16 febbraio 2004 - Hobart - capitale delle Tasmania - Australia
E invece non siamo partiti subito. Perché? mistero. Siamo in salute, c'è tanta voglia di arrivare, ma...
Pierangelo è stato (e tuttora è) impegnatissimo con i collegamenti tra casa ed Antartide. Sembra un leprotto, quando insegue i satelliti che ci danno speranza di comunicare. Proprio in queste cose affaccendato ha captato una voce a noi diretta dal pack. I nostri sono in attesa di partenza, sentono odore di casa. e ci danno anche notizie poco promettenti. Il tempo sta rapidamente peggiorando, il vento in particolare (e ti pareva che ci desse pace) la fa da padrone, con raffiche superiori ai 300 km/h. Anche un triestino come me, che ha visto in città 260 di bora (é riuscita a ribaltare una gru, un mucchietto di buchi e niente più) teme queste comunicazioni. La media sembra sia attorno ai 25, intesi come nodi/ora, con punte di 60. Fino ai 25 ci siamo, si può volare se uno ha lo stomaco forte e tocca portafortuna propri ed impropri. La temperatura è sui -15° C - e questo non desta problemi. Va detto che il Beaver non è propriamente riscaldato, ma si sopravvive. I due che staranno dietro, in un comparto usato per i bagagli si divertiranno meno. Tornando a Pierangelo; si sta ponendo la domanda sui costi dell'uso sfrenato di collegamenti via satellite. Ci penseremo al ritorno. I nostri sono ancora preoccupati di non essere in sede al nostro passaggio. NOI NON VOGLIAMO "PASSARE" - NOI VOGLIAMO ATTERRARE. Se non troppo fuori rotta daremo un'occhiata dirigendoci a McMurdo. L'avventura polare finale comincia da quelle lingua di terra che si infila nel mare. Vicino c'è anche Scott Base (sempre isola di Ross). Non si sa mai; una pista in più nei paraggi fa sempre comodo. Attendiamo di essere a Maquaire per avere le foto della ricognizione. Comunque oggi siamo qui, a Hobart (e bisogna anche ricordare che gli abitanti non sono più Aussies (australiani), ma Tassies - cioè di Tasmania, che sempre Australia è) in attesa che si accendano le luci per vedere i famosi fari illuminare i molti scogli che affiorano dal mare (detti anche isole - il che stupisce, viste le dimensioni). Insidiosi per la navigazione lo sono per davvero. E dalla luce che ha Dino negli occhi qualche storia di scogli e naufragi deve averla in serbo. Ci allieterà nell'ultima lunga tappa, fatta per toccare "con mano" il suolo antartico.
Adelaide è ormai un ricordo. In un mattino caldissimo, con il sole, un'abbondante colazione all'italiana e una schiera di militi Aussie che ci accompagnano, saliamo sul bestione. Il canterino che conosce Guccini - e che ci uccide l'orecchio - afferma un suo trisavolo essere un certo Bepi Formenton, da Venezia (ma si è mai visto un cognome simile a Venezia? forse Treviso, Vicenza?) continua a dilettarci - secondo lui - con canti in italiano (sigh!). Lo sopportiamo con pazienza e amicizia perché ci ha veramente aiutati durante la permanenza.
Rullata di potenza, con forte correzione di muso e via su, in alto, per scavalcare una collina che ci sta davanti. In decollo su piste medio-corte (e non vi dico delle cortissime che ci attendono) il muso tira a destra causa i quattro motori che non sono controrotanti (ossia girano tutti 4 dalla stessa parte). In senso orario - cioè da sinistra a destra - per chi sta davanti. Come dice un mio amico "..dove che i gira a sinistra... di cui el muso va a destra.." [ndr: per chi è al posto di pilotaggio]. Terra - mare - terra. ancora mare e finalmente la Tasmania. Molti rilievi, bassi, ma sufficienti ad impedire un avvicinamento "pancia a terra", come prediligo. Perdere quota è un problema serio; il bestione non ne vuole sapere di abbassarsi "rapido". Voliamo in crociera a 7500 piedi, con una anomala temperatura di -13° C. A terra troviamo +2° C. Venti veramente miseri, leggera foschia. Abbiamo raggiunto S43* (non è 'sta gran roba - N43* è Grosseto). Ma da oggi la Terra diventa "corta" sotto di noi e con poche miglia si va giù di molti paralleli. Lasciamo il C 130 vicino alle reti di recinzione, dove non intralcia il traffico aeroportuale e si va in paese a far spesa. Renzo trova dei calamari freschissimi e ci propone un piatto locale (come farà poi a sapere tutte le ricette). Calamari mooolto buoni. Il "dopo" lo leggete in cima a questo foglio. Ricettina? pronti.
-----------------------------
Calamari di Lusso
ricetta della Tasmania per 4 o 6 persone:
1 Kg. di Calamari debitamente puliti e tolta la pelle
1 tazza di olio d'oliva
1 spicchio di aglio schiacciato, sale e pepe
1/2 cucchiaino di misto "dill"
(che e' tipo finocchio ma piu' pungente, no so come ch'el se dixe in venexian), basilico e origano
1 tazza di vino bianco
(de queo bon! spendi do schei ostrega! No sempre el vin col cimbano da quatro palanche!)
1/2 kg di pomodori maturi tipo San Marzano, asciugati dal liquido
2 cucchiaini di prezzemolo
Piccoli pezzetti di pane a quadretti, cucinati in olio di oliva
Taglia i calamari asciugati in anelli. Scalda l'olio nella padella. aggiungi l'aglio, e cuoci per due minuti, dopodiché tira via l'aglio, altrimenti deteriora il sapore dei calamari. Friggi i calamari nell'olio per 3 minuti, aggiungi sale pepe, le erbe per altri 3 minuti. Aggiungi, pomodori, prezzemolo, vin bianco bon, metti il coperchio e fai bollire 4 minuti. Su piatti di servizio caldi servi i calamari con i croutons di pane.
---------------------------------
Anche per oggi siete serviti (consiglio: aumentate il peso dei calamari, 1 kg è decisamente poco per 4 affamati golosi). San Marco!
"lagunari" sazi e contenti
Le case di Adelaide spiate attraverso il finestrino "guarda pista" mentre saliamo
La macchiolina bianca è l'aeroporto "King I" dell'isola "King Island" nel braccio di mare tra Australia e Tasmania
Il tormentato paesaggio della Tasmania - ricco di laghi
Ancora un lago , forse il più grande che abbiamo visto
Appena scavalcate le colline dritti sul mare
In piena frenata per non superare la bretella - un passerotto ci precede
Benzina - di nuovo verde
Beh, anche le officine possono far comodo
La ricca insegna "Hobart International"
E che non vengano a dire che parcheggiamo male
Un aereo in volo e carretti Quantas
Dino è sceso per fotografare "il baffo" che ci precedeva.