao e comincia a cantare "Lione di Venezzia, lione di St. Marcoo... la spada e no il libbro hai in mano". Guccini ha colpito ancora. Per chiarezza di cronaca siamo atterrati ad Adelaide sì, ma nell'aeroporto militare "Edinburgh Military Airport". Facciamo fare il pieno, raccontiamo della missione ai nostri "fratelli in armi". Mangiamo, riposiamo e ci facciamo promettere che a Maquire Island - altra base militare - ci faranno trovare foto aeree e mappe di McMurdo e Gondwana. Ci dicono che Hobart, sulla punta della Tasmania è bellissima al tramonto, con una moltitudine di fari (lighthouses) accesi tra i canali che circondano isolotti e penisole. Una piccola "Venezzia" - è chiaro che non sanno quello che dicono. Se il tempo tiene così al bello potremmo anche partire subito. Ai Marescialli un potente San Marco!
La partenza - sul muso i nuovi lavori di "DD - the Great"
Nuvolette graziosette che ci accompagnano
Adelaide International (minchia .. che ridere)
Luci di testa ad "Edinburgh"
Inquadrato
Applausi prego!
Rullaggio
Il solito polverone che solleviamo attraversando le piste
Benzina in vista
"DD" alla rampa
Fermi al distributore
Ma perché in questa base militare la pompa è rossa? -- sempre viste verdi (foto precedenti)
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