"LVT(4) Amtrac” - In Action – Squadron Signal Publications – Don Greer
(2014)
Nona Parte
Ultima puntata, composta questa volta da 35
foto invece che di 25. Tra le altre, una foto che mostra un LVTMK4
particolarmente inclinato sull’argine, mentre sta “ammarando” in uno
specchio d’acqua. La grande voluminosità e quindi gli angoli d’ingombro
dell‘ LVT (4), ed il chiuso posto di guida basso ed infossato, tendevano
a rendere difficile la visibilità per il conducente. Molte volte,
qualche pilota esperto è stato osservato esercitare manovre delicate da
posizioni al di fuori del portello, operando con le leve di comando a
mezzo delle gambe. Dell’Italia in collegamento con LVTMK4, l’autore ci
mostra solo due o tre foto dove ci vengono offerte immagini con parecchi
LVT (4) raccolti in un parco di veicoli fuori Pisa, dopo la guerra. Tra
gli altri mezzi, sono riconoscibili dei mezzi ruotati DUKW (anatre), di
cui qualcuno “sembra” sia capitato assieme a qualche esemplare di LVTMK4
al neo costituito “Settore Forze Lagunari” e quindi anche al Btg San
Marco, poi Btg. Isonzo. Gli LVT depositati nel parco veicoli in Italia,
sono stati totalmente spogliati di tutto il corredo di armi ed
accessori. Migliaia di veicoli sono stati raccolti in parchi simili in
molte parti del mondo ed alla fine della guerra per essere poi
rottamati. Alcune piccole aliquote furono lasciati sul posto per essere
destinati ad i nuovi eserciti nazionali. Ancora, si possono notare dei “Tommies”
(nomignolo collegato ai soldati inglesi), del 4° Royal Tank Regiment,
che salgono su un “Buffalo IV” (definizione britannica del LVTMK4),
apprestandosi ad attraversare il fiume Reno, si suppone in Germania, il
24 marzo del 1945. Le insegne in questo caso del britannico Amtrac, sono
da ricondursi alla “British 79th Armoured Division”, e l’occhio di falco
allenato all’uso del “bestione” dei nostri giovani Baffi piloti mezzi
anfibi Lagunari, avrà senz’altro riscontrato che la rampa posteriore del
mezzo, sia del tutto inabilitata all’apertura a causa dei carichi
sovrapposti. Da altre foto desumiamo che la nostra affettuosamente
denominata “vasca da bagno”, in mancanza di spiagge su cui sbarcare
l’orda di conquistatori, si riduce malinconicamente a fungere da mezzo
di trasporto di carichi “difficili”. Commoventi e tristi la terzultima e
penultima foto delle quali cerco di isolare la mesta conclusione della
vita del nostro “Water Buffalo”: una lanciatissima corsa sulla neve -
dove sono finite le battigie di mille spiagge su cui sbarcare? - ed una
conclusiva e deprimente immagine di un sconfinato ammasso allo sfascio
di mezzi militari statunitensi (tra cui degli aerei), dove in primo
piano piangiamo le carcasse di quelli che abbiamo sempre sentito come “i
nostri” mezzi anfibi ed il cui uso ci faceva sentire un reparto “a
parte”. Ritengo e forse non a torto, che per una serie di motivi
“nazionali”, noi Lagunari (forse assieme con Btg. San Marco, ma anche
no), siamo stati al mondo, quelli che hanno fatto durare la vita
operativa del “nonnetto”, più di tutti. In redazione, l’instancabile
“Baffo” Pierangelo Zanotti ed io, ci auguriamo di aver fatto cosa
gradita a tutti quei “Baffacci” di Cà Vio ed alle moltitudini di
Lagunari che hanno provato dal mezzo qui raccontato per immagini, il
“brivido” dello sbarco anfibio. Un cameratesco saluto. San Marco!
Lag. Dino Doveri
P.S.: Mi piace aggiungere una nota motivata
dal mia innata spinta nel mettere i puntini sulle “i” e per osteggiare,
cosa della quale molti regolarmente sono afflitti, la solita
“improvvisazione” storica mai voluta verificare e presa alla “tutto va
ben madama la marchesa” accettando supinamente i “si dice” ed i “si
racconta che”!
Con buona pace delle leggende “da camerata”,
dove principalmente in quel della Base di Cà Vio stazionavano i “mostri”
del Rgt. Lagunari “Serenissima” (ma anche al Btg. Isonzo di Villa
Vicentina che aveva dei suoi LVT presso la base di Marano Lagunare), si
può affermare che secondo percorsi storici ben comprovati, i mezzi di
cui trattiamo non furono MAI impiegati nell’epico sbarco del D-Day in
Normandia. Quindi sulle spiagge, in codice denominate “Utah, Omaha,
Sword, Juno e Gold”, al di là dei film, dei racconti e dei “sentito
dire” durante le “memorabili” manovre tra Lagunari, contro o con gli
Americani, il protagonista di questa trattazione, l’LVT MK4, colà non
mise MAI cingolo.
Va beh… siamo stati noi Lagunari,
probabilmente gli unici, che con i gli AAV7, abbiano fatto circolare
questi mezzi (oltre che a navigare sull’Eufrate), sulle distese sabbiose
dei deserti iracheni.
In ragione di ricerche
effettuate, mi risulta che gli storici affermano gli LVTMK4 “Water
Buffalo” AMTRAC, furono impiegati in Europa solo dopo l'estate 1944. Nel
1943 l'esercito britannico aveva ricevuto 200 LVT-1, utilizzati
principalmente per addestramento, nel 1944 arrivarono 100 LVT-2 e 203
LVT-4 e nel 1945 altri 50 LVT-4. Nell'esercito britannico gli LVT-2
erano chiamati Buffalo Mk II e gli LVT-4 Buffalo Mk IV.
La maggior parte di questi AMTRAC fu assegnata
alla 79th Armoured Division, divisione impiegata generalmente per
l'impiego operativo dei veicoli specializzati. Il primo uso operativo di
questi veicoli da parte dell'esercito britannico, avvenne da parte della
1st Assault Brigade Royal Engineers per sbarcare truppe
nell'isola di Beveland (più propriamente “Zuid-Beveland”), e
successivamente su Walcheren, ambedue località nella regione della
Zelanda nei Pesi Bassi alle foci della Schelda, per sbloccare da terra
il porto di Anversa. In Italia furono usati gli AMTRAC (LVT-2 e LVT-4),
del 775th Tank Battalion statunitense e del 2/7th Lancers
britannico, sia nell'attraversamento delle Valli di Comacchio sia del Po
nell'aprile 1945. Questo per quanto gli storici del mirabolante mezzo
militare, hanno ad oggi affermato (Consultazione Wikipedia).
“Giusto al fin della licenza io tocco”,
rifacendomi al “Cyrano de Bergerac” (che notoriamente era un “rompi”,
quindi mi assomiglia), almeno permettetemi un cenno sul lavoro fatto:
ben 235 foto scansionate (chi di queste cose ne sa, sa anche quanto
impegno - e tempo - ci voglia); alcune ore notturne impegnate sul
traduttore che per sua natura di “stupidità elettronica”, ti sforna
delle versioni a volte comiche e quindi da portare alla comprensione di
tutti. Non sarà mai stato un impegno come altre “serie” già pubblicate
in passato, ma certo è che a bocce ferme in relazione al lavoro fatto,
noi ci pregiamo di ritenere che questo lavoro sarà apprezzato come in
altre occasioni in passato. Alla faccia di “chi si loda s’imbroda”, lo
so perché in molti me lo hanno detto ed ai quali vanno i nostri
ringraziamenti. Sottolineo ed attiro la vostra perspicace ed altruistica
attenzione, sul lavoro che poi ha svolto il nostro Web Master Lag.
Pierangelo Zanotti: impaginazione e pubblicazione, faticaccia a dir poco
improba che… senza la perizia ed impegno del Nostro, ‘ste robe ve le
sognate. Grazie dell’attenzione e camerateschi saluti.
San Marco!
Lag. Dino Doveri
N.d.d. L'unico ringraziamento che dobbiamo sentirci
di fare è quello per Dino e la sua innata passione per gli "affari
lagunari".
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