28) Il grido di San Marco risuona per Baia Terra Nova - Antartide Italiano

 

21 febbraio 2004 - Baia Terra Nova - Antartide "italiana"

State guardando tranquillamente ciò che vi pare, verso le 10 di sera di venerdì 20 febbraio, svegli o mezzi addormentati? Qui sono le nove di mattina e siamo già in volo da mezz'ora verso Baia Terra Nova. Proprio così amici, il viaggio sta per terminare. Abbiamo usato la giornata di ieri per mettere a punto i dettagli. Non è uno scherzo fare quasi 200 miglia sul mare gelido e gelato. È arrivato il momento del Beaver, il "castoro". Ha viaggiato tranquillo nella pancia del grande fratello, ha preso aria in Africa, ora è nel suo elemento: il freddo. Non rimpiangerà certo l'Alaska ed il Nord Canada. Lo abbiamo lasciato al coperto, come avete visto. La mattina dopo, doverosamente è stato oggetto di visita. Batteria a 17 V - non basta per l'accensione - olio da spalmare sul pane, porte da aprire a fatica. Comprendiamo perché il personale della base ha deciso di prendersi cura di lui. La rotta è decisa: Renzo ha rifatto per la decima volta la riga sulla carta ed ha deciso, prua a 202°, poi aggiustamenti in volo. Ora ci manca un piano di carico. E già; i posti "seduti" sono tre, uno per il pilota ed un divanetto da due (circa), il resto è vano di carico. Ci avevano consegnato un uccellino civettuolo, che abbiamo ridotto ai minimi termini. Per capire cosa intendo guardatevi le foto. Alla fine decidiamo che al posto di pilotaggio ci sarò io "lagunare"; compagni di sedia "direttore" e "africa". Dietro su morbidi cuscini che ha acquistato in Egitto "DD - the Great" che ha anche personalizzato il posto con il suo nuovo titolo di "lupo di Tasmania". Il peso: dedotto carburante, noi 4 ed un piccolo bagaglio a mano (calzini, mutande, una serie di foulard da distribuire se e solo se ci saranno dei meritevoli l'onore, rimangono disponibili kg 500 per varie ed eventuali. per la precisione sono libere 1154 libbre. Si decide per 3 cartoni da 6 di Pinot Grigio, reimballati antigelo = 60lb; l'operazione cibaria catartica preparata ad Adelaide = 160lb; una radio di servizio autonoma (trovata qua per caso - «no se sa mai») con relative batterie e spare parts = 120lb; canotto gonfiabile automatico salvagentato e capotta relativa, per noi + radio e pacco viveri = 350lb; avanza peso libero - non so se avanza spazio. Nel frattempo è arrivato anche un messaggio augurale che riprendiamo in pieno
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Ciao e benvenuti in Antartide,
siamo lieti della bella notizia, in questi due giorni il vento si è attenuato molto, forse sapeva del vostro arrivo..., invece la neve continua a fioccare incessante, è arrivata l'Italica davanti la base, ormai manca poco alla chiusura. Mi raccomando l'equipaggiamento, qui il freddo non perdona! Aspettiamo il prossimo messaggio, quello dove ci comunicherete il vostro sorvolo su Baia Terra Nova. Buon volo e a presto.
Guido
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Evidentemente hanno spedito prima del nostro passaggio, oppure non hanno visto. Eravamo alti e, purtroppo, senza scie; oltre i 4000 metri. Peccato anche per i "paracadutisti" - chissà dove li ha portati il vento (soffiava a 30 km/h). per l'abbigliamento non c'è problema. Non abbiamo quelle belle giacche arancio - contiamo su una generosa donazione - ma abbiamo dei completini a "pelle" in puro merinos raccolta direttamente dal vello delle pecore in Australia. Seguono i multistrati extramorbidi e flessibili di vari tecno-materiali, neanche un bottone in metallo per non lasciarci la pelle attaccata sopra, e, a finire, una tenuta che faccia risaltare la nostra lagunarità. Forse pacchiano, ma extra figo. Il bello di non avere le stellette sul collo è poter disporre del proprio abbigliamento senza limiti. E noi lo facciamo, o se lo facciamo. Guardiamo gli americani trainare il Beaver, già preriscaldato, con una sorta di motoslitta. Sul ghiaccio basta pochissimo a farlo scivolare. Sulla pista rialzano le ruotine, staccando gli sci da terra; è più facile tenere la direzione in rullaggio. Pierangelo racconta delle prove effettuate. Atterrare (non sprofondare) sulla neve fresca non è difficile e consente anche una certa manovrabilità e la possibilità di rallentare e frenare. Discutiamo sulla manovra se troviamo una pista dura a ghiacciata. Decidiamo per flap 100%, tentativo di abbassare le ruote per far peso a terra, appena sotto i 40 nodi cabrare tutto per far affondare il ruotino di coda, uso ancora, spegnere immediatamente il motore per non avere trazione residua. Ci sembra una scelta saggia e ci dirigiamo all'imbarco. Dino sprofonda nel suo vano tipo harem, noi ci stringiamo davanti. Il motore è caldo e ronfa bene, anche se non raggiunge la temperatura minima per la testa del cilindro. Elica a zero, qualche giro più veloce e siamo in condizioni di partire. Basta ridare passo all'elica e cominciamo a scivolare; tenerlo dritto è un problema. Stacchiamo e rientriamo i ruotini. Fa anche caldo, -25° C, con nuvoloni neri che fanno paura. Che sia la neve di cui parlava Guido? In un battibaleno siamo sul mare. Ci hanno detto di tenerci bassi, sotto le nubi, ma questo identico consiglio ci ha già fatto correre brutti rischi. Panorama da vedere non c'è; alziamo sui 3000 piedi e poi andiamo su e giù, destra e sinistra, puntando il famoso 202 fissato da Renzo. Il vento soffia a 3 nodi, quasi di prua, e non disturba particolarmente. Non è come stare sul bestione; se uno soffre di mal di mare (o di aria) qui ci lascia l'anima. Ballonzoliamo, beccheggiamo, rolliamo ad ogni minimo tocco sul volantino. La temperatura fa la sua parte e scende sotto i -40° C. Non c'è display numerico e la lettura è un po' approssimativa, Penso di aver visto un -48 attorno ai 4000 piedi. Dentro non si sta poi male. Il duo ha preparato thermos di caffè che va giù come rosolio. Sani sapori domestici. Il vento sparisce improvvisamente, lettura 000/00; ottimo. Tanta acqua davanti, dietro, di fianco. Per orizzontarci meglio abbiamo puntato un NDB sulla frequenza di BTN - 300 qualcosa-herz. Per chi di queste cose non si occupa una piccola spiegazione. I Radio Beacon nascono durante la Seconda Guerra per aiutare i piloti di ritorno dalle missioni. Si volava a vista, ma specie sull'Inghilterra la "vista" non sempre era possibile. Ogni campo emetteva da un'antenna apposita un segnale in morse per il riconoscimento del campo. Ad ogni campo corrispondeva un valore numerico da impostare su uno strumento di bordo. L'ago di detto strumento si dirigeva verso l'emittente; puntando sempre lo stesso ago sul Nord magnetico si arrivava dritti sopra l'antenna. I dati in nostro possesso di dicono che l'NDB di BTN è 300; e così abbiamo regolato lo strumento - visibile nelle foto - sperando che la notizia non sia menzognera. A 102 miglia (presunte) dall'arrivo mi arriva in cuffia un segnale morse. Non so se sia quello giusto, ma non si può dire che la zona sia piena di basi. Regoliamo la prua di conseguenza e cominciamo a scrutare il mare in attesa di terra. A 80 miglia sembra di scorgere qualcosa. Sono otto occhi, compreso il Dino che guarda dietro le nostre spalle, famelici di segnali positivi. Falso allarme. Riprendono le nubi, che ci avevano dato pace per un buon tratto. Stavolta scendiamo per evitarle, senza effetto. Finalmente terra, a circa 60 miglia, ma è solo una punta che costeggiamo. Ormai dobbiamo esserci. All'orizzonte si compone una lingua grigio scura, che di colpo si innalza sul mare. Costa alta e frastagliata. Siamo a sole 20 miglia dall'arrivo - della base neanche ombra. Ci portiamo sul mare. Memore di una brutta esperienza in Africa, dove ero finito a motore spento per mancato cambio di serbatoio, passo a quello posteriore anche se nel prodiero di benzina c'è ne ancora. Individuiamo la base, per prime le antenne sul monte (collina). Siamo tutti tesi e Pierangelo mi aiuta nella manovra ripetendo le procedure. Carburante su "hot", "fuel pump on" [ndr. questi due passi servono a mettere il motore in condizione di non spegnersi nelle manovre, ingolfandolo un poco per evitare strappi quando si smanetta per perdere o guadagnare quota rispetto al pista], elica massima trazione, giù i flap 3 tacche, virata per allineare, giù tutti i flap, ridurre fino a 40 miglia orarie, pattini quasi sull'acqua, sollevare il muso, pronto a posare. Porca miseriaccia! Era tutto il tempo che miravo due luci rosse ed ero esattamente al centro delle due, pronto per l'applauso. Errore; erano di fianco alla pista! Di fronte gli edifici. Tutta manetta, che causa la precedente manovra non risponde (è fatto apposta!). Qualcosa succede; via una tacca di flap, riprende, via il "hot", via flap, via la pompa, accelera, alza, via tutto e strappa in alto, vira verso il mare - di fronte la collina - e vai per il giro  classico. Alla faccia del volo a vista. Se qualcuno guardava forse ha pensato ad una manovra di saluto ed esibizione aviatoria. Dentro si sudava freddo e l'odore dell'adrenalina quasi si sentiva. Riavviciniamo nel modo giusto e posiamo; lunga scivolata verso un qualcosa che sembra una "shell", una copertura per mezzi, dove sta anche un elicottero. Uso il metodo Pierangelo per fermare, e funziona. Siamo ancora distanti. Riavvio e manovro come un pattinatore su ghiaccio; siamo molto lenti e ci fermiamo senza patemi. Sono pressapoco le ore 11 del 21 febbraio 2004. Siamo a Baia Terra Nova. Due minuti per prendere fiato e scendiamo. La neve ghiacciata scricchiola sotto le suole. Personale nisba. Non ha importanza; siamo arrivati sani e salvi, senza danni anche al prezioso carico "italico". Questi voli hanno rinforzato la nostra pazienza e la nostra amicizia. Ci guardiamo attorno un po' persi ed aspettiamo. Qualcuno si farà vivo. Alla voce!
San Marco!!
Lagunari (A.L.T.A.) in Antartide

 

 

Gli interni del Beaver quando ci è stato consegnato

 

Gli interni del Beaver quando ci è stato consegnato

 

Gli interni del Beaver quando ci è stato consegnato

 

L'interno dopo "la cura" e prima di caricare le "provviste" -- notare il nuovo stemma di "DD"

 

Rullaggio sulla ice runway a McMurdo

 

Appena in aria

 

Ancora un lembo di terra

 

Un raggio di luce su di noi - il resto buio

 

Si intravede la terra - è quell'isoletta che si nota nel "servizio" precedente

 

La costa vicino a Baia Terra Nova

 

I "beacon" sulla costa

 

Finalmente la base

 

Puntiamo dritti fra le luci della "pista"...

 

...e la prendiamo a 90° - ##@@%% termini nautici

 

Strappo verso l'alto - è andata bene

 

Questa volta è proprio di fronte

 

Sul ghiaccio "italiano"

 

Rullaggio verso un parcheggio

 

Il motore tace

 

Il nostro aereo

 

A.L.T.A. in Antartide

 

...è fu il buio... (spie illuminate di olio "duro" e batteria a zero)

 

 

  
     

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